Continua l’avvicinamento di The Following al season finale, con un episodio dal titolo già di per sé molto indicativo, “The end is near” – per fortuna, aggiungerei. Anche questa puntata infatti, pur regalando qualche brivido in più per quanto riguarda la trama, lo fa senza dimenticarsi di commettere i soliti inevitabili errori.
La cosa meglio riuscita di questo episodio è, per la prima volta, la mancanza dilucidità con la quale agisce Joe fin dai primi minuti, dovuta sì all’overdose di alcool e antidolorifici, ma anche alla lenta presa di consapevolezza che il suo piano sta fallendo e che la storia debba essere riscritta. Non che ci fosse poi molto da riscrivere, dato che poco o niente ci è stato fatto fin qui vedere riguardo al suo fantomatico disegno, ma è senza dubbio da prendere positivamente una svolta in tal senso. Infatti almeno così non avremo di nuovo quella sensazione di grandepresa in giro continuando a sentir parlare dei grandi progetti della setta.
Attesi dalla settimana precedente erano poi gli sviluppi riguardanti la sorte di Claire e qui cominciano già i primi dubbi sulla realizzazione della vicenda. Incredibile come questa infatti riesca a fuggire dalle grinfie di Joe, che la lascia non ammanettata con una bottiglia a sua disposizione, non curante della probabile ribellione della donna. Ma soprattutto, è incredibile come ancora una volta l’ennesima fuga alla quale abbiamo dovuto assistere si sia risolta con un nulla di fatto. Che senso ha continuare a far fuggire ipersonaggi“ostaggi”, quando poi verranno ricatturati dopo pochi minuti? Nessuno.
Intanto Ryan Hardy con il resto dell’FBI cerca di decifrare un messaggio che una seguace di Joe ha lasciato; appena decifrato, capiscono che è riferito ad un luogo, cioè il centro di evacuazione. Qui ha inizio la carneficina dei Carrolliani contro vittime indifese, ma soprattutto viene rapita e successivamente sepolta viva l’agente Parker (sento che Ryan la salverà proprio all’ultimo, chissà perché?). Serviva un diversivo per permettere la fuga di Joe e il diversivo ha funzionato perfettamente, anche troppo. Perché se infatti è vero che il probabile obiettivo era stato individuato, pare assurdo che, in mancanza di certezza assoluta, venga completamente rimosso ogni controllo, permettendo così a Joe di prendere il largo con Claire. Resta da capire, quindi, se veramente Joe abbia già riscritto la sua storia, o se da qui in avanti procederà scegliendo di volta in volta. Speriamo solo non sia un piano che va avanti a braccio, praticamente quello che abbiamo visto fin qui.
L’altro evento di rilievo di questo episodio è rappresentato dalla morte di Jacob. Egli, dopo aver tentato invano di convincere Emma a darsi alla fuga insieme, viene accoltellato a morte dalla stessa. Ecco, qui bisogna fermarsi un secondo a riflettere sulla sorte del buon Jacob: la sua morte segna, infatti, un clamoroso autogol da parte degli autori che, probabilmente, non si sono accorti che era uno dei pochissimi personaggi secondari, forse l’unico a parte Emma, ad aver ricevuto un minimo approfondimento interiore e psicologico. Completamente senza senso, quindi, pare la decisione di porre fine alla vita di questo character che non sarà stato il più profondo e scavato mai visto, ma rappresentava comunque una piacevole eccezione rispetto alla pochezza a cui questa serie ci ha abituato. Si tratta di un errore che non ci si poteva assolutamente permettere, visto che i personaggi fruibili che ci rimangono si possono contare sulle dita di una mano. In questo conteggio non possono rientrare gli adepti della setta di Joe, in quanto continuano ad essere più quelli che muoiono che quelli che vengono presentati. Ormai la loro funzione è di semplici sicari a cui si concede il palcoscenico per poche scene, senza lo straccio di una trama ad ampio respiro che li riguardi. La cosa che più infastidisce è che appena uno di loro sembra mettersi in risalto per qualche motivo, finisce col perdere la vita, come capitato a Roderick e tanti altri.
The Following si presenterà quindi la prossima settimana al season finale, lasciando veramente poco in cui sperare. La serie arriva al finale di stagione con l’acqua alla gola sotto il punto di vista creativo e senza lasciar presagire nulla di notevole all’orizzonte. Dopo tredici puntate su quattordici (escludiamo il pilot) completamente insufficenti ci vorrà un miracolo per raddrizzare con una puntata una stagione intera. La speranza è che quantomeno si riesca a dare un buon abbrivio per una seconda stagione che, altrimenti, si preannuncia coperta da nubi.
E quando ormai ce ne eravamo dimenticati ecco che spunta Molly….
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E quando ormai ce ne eravamo dimenticati ecco che spunta Molly….