Chicago, Philly, Manhattan, Harlem, Atlantic City, Tampa. Parti complementari di una geografia fatta di carne e sangue, che si avvia verso l’epilogo stagionale accompagnando al pettine nodi costruiti con cura, che danno vita a conflitti la cui posta in palio ha il sapore della conquista sociale, economica e culturale.
Il terzultimo episodio di questa quarta annata conferma un concetto che ormai dovrebbe essere lampante agli spettatori più affezionati di Boardwalk Empire: la possibilità di assistere a finali eccezionali è determinata dalla capacità di costruirli pazientemente nel corso del corpo della stagione. “White Horse Pike” è a tutti gli effetti la parte uno del finale di questa stagione, il momento in cui le storyline si incontrano e come elementi chimici reagiscono tra di loro, il frangente in cui avviene la deflagrazione improvvisa di ordigni narrativi e visivi preparati con cura certosina nelle puntate precedenti.
“To be what we are, where we are, and dare to stand free, what could be more lonely?”
Sarebbe dovuto essere il successore di Gyp Rosetti, il supercattivo stagionale, colui al quale è stata dedicata anche la citazione che ha fatto da traino principale alla campagna promozionale (“Only Kings Understand Each Other”). Inizialmente così non è stato. Narcisse è senza dubbio arrivato ai nostri occhi come un personaggio in grado di bucare lo schermo, grazie anche alle capacità interpretative di Jeffrey Wright, ma decisamente defilato rispetto alle vicende principali. Col tempo però è stato evidente quanto il suo potere potesse espandersi a macchia d’olio e prendere per mano tutti i fili narrativi della serie, riuscendo anche nell’impresa di mettere spalle al muro Nucky. Se in prima istanza si è caratterizzato come protagonista del mondo afro della serie e quindi diretto rivale di Chalky, sottotraccia Narcisse ha continuato a espandere il suo potere trovando appoggio nelle istituzioni (in particolare nel sindaco che ha tutto l’interesse a fare accordi con lui in cambio del voto della comunità nera) e inserendosi nel commercio dell’eroina diventando partner di Joe Masseria.
“You’re leaving on your feet or on your back”
Come da copione anche le vicende di Nucky si fanno prima insidiose e poi esplosive con il procedere della stagione. La sua poliedrica personalità ha come diretta conseguenza l’addensarsi di fili narrativi in prima istanza indipendenti, benché dominati dall’inerziale tendenza a intrecciarsi. L’intimo dell’Enoch uomo è stato scosso da due fattori riconducibili a due personaggi: Eddie e Sally. Il primo ha lasciato con sé il trauma, la seconda porta si porta dietro un terremoto emotivo figlio di un personaggio debordante (in tutti i sensi: qualcuno ricorda Patricia Arquette in Lost Highway?). A Sally sono legate le vicende di Tampa e il commercio di alcol e droga, gestito in partnership con Petrucelli, Luciano, Meyer e Masseria. Questo filone, come vedremo, però è strettamente legato all’avvento di Narcisse che, alleandosi con Masseria, mette in un solo colpo spalle al muro Nucky e Chalky. Il predicatore di Harlem infatti gli propone un’offerta che non può rifiutare che come condizione non negoziabile prevede la consegna dell’odiato Mr. White. Quanto a quest’ultimo, sembra riproposta la situazione della scorsa stagione a parti invertite: questa volta è Chalky a essere al centro di una guerra e a chiedere aiuto all’amico. Come se non bastasse, Nucky e Eli devono far fronte al più grande dei problemi che colpisce il cuore della sua famiglia: Warren Knox (che per convenienza chiamerò sempre così e non col vero nome) nell’indagare su di lui usa strumentalmente il giovane Will, figlio di Eli e aspirante gangster.
“I’ll be fine”
Il vero mattatore dell’episodio si chiama Chalky White e basterebbe questo per lasciare intuire l’enorme qualità dell’episodio, vista la potenza espressiva che Michael K. Williams ha più volte dimostrato. Come è capitato spesso a Nucky, sono la dimensione pubblica e quella privata a intrecciarsi; della prima fanno parte il giro di affari legato al club e i rapporti con Nucky e della seconda il matrimonio della figlia e l’amore per la cantante Daughter. Su entrambi i fronti si pone di traverso Narcisse, fin dall’inizio in rotta di collisione con Chalky e definitivamente in guerra da quando tra i due è arrivata l’affascinante e carismatica cantante a completare il triangolo. Dopo l’infame violenza subita da quest’ultima nello scorso episodio, Chalky e i suoi si vendicano andando ad attaccare il predicatore nel cuore del suo potere, ovvero alla Universal Negro Improvement Association. L’intera sequenza è da manuale del linguaggio cinematografico grazie a un magistrale gioco tra campo e fuori campo e alla macchina da presa che esalta al massimo la corporeità dei due protagonisti. L’altra scena ad altissima tensione che vede al centro Chalky è quella della vendetta di Narcisse: salito in macchina con la sua amata per fuggire il più lontano possibile, come ordinatogli da Nucky per salvargli la vita, Chalky si rende conto che i due agenti sono in realtà i suoi assassini (mandati dal sindaco su ordine di Narcisse) e con grande abilità riesce a farli fuori entrambi. Dopo un inizio di stagione in cui è sembrato decisamente confuso, Chalky pare avere sette vite e un enorme spirito di sopravvivenza. Ora però l’interrogativo più importante va a toccare proprio i rapporti tra lui e Nucky: crederà che questi gli abbia voltato le spalle e abbia tentato di venderlo a Narcisse? Se sì, come reagirà?
“We had discussions you and me, about the future when you got back from Italy. Expanding my role when you retire”
Altra grande coppia della stagione e che in questi ultimi due episodi sta dando sfogo alle sue enormi potenzialità drammatiche è quella tra Al Capone e Nelson Van Alden. Ormai emancipato dal ruolo costrittivo che lo ha imprigionato per lungo tempo, l’ex agente di polizia può mettere al servizio del boss di Chicago tutte le sue imprevedibili capacità e contrattare con lui e il fratello Ralf per la prima volta a testa alta. Ciò è possibile anche per il delicatissimo passaggio di testimone che vede Al tentare di fare le scarpe all’anziano Torrio, scalata per la quale sembra avere estremo bisogno di Nelson. Il regista Jake Paltrow mette in mostra tutta la sua abilità con la macchina da presa realizzando probabilmente la scena più bella dell’episodio (ci sarebbe l’imbarazzo della scelta in verità) in luogo dell’attentato ad Al (ordinato da Torrio?). Nel pieno del proprio folle, lussureggiante e narcisistico egocentrismo, durante una giornata di divertimento sfrenato tra cocaina, alcol e prostitute, subito dopo l’uscita di Torrio dall’appartamento Al viene chiamato al telefono, viene attirato in trappola diventando bersaglio di una serie di mitragliatrici puntate su di lui dal palazzo di fronte. Ci vorrà il miglior Van Alden per salvarlo, con il quale Al sarà senza dubbio in debito, anche se non è chiaro come e quando questo verrà saldato. La sequenza è molto simile alla morte di Sonny Corleone nel Padrino, così come sono simili i due personaggi, con la differenza fondamentale che in questo caso Al riesce a rimanere in vita.
“I know this is difficult. But what you’re doing takes courage. You’re a good father”
Per Nucky Thompson innanzitutto, ma per tutti gli artefici della diffusa illegalità degli Stati Uniti, il pericolo più grande si muove sottotraccia, grazie alle indagini che Warren Knox sta conducendo al servizio di J. Edgar Hoover, capo dell’FBI. L’anello debole è emerso in superficie e risponde al nome di Eli Thompson, o almeno questo è ciò che crede l’agente Knox. In realtà il gioco di Eli sembra essere più complesso: dopo aver capito di non avere scampo e di non poter combattere a viso aperto con l’FBI decide di collaborare, senza però dire niente a nessuno in modo da non coinvolgere Nucky e soprattutto il figlio Will. La stoffa di Eli nelle ultime due stagioni non ha mancato di mettersi in evidenza, per questo motivo è molto probabile che questi stia camminando sul filo del rasoio cercando di guadagnare tempo e proteggere la propria famiglia. Dall’altra parte c’è l’enigmatica figura dell’agente Knox: professionista capace, colto, poliglotta e soprattutto disposto a tutto per convincere il proprio diffidente superiore della validità della sua indagine. Inquietante a questo proposito la scena in cui, comportandosi da agente corrotto, si mette al servizio di Nucky e intercettando il carico di alcol e eroina proveniente da Tampa, spara in testa a uno degli uomini di Joe Masseria. Una scena di grande violenza ma non così sorprendente se si pensa alla presentazione di Knox nella premiere dove la sua natura perversa e malvagia ebbe già modo di manifestarsi.
“Drink your tea. It settles the nerves”
Se tutto sembra collegarsi e esplodere in questo episodio, c’è però una storyline che rimane distante e che proprio per questa sua marginalità desta ancora più spavento. Arnold Rothstein come l’araba fenice risorge dalle proprie ceneri grazie a un altro revenant che aveva apparentemente detto addio alla serie nel finale della scorsa stagione, Margaret Schroeder. Il gioco d’azzardo è la metafora che unisce perfettamente i destini di entrambi, ciascuno a scommettere sulla propria seconda chance. Margaret usa Arnold per trovare un appartamento migliore nel quale vivere, mentre quest’ultimo usa la donna per tentare di fare un colpo finanziario in borsa che gli faccia recuperare i soldi perduti. Sempre in secondo piano in questa puntata si pone Richard Harrow, divenuto lavapiatti di Nucky e novello sposo in modo da assolvere al meglio la funzione di padre adottivo del figlio di Jimmy. Nonostante la sua subalternità, il pistolero di poche parole si rende protagonista di una delle immagini più esaltanti dell’episodio, ovvero della stretta di mano con Chalky White, un armistizio tra due eroi sfigurati ma dal grande cuore.
Come è accaduto per “Ozymandias” in Breaking Bad, a due episodi dalla fine con “White Horse Pike” Boardwalk Empire sforna il capolavoro, costruendo un episodio perfetto sia dal punto di vista narrativo che estetico-formale. Rispetto a quest’ultimo piano d’analisi è difficile dimenticare il terrore che avvolge la scena dell’incontro tra Narcisse e Maybelle, figlia di Chalky. Altrettanto indimenticabile è la carrellata finale che chiude l’episodio circoscrivendo all’interno dell’appartamento i tre Thompson, un movimento di macchina che racchiude l’essenza del cinema gangster.
Voto: 10
Mamma mia che espisodio! BE rasenta sempre la perfezione. E’ incredibile come decine di personaggi, decine di fili narrativi poi vadano a mischiarsi tessendo una tela cosi fitta e perfetta nella sua complessità! Sfido chiunque a trovare incongruenze..
Winter & C. hanno proprio creato un mostro..
Ps bellissima recensione Mr. Palmieri
magistrale
episodio stupendo. questa serie è tanto sottovalutata ma è meglio cosi.
P U N T A T O N A
Tra le più belle dell’intera serie,ogni singolo attimo,emana perfezione ed eleganza.
Ed hai perfettamente ragione: Lo spettatore affezionato di BE,sa che i nodi verranno al pettine e quando arrivano ci regalano CAPOLAVORI.
Come fa questa serie ad essere sottovalutata ed addirittura snobbata dai più???
P.S.Tocco di classe il paragone con “Ozyamandias”
@Draper .. perchè è “lenta”.. Si prende i suoi tempi per esporre tutto il materiale per poi travolgere lo spettatore (un po come MadMen, alla fine Winter e Weiner erano stretti collaboratori) .. Sinceramente è da Top5 best series per me.. Pensavo che con la terza stagione potesse aver toccato l’apice perchè ho veramente amato Gyp, ma questa 4 pur non avendo un vero vilain e non ponendo Nuky come vero fulcro della narrazione, ha davvero esagerato.. Voglio 14 stagioni altroche…
Draper, hai ragione. BE è purtroppo una serie sottovalutata. Si tratta di un prodotto di rara raffinatezza, al quale lavorano autori di grande talento che hanno realizzato negli anni una storia fittissima e complessa. Una serie che non ha nulla da invidiare a nessuna delle serie degli ultimi anni.
Bello, bellissimo ed esaltante episodio. Cosi come in Ozymandias il 10 è meritatissimo ma voglio mettere un po di zizzania dicendo che la terzultima puntata della serie di Gilligan si colloca a mio avviso in tutt’altro olimpo….
Certo Serialfiller,Ozymandias è semplicemente SHOCKANTE,però chiude l’intera serie,quindi è anche per questo imparagonabile da un certo punto di vista..Qua stiamo parlando di una “semplice” terzultima puntata di una stagione.
Bèh Ragazzi,quello che poteva essere un difetto di questa serie..e cioè mettere troppa carne sul fuoco,con questa stagione l’hanno ufficialmente trasformato in un grande pregio!
P.S.Anche per me è in TOP FIVE