Awake – 1×03 Guilty 7


Awake - 1x03 GuiltySiamo giunti al terzo episodio della serie, quello che in genere dovrebbe dirci che direzione vuole prendere il prodotto: la prima puntata presenta la tematica e la seconda è importante perché cerca di essere all’altezza della precedente, ma è la terza quella che rappresenta nel trittico il vero ago della bilancia. Questa Guilty si muove in modo interessante e meno prevedibile rispetto a quanto ci si potesse aspettare. 

La fine dell’episodio della puntata scorsa offre diversi tipi di scenario e, in ogni caso, ci mette davanti ad un accenno di trama orizzontale a mio avviso necessario per stabilire dei punti fermi nel marasma delle vicende. C’è chi urla all’eccessivo ricorso al complotto da parte dei nostri amici a stelle e strisce e, siamo onesti, non hanno tutti i torti; eppure – forse proprio perché la formula è fin troppo abusata – sono abbastanza convinta che questa serie possa dimostrarsi diversa dal banale “se c’è un casino nella tua vita, qualcuno ti ha incastrato”. Del resto, è la natura stessa della storia che aggiunge delle interessanti deviazioni, con le sue domande su ciò che è reale e su ciò che non lo è.

Ma concentriamoci sulla puntata: Guilty decide di prendere le distanze dalla conclusione di The Little Guy e formula una puntata incentrata più sul caso che su tutto il resto; nessun accenno alla “cospirazione”, ma nemmeno grandi approfondimenti terapeutici con i nostri due dottori.
Awake - 1x03 GuiltyLa mossa è rischiosa, ma a suo modo astuta: l’impressione è che gli autori abbiano voluto lanciare la bomba al secondo episodio per dare qualcosa in più allo spettatore, ma senza dover necessariamente prestare a questo fattore tutta l’attenzione. Certo, se questa puntata fosse stata incentrata su un caso qualunque, il fallimento sarebbe stato scontato: invece tacere su quella parte del racconto, ma fornirci un caso personale di Britten, come appunto il rapimento del figlio, aggiunge abbastanza carne al fuoco da permetterci di vedere questa come una buona puntata, pur essendo praticamente l’esatto opposto di ciò che ci saremmo aspettati di vedere.

Senza voler mettersi a discutere su quale sia realtà e quale sogno – a mio avviso gli indizi son troppo pochi – la tematica della puntata offre già di per sé numerosi spunti di indagine. Il senso di colpa è alla base di più di un personaggio, nella sua presenza (Britten), nella sua liberazione (Rex) e nella sua momentanea assenza (Hannah).

Parlando del detective, al senso di colpa per aver messo un innocente in carcere, e per non avere colto a suo tempo il coinvolgimento del collega, si somma quello nei confronti del figlio, che è a sua volta duplice: nella realtà rossa c’è la colpa di averne causato la morte che lo spinge, secondo il dottor Lee, a creare un sogno in cui riesce a salvare il figlio in pericolo di vita; nella realtà verde c’è l’evidente senso di disagio del non essere all’altezza come unico genitore rimasto – cosa che si riflette sullo stesso Rex – e al contempo quello di aver messo a rischio la vita di suo figlio perché dieci anni prima non ha arrestato la persona giusta. Viene da chiedersi come faccia Britten a non perdere la testa, in tutto questo.

Awake - 1x03 GuiltyQuello che gli autori di questa serie stanno facendo è un lavoro molto complicato, perché affronta la tematica del lutto, doppio, che allo stesso tempo solleva e ricondanna Michael tutti i giorni. Non c’è da stupirsi che, nella realtà rossa, rinunci al memoriale del figlio (certo, con i suoi evidenti motivi) senza particolare trasporto, perché per lui quel lutto non esiste; esiste, invece, per Rex e Hannah nelle rispettive realtà. Il primo, da adolescente orfano di madre, reagisce in modo realistico percependo un sentimento terribile, quello della sostituzione dei due genitori; tuttavia lo vive con il naturale senso di colpa di chi è sì giovane, ma dotato di quella maturità che porta a capire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Dire ad alta voce ciò che sente, e poi trovarsi a capire quanto per lui sia importante suo padre, sono due fattori che lo liberano da questo peso – come mostra il commovente filmato indirizzato a Michael.

Awake - 1x03 GuiltyHannah, invece, vive il senso di colpa di ogni madre che perda un figlio: esemplificativa in questo senso la storia della moto della puntata scorsa, quel “non conoscevo mio figlio e sono orgogliosa di lui, ma solo ora che non c’è più” che non ci è stato raccontato, ma suggerito con enorme delicatezza. In questo episodio, la sensazione della colpa svanisce, lasciando spazio alla presenza come madre: il modo bellissimo in cui la donna racconta con orgoglio il momento preciso in cui ha capito che il suo bambino era diventato una bella persona, altruista e in grado persino di salvare una vita, le ridà un aspetto totalmente nuovo. Non a caso avrebbe voluto che il marito fosse lì, per sentire insieme a lei quella strana sensazione di avere Rex nella stessa stanza.

Al di là, quindi, di tutte le questioni più tecniche su quale sia la realtà e quale il sogno (se lui è in coma e sono entrambe una finzione, se è un esperimento di realtà indotta, se sono stati gli Osservatori di Fringe che si son distratti un attimo e son finiti nella serie sbagliata), quello che ci offre questa puntata è un approfondimento molto più sottile eppure importantissimo sulla natura dei sentimenti in gioco – e riuscire a metterli in scena così bene non è cosa da poco. Sono convinta che la questione portante sia molto più intricata di quello che pensiamo e credo che con questo terzo episodio Awake abbia chiarito se non altro il suo spessore: ora vediamo quanto gli autori saranno in grado di osare e di tentare strade nuove.

Voto: 8

Note:
– Nella puntata precedente, i due che rispondevano al nome di Bernard McKenzie erano due persone totalmente diverse: un medico e un senzatetto, accomunati solo dalla morte. Qui, invece, John Cooper è sempre lo stesso, probabilmente perché facente parte della vita stessa di Michael. Questo porterebbe a pensare che ci sia (in una di queste realtà o in entrambe) un contributo partecipativo dello stesso Britten, ovviamente inconscio.
– Quando la dottoressa Evans dice a Michael che ha creato una realtà in cui poter liberare Cooper, e di conseguenza il senso di colpa, vediamo le immagini del rilascio del detenuto, alla presenza dello stesso Britten, ma con un filtro verde, e non rosso come ci saremmo aspettati: errore? Indizio da mettere nella lista dei “non l’ho capita, ma ci tornerà utile”?

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Informazioni su Federica Barbera

La sua passione per le serie tv inizia quando, non ancora compiuti i 7 anni, guarda Twin Peaks e comincia a porsi le prime domande esistenziali: riuscirò mai a non avere paura di Bob, a non sentire più i brividi quando vedo il nanetto, a disinnamorarmi di Dale Cooper? A distanza di vent’anni, le risposte sono ancora No, No e No. Inizia a scrivere di serie tv quando si ritrova a commentare puntate di Lost tra un capitolo e l’altro della tesi e capisce che ormai è troppo tardi per rinsavire quando il duo Lindelof-Cuse vince a mani basse contro la squadra capitanata da Giuseppe Verdi e Luchino Visconti. Ama le serie complicate, i lunghi silenzi e tutto ciò che è capace di tirarle un metaforico pugno in pancia, ma prova un’insana attrazione per le serie trash, senza le quali non riesce più a vivere. La chiamano “recensora seriale” perché sì, è un nome fighissimo e l’ha inventato lei, ma anche “la giustificatrice pazza”, perché gli articoli devono presentarsi sempre bene e guai a voi se allineate tutto su un lato - come questo form costringe a fare. Si dice che non abbia più una vita sociale, ma il suo migliore amico Dexter Morgan, il suo amante Don Draper e i suoi colleghi di lavoro Walter White e Jesse Pinkman smentiscono categoricamente queste affermazioni.


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7 commenti su “Awake – 1×03 Guilty

  • Federica

    Credo che questa sia una delle recensioni migliori che abbia letto qui. E tenendo conto che tutte, a loro modo, quali più e quali meno,
    sono interessanti e ben scritte, è un vero complimento. Mi piace che si abbia risaltato lo spessore della serie, dei personaggi e delle vicende, quello spessore che effettivamente c’è oltre la superficie, oltre il plot già interessante e tosto di per sè. Mi dispiace, non so come spiegarmi, comunque bel lavoro, sono anche d’accordo su tutto 😉

     
  • Penny Lane

    Concordo con la recensione e col commento qui sopra, davvero bella.
    Un’osservazione: nell’episodio si vede Michael che prende dei sonniferi di giorno (se non sbaglio) per addormentarsi e si risveglia nella realtà rossa come se fosse mattina. Questo è importante per capire la dinamica del passaggio, nel senso che, a prescindere da quando si addormenti, si risveglia comunque la mattina seguente. Soluzione abbastanza scontata ma che risolve qualche dubbio in precedenza sollevato.

     
  • MarkMay

    Quoto Federica… sta serie mi sta facendo venire i brividi (e la recensione è all’altezza del telefilm che si sta recensendo 😉 ) Devo dire che la seconda puntata mi era piaciuta meno (forse anche per il fatto che fosse più difficile trovare le connessioni fra le due realtà essendo due personaggi diversi e addirittura a distinguere quale storia si legasse ad una realtà e quale all’altra), e devo dire che sviluppare la trama della puntata facendo riferimento al passato del protagonista sia la scelta migliore, anche perchè con questo tipo di casi riescono meglio a connettersi anche con la trama generale (sperando che accantonino l’idea del complotto o che lo rendano in maniera diversa dal solito) ma soprattutto nel rapporto con gli psicologi (che sono i tramiti nostri per cercare di schiarirci un pò le idee)…

    “Quello che gli autori di questa serie stanno facendo è un lavoro molto complicato, perché affronta la tematica del lutto, doppio, che allo stesso tempo solleva e ricondanna Michael tutti i giorni.” E’ la frase migliore per descrivere questo telefilm 😉
    Ps: Sono l’unico che spera di NON trovare Easter eggs??? No perchè oltre a non trovarne mai da solo (cosa che mi fa sentire stupido) mi rovinano la testa con mille paranoie che finiscono per farmi andare fuori di testa e vorrei evitare 😀

     
  • xfaith84 L'autore dell'articolo

    @penny lane: in realtà non prende i sonniferi di giorno, ma di notte (subito dopo la sparatoria, quando il collega gli dice di staccare etc etc, è buio). lui arriva a casa, prende i sonniferi e si addormenta. non l’ho tenuto in conto perché in condizioni normali (senza un figlio rapito) si sarebbe addormentato da solo; giustamente in questa situazione cerca un “aiutino” per evitare di passare la notte insonne e non avere le informazioni che cerca. mi sa che dobbiamo ancora aspettare il momento di abbiocco diurno post-pranzo XD

    @markmay: grazie =) per quanto riguarda easter eggs o velati indizi, non ti preoccupare, siamo almeno in due XD questo del filtro l’ho notato perché era accostato alle immagini della dottoressa e non mi tornava il colore. Ripeto, può comodamente essere un errore, anche se sarebbe una bella idiozia.

     
  • moonacre

    Bellissima recensione, davvero. AWAKE si sta dimostrando all’altezza delle aspettative, davvero per realizzata la caratterizzazione dei personaggi. per quanto riguarda la questione del filtro, sinceramente non credo che sia un easter egg; perchè effettivamente ci troviamo dalla perte verde e facciamo riferimento ad un fatto accaduto in quella rossa, non avviene un effettivo passaggio da una realtà all’altra. anche i dialoghi si riferiscono alla realtà verde, perciò ci può anche stare un filtro verde.

     
    • xfaith84 L'autore dell'articolo

      beh ma non è necessario parlare in una realtà di una cosa successa nell’altra per farle prendere il filtro di quel colore. cioè, ricordiamoci che i filtri sono una cosa che serve a noi spettatori per capire dove diavolo siamo, non è una cosa che abbia un senso, diciamo così, drammaturgico =) quindi, anche se c’è la doc verde che parla, quello che noi vediamo è ciò che è successo nella rossa e il filtro dovrebbe essere rosso (perché serve a noi, non a dare significati simbolici o altro). detto questo, magari è davvero un errore eh! chi lo sa.. vedremo
      grazie anche a te, moonacre! a presto