American Horror Story- 1×06- “Piggy Piggy” 1


American Horror Story- 1x06- "Piggy Piggy"American Horror Story ci ha messo ben poco a diventare una serie di culto, grazie ai suoi exploit disturbanti e ai suoi caratteristi ipnotici. Dopo Halloween part II, fin troppo spiegata e lenta, si ritorna ad un racconto più incalzante e accattivante, dove le tre sottotrame fanno a gara a tenerci incollati allo schermo.

The Columbine Sense

Grande punto focale dell’episodio è Tate, il non-morto/killer psicopatico/love interest del cui passato avevamo intravisto uno spiraglio nell’episodio precedente, quando gli spiriti delle sue vittime lo inseguivano ossessivamente per scoprire le ragioni del loro assassinio e potersi finalmente abbandonare al trapasso. Ispirati a “Il Sesto Senso” e alle stragi della scuola Columbine, in America, gli sceneggiatori dipingono il personaggio come un fantasma che non ha la minima idea di cosa sia adesso né del massacro di cui fu autore nel 1994. Si uniscono così, in un solo riuscito flashback, le tendenze omicide di un giovane incompreso, il chiarimento sulla fine/nuovo inizio di un personaggio chiave, il riferimento malinconico a dei fatti realmente accaduti e il supposto plagio adolescenziale dato dalla classica violenza cinematografica edulcorata (suggerita dall’ormai iconico fischiettio di “Kill Bill”). American Horror Story- 1x06- "Piggy Piggy"Questa definitiva scoperta del passato turbolento di Tate, terminato in una esecuzione in stile SWAT, poi, non è fine a se stessa perché adesso starà a Violet, girlfriend in carne ed ossa, doverlo aiutare a venir fuori dal suo limbo di negazione e a trovare la pace eterna (come le sue vittime). E qui entra nuovamente in gioco Constance, lovely Constance, che rende tutte le scene in cui si trova più intense e indelebili, con la sua eleganza, i suoi excursus nel melodramma e la sua gestualità d’altri tempi. Constance ha, giustissimamente, una medium di fiducia, dato il suo utero maledetto e il suo dayjob in una casa dell’orrore; le due, avvezze a dialogare con gli spiriti, cercano di coinvolgere Violet, involontaria medium, a fare da tramite per la liberazione di Tate, aprendo le porte della sua percezione ectoplasmica irreversibilmente (vede, infatti, tutti gli spiriti del seminterrato in una botta sola). Sarà interessante vedere come Violet deciderà di agire riguardo il suo amore, ora che ne conosce la consistenza matierale (e psicologica!) e dovrà separarsene. Aumenterà la dose di autolesionismo? Intanto Adelaide ci saluta dall’aldilà chiarendo questioni emotive irrisolte con la madre, in una scena piuttosto commovente. Ci mancherai, pretty girl, anche se è in arrivo un altro “sweet child”, per cui la casa sembra avere una predilezione.

Rosemary’s diet

La citazione più cristallina dell’episodio riguarda la signora di casa, Vivien, aiutata dalla vicina e dalla governante a sedare la fame del suo infante luciferino. Così come la Rosemary di Polanski, Vivien viene convinta ad iniziare una dieta ad hoc che ha molto di inquietante, soprattutto nell’espressione leggera e soddisfatta che ha, nel momento in cui ingurgita etti di interiora crude come se fossero uno sfizioso croissant. Adorabile.

American Horror Story- 1x06- "Piggy Piggy"L’intera sequenza di indigestione citazionista, però, viene superata ancor di più in ilarità disturbata dalla spaventatissima infermiera, svenuta ad Halloween di fronte all’ecografia del feto Harmon (o feto latex, per essere puntigliosi), che racconta alla madre cosa ha visto, quasi sfidandola a farle del male in chiesa, di fronte al suo Dio. Ella parla degli zoccoli dell’anticristo che Vivien cova (tant’è che poi le urlerà dietro versi della Bibbia, mentre l’altra corre via inviperita), ma a mio avviso questo feto non ha obbligatoriamente sembianze sataniche; forse ha visto il “male” filtrato attraverso la sua concezione di forza oscura. Non so, quindi, se Vivien partorirà davvero un cucciolo di Satiro o di Pan, come nei suoi incubi o nelle supposizioni sull’inferno dell’amica di Violet, ma credo che quella signora, fervida cattolica, abbia visto l’incarnazione del male/sovrannaturale secondo l’immaginario stesso delle sue superstizioni religiose. Quindi non mi perdo d’animo e spero ancora in un feto antropomorfo ricoperto di aderente latex, o PVC che è più leggero per i neonati.

Urban Legends

Il terzo subplot riguarda il fedifrago che tenta di accumulare guadagni e si avvicina sempre di più a perdere il senno.

E’ quantomeno ironico entrare in terapia per dimenticare le Leggende Urbane da uno che l’Urban Legend (che poi leggenda non è) la vive effettivamente. Eric Stonerstreet, guest star famosa per “Modern Family”, cammina sull’orlo della follia, eludendo la vita pratica attraverso la superstizione verso storie del terrore che ne paralizzano l’esistenza; così il Dr. Ben Harmon, dall’alto del suo scetticismo, lo sprona a sfidare le sue paure in maniera fredda e immediata, così da permettergli di dedicarsi a problemi più comuni e maggiormente pressanti (le donne, il lavoro e quant’altro).American Horror Story- 1x06- "Piggy Piggy" Un primo ricorso alla tipica filastrocca da recitare davanti ad uno specchio, in una sorta di terapia a strappo, avviene proprio in casa Harmon (il luogo certamente meno indicato per cercare una rientranza delle psicosi, dato che il sovrannaturale vi campeggia abitualmente) e termina con l’apparizione di una delle infermiere uccise lì nel 1968. Grazie all’atmosfera malsana della Casa, il paziente diventa ancora più convinto della sua ingiustificata suggestione, riprovando il compitino a casa sua, in modo da farla finita con le storie di fantasmi: è proprio qui, però, che l’ironia spietata lo colpisce a morte con un’assurda coincidenza (ma “doveva essere una rapina”!). Il subplot mantiene l’interesse sempre vivido (e divertito), aprendo anche a nuove possibilità. Questo infatti è il secondo paziente a non uscire vivo dalla terapia Harmon, per cui si prevedono ripercussioni non da poco: per la carriera dello psichiatra (che ha bisogno del lavoro); per la credulità del dottore (che non ha capito granché di cosa lo circonda); per la coscienza dell’uomo (che conta già il peso di diverse anime).

“Piggy, piggy” è uno di quegli episodi che fanno chiarezza su questioni incerte e apre a nuovi scenari, pur riuscendo ad evitare gli spiegoni e mantenendo altissimo il livello di inquietudine e coinvolgimento. Dei tre subplot, personalmente, non ne preferisco nessuno, anche perché il divertimento abbonda un po’ dappertutto, perciò congratulazioni agli autori nel mantenere sempre un irrequieto e malato equilibrio tra mistero, citazione e ironia senza cadere in (o innalzarsi ad) un certo tipo di trash.

VOTO: 8 ½ 

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Un commento su “American Horror Story- 1×06- “Piggy Piggy”

  • dezzie86

    Gran bella recensione, Eus. Ho visto questa puntata poco fa, e puoi immaginare la mia reazione a veder mangiare le interiora di un animale, visto che è sempre stato uno dei miei peggiori incubi!
    Grandissima serie, sono contento di aver aspettato di averla tutta insieme, una puntata sola a settimana non la reggevo! 🙂