Disponibile dal 23 novembre sulla piattaforma Netflix, Wednesday è uno show statunitense creato da Alfred Gough e Miles Millar. La serie si focalizza sul personaggio di Wednesday (Mercoledì) Addams, ed è il primo prodotto dedicato a un solo membro della celebre famiglia Addams, creata negli anni ’30 da Charles Addams e oggetto di numerose reinterpretazioni e adattamenti nel corso degli anni.
Wednesday prende il personaggio della macabra e solitaria figlia di Gomez e Morticia Addams e lo rivisita in chiave moderna, mantenendone ben radicati tutti i tratti distintivi. Nel corso degli otto episodi di questa prima stagione – la cui produzione è stata avviata a inizio 2021 – la ragazza si trova ad affrontare la nuova avventura nella Nevermore Academy, scuola superiore per “reietti” con capacità sovrannaturali.
Da subito emerge come – pur trovandosi in una scuola in apparenza adatta a lei – la protagonista sia di fatto reietta tra i reietti. Solitaria e non interessata al dialogo o alla creazione di un rapporto né con i coetanei né con i professori, Wednesday si dedica ai suoi hobby e interessi: la scrittura e il violoncello. La caratterizzazione della protagonista ricalca a fondo il personaggio originale, con tutte le sue peculiarità, ma è interessante che sia contestualizzata per la prima volta come adolescente: infatti in tutte le precedenti raffigurazioni Wednesday Addams era una bambina. L’adolescenza pone Wednesday in una situazione di solitudine e incomprensione da parte di chi la circonda molto più accentuata, che lentamente la portano a mettersi in discussione. A fronte degli avvenimenti che mettono in pericolo la scuola, gli omicidi e gli attacchi del misterioso mostro che minaccia la città, la ragazza avvia un’indagine che non solo la porta ad apprendere i misteri legati alla scuola, alla famiglia e alla cittadina, ma che le consente di avviare un’importante evoluzione di se stessa, senza perdere il suo essere.
L’elemento positivo della serie risiede proprio nel fatto che la protagonista riesca a rimanere fedele a se stessa, trovando una dimensione capace di coniugare e adeguare il suo carattere solitario e il suo gusto del macabro alla convivenza con le persone che la circondano. Le vicende legate alla dimensione scolastica – più improntate su temi come l’amicizia e i primi amori – fanno da contorno ma si intrecciano con la trama principale e con il mistero del mostro da svelare, senza che questo passi in secondo piano. Tutti i personaggi presenti sono interessanti e misteriosi, quasi caricaturali – in questo si vede molto l’impronta di Burton – e per molti di loro si rimane per l’intera stagione con il dubbio costante se siano alleati o antagonisti della protagonista. Tyler, la preside Weems (Gwendoline Christie, Game of Thrones) la professoressa Thornill (Christina Ricci, interprete di Wednesday nei film The Addams Family degli anni ‘90), la psicologa Kinbot, Xavier, sono solo i personaggi più ricorrenti per cui si ha la continua percezione di duplicità. Tutti sembrano nascondere qualcosa e danno la sensazione che non ci si possa fidare di loro fino in fondo; questo aspetto contribuisce alla creazione del clima di mistero e cela fino alla fine il vero villain, mantenendo alta l’attenzione sulle indagini di Wednesday.
In questo la ragazza è aiutata dalle figure di due amici, i quali contribuiscono in modo significativo anche alla sua evoluzione: Enid e Eugene. Entrambi sono volutamente opposti a lei: Enid ha un carattere scoppiettante e un animo estroverso, mentre Eugene è insicuro e timido, e le ricorda il fratello Pugsley. Dapprima Wednesday li ignora o li utilizza a fini personali, ma lentamente sviluppa un’affezione verso di loro. Emerge così come la ragazza si privi delle emozioni volutamente, ritenendole una fonte di inutile debolezza e di sofferenza. L’aneddoto della morte del suo scorpione Nero non fa che confermare quanto in realtà lei provi sentimenti ma che non vi si abbandoni mai, per riuscire a mantenere autocontrollo e lucidità. In questo è opposta ai genitori, decisamente sentimentali, come da loro originale caratterizzazione. Spostandoci infatti sugli altri membri della famiglia Addams presenti nella serie, si evidenzia come questi ricoprano un ruolo marginale ma ben inserito nel personaggio “originario”: da Zio Fester a Pugsley, fino a Morticia (Catherine Zeta Jones) e Gomez (Luis Guzmán) che vengono maggiormente mostrati soprattutto grazie all’escamotage dell’intreccio presente-passato.
Se il rapporto della protagonista con la famiglia è intricato e viene approfondito solo in parte, ampia portata è invece affidata a Mano, personaggio che ha assunto maggiore rilevanza rispetto alle precedenti rappresentazioni. Mano riveste in Wednesday un ruolo del tutto nuovo: si distingue non solo perché dotato di personalità e coscienza, ma anche perché risulta funzionale sia alla trama che nel guidare Wednesday a trovare se stessa. Il rapporto tra i due è molto più di una mera subordinazione: Mano si prodiga per la ragazza, cerca di farla sentire sempre a proprio agio e di spronarla nelle relazioni, mostrandole che è possibile anche per lei trovare persone capaci di volerle bene senza scopi secondari. E lei, quando Mano rischia di morire, mostra un legame ben più profondo, che stupisce persino se stessa.
Nella rappresentazione dei personaggi si evidenzia un cast decisamente azzeccato, ma su tutti svetta Jenna Ortega, che è perfetta nei panni della protagonista: spettrale e inquietante, il suo sguardo ipnotico e la sua mimica facciale magnetica le consentono di non avere nulla da invidiare alle precedenti versioni del personaggio. A supporto della Ortega, ci sono la colonna sonora spiccatamente fantasy ed evocativa di Danny Elfman (storico collaboratore di Burton) che non riprende l’originale tema Addams nemmeno per l’inconfondibile schiocco di dita – inserito sì, ma non nella colonna sonora -, le ambientazioni gotiche e gli scenari della Transilvania, e un favoloso gioco di contrasti tra la protagonista e ciò che la circonda. Questo è realizzato sia a livello scenografico – su tutte la camera di Enid e Wednesday, con la vetrata divisa a metà – che di costumi, curati da Colleen Atwood. Il contrasto è presentissimo con Enid, ma anche con la Thornill, con Bianca e persino con Goody, che presentano sempre tinte vivaci o chiare, perennemente in contrasto con lo stile dark della protagonista.
Focalizzandosi sui temi Wednesday ne tratta diversi già proposti in decine di altre serie Netflix, con la differenza che non cadono nel classico schema della piattaforma, ma vengono ben declinati sulla protagonista, che rimane sempre centrale nella narrazione. Su tutti svettano l’emarginazione, sviluppata sia attraverso il rapporto reietti-normali che Wednesday-tutti gli altri, la solitudine, e la difficoltà a relazionarsi con pari, adulti e genitori.
Nella trattazione delle tematiche in modo non dozzinale si evidenzia l’impronta della regia di Burton – anche se solo quattro su otto episodi sono diretti da lui – e in generale la sua influenza sulla serie. Come in ogni suo prodotto, il suo stile è iconico: macabro, con un tocco soprannaturale, misterioso. Nella produzione del regista si evidenzia l’originalità data da una serie di caratteristiche stilistiche “burtoniane”, su tutti l’utilizzo delle figure “outsider”: i personaggi di Burton sono spesso soggetti all’emarginazione e Wednesday ne è perfetto esempio. Altro tema principale è il dialogo tra vita e morte, che nello show viene proposto attraverso le figure della protagonista e dell’antenata Goody Addams (interpretata sempre da Ortega), che la aiuta nel padroneggiare le visioni psichiche di cui è affetta.
Nel complesso si può dire che Wednesday si è rivelato un buon prodotto: la trama misteriosa, l’escamotage dell’unione della storia familiare con le vicende attuali e l’intreccio delle radici della protagonista con la cittadina in cui si ritrova e i suoi trascorsi sono tutti elementi che rendono la visione godibile. Il fatto di riuscire a legare presente e passato attraverso gli accadimenti di Gomez e Morticia alla Nevermore ma anche all’antenata Goody e la scelta di non svelare subito il villain rendono incalzante il ritmo e mantengono l’alone di mistero fino alla fine. Al momento non è ancora stato ufficializzato il rinnovo della serie: il finale è stato lasciato aperto, ovviamente, ma ha comunque concluso la trama della prima stagione; una seconda ipotetica annata – non così ipotetica considerato il grande successo che ha avuto lo show sulla piattaforma – potrebbe concentrarsi su aspetti quali il rapporto della protagonista con la famiglia, o l’ulteriore esplorazione delle sue dinamiche relazionali e dei suoi poteri psichici. La speranza è che in ogni caso non diventi una forzatura e non sfoci in un prodotto banale e uniformato, che farebbe perdere l’unicità di questa prima stagione.
Voto: 7+
Secondo me Burton si è molto divertito! Qui ho ritrovato la freschezza che nel suo cinema, ormai da qualche anno, manca. Mercoledì, nonostante sia a tutti gli effetti un gothic teen show, con temi attuali per quel target come il bullismo nelle scuole, ribadisce la visione e la missione del regista sempre dalla parte degli emarginati e dei freaks. E lo fa con il suo stile squisitamente pop, con tanta ironia, con la sua vasta gamma di neri e con un cast azzeccato. I difetti ci sono, quel mostro in CGI non è il massimo e si avverte l’assenza di Burton al comando negli ultimi episodi, soprattutto nel finale, ma la Ortega nel ballo della scuola nell’episodio 4 fa impazzire!
Io mi sono abbastanza annoiato e ho trovato tutto abbastanza banalotto, non ho capito il successo della serie sinceramente…