Continua la danza altalenante di Once Upon a Time tra episodi ben costruiti ed altri non all’altezza: stavolta tocca all’aspetto positivo, con una puntata incentrata sulla figura di Cappuccetto Rosso che, nonostante sia perlopiù riempitiva, si prende anche del tempo per mandare avanti la trama principale, anche se a piccoli passi. Il risultato è soddisfacente.
Ne abbiamo abbondantemente parlato già in varie occasioni, ma Once Upon a Time conferma il suo trend principale che lo vede titubare un po’ troppo, nel tentativo di costruire una stagione che, a differenza della prima, sia in grado di dare spazio un po’ a tutti i personaggi: non abbiamo mai visto, infatti, Emma così poco presente, a differenza di quanto fatto sinora. È anche vero, però, che se Emma rappresentava lo spettatore che pian piano veniva introdotto in questo mondo fantastico, adesso la sua funzione principale è scemata e si può far largo anche ai comprimari.
Questo settimo appuntamento con una delle serie più forti della ABC poteva tranquillamente chiamarsi “Fiducia”, dato che proprio la fiducia è uno dei temi portanti di tutta la narrazione, sia a Storybrooke che nel flashback nella Foresta Incantata.
È la fiducia che guida Biancaneve e la spinge a credere che Ruby possa essere sia un essere umano che un lupo, senza dover per questo scegliere da che parte stare; è la fiducia che guida David in quella che sembrerebbe una battaglia contro i mulini a vento nel tentativo di scagionare Cappuccetto dalle accuse di aver ucciso uno dei topolini (!!) di Cenerentola; è la fiducia che porta Belle a credere che la ragazza sia in grado di controllarsi, basandosi sulla convinzione che il Principe abbia ragione a credere in lei; è la fiducia, anche se in questo caso malata, che induce Regina a fare affidamento su Tremotino per placare i sogni di Henry, dato che, nonostante tutto, i metodi di Gold si sono sempre rivelati efficaci; ed è la fiducia che permette a Ruby di placare il lupo, soprattutto dopo che David mette pericolosamente a rischio la propria vita, certo che la ragazza non l’avrebbe mai aggredito. Insomma, un episodio che fa della Fiducia il suo elemento portante e che (escludendo in parte quella distorta di Regina) permette ai “buoni” di coalizzarsi e di vincere contro chi cerca in tutti i modi di separarli.
Meghan Ory dimostra nuovamente di essere in grado di reggere un personaggio che, scremando l’esperienza fantasy, si fa portatore di un messaggio paradossalmente più ampio di quello che a prima occhiata sembrerebbe. Il percorso fatto da lei finora (passare dalla Nonna che vuole sopprimerne il lato bestiale, alla Madre che invece vuole spegnerle il lato umano) può essere tranquillamente visto come una metafora molto in voga di questi tempi, concernente la volontà e la spinta a credere in se stessi e ad accettarsi così come si è, senza per questo esasperare un aspetto del proprio carattere. In una società moderna naturalmente spinta alla classificazione diretta, Ruby sembra essere (permettetemi l’azzardo) in un certo senso simbolo di un disfacimento delle etichette, esempio della molteplice natura dell’essere umano.
In questa ottica, allora, si può vivere con lei tutto il processo di “conversione”: prima la sua natura bestiale è responsabile della perdita della felicità (l’uomo che amava); quindi diventa il suo punto forte, ma che rischia di farle perdere il contatto con la realtà che la circonda. A questo punto l’intervento di Biancaneve è essenziale, perché le ricorda ciò a cui lei davvero tiene e ciò che davvero vuole: essere se stessa, scegliere la propria vita in accordo con quello che si è, senza esasperazioni.
Tornando, invece, a livello di trama, è interessante scoprire che di lupi ce ne sono molteplici: i mannari, quindi, sono una razza a tutti gli effetti (cosa immaginabile già in precedenza ma qui reso palese).
La parte di Storybrooke, invece, vede il suo fulcro più sul Principe che su Ruby: è l’uomo che deve trovare se stesso, in un’operazione di recupero dopo le figuracce fatte nei panni di David. Con la conferma della sua nemesi nel Re George, il Principe si guadagna sul campo il diritto di essere il nuovo “capo” del suo popolo, dato che certamente Regina non può continuare a fare il sindaco. Nonostante il tentativo del personaggio di un sempre ottimo Alan Dale di mettergli la popolazione contro (anche se in maniera prevedibile), Charming smaschera il progetto e, affrontando coraggiosamente il lupo, riesce anche a riportare la gente dalla propria parte. Peccato, però, che la sua vittoria sia tutt’altro che completa: la distruzione del cappello, proprio nel momento del ritrovamento della polvere di fata, è una sconfitta per il suo piano di riportare moglie e figlia a casa.
L’unica speranza risiede nei sogni di Henry e Aurora: come immaginato, l’uno vede l’altra in quella stanza in fiamme, ma stavolta – grazie al provvidenziale intervento di Tremotino – Henry può anche controllare il sogno stesso. Una volta che la Principessa avrà ripreso coraggio, sarà possibile un loro legame ed uno scambio comunicativo che potrebbe essere indispensabile per risolvere la distanza tra i due mondi.
Non posso, purtroppo, esimermi dal criticare ancora una volta la pessima CGI che ha dato vita a dei lupi pupazzosi e degni di un videogioco per PlayStation 2 – per essere generosi. È mai possibile che la ABC non possa finanziare maggiormente uno dei suoi maggiori successi? La situazione inizia ad essere molto fastidiosa e indebolisce notevolmente la resa scenica della serie, a discapito di tutto il carrozzone.
Ottavo episodio che surclassa il precedente e che rimette ancora una volta in carreggiata la serie, dandole una bella spinta in avanti. Quando smetteranno, però, di alternare bello e brutto ed inizieranno a fare sul serio?
Voto: 8
Ho apprezzato molto il discorso “non devi scegliere se essere uno o l’altro, perché sei entrambi”, e la conseguente presa di coscienza da parte di Ruby del fatto che anche la sua parte mostruosa (ooops, no Ruby non volevo dire quella cosa…) può essere controllata, partendo dalla sua accettazione.
Concordo in pieno però anche quando dici che Once Upon a Time quest’anno sta facendo l’altalena. Speriamo che il recente, anche debole, “assestamento” faccia bene al proseguo della serie.
PS comunque, perché quando Ruby ritorna umana i vestiti sono perfettamente intatti???? ahhahahaha
si infatti per un attimo ho sperato in Ruby nuda XD
Eh ragazzi, è pur sempre su un canale Disney 😛
ma non è una trsformazione carnale alla quale i licantropi recenti ci hanno abituati, è una cosa completamente magica, i vestiti ci possono stare eccome. ripeto ancora una volta, questa versione di cappuccetto rosso è indubbiamente la migliore in circolazione, “cappuccetto rosso sangue” al suo confronto impallidisce.
comunque i lupi non erano proprio malaccio, sempre meglio dei pupazzi che ancora si vedono in giro (vedi il recente MockingBird Lane, 10.000 milioni di dollari spesi per un solo episodio, ed hanno comuqnue messo un licantropo di peluche di una fintezza ibarazzante) forse nelle scene in cui correvano tutti nel bosco, altrimenti per il resto erano accettabili. mi è piaciuta molto anche la tana dei lupi mannari, una scenografia impeccabile. comunque a questo punto sono davvero curioso di conoscere i topini di cenerentola XD!