Dexter, fin dalla sua infanzia, è stato sempre abituato a “nuotare in profondità”, sotto le onde, dove, invisibile al resto del mondo, ha coltivato nel buio del fondo della propria anima il suo Oscuro Passeggero. Nuotare in profondità, però, non è una cosa di cui tutti sono capaci, specie se per tutta la vita si è sempre stati a riva alla luce del sole, come Debra.
Swim Deep prende proprio il nome da questa metafora evocativa ed efficace atta a descrivere l’evoluzione del rapporto fra i due Morgan, vero cardine narrativo di questa settima stagione sempre più sorprendente.
Nella recensione di Buck the System, avevo accennato come il progressivo allontanamento di Debra dal fratello non derivasse soltanto dalla paura della ragazza di scoprire quanto fosse radicato il dark passenger di Dexter, ma anche da una forma di autodifesa per preservare se stessa e la sua integrità morale, ormai in parte già compromessa.
In questo episodio la tenente della polizia di Miami mette di nuovo in discussione la sua lealtà verso la legge per salvare il fratello in ben due circostanze: prima sabotando l’indagine di LaGuerta sul Bay Harbor Butcher , poi impedendo all’amico Batista di riaprire le indagini sull’omicidio di Anderson.
Questa nuova vita fatta di segreti e di menzogne non fa che segnare sempre di più la coscienza di Deb, che in più di un’occasione in questa puntata appare molto provata. La detective, come ho detto sopra, non è abituata a “nuotare sotto le onde”, come invece lo è Dexter, e si sta sempre più rendendo conto che proteggere in maniera incondizionata il fratello è un peso troppo grande da sopportare e da sostenere se si vuole di nuovo emergere alla “luce della superficie”.
Una bravissima Jennifer Carpenter riesce a portare sullo schermo in maniera egregia tutti i turbamenti di Debra Morgan, costretta in sostanza a fare suo malgrado il doppio gioco per coprire il fratello, prima ingannando i suoi colleghi/amici (come quando recita la parte del capo bastardo con Batista) per poi crollare emotivamente appena si trova a restare da sola.
Sebbene anche nelle scorse stagioni la Carpenter non avesse mai sfigurato, bisogna dire che quest’anno l’ex-moglie di Hall si sta davvero superando.
“So you ask me if this is over… No, I’m afraid not”.
Se c’è un personaggio che in questo inizio di stagione ha saputo mettersi in luce più di tutti gli altri, questo è sicuramente Isaak Sirko che, in questa puntata, oltre a confermare il suo enorme carisma e il suo fascino, dimostra anche di essere anche un killer fenomenale, quando da solo trucida tre colombiani senza colpo ferire – tanto da guadagnarsi da Deb l’appellativo di Fucking Terminator.
Ma è nel confronto al carcere che il boss della malavita da il meglio di sé, provando ancora un volta di essere un villain con i contro-attributi (indubbiamente il migliore dopo Trinity e Brian Moser): di fronte al suo racconto anche un tipo tosto come Dexter, che cerca invano di dimostrarsi sicuro della propria posizione di vantaggio, non riesce a non tradire un brivido di paura che raramente ci era capitato di vedere in passato in circostanze simili. Questo face-to-face lo possiamo tranquillamente classificare tra le scene migliori dell’intera serie.
Ray Stevenson si conferma essere un attore eccezionale e speriamo che la permanenza del suo personaggio in questa stagione non si fermi qui, anche se, a questo punto, non è da escludere un suo coinvolgimento nel lungo periodo – chissà… magari Dexter potrebbe raggiungerlo dietro le sbarre, non è uno scenario da escludere. Di sicuro sappiamo che fra i due non è ancora finita.
Con Isaak dietro le sbarre, adesso le attenzioni di Dexter si spostano verso la bella Hannah McKay, di cui l’ematologo ha scoperto il passato da omicida. Finora il ruolo di questo personaggio è sempre stato marginale e sembrava dovesse essere funzionale ad una lovestory tra i due. Adesso, con questa rivelazione sul suo passato, non è da escludere che possa prendere lei la posizione di villain principale della stagione da qui in avanti – speriamo di no, Sirko già mi manca.
In conclusione, Swim Deep è un episodio che conferma ampiamente l’ottimo momento creativo della serie: i vari filoni narrativi proseguono tutti a gonfie vele e gli autori, nonostante la molta carne al fuoco messa sul piatto, sembrano gestire il tutto, almeno per il momento, con una certa armonia e coerenza. Dopo molto tempo, finalmente, si ha l’impressione che tutte le storyline abbiano un loro perché all’interno delle vicende e che tutte siano legate alla trama orizzontale – persino i sub-plot di Batista e Quinn paiono avere un senso.
Il ritmo della narrazione resta sempre molto elevato e coinvolgente, mentre sul fronte recitativo, ad un cast di protagonisti comunque molto solido (parlo soprattutto di Hall e della Carpenter), si sono aggiunte delle new entry davvero eccellenti (Stevenson e Strahovski). Per il momento, il giudizio su questa puntata e su questo inizio di stagione in generale non può che essere più positivo. Vedremo se per il futuro il livello si manterrà elevato o precipiterà irrimediabilmente come nelle passate due stagioni. Per adesso confermo il mio cauto ottimismo.
Voto 8,5
