House of the Dragon – 2×06/07 Smallfolk & The Red Sowing 4


House of the Dragon - 2x06/07 Smallfolk & The Red SowingSe il quarto episodio di questa seconda stagione è stato il punto più alto e il momento drammaturgicamente più forte della trama ordita dagli autori di House of the Dragon in questa seconda annata, il quinto serviva per elaborare le conseguenze di quel momento così significativo della guerra civile tra le due fazioni in gioco; in “Smallfolk” e “Red Sowing” il ritmo della storia diventa più compassato, certamente meno frenetico, ma non privo di eventi atti a costruire lentamente in vista di un finale di stagione che si preannuncia esplosivo.

Se dovessimo fare un paragone tra questa stagione e la scorsa, arrivati ad un passo dal season finale possiamo già trarre alcune conclusioni, non definitive ma con buone argomentazioni a sostegno: la seconda annata della serie HBO ha sofferto, finora, la difficoltà di tenere in equilibrio le varie componenti che avevano reso così affascinante il racconto nella prima. La tensione costruita sul dramma familiare, le relazioni tra i personaggi che crescevano man mano con la crescita dei personaggi, aiutata poi dai numerosi salti temporali, banalmente anche solo la possibilità di avere tutti i protagonisti nelle stesse stanze in quasi tutti gli episodi e farli interagire tra di loro; sono tutti elementi che sono mancati in questi sette episodi che, invece, hanno sfilacciato un po’ il racconto e allontanato molti dei volti più noti dalle ambientazioni principali della serie. Si trattava di un rischio preannunciato, poiché ben consapevoli che tutto quello a cui abbiamo assistito due anni fa altro non era che una preparazione – rigorosa e ben fatta – alla tanto attesa “Danza dei Draghi”, la sanguinosa guerra che avrebbe visto contrapposti due rami della famiglia Targaryen al fine di ottenere la legittimità sull’Iron Throne e che, inevitabilmente, avrebbe portato ad allontanare i personaggi in due – o più – schieramenti contrapposti.

House of the Dragon - 2x06/07 Smallfolk & The Red SowingUno dei personaggi che ha sofferto maggiormente il suo allontanamento dall’azione è stato senza ombra di dubbio Daemon: il re consorte, interpretato molto bene da Matt Smith, ha vissuto infatti quasi un’intera stagione isolato nella fortezza infestata di Harrenhal, a lottare con i propri demoni e a fare i conti con il proprio passato. Gli autori si sono impegnati moltissimo nel cercare di rendere interessanti e meno noiosi possibili questi segmenti della storia: i loro sforzi si sono concentrati soprattutto nella cura dell’ambientazione. La fortezza di Harrenhal, infatti, si ispira ai castelli gotici, con le sue stanze anguste, umide e buie, un setting perfetto per raccontare una storia di fantasmi e di streghe come quelli che circondano il malcapitato Daemon. La prima scena di “Smallfolk” in cui lo vediamo è un confronto con il suo defunto fratello – un sempre graditissimo Paddy Considine nei panni di Viserys – seguito da uno dei momenti più bassi del suo spirito, fiaccato e devastato dal senso di colpa e di impotenza. Sarà proprio una figura mefistofelica e ambigua come Alys Rivers – azzeccata la scelta di casting e l’interpretazione ambigua di Gayle Rankin, già apprezzata per il suo ruolo in GLOW – a salvarlo dalla dannazione e portare un barlume di speranza per la sua ripresa sia fisica che psicologica.

Non che questo avvenga senza difficoltà: in “The Red Sowing” il confronto prima con il giovane nuovo lord Oscar Tully e poi con i signori delle Terre dei Fiumi evidenzia ancora un Daemon impacciato nel tentare di procacciare un esercito e difendere goffamente un titolo che non gli appartiene – continua a proclamarsi “re” praticamente ad ogni scambio di battute ma nessuno è intenzionato a riconoscerlo come tale. Alla fine il cavaliere di Caraxes riuscirà nel suo intento di arruolare soldati per conto di Rhaenyra, ma il prezzo che paga è quello di abbassarsi ad obbedire agli ordini di un lord bambino che gli ordina di uccidere uno dei pochi uomini che si erano schierati fin dall’inizio dalla sua parte. Da questo punto in poi la sua trama sembra potersi ricongiungere alle altre in vista del finale di stagione; tuttavia, nonostante probabilmente fosse necessaria questa digressione per la crescita del personaggio – o magari perché gli autori hanno scelto di rimanere fedeli ai tempi della storia dei libri e in questo frangente Daemon doveva per forza farsi da parte – non si può non essere leggermente delusi dalla sorte toccata al principe e dal tempo eccessivo che ha passato lontano dagli altri protagonisti.

House of the Dragon - 2x06/07 Smallfolk & The Red SowingSe le sezioni dedicate ad Harrenhal sono state molto criticate, non mancano alcuni difetti anche nella gestione dei momenti ambientati negli altri due palazzi del potere, a partire da King’s Landing. Anche per questo setting e per i personaggi che lo “abitano” l’episodio “The Red Dragon and the Gold” è stato uno spartiacque, in quanto ha portato all’ascesa di Aemond come principe reggente e alla caduta rovinosa di Alicent, non più in grado di controllare i propri figli e, dunque, gli eventi che ha, si direbbe quasi involontariamente, messo in moto.
Se la guida di Aegon come re e stratega di guerra era caratterizzata dall’impulsività di un giovane che assaggiava per la prima volta il potere e voleva dimostrare a tutti i costi il suo valore, la reggenza di Aemond è basata su calcoli di convenienza e volontà di trionfare con l’astuzia, perlomeno finchè non si fa leva sull’orgoglio del nuovo sovrano. La scelta di muovere le proprie truppe contro Harrenhal all’inizio di “Smallfolk” non è altro che la conseguenza della pretesa di Jason Lannister di avere lui e Vhagar come scorta mentre attraversano le Terre dei Fiumi, così come la decisione di allontanare la madre Alicent dal Consiglio è figlia della sua necessità di non avere persone che possano minare la propria autorità o criticare i suoi provvedimenti.

House of the Dragon - 2x06/07 Smallfolk & The Red SowingLa stessa Alicent affronta momenti terribili in questi due episodi, trovandosi insieme alla figlia di fronte alla rabbia del popolo – aizzato dalla propaganda pro-Rhaenyra organizzata da Mysaria attraverso anche degli aiuti umanitari mandati da Dragonstone via mare – che sotto forma di folla inferocita la aggredisce con violenza all’uscita dal tempio. È una scena che ricorda molto alcune viste già in Game of Thrones e che porta in primo piano la gente comune di Westeros e allarga l’orizzonte di una storia che altrimenti rimarrebbe confinata nelle cosiddette “stanze del potere”, ma del ruolo che House of the Dragon riserva allo “smallfolk” ne parleremo più approfonditamente più avanti. Tornando ad Alicent, il suo percorso in questa stagione sembra essere quello di una progressiva presa di coscienza delle scelte sbagliate che ha fatto dalla giovane età fino ad ora, con una consapevolezza crescente di tutto il dolore che lei stessa ha causato e che la guerra in corso continuerà ad arrecare alla sua famiglia e non solo. La scelta di allontanarsi da sola nel bosco in “The Red Sowing” è la ricerca di un fugace momento di pace e tranquillità in un mondo che pian piano intorno a lei sta esplodendo di rabbia e violenza.

Ad arricchire la cornice dei personaggi che vivono nella Fortezza Rossa, c’è la lenta e dolorosa ripresa di Aegon dopo le terribili ferite riportate dalla battaglia di Rook’s Rest, sostenuto per interesse personale dal viscido Larys Strong che non vede di buon occhio la reggenza di Aemond e che, anzi, prova a minare nascondendo informazioni vitali ai fini della vittoria della guerra.

House of the Dragon - 2x06/07 Smallfolk & The Red SowingIn generale assistiamo ad un momento di transizione per quanto riguarda la parte di racconto ambientata a King’s Landing, in cui i personaggi si preparano al gran finale e affrontano momenti diversi delle proprie evoluzioni; quello che funziona poco, in questo caso, è la frammentarietà del racconto e la rapidità con cui si passa su alcune situazioni piuttosto che altre. È chiaro che gli autori hanno dovuto “far fare qualcosa” a tutti questi personaggi e riempire alcuni vuoti, mentre il grosso dell’azione e dell’avanzamento della trama principale avviene a Dragonstone, dal lato della fazione dei “neri”.

È proprio alla corte di Rhaenyra che la storia della stagione prende una piega tutta nuova, con la regina che cerca disperatamente di ottenere un vantaggio tattico cercando dei cavalieri per i suoi draghi ancora non reclamati. La scena della tragica morte di Ser Steffon Darklyn è tanto telefonata quanto efficace, ricca di quella crudeltà beffarda tipica di Game of Thrones, oltre che molto pittoresca a livello scenico. Evidenzia una certa disperazione nella fazione fedele a Rhaenyra, ma ci mostra anche un lato della mitologia di House of the Dragon che ancora non era stato esplorato, ovvero come avviene il rituale attraverso il quale si reclama un drago. Alla fine di “Smallfolk” sarà, tuttavia, lo stesso drago Seasmoke a scegliere il proprio cavaliere in un’altra scena già iconica per lo show, con il terrore negli occhi del giovane Addam che si trasforma pian piano in consapevolezza di quanto sta incredibilmente accadendo.

House of the Dragon - 2x06/07 Smallfolk & The Red SowingQuesto porta ad una riflessione interessante sul ruolo che il sangue e la discendenza hanno nell’universo di House of the Dragon e di come anche il “popolino” – lo “Smallfolk” già citato – potrebbe ergersi al di sopra delle proprie possibilità se solo qualcuno gliene desse l’occasione. Certo, sarebbe stato ancora più coraggioso se gli autori avessero osato nell’affermare che anche qualcuno che non possiede il sangue di Valyria possa diventare un cavaliere di draghi, ma effettivamente sarebbe stata una scelta fin troppo ardua per una serie così mainstream. Nonostante tutto, però, c’è un accenno a questo tema, in particolare legato alla decisione di Rhaenyra ed emerge nel confronto con il figlio Jacerys: il ragazzo è convinto che quello che sta facendo la madre possa mettere in discussione la sua futura pretesa al trono – anche perché lui stesso figlio illegittimo della regina – e indebolire lo status sociale di tutta la famiglia Targaryen.

La scena finale di “The Red Sowing”, oltre ad essere una delle migliori della stagione sia come realizzazione che come cura scenografica e registica, porta a compimento – finalmente si direbbe – le sotto-trame dei personaggi secondari appartenenti alle classi sociali più basse di Westeros che da qualche episodio gli autori ci hanno proposto, ovvero quelle di Hugh, un fabbro che cerca in tutti i modi di sostenere la propria famiglia messa a dura prova dalla carestia a King’s Landing, e di Ulf, un inetto avventore di una locanda che vive di rendita vantandosi delle sue nobili origini. Sin dalla prima apparizione di questi due personaggi si era capito che sarebbero stati destinati ad incrociare le proprie strade con quelle dei protagonisti, e il modo in cui ottengono i loro rispettivi draghi – Vermithor per Hugh e Silverwing per Ulf – nonostante l’esito fosse ampiamente prevedibile è ben costruito e ben diretto, con una carneficina nella fossa del drago che è per loro una sorta di “prova del fuoco” – in tutti i sensi –, un evento tanto traumatico quanto solenne che li mette di fronte alla furia divina di un drago del quale devono dimostrarsi degni al fine di poterlo domare.

House of the Dragon - 2x06/07 Smallfolk & The Red SowingUn ultimo accenno per quanto riguarda la fazione dei neri è l’evoluzione del personaggio di Rhaenyra, della quale ci viene ora svelato dagli autori l’orientamento sessuale: il fugace momento di passione nella scena con Mysaria, pur essendo un po’ rapido e non più ripreso nell’episodio successivo, ha senso per come House of the Dragon ha trattato finora la prima figlia di Viserys. Fin dai primi momenti della serie, per esempio, il rapporto tra la donna e Alicent aveva travalicato spesso i confini della semplice amicizia, ma più in generale la sua caratterizzazione e l’interpretazione di Emma D’Arcy non rendono per niente la sua bisessualità un elemento forzato, ma anzi un lato che approfondisce la sua personalità.

In generale questo sesto e settimo episodio si sono concentrati molto di più sugli eventi di Dragonstone e hanno goduto di una trama costruita apposta per arrivare in modo coerente e non forzato al punto in cui gli autori volevano che arrivasse: un momento di equilibrio in cui le forze dei due schieramenti si mettessero in qualche modo alla pari, con Rhaenyra che può ricominciare a sperare in una vittoria avendo ottenuto un esercito sul continente – quello arruolato da Daemon ad Harrenhal più gli uomini del nord inviati dagli Stark e la possibile alleanza con i Frey ottenuta qualche episodio fa da Jacerys – e tre nuovi cavalieri di draghi; dall’altro lato la fazione dei verdi, nonostante l’apparente vittoria a Rook’s Rest, è più allo sbando che mai, con i personaggi sempre più destabilizzati dagli eventi ma nonostante tutto ancora con il vantaggio di un esercito molto più grande di quello degli avversari e di avere il drago più temibile di tutti.

House of the Dragon - 2x06/07 Smallfolk & The Red SowingHouse of the Dragon prosegue il suo percorso a tappe serrate in vista del finale continuando a costruire una trama solida e avvincente, sebbene non riesca a raggiungere il fascino e l’allure che caratterizzava la prima stagione. A differenza di quello che accadeva in Game of Thrones, qui il fatto che i personaggi non condividano più gli stessi spazi ma siano separati da miglia e miglia di distanza – sia fisiche che narrative – indebolisce le scene, rende più povero il racconto ed è più difficile mantenere un discorso unitario per gli autori. Nella prima parte di stagione la bilancia qualitativa pendeva dal lato della fazione dei verdi, con gli eventi di King’s Landing molto più avvincenti di quelli di Dragonstone, mentre in questa seconda stagione la situazione si è rovesciata. È difficile, dunque, riuscire a dare una valutazione netta a questa seconda stagione; probabilmente potremo farci un’idea più completa con l’ultimo episodio, sul quale grava il peso non indifferente di portare a conclusione le trame aperte in questa annata e di rilanciare il discorso in vista della già confermata terza stagione, magari con un cliffhanger importante come quello che aveva chiuso lo scorso season finale.

Voto 2×06: 7
Voto 2×07: 7 ½

 

Informazioni su Davide Tuccella

Tutto quello che c'è da sapere su di lui sta nella frase: "Man of science, Man of Faith". Ed è per risolvere questo dubbio d'identità che divora storie su storie: da libri e fumetti a serie tv e film.


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4 commenti su “House of the Dragon – 2×06/07 Smallfolk & The Red Sowing

  • Setteditroppo

    Condivido pienamente i dubbi che emergono nella recensione su questa stagione. Parliamoci chiaro: è tutto estremamente bello da vedere ed unico nel panorama seriale, appuntamento da non perdere settimana dopo settimana. Vincente su tutti gli altri prodotti ma perdente nel confronto con la sua prima stagione. Il colpevole? Sua maestà Racconto. Che si trastulla.Tutto appare, così, brillante sempre eppur scontato. Inevitabilmente. Come il Fato che attende i protagonisti.

     
    • Boba+Fett

      Condivido e aggiungo che, come successe con Game of Thrones, la crescente spettacolarità visiva cannibalizza il racconto, rendendo la scrittura sempre meno brillante. In soldoni, il budget super controllato per ogni episodio, va quasi tutto al team degli effetti speciali (per carità, splendidi rispetto alla prima stagione), lasciando le briciole a tutti gli altri. Smallfolk secondo me, è il punto più basso di questo progetto!

       
    • Vermithor

      Il problema di questa stagione sta nel fatto che Rhaenyra, Alicent e Daemon sono poco attivi in questo segmento di storia nel libro da cui è tratta la Danza dei Draghi. A spiccare dovevano essere altri personaggi, come Jacaerys e Corlys. Ma siccome Rhaenyra, Alicent e Daemon sono i protagonisti della serie, gli autori si sono sentiti obbligati a dare loro comunque spazio, sottraendolo a chi competeva. Quindi abbiamo queste storie ripetitive e riempitive. Se dalla prossima stagione la trama non accelera vistosamente, non basteranno due stagioni a concludere tutta la Danza.

       
      • Filippo

        E ora sembra si siano ingabbiati da soli con 4 stagioni, rendendo le prossime due:
        a) necessariamente zeppe di eventi (per i quali ricordiamo non avevano i soldi già per la stagione 2);
        b) vuote di eventi che saranno costretti a tagliare per chiudere in tempo/risparmiare.
        Non si sono messi proprio in una bella posizione, vediamo come se la caveranno (speriamo bene).