Atypical – Stagione 4


Atypical - Stagione 4Atypical, la serie ideata da Robia Rashid (How I met your mother) che ha come protagonista il giovane Sam, ragazzo con un disturbo pervasivo dello sviluppo imparentato con l’autismo, è tornata su Netflix il 9 luglio per la sua quarta e ultima stagione. Composta da dieci episodi da trenta minuti, la narrazione riprende tutte le dinamiche rimaste aperte dall’ultima puntata precedente e tira le fila della storia della famiglia Gardner.

La prima puntata inizia con la decisione di Sam di lasciare il nido sicuro rappresentato dalla sua cameretta e dalla costante apprensione della madre Elsa per andare a vivere insieme al migliore amico Zahid (Nik Dodani). L’inizio è sicuramente turbolento e stressante, ma i due dopo qualche tentativo fallito riescono a trovare l’equilibrio che li ha sempre contraddistinti. Turbolenta e stressante è anche la nuova routine di Casey: definitivamente abbandonati fidanzato e scuola pubblica, la giovane corritrice è impegnata ad adattarsi ai ritmi del nuovo ambiente, decisamente più ferrei di quelli precedenti, nuova relazione compresa. Izzie, ufficialmente diventata la sua ragazza per tutti tranne – inizialmente – per il padre Doug, è una ragazza combattiva, lunatica e con un passato e una famiglia difficile e Casey ne è davvero tanto innamorata, forse troppo. Via via che la storia e le puntate si sviluppano la ragazza inizia ad accusare il colpo di uno stress e un’ansia da prestazione che la portano a rischiare di abbandonare il suo grande sogno: la UCLA. Anche Sam cambia radicalmente il suo percorso nel tentativo di seguire la sua passione, l’Antartide, e trasformarla in una magnifica ma anche pericolosa e difficile avventura. Questi, contornati da molti drammi domestici e relazionali, sono i principali movimenti di una trama che, purtroppo, non sembra aver molto da dire.

Atypical - Stagione 4Fin dal primissimo episodio Atypical è una serie che focalizza la sua attenzione non su una trama elaborata e ricca di colpi di scena, ma sulla tenerezza della vita quotidiana di una famiglia all’apparenza atipica che in realtà rappresenta un qualsiasi nucleo familiare in cui siano imprescindibili amore e affetto reciproco. A dispetto del titolo, fra l’altro, la costruzione che si sceglie di fare dei personaggi principali, soprattutto i genitori, è molto ‘tipica’, tradizionale e anche abbastanza stereotipata. Doug sia esteticamente che caratterialmente è il classico padre di famiglia soggetto alla moglie, un po’ tontolone e assente quando i figli erano piccoli, mentre Elsa è il ritratto della casalinga apprensiva e annoiata che finisce per tradire il marito per rancori passati e perché non le dà più attenzioni. Con lo scorrere delle stagioni i due personaggi si sono lentamente evoluti, ma la sensazione è che sia ancora troppo poco o che il punto di partenza fosse troppo indietro per poterci aspettare un cambiamento più radicale. In questi ultimi dieci episodi i conflitti creati per loro due e fra loro due sono irrisori, deboli e spesso calano dal cielo senza una vera spiegazione, come la morte del migliore amico di Doug. L’unico movimento che sarebbe stato interessante esplorare nella vita dell’odiosa e inespressiva Elsa Gardner è il rapporto amore/odio con la madre di cui si era parlato poco o nulla nelle stagioni precedenti, ma il loro incontro avviene nelle ultime puntate della stagione finale e viene affrontato con una superficialità e un’approssimazione da essere una delle conclusioni che lascia maggiormente l’amaro in bocca. 

CasAtypical - Stagione 4ey, invece, all’inizio della storia era una ragazza scontrosa, abituata a vivere nell’ombra e nella preoccupazione a causa del fratello, cosa che la portava anche ad essere spesso brusca e incapace di aprirsi. Arrivati al traguardo, la sua corazza sembra essersi sciolta ed è sicuramente uno dei personaggi che è stato capace di maggiore crescita; resta tuttavia curiosa la scelta che si decide di fare con il suo personaggio, da metà serie in poi, per quanto riguarda le sue relazioni. La rappresentazione di più comunità all’interno di qualsiasi serie che voglia provare a riprodurre uno spaccato di realtà è sicuramente importantissima, ma il focus in questo caso non è sul suo orientamento sessuale quanto sull’idea che si dà del ‘vero amore’. Se è vero infatti che la storia con Evan aveva il difetto di sembrare un po’ piatta e lasciata a se stessa, anche se è stato molto bello vedere come una coppia potesse spronarsi e aiutarsi a non mollare le proprie aspirazioni regalandoci un consistente cambiamento per un personaggio come Evan/Tuba, la relazione con Izzie sembra essere costantemente sulle montagne russe. Fra loro due sembra esserci un sentimento fortissimo che però continua a spezzarsi per incomprensioni, invidie o terzi e Casey sembra sempre sull’attenti nell’attesa della prossima bufera o del prossimo cambio di rotta della sua fidanzata; e quando succede perde completamente la ragione arrivando, per esempio, a dire delle parole molto pesanti al padre dopo la morte del migliore amico di quest’ultimo, che non vengono nemmeno ritirate alla fine della puntata. Dopo la crisi e l’abbandono della scuola sembrava evidente che quella relazione fosse arrivata al capolinea e invece contro ogni pronostico le due tornano insieme. 

Atypical - Stagione 4E così l’amore, motore di ogni cosa compreso l’inizio di questa serie, in queste dieci puntate viene tralasciato e messo da parte proprio dal suo protagonista. Sam si pone un obiettivo fuori dal comune ma è determinato, è la sua ragione di vita e farà di tutto per portarla a termine. Altro discorso si deve fare per la sua relazione con Paige (Jenna Boyd) che, se nella prima stagione ci ha regalato emozione e tenerezza, nelle successive si è progressivamente arenata fino a rimanere praticamente immobile, ripescata per un’ultima cena a lume di dichiarazioni romantiche nel  finale – un’ulteriore occasione per parlare di come le persone sotto lo spettro autistico vivono realmente l’amore sacrificata da frequenti scene in cui il ragazzo ignora e trascura totalmente la fidanzata, che sembra spesso smontare e rimontare tutto da sola.

In definitiva, nelle stagioni precedenti Atypical,  pur manchevole di una trama forte, ci mostrava un punto di vista di cui si sa ancora molto poco, fra l’altro interpretato dal bravissimo Keir Gilchrist che riesce sempre a farci empatizzare con tutte le piccole ossessioni e ansie di Sam.  L’attenzione si focalizzava così sui singoli momenti, sulle singole scene che erano cariche di una tenerezza disarmante, capaci di far sciogliere anche il più scettico degli spettatori, e risollevavano tutto ciò che funzionava poco. Già nella terza stagione, però, questa qualità iniziava a mancare – o forse, più semplicemente,  ci siamo abituati – e così è stato più facile iniziare a vedere le crepe sugli specchi: i personaggi troppo bidimensionali, i movimenti di trama macchinosi, le storie che si ripetono, le sparizioni come la psicologa di Sam, personaggio chiave nelle prime stagioni e poi fatta sparire in modo talmente repentino da non ricordarlo neanche.

Insomma via via che si arriva a questa stagione finale si indebolisce tutta la narrazione che si regge solo sul suo protagonista, quasi unico personaggio tridimensionale tra tanti stereotipi, e su risvolti di trama che sembrano volontariamente posizionati per creare movimento.

Voto Stagione: 6
Voto Serie: 7

 

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