The Morning Show – Stagione 4 1


The Morning Show - Stagione 4Quando sono usciti i primi due episodi della quarta stagione di The Morning Show, serie di punta di AppleTV, erano già evidenti alcuni problemi nella gestione sia dei temi che avrebbero caratterizzato questa annata, sia delle tempistiche interne alla narrazione, che risultavano affrettate e sbilanciate al tempo stesso. Tuttavia, la rilevanza degli argomenti che si intuivano come colonne portanti di questo capitolo della serie lasciava ben sperare per i restanti otto episodi: non potevamo sapere quanto fossimo lontani dalla realtà.

Pur nella loro disomogeneità, infatti, le prime due puntate avevano dato un’evidente impressione di quali sarebbero stati i temi distintivi di questa stagione, di cui si poteva apprezzare l’attualità: intelligenza artificiale, deepfake, “verità alternative” e una tendenza sempre più conservatrice che, dalla politica, arrivava a estendersi anche al mondo dei network sembravano più che sufficienti a mettere in piedi un’annata tipica della serie. The Morning Show è infatti nota sin dal suo esordio per aver creato un ibrido tra un racconto incentrato sull’attualità e sui suoi aspetti più controversi, e un drama psicologico basato su personaggi sfaccettati, i cui legami si sono spesso accostati al melodramma. Insomma, una serie che si è presa sul serio il giusto, che ha saputo fare satira attenta raccontando dinamiche di potere da più punti di vista, che qualche volta è caduta ma senza mai diventare macchietta di se stessa.

The Morning Show - Stagione 4Questa stagione è iniziata dunque con quelle che sembravano idee chiare, anche se esposte male, per poi proseguire in assoluta controtendenza con qualunque aspettativa potessimo avere (e non in un modo positivo): quelle che parevano le questioni rilevanti della stagione sono diventate un sottofondo per tutt’altro tipo di racconto, ritirate fuori secondo necessità, ma mai veramente analizzate in quel modo che ha da sempre caratterizzato la serie. Sarebbe stata una sorpresa se fosse emerso un altro argomento capitale su cui incentrare la narrazione, ma non è accaduto nemmeno questo: la realtà è che in questa quarta annata è mancato un evento catalizzatore e accentratore di tutte le storyline, semplicemente perché i temi aperti (e le sottotrame di ogni personaggio) sono state troppe, e di conseguenza spesso confuse, trattate in modo superficiale o addirittura lasciate aperte.

Ogni nuovo tema mostrava del potenziale per essere portato avanti, ma il risultato è stato un eccesso di grandi e piccole trame che hanno finito col rendere insipido anche l’argomento più coinvolgente. Basti pensare alla storyline di Chris sul doping e sulla maternità in “Amari”, che avrebbe avuto bisogno di uno spazio più ampio ma che per forza di cose non c’è stato; tanto più che il momento della restituzione della medaglia olimpica alla vera vincitrice arriva dopo ben quattro episodi (in “Un Bel Dì”), completamente isolato dal contesto e percepito come una parentesi all’interno di una puntata che è incentrata su ben altro.
The Morning Show - Stagione 4Persino l’uscita di scena di Stella Bak (Greta Lee), personaggio importantissimo nella serie, arriva con una sentore del suo potenziale (un ragionamento su quanto il potere possa corrompere i propri principi etici) che si esaurisce nel giro di troppo poco perché la riflessione possa sedimentare ed essere quindi soddisfacente. È un momento, una delle tante (troppe) storyline di questa annata, che si dimentica nel giro di un episodio non perché non avesse una sua forza intrinseca, ma perché il pubblico viene sommerso da decine di altre storie, spesso senza alcun legame tra loro o, in altri casi, poste in essere solo per consentire a un altro personaggio di passare a una fase successiva.
Un esempio perfetto in questo senso è quello della vicenda di Roya, la schermitrice iraniana, che viene ritirata fuori a seconda di quanto convenga agli altri senza che davvero ci venga raccontato qualcosa sul tema dell’asilo politico, o dello sport in paesi come l’Iran, o una qualunque altra questione in grado di stare in piedi da sola. È un mero strumento, che insieme ad altri infarcisce le puntate di spunti, senza mai far capire al pubblico se sia davvero importante ai fini del racconto o se sia lì solo per traghettare la storia da un’altra parte.

Si potrebbe controbattere che una storia portante c’è, che è quella dello scandalo Wolf River: ma siamo davvero sicuri che sia stata trattata con l’attenzione necessaria? Sarebbe possibile definire questa quarta stagione come quella che, ambientata nel 2024, ha voluto parlare di insabbiamento di storie di inquinamento ambientale da parte di persone potenti e che è stata sventata grazie al caro vecchio giornalismo d’inchiesta? La triste verità è che non è così: perché se è vero che la vicenda Wolf River attraversa tutte le puntate, che investe quasi ogni personaggio e che va persino a scavare nel passato di questi, come nel caso di Cory, è altrettanto indubbio che la sua rilevanza sia praticamente la stessa di una storyline laterale fino almeno a tre quarti di stagione, e soprattutto che non ha alcun legame con tutte le altre storie che si avvicendano una dopo l’altra.

The Morning Show - Stagione 4Una delle caratteristiche più evidenti di questa “perdita della bussola” da parte della serie è lo straripamento ormai totale del dramma personale nella parte più politica e giornalistica dello show: mai come in questa stagione le relazioni personali hanno guidato così tanto la narrazione al punto da diventarne elementi chiave e addirittura di svolta nel racconto dell’attualità. E parliamo di una serie che ha iniziato parlando di #MeToo all’interno di un network, e che quindi ha ben dimostrato in passato di saper gestire queste due parti senza che nessuna ne uscisse danneggiata. Non così in questa annata: la lista delle persone coinvolte in un legame di qualsiasi natura è decisamente troppo lunga per essere riportata, ma è sufficiente menzionare l’assoluta insensatezza della vicenda Alex/Bro, che non porta da nessuna parte e che non ha davvero alcun senso, e quella di Paul Marks (Jon Hamm) e della sua fidanzata, la cui esistenza ha l’unica funzione di alimentare la tensione tra Paul e Alex fino a quando questa non serve più – e infatti, non a caso, nella nona puntata si scopre che i due si sono lasciati.

Una mescolanza di riflessioni sociali e drammi personali c’è sempre stata, è nella natura della serie: ma qui tutto è aggrovigliato in modo esagerato, al punto che anche le questioni che potrebbero essere più interessanti da un punto di vista politico o sociale finiscono col lasciare spazio a relazioni o a conflitti personali, in un tira e molla che non fa bene a nessuna delle due parti.
Persino il rapporto tra Alex e Bradley subisce lo stesso trattamento, tra alti e bassi che si alternano senza soluzione di continuità fino all’epilogo. Non c’è dubbio che le ultime due puntate abbiano alzato il tiro, ponendo Alex nella condizione di mettersi in discussione e di fare di tutto per riportare Bradley a casa sana e salva; così come è indubbio che le interpretazioni di tutto il cast e in particolare di Jennifer Aniston e Reese Witherspoon siano state fondamentali nella buona riuscita di questo ultimo segmento. Ma questa continua montagna russa nel rapporto di fiducia tra le due è qualcosa che abbiamo già visto davvero troppe volte, tanto che non ci vuole molto a prevedere il successivo cambio di rotta di Alex quando inizialmente nega a Bradley la copertura della UBN per andare in Bielorussia.

The Morning Show - Stagione 4Ne seguono due puntate molto buone, soprattutto per l’aspetto thriller di “Un Bel Dì”, nono episodio ambientato quasi tutto in un teatro d’opera, e per quello di svelamento e di rivalsa del season finale, “Knowing Violation”. Tuttavia, l’intera storia di Bradley incarcerata a Minsk richiede una buona dose di sospensione dell’incredulità, considerando che la giornalista passa tutte le precedenti puntate tallonata dall’FBI (al punto da consegnare loro Claire pur di non pagarne le conseguenze) ma che all’improvviso evidentemente può mollare tutto e andarsene in Bielorussia senza che nessuno fiati. Anche in questo caso, non si può certo dire che il tema sia irrilevante: sono tantissimi i giornalisti in stato d’assedio in diverse parti del mondo, sono ancora troppi quelli uccisi in quanto giornalisti. È giusto che se ne parli, eppure non si può non vedere come questo sia l’ennesimo argomento di grande rilevanza infilato nella lunga lista della stagione, e come il fine non possa giustificare i mezzi: sebbene le scene di tortura subite da Bradley nel carcere di Minsk siano di forte impatto, questo non cancella le basi deboli su cui la storia si appoggia, perché hanno a che fare con la coerenza interna sia del personaggio che della serie stessa.

Un esempio fulgido di come gli aspetti più personali e la parte giornalistica vengano trattati in maniere più o meno riuscite è rappresentato dall’ottavo episodio, “The Parent Trap”, in cui sia Cory che Alex sono alle prese con degli incontri-scontri con i rispettivi genitori. Se entrambe le sezioni hanno una componente emotiva molto forte che crea un interessante parallelo tra un padre assente e una madre fin troppo invischiata nella vita del figlio, la resa, nonché la giustificazione, di questi due confronti porta a risultati molto diversi.
The Morning Show - Stagione 4Nel caso di Cory, la decisione della madre Martha di ricorrere all’eutanasia prima di perdere il controllo su se stessa è un punto chiave non solo per l’evoluzione successiva del personaggio interpretato da Billy Crudup, ma anche per la vicenda Wolf River. I documenti che la donna lascia al figlio risultano infatti fondamentali per portare alla luce l’insabbiamento di cui lei stessa è stata responsabile e, infine, per smascherare i piani di Celine Dumont, grazie alla svolta di Cory che alla fine decide di fare “la cosa giusta” nonostante le pressioni di Celine. Sebbene la questione eutanasia sia l’ennesimo ottimo argomento sviluppato troppo poco se paragonato alla sua rilevanza capitale nel dibattito pubblico, l’arco narrativo funziona sia sul lato personale che su quello della trama investigativa, a dimostrazione di come The Morning Show sia in grado di avvicinare questi due aspetti in maniera sinergica e senza forzature.

Al contrario, il conflitto tra Alex e il padre Martin spunta all’interno della stagione in modo fin troppo calcolato, rappresentato da isolati momenti di discussione (l’intervista a Biden che salta, la decisione di Martin di farsi intervistare da Bro per le sue questioni accademiche) che sembrano posizionati solo per arrivare allo scontro dell’ottavo episodio – a maggior ragione se si considera che l’arco narrativo sulla questione plagio non viene mai condotto a termine. Il tutto porta a un confronto tra i due che ha certamente una carica emotiva forte – data in particolare dalle interpretazioni di Jennifer Aniston e Jeremy Irons – ma che si esaurisce troppo presto, soprattutto vista la portata delle rivelazioni sulla madre di Alex e sulle ragioni del suo allontanamento. Il conflitto si basa inoltre su uno dei cliché più classici del genere, la figlia che non riesce mai a rendere il padre soddisfatto di lei, ed è seguito da una risoluzione troppo rapida, giusto in tempo perché Martin possa legalmente supportare Alex nel suo attacco finale a Celine.

E arriviamo quindi a lei, Celine Dumont, interpretata da una sempre brava Marillon Cotillard, a cui tuttavia questa stagione riserva una costruzione macchiettistica: da nuovo personaggio misterioso, di cui non si vogliono svelare subito le carte, a villain cartoonesco, con tanto di “origin story” scontata (la storia familiare) e decisioni basate su una sete di potere a tratti ridicola, quasi quanto il suo assurdo tentativo di scappare dalla UBN dopo essere stata scoperta in diretta nazionale.
The Morning Show - Stagione 4Celine è una cattiva bidimensionale, a cui si cerca di dare spessore con la sua storia d’amore ma senza riuscirci: quello che ne esce è l’immagine di una donna bianca, ricca e di potere, che sta dietro a ogni singola macchinazione della stagione e che ha legami con qualunque personaggio senza che sia necessaria alcuna spiegazione (altro tasto dolente per la narrazione è il tradimento di Amanda, l’assistente di Paul Marks interpretata da Tig Notaro, che non ha nessun altro scopo se non quello di rendere Celine temporaneamente onnipotente). Non manca nemmeno la punizione morale per non essere stata abbastanza brava per la famiglia e in particolare per il padre, visto il suo ritorno in Francia con l’aspettativa di diventare il capro espiatorio di tutta la vicenda.

Ci sono delle storyline tutto sommato ben gestite, una fra tutte quella di Mia (Karen Pittman), la cui integrità e voglia di rivalsa riescono a trovare un equilibrio credibile, mantenendo il personaggio coerente all’interno della sua evoluzione; ma ne esce bene anche l’arco narrativo dello stesso Cory, che riesce a essere “il solito Cory” e al contempo a sparigliare le carte in modi ancora sorprendenti. Il reinserimento di Claire è stato di certo una buona intuizione, anche se i suoi effetti a cascata non sono stati all’altezza (né per Yanko e la sua linea romantica, né per Bradley, che tutela l’ex collega fino a quando le conviene, senza neanche cercare di trovare un escamotage come chiamare l’FBI durante l’intervista in modo da permetterle almeno di portarla a termine).

Purtroppo la quarta stagione di The Morning Show ha dato molto meno di quello che ci si aspettava e questo paradossalmente perché ha voluto dare e fare troppo. Il problema non si trova nell’essere una serie corale perché lo è sempre stata, ma forse va rintracciato nel tentativo di parlare di tutto un po’, come se fosse un atto dovuto per rimanere uno show specchio di questa attualità così iperframmentata. Si poteva viaggiare su queste note e trattare più temi del solito, ma senza rinunciare allo spazio che questi argomenti così rilevanti si meritano. Le ultime tre puntate hanno avuto il merito di alzare l’asticella rispetto alle precedenti, ma questo non può cancellare gli errori sostanziali interni alla narrazione. The Morning Show rimane una serie ottima da un punto di vista registico, per le performance attoriali, per gli spunti che è in grado di offrire: ma deve fare molto più di così se vuole tornare a essere quella che era un tempo.

Voto: 5

 

Informazioni su Federica Barbera

La sua passione per le serie tv inizia quando, non ancora compiuti i 7 anni, guarda Twin Peaks e comincia a porsi le prime domande esistenziali: riuscirò mai a non avere paura di Bob, a non sentire più i brividi quando vedo il nanetto, a disinnamorarmi di Dale Cooper? A distanza di vent’anni, le risposte sono ancora No, No e No. Inizia a scrivere di serie tv quando si ritrova a commentare puntate di Lost tra un capitolo e l’altro della tesi e capisce che ormai è troppo tardi per rinsavire quando il duo Lindelof-Cuse vince a mani basse contro la squadra capitanata da Giuseppe Verdi e Luchino Visconti. Ama le serie complicate, i lunghi silenzi e tutto ciò che è capace di tirarle un metaforico pugno in pancia, ma prova un’insana attrazione per le serie trash, senza le quali non riesce più a vivere. La chiamano “recensora seriale” perché sì, è un nome fighissimo e l’ha inventato lei, ma anche “la giustificatrice pazza”, perché gli articoli devono presentarsi sempre bene e guai a voi se allineate tutto su un lato - come questo form costringe a fare. Si dice che non abbia più una vita sociale, ma il suo migliore amico Dexter Morgan, il suo amante Don Draper e i suoi colleghi di lavoro Walter White e Jesse Pinkman smentiscono categoricamente queste affermazioni.


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.

Un commento su “The Morning Show – Stagione 4

  • Setteditroppo

    Recensione perfetta. Stagione mediocre. Non è tanto la frammentazione dell’attualità ad aver danneggiato il racconto ma il fatto che nessuno di questi frammenti abbia meritato davvero la centralità del racconto; infatti l’ambizione della serie – io la interpreto come tale – è stata quella di puntare al centro, al cuore dell’attualità americana (e quindi globale) perché parte del discorso contemporaneo, perché parte della storia contemporanea: era avvenuto in effetti con la pandemia, prima con il Me Too.
    E ora? La serie si riprenderà? Ora, io credo sia impossibile per una serie realistica alla The Morning Show entrare nelle viscere del discorso contemporaneo, quando è privo com’è oggi di evidenze e manifestazioni concrete che impregnino l’attualità; ora, forse, soltanto una scrittura che faccia uso di un linguaggio di genere “fantastico” può coltivare cotanta ambizione.
    Ogni riferimento a Pluribus è voluto.