Come era facilmente prevedibile, questa settimana The Leftovers – dopo l’approfondimento dedicato a Nora Durst nello scorso episodio – torna a presentarci una puntata corale che coinvolge quasi tutti i personaggi del racconto, concentrandosi (e questo forse era meno prevedibile) sulla componente mystery dello show.
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Protagonista indiscussa di Solace for Tired Feet è la famiglia Garvey, attraverso la quale vengono indagate le due storyline maggiormente avvolte dal mistero, ovvero quella relativa “alle voci e ai cani” e quella che coinvolge Holy Wayne e i suoi tentativi di generare un prescelto. L’episodio avrebbe quindi tutte le carte in regola per mettere a tacere le critiche suscitate dall’apparente disinteresse degli autori nei confronti dell’avanzamento della trama ma, come vedremo, non riesce a sfruttarne a pieno il potenziale, presentandoci un episodio solo in parte riuscito.
Nel caso di Tommy e Christine la scoperta dell’esistenza di altre ragazze asiatiche incinte e il conseguente gesto di ribellione del giovane Garvey costituiscono un’interessante svolta narrativa, in grado di ridimensionare la fin troppo ingombrante aura di santità di Wayne e soprattutto di rinnovare l’interesse dello spettatore nei confronti di questa storyline. Lo stesso però non si può dire delle vicende che coinvolgono Kevin Sr. e Jr. Queste infatti, pur costituendo il nucleo centrale della puntata, mancano di incisività, risultando a tratti ripetitive e superflue. Gli elementi che distinguono il personaggio di Garvey Sr. e il suo rapporto con il figlio ci erano infatti già stati presentati in Penguin One, Us Zero e in questa puntata solo pochi dettagli si vanno ad aggiungere a tale caratterizzazione. Conseguentemente, durante tutto il corso dell’episodio lo spettatore è portato a credere nell’imminenza di una svolta narrativa che però stenta ad arrivare. Questa avrebbe potuto incarnarsi nel National Geographic del Maggio 1972, del quale però ancora non ci è dato conoscere il significato, mantenendo quindi in fin dei conti la storyline in una situazione di stallo.
Più interessante risulta in questo senso l’ennesimo sogno/allucinazione di Kevin Jr, che pare riproporre in chiave onirica degli avvenimenti teoricamente sconosciuti al protagonista: la cassetta della posta con un cane intrappolato al suo interno sembra infatti rimandare sia all’incidente della figlia Jill con cui si apre l’episodio che al luogo deputato allo scambio di denaro tra Tommy e Wayne, suggerendo efficacemente una connessione tra i diversi filoni narrativi e confermando che Kevin Jr. sta probabilmente, suo malgrado, seguendo le orme del padre.
Nonostante la preponderanza di voci, cani e prescelti, resta un po’ di spazio per l’approfondimento – più o meno riuscito – dei personaggi e delle loro dinamiche relazionali: se le scene che vedono protagoniste Jill e la sua amica Aimee sono caratterizzate da una ripetitività che, giunti al settimo episodio, è a dir poco irritante, al contrario l’evoluzione del rapporto tra Nora e Kevin costituisce un coerente passo avanti nella delineazione del percorso di questi personaggi. In quest’ottica si pone a metà strada il ritratto di Laurie, che in questo episodio sembra confermare la sua completa adesione ai Guilty Remnant: pur essendo una delle figure più interessanti dello show, il mistero che avvolge la sua decisione di abbandonare la famiglia impedisce allo spettatore di comprenderne a fondo le azioni e gli stati d’animo.
Nel complesso The Leftovers si conferma come un prodotto ibrido, ancora alla ricerca del giusto equilibrio tra le sue diverse componenti: gli enigmi che ruotano attorno alla sparizione sono ancora troppo vaghi per suscitare un interesse che vada oltre la mera curiosità e alcuni dei personaggi mancano dello spessore necessario per sopportare il peso di un’approfondita analisi introspettiva. Ciò nonostante la serie ha dimostrato nel corso di queste puntate di avere del potenziale che è stata in grado di mettere a frutto soprattutto negli episodi monografici dedicati a Matt e Nora. La professione dei due fratelli ha infatti permesso agli autori di indagare le conseguenze della sparizione non solo da un punto di vista individuale, ma anche sociale. L’abbandono della religione cristiana, la nascita dei Guilty Remnants e la creazione del Department of Sudden Departure sono tutti elementi che contribuiscono a delineare in maniera efficace uno scenario distopico che ad oggi costituisce forse l’aspetto più interessante e riuscito dello show, in grado di fungere da collante tra le sue diverse anime.
Con Solace for Tired Feet gli autori decidono però di mettere nuovamente da parte tale dimensione, confermando i pregi e i difetti evidenziati dallo show fin dai primi episodi e che potrebbero essere riassunti nella discontinuità con cui si approccia alle storie e ai personaggi.
Voto: 6/7
Note:
– SPOILER (?) A conferma delle connessioni suggerite tra i diversi filoni narrativi il National Geographic del Maggio 1972 conterrebbe un articolo sui ragni che vivono sott’acqua menzionati da Christine.
Don’t Ask Me: “And Then What?”…
Come mi capita sempre con questa serie devo esprimere innanzitutto il mio totale disaccordo sul voto e parziale disaccordo sulla recensione.
Entrando nel merito io non credo che il rapporto Garvey Jr/Sr non abbia avuto passi avanti narrativi. Garvey Sr entra in gioco praticamente ora, prima lo abbiamo visto per quanto 2 minuti nell’intera serie? Ed in questa circostanza non si limita a parlare o mettere in guardia il figlio ma lo recluta e mi sembra decisiva quella frase in cui gli dice alla tavola calda che lui non avrebbe voluto coinvolgerlo ma loro (le voci) hanno deciso che lui è parte fondamentale di quello che succederà. Aggiungeteci un nuovo risveglio sul pavimento, il sogno/realtà, l’acquisizione di un cane e il national geographic e Garvey Jr ne esce praticamente rivoltato più che mai e non è un caso che a fine puntata scelga di andare da Nora per provare a non impazzire e cercare una dimensione di normalità che ormai egli stesso non credo più possibile. I misteri continuano e forse aumentano ma stavolta si fa leva sui misteri generali per aumentare l’hype ed aggiungere qualche tassello in pieno stile Lost.
Daccordissimo sulla ripetitività della coppia Jill-Amica e sulla necessità di chiarire la scelta di Laurie.
Bene, benissimo la parte riguardante Tommy e Holy Wayne con una svolta sinceramente inaspettata delle plurime donne asiatiche incinta.
Il prescelto o presunto tale è nato e questo ci pone nella situazione di attenderci ora un colpo di coda su quel versante che ne giustifichi la presenza al mondo e le aspettative sul bambino. Quindi giganteschi passi avanti per quella storyline e grandi passi avanti per quanto riguarda l’unione delle varie storyline con il sogno/realtà dello sceriffo Garvey che vede cassetta della posta e figlio nella sua allucinazione.
Nota di merito per quel “Fuck you Matt” urlato dallo sceriffo al reverendo intento a propinare l’ennesima lezione biblica…ho pensato la stessa cosa un millisecondo prima ovvero ora basta Matt fuck you!!!
Voto 8 per me e conferma che questa serie mi piace e mi stuzzica pur non essendo ovviamente un capolavoro e pur non riuscendo ad esaltare i prpri punti di forza.
– Non proprio una lezione biblica qualsiasi, leggendo in internet pare che il reverendo Jamison stesse in quell’occasione citando Giovanni 3,16 (viva le fissazioni! “316” era il titolo della 5×06 di “Lost”), quando il padre disse al figlio “o figliolo mio, non raccontare questo sogno ai tuoi fratelli, perché certamente tramerebbero contro di te…” CUT. Per il tutto resto c’è Google.
– Rivista del National Geographic… CUT
– Seconda telefonata di Holy Wayne… CUT
– Sogno di una notte di mezza estate… CUT
– Ricordi della stessa notte… CUT
Questo non è più raccontare, ma prendere per i fondelli, e faccio davvero fatica a capire come questo “meccanismo” (non so nemmeno più se si possa definire struttura narrativa) possa risultare, dopo 6 stagioni di “Lost”, una nota di merito.
Si era detto (mai fidarsi delle interviste degli showrunner…) che questa serie non era affatto interessata a raccontare il mistero dietro l’evento, lo abbiamo visto! Ritiro, se possibile, quanto di buono avevo detto per “Guest”, con questo pessimo-orribile-nauseante episodio, Lindelof dimostra di non aver affatto perso il vizio, quindi non chiedetevi più cosa può fare “Leftovers” per voi, ma chiedetevi piuttosto cosa potete fare voi per “Leftovers”…
Mi trovo in disaccordo con entrambe le analisi dell’episodio ma più in generale della serie.
D’accordo ci sia una forzatura nel “non dire tropo” perché così è più facile.
Penso xo che la serie abbia grandi potenzialità…. E rivivere quel mistero veramente molto stile lost a me piace e comunque mancava…mi perdevo nei misteri, nella curiosità di sapere cosa succederà e anche se il paragone non regge, the leftovers da quella marea di indizi, bisognerà certo vedere dove portano….
Comunque per me un 7,5 e un 8 lo scorso episodio li meritavano…
Sono daccordo con te e non capisco tutte queste critiche feroci sinceramente.
The leftovers è una serie atipica, non è un poliziesco, non è una docuserie, non è una serie antologica e pertanto il concetto di avanzamento nella trama è totalmente diverso da quello inteso per quel tipo di serie. Qui introdurre nuovi elementi significa far progredire la trama, esplorare meglio i personaggi fa parte della trama e finora the leftovers ha regalato 2 ottime puntate sui singoli personaggi qualche puntata introduttiva non riuscitissima e una puntata (questa) piena di misteri. La serie angoscia nel senso positivo del termine ed intriga e a me da sempre la voglia di aspettare il prossimo episodio, essendo essa comunque una serie con un ottimo cast ed una buona scrittura e non certamente una serie scritta coi piedi e con i primi attori trovati per strada.
La HBO ha rinnovato fortunatamente la serie per un’altra stagione.
Ciao a tutti,
mi spiace che alcuni di voi si trovino in disaccordo con la recensione e con il voto, ma non reputo né la prima negativa né il secondo basso. Quando parlo di scene ripetitive e superflue intendo che nel caso dei due Garvey si sono andati a rimarcare degli elementi (le voci, i cani, le allucinazioni) di cui eravamo già a conoscenza, senza dare una vera scossa a questo segmento della narrazione, soprattutto se consideriamo l’elevato minutaggio che gli è stato dedicato: dal mio punto di vista l’acquisizione del cane e del National Geographic ad ora non possono essere considerati come dei passi avanti dato che non siamo ancora a conoscenza del ruolo e del significato che questi ricoprono. Questo non significa che voglio avere tutte le risposte e subito ma semplicemente che il cosiddetto mistero va approfondito e rinnovato altrimenti a lungo andare perde di mordente.
Ad ogni modo non mi pare di aver criticato in maniera feroce la puntata o la serie, ma anzi di averne messo in luce anche gli aspetti positivi.
Spero di essermi spiegata 🙂
Piccola curiosità:
la prossima puntata si intitola “Cairo” ed ai più attenti dovrebbero drizzarsi le antenne e sarà diretta niente popo di meno che da Michelle McLaren che gli amanti di breaking bad e non solo (walking dead, game of thrones) non solo ricorderanno ma ameranno
vista la 08 ora sono proprio curioso di sentire gli scettici e detrattori cosa diranno…la serie migliora di puntata in puntata.
Non è da molto ,che seguo il mondo delle serie Tv. Quest’anno per la prima volta ho visto Lost e devo dire ,che se fosse dipeso dalle prime cinque puntate, mi avrebbe confermato come buona la scelta di non vedere serie. Poi ha iniziato a stuzzicarmi e pur presentando molti cose buone alternate ad altre più mediocri, l’ho guardata con piacere fino all’ultima puntata. Finora di The Leftovers ho visto le prime 5 puntate e da queste mi sembra molto più intensa ,matura e profonda di Lost ( la mano di Tom Perrotta?) Pur irrealistica nella premessa, grazie anche alle qualità degli interpreti, mi sembra molto realistica e credibile nello sviluppo psicologico della trama. Anche la qualità simbolica delle immagini, mi sembra qualcosa che raramente si vede sia nelle serie che nei film. Forse ha dei difetti, ma come Lost alla fine vince perché le qualità prevalgono sui difetti, anche questa serie la trovo coraggiosa e sempre emozionante e stimolante.
Dopo un inizio incerto che mi aveva lasciato più di una perplessità, a causa di alcune cadute di stile a dispetto di una confezione assai seriosa e pretenziosa (le vicende del figlio in fuga e del santone; un eccessivo soffermarsi sulla depressione e “ribellione” della figlia) e di trame narrative che non mi appassionavano granchè (la setta dei bianco-vestiti, forse anche per alcuni attori non del tutto adeguati), a mio avviso la serie comincia ad ingranare e alla fine di ogni puntata comincio a restare impaziente di vedere la successiva.
Serie che trasmette un opprimente senso di turbamento ed inquietudine, per il decomporsi di una società evidentemente allo sbando in seguito agli eventi dell’improvvisa dipartita… ma sempre più affiora l’idea che il processo di decomposizione sia solo stato accelerato da tale evento inspiegabile, così che alla fin fine fra il mondo descritto e il nostro attuale le differenze non sono poi così grandi.
Voto probabilmente troppo basso (non tanto in sè, ma soprattutto se rapportato ad altre ultime recensioni di serie qualitativamente assai inferiori).
Vista la 08, a mio avviso la migliore vista finora 😀
buongiorno a tutti-e! Io adoro questa serie! una curiosità, tra tante altre: la data della rivista, maggio 1972, non corrisponderà forse a quando è nato kevin? Xox