La nuova serie Clean Slate è arrivata il 6 febbraio su Prime Video con le sue tematiche LGBTQI+ e familiari, un racconto molto personale e dei tratti squisitamente comedy: questi gli elementi con cui Laverne Cox, George Wallace e Dan Ewen – che firmano lo show – promettono di tenere incollato il pubblico allo schermo. Otto puntate da circa mezzora l’una per raccontare la storia di Desiree, che dopo oltre vent’anni torna in Alabama per riprendere in mano la sua vita e recuperare un rapporto davvero speciale perso da tempo.
La serie prende il titolo dal cognome del personaggio principale – Desiree Slate – ma soprattutto da un’espressione che in inglese significa “ricominciare da zero” (“clean slate per l’appunto”), che è proprio ciò che fa la protagonista. Dopo 23 anni e una recente esperienza finita male a New York, la donna torna nella sua città d’origine per riprendere in mano la sua vita e svelare al padre – con cui non ha contatti da oltre vent’anni – che suo figlio Desmond ora si chiama Desiree. Un compito difficile, soprattutto perché nessuno dei due sa cosa lo aspetta: Harry accoglie la figlia aspettandosi un figlio, e Desiree non sa prevedere quale sarà la reazione del padre davanti a una rivelazione così importante e improvvisa.
La tematica della transessualità è sin da subito trattata in modo serio ma leggero, grazie al taglio spiccatamente comedy e alla bravura dei due interpreti principali, Laverne Cox (Orange Is The New Black) e George Wallace (Batman Forever). Non solo i due hanno una bella alchimia e la trasmettono di riflesso sui personaggi, ma riescono anche a dare un tono leggero ai temi trattati, senza per questo sminuirli.
Lo sviluppo del loro rapporto si snoda attraverso gli episodi in modo progressivo, con un dialogo aperto e costante che accompagna i due personaggi in un vero percorso di reciproca conoscenza. Harry è un burbero conservatore, proprietario di un autolavaggio che pensa di avere sempre la verità in tasca e di rado ascolta chi gli sta intorno, ma non è cattivo e Desiree riesce a entrare in sintonia con lui e fargli capire che ciò di cui ha più bisogno è ritrovare la figura paterna che tanto le è mancata negli anni precedenti.
Gli elementi chiave qui sono l’empatia e il sostegno reciproco, che si creano attraverso scontri diretti che diventano confronti costruttivi, oltre a momenti a cuore aperto in cui padre e figlia hanno modo di far maturare la loro relazione in modo positivo come mai prima. Harry inizialmente è confuso dalla rivelazione e non capisce bene come affrontarla, ma da subito è chiaro che non vuole lasciarsi scappare di nuovo la figlia.. Questo lo porta a sviluppare un senso di forte protezione – a volte sproporzionato -, ponendosi così nella condizione di far sentire Desiree finalmente capita. La storia e il rapporto con il padre sono così profondi ma anche leggeri, in un mix giusto tra gaffe e battute, ma anche amore incondizionato e accettazione.
Laverne Cox è molto efficace nel restituire tutte le emozioni della protagonista, che non incontra tanti ostacoli intorno a sé – o almeno non nella sua cerchia più ristretta – quanto dentro di sé. Sono proprio le emozioni che Des deve fronteggiare a costituire i tasselli per il suo percorso di crescita, di cui fa parte anche il percorso di terapia, che la accompagna in diversi passaggi: dall’accettazione del lutto alla fine della propria relazione, al cambio di vita con il ritorno in Alabama, fino al rapporto con il padre. Emerge comunque che l’obiettivo della protagonista è quello di sviluppare a tutto tondo una buona self-confidence, valorizzarsi e non ricadere nella trappola delle relazioni tossiche.
Al netto di questo Desiree è una protagonista senza grandi battaglie con il mondo che la circonda, come ci si poteva aspettare visto il tema della transessualità. Solo il pastore della sua chiesa le si oppone in modo diretto, ma anche questo non si concretizza in una battaglia plateale, quanto più in micro-azioni, subito prese di petto sia da lei che dall’intera famiglia.
Intorno a lei trova un sostegno a 360 gradi: da Harry a Mack – il dipendente del padre con cui inizia un lungo flirt – e la figlia di lui Opal, che la vede come role model in ogni cosa, passando per l’amico di infanzia Louis con la madre Ella. Questa sorta di famiglia allargata la accoglie e la fa sentire protetta, voluta e accettata, schierandosi al suo fianco in modo quasi immediato. Una famiglia che si tiene in equilibrio e funziona proprio grazie ai suoi membri così diversi ma profondamente affini.
Così le dinamiche familiari sono centrali in Clean Slate e in particolare quella genitore-figlio è rappresentata non solo dai protagonisti, ma anche dalle “coppie” Mack e Opal, e Ella e Louis, che portano in scena rapporti paralleli ma dalle sfumature diverse. Se Mack ha con Opal un rapporto che ondeggia tra il complice e l’apprensivo, Ella sembra in un certo senso la controfigura di Harry nel suo rapporto con Louis, e lo dimostra anche dopo il coming out del ragazzo.
La figura di Opal è a sua volta importante nella narrazione, spesso infatti diventa complice e aiutante della protagonista, supportandola e fornendo perle di saggezza inaspettate, ma anche motivi di riflessione interiore. A sua volta la bambina prende Desiree come modello da seguire, anche perché lei si rende disponibile nei suoi confronti, per ascoltarla e sostenerla, probabilmente rivedendo in parte se stessa.
Altre figure fondamentali per la protagonista sono Mack e Louis: con il primo Desiree entra subito in connessione e dopo il continuo flirt finalmente nell’ultimo episodio entrambi si lasciano andare, mentre con Louis il rapporto è quasi fraterno. L’amico dirige il coro della parrocchia ed è segretamente omosessuale; inizialmente non si accetta e non riesce a conciliare la sua presenza nella chiesa con la sua natura, ma anche grazie a Desiree riesce a uscire allo scoperto, trovando l’amore e soprattutto ritrovando se stesso.
Nel complesso Clean Slate è una serie perfetta per accompagnare alcune serate leggere ma non per questo prive di contenuto, con una trama piacevole senza troppi drammi ma anche senza elementi di particolare novità. Il tratto comedy fa da padrone – soprattutto nelle scene che coinvolgono Harry – e questo accostato al racconto familiare e alla protagonista capace di lasciare il segno rendono lo show particolarmente godibile. Clean Slate ha così gli ingredienti giusti per essere una sit-com che non rinuncia a temi di spessore – dall’omosessualità alla transessualità, fino alla perdita dei genitori e i rapporti familiari e infine le relazioni amorose – anche se nessuno di questi viene reso il focus principale della narrazione.
Le tematiche a tratti sono esposte in modo superficiale, ma va detto che la scelta probabilmente era proprio quella di privilegiare il taglio comedy e la leggerezza, in una formula che richiama le classiche sit-com senza diventare banale. Tutti questi elementi garantiscono un’identità riconoscibile per Clean Slate, che si distingue anche per il ritmo incalzante e mai noioso, più caotico nei primi episodi e più lineare verso la fine.
Ci sarà una seconda stagione? Ancora non è definitivo il rinnovo – anche visto la scomparsa di uno dei produttore esecutivi Norman Lear –, ma basandosi sull’ultimo episodio ci si aspetta una seconda parte, soprattutto a fronte della comparsa in scena del famoso ex fidanzato di Desiree negli ultimi minuti. Questo personaggio apre a nuovi scenari sia per la protagonista che per la sua relazione con Mack, che appena iniziata dovrà già fronteggiare ostacoli non indifferenti e lascia così la questione in sospeso per un eventuale proseguimento.
Voto: 8