Doctor Who – 7×07 The Rings of Akathen 5


Doctor Who - 7x07 The Rings of Akathen Nella fantascienza cinematografica e televisiva odierna, incontriamo spesso storie in cui all’immaginazione e al “calore” del racconto, in passato elementi portanti, si sostituisce la freddezza del computer: tanti effetti speciali in CGI che, anziché essere al servizio della storia, rimuovono la fantasia, l’idea, la filosofia, la poesia. Doctor Who rimane uno dei pochi prodotti ancora legati ad una “vecchia” concezione di science fiction.

La dimostrazione del mio assunto iniziale è data proprio da questo bellissimo episodio.

“Stay back, I’m armed. With a screwdriver”.

Partiamo, però, dal presupposto che The Rings of Akathen non presenta una trama particolarmente elaborata: non ci sono svolte o colpi di scena roboanti, tanto che ad una prima occhiata, se inserito nell’economia della trama orizzontale, potrebbe sembrare un semplice filler (anche se non lo è affatto).

Doctor Who - 7x07 The Rings of Akathen Questo perché in 45 minuti, lo sceneggiatore Neal Cross decide di concentrarsi su altro: sulla psicologia e la storia dei personaggi, oltre che sull’approfondimento di concetti filosofici che richiamano, appunto, la fantascienza vecchio stile, quella di grandi scrittori come Douglas Adams, Isaac Asimov e Frank Herbert, di film come Guerre Stellari (il primo) e Blade Runner (con una piccola escursione anche in Indiana Jones). L’episodio, infatti, abbonda di citazioni, anche riguardanti la serie stessa. D’altronde, Doctor Who è un caposaldo della science fiction immaginifica del ‘900, e in un episodio che richiama l’amore per questo genere non potevano mancare riferimenti più o meno velati. Se aggiungiamo inoltre il fatto che, da qualche tempo, Steven Moffat si sta divertendo a disseminare qua e là piccoli e grandi memento in vista dell’attesissimo episodio del 50° anniversario, ecco che l’equazione è completa.

Doctor Who - 7x07 The Rings of Akathen In questo episodio, infatti, troviamo, oltre al coltissimo rimando alla serie originale attraverso la citazione della nipote del Doctor (Susan Foreman, una delle prime compagne), anche riferimenti alla gestione Russel T. Davies, con episodi come The End of the World, The Satan’s Pit, 42, The Fires of Pompeii, nonché a The Beast Below, scritto dallo stesso Moffat.
L’eccezionale fotografia e la sapiente regia aggiungono inoltre all’episodio un’aura di magia: pensiamo, ad esempio, alle suggestive sequenze che ritraggono i paesaggi spaziali.

“She’s not possible!”

Doctor Who - 7x07 The Rings of Akathen Nonostante l’attenzione per i dettagli interni per lo più alla trama verticale, The Rings of Akathen non può comunque essere considerato un filler. Questo perché fin dalle prime inquadrature si indaga il passato della nuova compagna del Dottore, Clara Oswald (una sempre più convincente Jenna-Louise Coleman, che sta sviluppando con Matt Smith un grande affiatamento). Del resto, l’episodio racconta della prima vera avventura del nuovo duo formatosi da poco e Clara è la protagonista assoluta, con un Matt Smith un po’ eclissato  almeno nella prima parte della puntata. A lei spetta il compito di guidare la piccola Merry nel suo percorso verso la scoperta del coraggio, è lei a spingere il Dottore al salvataggio della piccola, come è lei, alla fine dell’avventura, a lanciarsi in soccorso del suo nuovo compagno.
Doctor Who - 7x07 The Rings of Akathen Ma Clara è anche la protagonista per una ragione diversa, ovvero perché, finalmente, in questo episodio abbiamo alcuni dettagli del suo passato. Un passato che cozza con quanto visto finora, e che lo stesso Dottore, indagando, fatica a collegare con ciò che finora ha conosciuto della ragazza. Clara Oswald è infatti, all’apparenza, una ragazza normalissima: nata nel 1981 da una coppia di genitori molto innamorati, cresciuta senza una madre, non ha nulla a che vedere con le “versioni alternative” che Eleven ha incontrato finora (nella fattispecie la Oswin tramutata in Dalek nella premiere Asylum of the Daleks e la tutrice dell’epoca vittoriana vista nello Special natalizio).
Chi è quindi Clara Oswald? Qual è la sua vera identità?

The Most Important Leaf in Human History.

Doctor Who - 7x07 The Rings of Akathen Ed è proprio di identità che in qualche modo parla tutto l’episodio. Il nemico della puntata, infatti, per sopravvivere ha bisogno delle esperienze altrui, quindi dei ricordi, la cui somma forma l’identità del soggetto. Era inevitabile, quindi, il richiamo a Blade Runner: da un lato, attraverso citazioni assolutamente eccezionali come  l’inquadratura dell’occhio di Clara che riflette il fuoco, la frase di Eleven di rientro a Londra (“Home again, home again, jiggity gig!”, la stessa dei pupazzi creati da J.F. Sebastian), nonché il monologo del Dottore (con una frase in particolare), recitato da un Matt Smith in stato di grazia, che torna istrionicamente per mostrarci tutta la sua bravura in uno dei momenti più belli di tutta la serie; dall’altro, rimandando a precisi schemi tematici del film del 1982, come appunto il tema dell’identità. Nella pellicola di Ridley Scott, i ricordi e le esperienze servivano all’autore (e alla fonte da cui attingeva, il genio Philip K. Dick) per indagare la vera identità dei protagonisti, in particolar modo dei replicanti come Roy Batty, in quanto depositari di un sapere pregresso e possessori di un passato costituito in realtà da ricordi fabbricati in laboratorio: si potevano definire esseri umani questi soggetti dotati di un’esperienza di vita per loro autentica, ma nella realtà assolutamente discutibile?

Doctor Who - 7x07 The Rings of Akathen Nel caso di questo episodio di Doctor Who, l’indagine si svolge su un doppio livello: da una parte abbiamo il Dottore, portatore di un sapere e di una esperienza millenarie, di cui egli stesso sente evidentemente il peso (da qui la sua reazione emotiva nel raccontare la sua storia), dall’altra Clara, che ha un passato, rappresentato in particolar modo (attraverso una scelta tanto semplice quanto poetica) dalla foglia che fece conoscere i suoi genitori. Quel piccolo oggetto, apparentemente insignificante, vale forse di più di molte esperienze del Dottore, perché in essa è racchiusa il senso di una vita intera, nonché quello di una, due, tante storie alternative, in cui le cose sono andate in un modo diverso da come le conosciamo. Ma è anche la fonte del mistero dell’identità di Clara, su cui il Dottore si interroga fin dall’inizio della puntata. I ricordi di Clara appartengono veramente a lei? Lei è una “versione autentica”?
Le risposte a queste domande sono ancora lontane.

“There’s one thing you need to know about travelling with me […]: we don’t walk away”.

Doctor Who - 7x07 The Rings of Akathen Un altro episodio di Doctor Who che, quindi, si colloca nell’olimpo delle avventure migliori perché, nonostante un deficit di trama orizzontale, riesce a far fiorire una marea di concetti interessanti ed esaminarli con accuratezza, facendo esplodere, finalmente, anche un lato emotivo che da qualche tempo era rimasto sopito.
Un plauso agli attori, in particolar modo Matt Smith, che pur non apparendo per l’intera durata della puntata, riesce a regalarci uno dei monologhi più belli di sempre; allo sceneggiatore Neal Cross, che ha dato prova di una invidiabile cultura cinematografica, letteraria e televisiva, riportando alla luce il vero significato di science fiction in un momento come questo in cui si è perso il valore filosofico ed interrogativo di questo genere; e, infine, a Steven Moffat, che con questo episodio ha di nuovo dimostrato di stare facendo con questa seconda parte di stagione un lavoro eccellente.

Voto: 9,5

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Informazioni su alessala

Scrivo, leggo, faccio film e video. Suono quando capita, ma solo per me stesso e per la gioia del muro. Scrivo recensioni. Scrivo i cavoli miei in un blog. Ogni tanto lavoricchio. Sogno in grande ma resto piccolo.


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5 commenti su “Doctor Who – 7×07 The Rings of Akathen

  • eleanorambaldi

    non sono molto d’accordo. eccezion fatta per il monologo del dottore in cui ancora una volta si intravede tutta la profondità di un uomo che (descrizione un po’ banale ma funziona…) ha amato e perso perchè ha avuto un’infinità di tempo per farlo, e per l’idea che le potenziali storie mai avveratesi siano molte e molto più potenti dei ricordi della vita intera di un signore del tempo, bè, apparte questo,a me è sembrato un episodio debole.
    Clara deve ancora rodarsi (sebbene non sia un personaggio nuovo di pacca visto che conta già un’apparizione come dalex e uno speciale natalizio dedicato e due episodi regular della serie).
    Quello che mi manca è la profondità del dottore, quegli sguardi a fine episodio, per esempio, come ai tempi in cui lui fingeva che amy fosse ok anche se in realtà già sospettava della gravidanza, quel semplice sguardo che ti faceva capire che dietro la sua facciata più superficiale e tranquillizzante c’era un uomo di profondità e intelligenza insondate. Ecco, dov’è ora quello sguardo? Perchè ignora il mistero di Clara e si accontenta di andare in giro con lei?
    Altro punto a sfavore dell’episodio secondo me è la banalità di alcuni mezzi della trama e di come la storia di clara venga svelata. Sì. per come sembrano messe le cose clara è un normale essere umano, l’avevamo capito, non serviva ribadirlo, così è un po’ banale l’idea che lei sacrifichi l’anello della mamma e che offra la foglia che è l’inizio della sua storia.
    sarà che sono mal abituata ma io dalla serie di moffat mi aspetto molto di più.

     
  • Michele Hume

    Concordo con Eleonora, episodio sì bello per alcuni tratti, ma davvero banale in altri.
    Ho trovato noioso quasi tutto lo scorrere della puntata…si salva solo la scena rigurdante il passato\futuro.
    Moffat ci ha abituati ad una scrittura più brillante, e allo sconfiggere i nemici in maniera più geniale di puntargli addosso il cacciavite (odio quando se ne abusa…per me metà dei suoi utilizzi sono uguali ad una mancanza di idee).

    Tutto sommato episodio accettabile, carino in alcune scene e nella sua “vecchia fantascienza” come detto nella recensione. Ma non assolutamente da 9,5….che significherebbe sullo stesso livello di episodi come “Blink”, “The Lady in the fireplace” o “the Pandorica opens”.