Fallout – Stagione 1 2


Fallout – Stagione 1Da pochi giorni è disponibile su Amazon Prime Video la prima stagione di Fallout, lo show tratto dall’amatissima serie di videogiochi di ambientazione post-apocalittica prodotta da Bethesda.


Il progetto è stato sviluppato da
Jonathan Nolan e Lisa Joy, già noti per essere gli ideatori della serie HBO Westworld, mentre Geneva Robertson-Dworet e Graham Wagner hanno ricoperto il ruolo di showrunner. È stato proprio Nolan – grande appassionato del franchise – a convincere Todd Howard (il direttore di Bethesda) a cedere i diritti  per la realizzazione della serie, dopo anni di proposte rifiutate per il timore di un risultato deludente che potesse ledere la reputazione e l’apprezzamento dell’IP. A posteriori la scelta di Howard non può che dirsi azzeccata, dato che lo show rappresenta senza dubbio uno dei migliori adattamenti da videogame apparsi sul piccolo schermo in tempi recenti, innanzitutto per la capacità di soddisfare sia i fan di lunga data – che hanno trovato un’estrema fedeltà e cura nell’adattamento nel mondo post-apocalittico di Fallout – sia i neofiti, che hanno potuto conoscerlo e apprezzarlo a pieno nonostante l’assenza di conoscenze pregresse.

La serie segue intelligentemente l’impostazione narrativa “antologica” dei videogiochi, in cui, a partire da un lavoro di worldbuilding ampio e stratificato, ogni capitolo ha differenti protagonisti e ambientazioni spazio-temporali. Non a caso definito dagli stessi showrunner come “Fallout 5”, lo show si inserisce quindi a tutti gli effetti nella continuity del franchise, lasciando al tempo stesso agli autori un ampio spazio creativo per costruire un racconto convincente e adatto al nuovo medium – il piccolo schermo. In questo senso Fallout si differenzia molto da The Last of Us, un prodotto molto apprezzato da pubblico e critica in cui però l’adattamento è risultato, per forza di cose, quasi sempre pedissequo.

Il primo, ma di certo non l’unico, punto di forza dello show è senza dubbio l’ambientazione, mutuata in maniera puntuale dal genio dei creatori del videogioco: l’estetica retrofuturistica e atompunk – che coniuga efficacemente l’immaginario anni ’50 della Guerra Fredda con alcuni elementi tecnologici futuristici – viene infatti rappresentata con grande abilità tecnica e dovizia di dettagli, divenendo parte integrante del racconto e dando alla serie un’identità immediatamente riconoscibile – pensiamo ad esempio alle tute degli abitanti dei vault.

Fallout – Stagione 1All’interno di questo contesto prende forma un marchingegno narrativo perfettamente oliato: abbiamo infatti una classica giustapposizione tra due linee temporali, la prima ambientata nel 2077, ovvero poco prima dello scoppio della guerra nucleare, la seconda, quella principale, ambientata più di duecento anni dopo. Se la prima si pone come una sorta di origin story dei vault e di Cooper/Il Ghoul, la seconda si dirama in diverse storyline che si intrecciano e separano a più riprese, dando modo agli autori sia di esplorare la California post-apocalittica del 2296, sia di farci conoscere nel migliore dei modi i suoi protagonisti – Lucy, Maximus e il già menzionato Ghoul. Ciascuno di loro è dotato di tridimensionalità e di un arco narrativo chiaro e convincente, che nel caso di Lucy e Maximus assume un carattere speculare: se quello della ragazza è infatti rappresentato dalla sua perdita di innocenza e ingenuità a contatto con la Wasteland, quello dello scudiero divenuto cavaliere è invece incentrato sulla scoperta di valori etici, proprio tramite l’incontro con Lucy. A questo si aggiunge poi un buon grado di coolness, fondamentale in un prodotto di questo tipo – pensiamo in primis al Ghoul, mercenario spietato dal passato hollywoodiano, ma anche all’armatura di Maximus e all’ingegno di Lucy. Completano il quadro un sapiente mix di action e detection – la prima rappresentata dalle disavventure dei tre protagonisti, tutti impegnati a contendersi la testa di uno scienziato, la seconda dalle indagini del fratello di Lucy sull’origine dei vault  –, oltre che di ironia, satira e momenti drammatici. Questo fa sì che tutte le storyline risultino ugualmente convincenti, riuscendo a tenere alto il ritmo del racconto lungo tutto il corso della stagione – un merito non da poco, soprattutto se consideriamo la lunga durata degli episodi.

Come si accennava in apertura, dietro a questo progetto troviamo i due creatori di Westworld: a ben vedere i punti di contatto tra le due serie non sono pochi, a prescindere dal macro-genere fantascientifico in cui entrambe si inseriscono. Anche qui troviamo infatti un focus sulla creazione di una società alternativa, isolata dal mondo esterno, che dietro a una patina di perfezione nasconde terribili esperimenti, la cui natura emerge in maniera progressiva tramite un abile intreccio che tiene lo spettatore incollato allo schermo fino alla fine. A mancare, per fortuna, è la pesantezza che in diversi frangenti aveva caratterizzato lo show HBO: Fallout opta infatti per una trama meno complessa ma non per questo meno efficace, evitando barocchismi e, soprattutto, non prendendosi mai troppo sul serio. Ecco quindi che anche la rivelazione finale, in cui scopriamo che la guerra atomica è stata frutto di una perversione estrema della tecnocrazia capitalista statunitense, riesce a parlare al nostro presente e a risultare soddisfacente senza mai scadere nella retorica o nel didascalismo.

In definitiva, Fallout è stata indiscutibilmente una delle più inaspettate e piacevoli sorprese di questi primi mesi seriali del 2024. Già rinnovato per una seconda stagione – sono infatti ancora diverse le domande a cui dare risposta –, lo show ha confermato l’enorme potenziale degli adattamenti videoludici per il piccolo schermo, dimostrando che il successo di The Last of Us non può più essere considerato un caso isolato.

 Voto: 8½

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2 commenti su “Fallout – Stagione 1

  • Artax

    Il pilot, non so perchè, mi ha fatto pensare con un sorriso a Lost. Non tanto per similitudini, anche se qualche elemento di sci-fi e mistero ci può essere in comune (la Botola vs il Vault, la società patinata che nasconde segreti..), ma ho riflettuto su come le serie siano cambiate in questi 20 anni, in pratica ere geologiche in termini di serialità. Prima i grandi prodotti eravamo abituati che prendessero sempre il loro tempo, adesso quel tempo non c’è più volente o nolente. Del pilot di Fallout, probabilmente sceneggiatori di 20 anni fa ci avrebbero fatto 1 intera stagione! 🙂
    Io non vengo dal videogioco, quindi non avevo aspettative, e mi è piaciuta molto, soprattutto la resa del mondo post apocalisse nucleare veramente credibile, e il mix con gli anni 50 da quel tocco di riconoscibilità che una serie deve assolutamente avere!

     
  • fabrizio

    Veramente ottima. Una delle poche serie recenti che non hanno perso il loro appeal andando avanti. Anzi. Non conoscevo il videogioco e mi aspettavo un piglio più drammatico, con meno parentesi comiche. Ciò nonostante il prodotto è riuscitissimo e riesce a trattare con originalità il tema post apocalittico. Maestrale il ribaltamento di tutte le premesse cattivo/buono dei primi episodi. Speriamo tengano duro per la seconda stagione.