Circa vent’anni fa, nella notte di Samhain, antica festa celtico-pagana celebrata il 31 ottobre, tre persone della città immaginaria di Bodkin sparirono senza lasciare traccia. Un mistero che da allora infesta la piccola città irlandese e chi meglio di un podcaster americano con lontane origini irlandesi, una burbera giornalista costretta a ritornare nella propria terra natìa e una ricercatrice inglese può raccogliere le fila di questa storia cui implicazioni e grandezza vanno oltre qualsiasi loro aspettativa?
Questa è la premessa di Bodkin, la nuova serie tv comedy-thriller prodotta da Netflix in collaborazione con la Higher Ground Production, casa di produzione fondata nel 2018 dai coniugi Michelle e Barack Obama.
La serie, composta da sette episodi usciti tutti insieme il 9 maggio 2024 sulla piattaforma di streaming, vede come protagonisti Will Forte nei panni del podcaster americano Gilbert deciso a raccontare nel suo nuovo podcast true-crime la sparizione avvenuta a Bodkin, Siobhán Cullen che interpreta Dove, la giornalista d’inchiesta costretta a seguire la creazione del podcast e Robyn Cara, la ricercatrice di nome Emmy che supporta il lavoro di Gilbert, gestendo il viaggio in Irlanda ed organizzandogli le interviste.
Attraverso i protagonisti si manifesta la duplice anima di Bodkin, divisa fra l’aspetto crime e la commedia. I personaggi, infatti, appaiono agli antipodi: la spensieratezza e la spontaneità mostrate sia dalla ricercatrice che dal podcaster, con quest’ultimo che rappresenta l’incarnazione del tipico americano bonaccione che conquista tutti grazie alla sua affabilità, si contrappongono al distacco e alla freddezza della giornalista, una donna silenziosa e scostante, interessata solo al ricercare scoop e storie dal potenziale valore giornalistico, senza dare peso a formalità o smancerie. Questo contrasto fra la giornalista e i suoi compagni di viaggio viene messo in luce anche visivamente: Dove, infatti, indossa abiti scuri e mantiene spesso le distanze dagli altri, utilizzando pose a braccia conserte che comunicano distacco e dirigendo lo sguardo lontano dai propri compagni di viaggio o dagli abitanti della città, quasi come a volersi proteggere da loro.
Con l’accostamento di tre personalità così diverse fra loro, espediente tipico dei prodotti comedy in quanto crea setup per potenziali battute o piccoli sketch, Bodkin riesce a donare una sorta di leggerezza alla serie nonostante nasconda, però, un’anima thriller. Durante il pilot, infatti, vengono disseminati momenti di tensione, a volte brevissimi, che però permettono allo spettatore di iniziare a rendersi conto che niente è come sembra nel villaggio. Tutti, anche il socievole e simpatico podcaster, hanno qualcosa da nascondere e il mistero dei tre ragazzi scomparsi inizia ad apparire molto più grande di quello che gli abitanti di Bodkin vogliono far credere.
Ad alimentare la sensazione di mistero ed inquietudine generata dalla trama attraverso le interazioni fra i protagonisti e gli abitanti della cittadina, vi è anche la location della serie. Infatti, come spesso accade in storie ambientate in questa nazione, l’Irlanda ricopre un ruolo fondamentale nel creare la giusta atmosfera per un racconto thriller, diventando essa stessa un personaggio all’interno della trama. Grazie alle sue bellezze naturali, dalle immense distese di verde alle maestose scogliere, al clima particolare dove sembra che piova sempre e ai villaggi, in cui pare che gli abitanti sappiano allo stesso tempo tutto e niente gli uni degli altri, si crea un’aura di fascino inquietante che cattura l’attenzione dello spettatore e carica ogni immagine vista e parola pronunciata di un significato che trascende le apparenze.
L’Irlanda racchiude in sé anche la potenza della natura e del folklore antico, che nonostante il passare dei secoli mantiene una forte presenza nella cultura popolare: dai festeggiamenti della notte di Samhain al fatto che molti abitanti, anche se spesso per gioco, citano fate o creature fantastiche. La ricca cultura e mitologia celtica che nel corso dei secoli si è fusa nella cultura irlandese rende questa nazione il luogo ideale per raccontare gialli e storie all’apparenza inspiegabili. Il folklore viene, quindi, sfruttato sia dagli abitanti di Bodkin per affrontare eventi dolorosi e all’apparenza senza spiegazione, come la scomparsa dei ragazzi, sia dalla serie tv come strumento al servizio della narrazione che, utilizzando l’atmosfera mistica dell’Irlanda, riesce non solo a creare un’ambientazione carica di suspence e sospetto ma anche a dare vita alle paure e ai lati oscuri dei personaggi, a volte anche conferendogli una forma fisica, come nel caso di alcune visioni di animali selvaggi sperimentate da uno dei personaggi.
La forza del pilot risiede nel suo riuscire a conciliare leggerezza e suspence. L’uso di un protagonista americano, il cui carattere e la cui natura sono completamente diversi sia dalla cultura che lo circonda che dall’immagine del tipico protagonista di serie crime, rende la visione scorrevole e piacevole, fornendo alla narrazione il giusto assist per i momenti di tensione, i quali diventano ancora più inaspettati, guadagnando maggior impatto agli occhi dello spettatore ed incentivandolo nella visione dei successivi episodi al fine di scoprire cosa è davvero accaduto durante quella notte di Samhain di venti anni prima ma, soprattutto, quali sono i segreti che si celano dietro ai misteriosi protagonisti.
In un panorama seriale di Netflix molto standardizzato, Bodkin si distacca dalle ultime uscite della piattaforma proponendo un prodotto intrigante le cui restanti puntate riserveranno sicuramente tante sorprese e colpi di scena.
Voto: 8