Quasi un anno fa, Boardwalk Empire chiudeva l’ultimo appuntamento della quarta stagione con una bellissima e triste inquadratura, proprio sotto quel boardwalk che presta il nome alla serie.
Per chiudere un ciclo che inizia per l’ultima volta, la regia di Tim Van Patten e la scrittura di Howard Korder (non a caso la stessa coppia che ha firmato proprio Farewell Daddy Blues) riaprono la scena sul medesimo luogo, spostando momentaneamente l’asse temporale indietro di diversi anni.
Atlantic City, 1884. Dei ragazzini nuotano nel mare, trattengono il fiato sotto l’acqua e si azzuffano per prendere le monete che stanno cadendo verso il fondo. Una volta riemersi, scopriamo che i soldi vengono lanciati nell’acqua dal Commodore nel pieno della sua forma e che uno degli urlanti, piccoli nuotatori è Enoch Thompson.
Havana, 1931. La vita di Nucky è sempre stata inestricabilmente connessa alle sue attività, ai suoi affari basati sull’importazione illegale di liquore; e il mare è sempre stato lo snodo fondamentale delle transazioni, crocevia di ricchezza ma anche di inimicizie, problemi, compromessi. Quindi il boardwalk è doppiamente il luogo da cui tutto è iniziato e in cui tutto presumibilmente deve finire. Ecco quindi che bisogna tornare ancora più indietro e mostrare l’origine della carriera di Nucky partendo dalla sua infanzia, così da poter terminare sia il racconto sullo straordinario protagonista interpretato da Steve Buscemi, ma anche la parabola storica sul periodo del proibizionismo. Con un agile raccordo di prospettiva, il ritorno al presente si sposta sull’Enoch del 1931 (sette anni dopo le vicende che chiudevano la precedente stagione), immerso nel caldo sole dell’Havana, mentre guarda dal suo balcone dei ragazzini che nuotano nel mare. L’alternanza tra passato e presente funziona inoltre come la descrizione ultima e completa del tormento e dell’inquietudine di Nucky, di come questi sentimenti, nascosti sotto una spessa coltre di lucidità e abile calcolo, si protraggono in lui, ormai uomo adulto. Nell’incontro con un ragazzino cubano emerge esattamente il suo conflitto interiore: se in un primo momento vince l’irritazione per quella infantile ed estenuante insistenza, avrà poi la meglio la tenerezza del ricordo di se stesso così piccolo e già così esattamente ambizioso, intelligente. Non a caso sarà la sua prontezza a salvare la vita a Nucky.
Sulla coscienza del ragazzino Enoch pesavano costantemente i due pesi e le due misure incarnate dalla dolcezza della madre da un lato e la severità gratuita del padre dall’altro; e a stringere ancora di più la morsa di dolore intorno alla famiglia Thompson c’era anche la presenza della sorella morente. Nucky aveva esorcizzato l’irrisolto rapporto con il padre dopo la morte di quest’ultimo, bruciando materialmente e metaforicamente la catapecchia stessa in cui era cresciuto. Ma se eravamo a conoscenza di questa complessa e adirata resa dei conti, per cui il successo e la ricchezza di Nucky appaiono come il tenace riscatto dal padre, le figure della madre e della piccola Sue mostrano invece come in realtà il percorso sia stato molto più problematico. Queste due presenze femminili sono immagini di dolcezza, amore, educazione, ed è infatti per loro che il ragazzino rinuncia ai soldi facili trovati nel cappello; ma è per il padre, anzi contro di lui, che colpisce il coetaneo, per poi infine dare il suo primo dollaro alla madre. E’ in questa continua battaglia giocata sul sottile filo tra onestà e corruzione, tra amore e odio, che Nucky ha costruito anche la sua carriera e le sue relazioni: Sally Wheet incarna, non a caso, lo stesso complesso mix di virtù e difetti del suo compagno. E’ ambiziosa ma prudente, buona se può ma sempre più furba di chi gli è intorno, apparentemente docile ma capace di aggredire per difendere/difendersi.
New York. Nel frattempo il mondo sta cambiando. Se a Cuba un tentato omicidio presto sventato e una timida insurrezione in pieno giorno lasciano intravedere l’isterismo generale, nel nuovo continente gli eventi sono invece molto più violenti e tangibili. Tra il 1924 e il 1931, cioè i sette anni che non ci vengono mostrati, gli USA hanno conosciuto un’enorme prosperità economica a cui sta seguendo, dopo il crollo della borsa di New York nel 1929, un periodo di forte depressione. La Conors and Gould, dove lavora Margaret, o sarebbe meglio dire Miss Rohan, ci racconta in maniera puntuale e sintetica gli effetti di questo disastroso periodo: Mr Bennett, capo dell’agenzia, dopo un solido e ambizioso discorso ai suoi dipendenti, prende una pistola dalla sua tasca e con cinica ed ironica freddezza si spara un colpo alla tempia nel bel mezzo della stanza. E se un frangente del genere fotografa come dovesse essere l’atmosfera nei luoghi di lavoro dell’America in quel periodo, l’assassinio di Joe Masseria a Brooklyn, da parte di Lucky Luciano, ne concretizza un’altra parte: il vecchio socio di Meyer Lansky (anche quest’ultimo in ambiguo esilio a Cuba) chiude la sua seconda partnership per inaugurarne un’altra, rimanendo però sempre nel solco della tradizione. Decide infatti di passare al servizio di Salvatore Maranzano, interpretato dall’italianissimo Giampiero Judica, dandogli così il posto di unico boss che avrebbe voluto incarnare Masseria e facendo trasferire la base dei gangster “mangiaspaghetti” nel Bronx. A chiudere e consacrare il passaggio, Luciano partecipa ad un vistoso banchetto della migliore scuola mafiosa italiana d’oltreoceano, con tanto di patto di sangue finale – una scena che si fa segno premonitore del bagno di sangue che si consumerà da qui alla fine.
Questi due momenti, cioè i più fortemente violenti dell’episodio, inquadrano soltanto alcune delle tante pedine che Boardwalk Empire ha sulla scacchiera e che deve portare a compimento: mancano all’appello la Chicago di Al Capone e quindi la nuova “vita” di Eli, il nuovo asse Narcisse-Hoover, scoprire in quali circostanze sia morto Arnold Rothstein. Chi invece ci viene mostrato con delle sembianze totalmente inedite è Chalky, il personaggio che più di tutti ha subito l’efferatezza degli eventi di cui è stato messo al centro nella scorsa stagione. Benché lontani, la sapiente regia di Van Patten mette in risalto la contrapposizione tra lui e Nucky: la luce cubana di uno, stretto in un vestito chiaro, lindo, ma visibilmente insofferente e desideroso di abbandonare l’isola, diventa opposta e complementare alla grigia e plumbea atmosfera dell’altro, che dal cielo e dall’ambiante circostante si trasferisce direttamente sul suo volto e sulla sua detenzione. Se Nucky sta mettendo a punto gli ultimi dettagli per rientrare “pulito” in USA con un nuovo e legale commercio di liquore (oltre al proibizionismo, anche i repubblicani stanno per cadere: nel 1933 vincerà infatti le elezioni Theodor Roosevelt), Chalky riesce invece a fuggire: hanno punti di partenza diversi, ma il loro scontro si preannuncia epocale. Così come fu epocale il loro sodalizio alla fine della terza stagione.
Il mare d’oro che apre la puntata si chiude con le stesse parole che accompagnano i ragazzini che nuotano: Nucky le legge, prima di addormentarsi, nel giornale che gli dona sua madre (il Golden Days for Boys and Girls, appunto) e in parte farà tesoro di quelle frasi. Ma la grandiosità di Nucky è la sua capacità di ridimensionare, spostare, decifrare per tornaconto personale, saper riadattare se stesso al mondo e ai suoi cambiamenti.
Boardwalk Empire è tornato con l’ultimo capitolo della sua saga e, diversamente da come aveva agito negli anni scorsi, ci catapulta subito dentro l’azione, dando un senso di forte continuità con la scorsa annata. Ma conserva in parte la sua lentezza cambiandole volto: non usa questo primo episodio come raccordo o messa a punto, ma sceglie di far entrare i suoi protagonisti mano a mano, pezzo per pezzo, svelando ogni sua parte poco alla volta.
Voto episodio: 9
Premiere che, per essere l’ultima, risulta un po’ moscetta per quanto mi riguarda.
Molto più riuscita sul versante sfacciatamente citazionistico – l’infanzia di Noodles vs. Max di Sergio Leone (anche lì ci si tuffava in acqua, ma per recuperare altro tipo di “roba”); Lucky Luciano che chiede di andare in bagno e “ognuno ha i suoi bisogni” del Padrino – Parte I; tutta la parte a La Habana che ricalca quasi pedissequamente quella di Michael Corleone ne Il Padrino – Parte II (mi aspettavo, da un momento all’altro, una valigetta piena di soldi o che Nucky “quella volta fosti tu a tradirmi e m’hai spezzato il cuore”); hanno tralasciato solo il riferimento al passaggio dal cinema muto a quello sonoro del 1927, per il resto abbiamo avuto tutto – ma poca roba a livello di trama concreta, da cui mi sarei aspettato qualcosina in più, quantomeno qualche cambio di abitudine più significativo da parte dei personaggi (Nucky sta ancora con Sally? Margaret lavora ancora in ufficio?…), anche solo per giustificare i 7 anni trascorsi.
PS: Non parlo per esperienza, visto che non ho mai fatto giuramenti di mafia negli anni ’30, ma lì, mi pare che siano andati un po’ oltre con le licenze di tipo creativo.
la parte di new york è quanto di più realistico esista: è il padrino che ha citato lucky luciano, è stato l’lui il primo ad usare “l’ammazzatina mentre stai al cesso”, per la parte a cuba a parte il fatto che stanno a cuba non ho visto tutte queste citazioni.
Il giuramento poi si incastra perfettamente con la mentalità mafiosa, se sia mai capitato non so ma di certo in quegli anni ne facevano di riti strani. Credevano ancora nel malocchio fai te. Se poi conti che per entare devi fare il famoso rito del sangue e del santino bruciato, fare un patto di sangue del genere non mi sembra poi così strano.
Nucky/Sally e Margaret/ufficio sono esigenze di trama. Poi Nucky lo sapevamo dalla scorsa stagione che si trasferiva a Cuba con Sally.
Non ho mai usato né suggerito che le modalità dell’omicidio di Salvatore Maranzano fossero poco realiste, per quanto qui romanzate (in realtà Maranzano fu ucciso dagli uomini di Lansky, socio di Luciano, che travestiti da agenti del Fisco lo freddarono nel suo ufficio di Park Avenue). Ho solo sottolineato l’aspetto citazionistico della vicenda (“devo andare al bagno”…).
Stesso discorso per la parte a Cuba (i trenini, i caffè in piazzetta, un paese che “sta cambiando” ed in cui si possono fare buoni affari, con Michael/Nucky che però si domanda se tumulti isolati dei ribelli non passano trasformarsi in qualcosa in più…), tutto molto bello ma, ad essere onesti, quasi impossibile, almeno per me, non coglierne l’omaggio. Non è una critica, attenzione, a me BE piace anche per questo, per le squisite citazioni gangster-nerd.
E anche sui rituali di iniziazione, mi trovo purtroppo costretto a chiarire l’equivoco: niente di strano ma, anche se non ci metterei la mano sul fuoco, credo che giuramenti di mafia non avvenissero in quell’esatto ed identico modo: se per ogni nuovo affiliato tutti i vecchi “soci” si affettassero ogni volta la mano, ho paura che dopo un po’ bisognerebbe passare alla pianta dei piedi. Credo che il “patto” si consumasse invece solo tra nuovo affiliato e cerimoniere, ma ripeto, potrei anche sbagliarmi.
guarda che hai confuso i due:
-Masseria ucciso mentre Lucky va in bagno, nello stesso modo della serie
-Maranzano ucciso dopo masseria con la famosa idea di travestirsi da poliziotto
infine lucky non è un nuovo affiliato, è già un uomo d’onore in quanto era già stato sotto masseria. ricordo che nel 1931 siamo alla fine della guerra castelammarese, finita proprio con l’omicido di masseria.
La scena che vediamo è l’ufficiale sottomissione di Lucky a Maranzano, non una cerimonia di affiliazione le differenze possono sembrare sottili ma sono enormi.
Scusasse… con i nomi dei non ricorrenti sono sempre stato un discreto disastro, tanto che, come sempre, mi tocca recuperarli dalla recensione ed anche in quel caso, non sempre li azzecco. Una cosa è sicura: smettiamola di andare a cercarli su Wiki o qui ci spoileriamo mezza stagione! 🙂
PS per Serialfiller: sì, un po’ sottotono anche Sutter, poi ne parliamo…
Daccordissimo con te Namaste. Ho pensato alle stesse cose quando ho visto la scena del bagno o dell’acqua o l’ambientazione cubana.
Non uccidetemi ma devo confessarvi una cosa: per la prima volta da quando guardo BE ho sbadigliato quasi fino ad addormentarmi durante la puntata…lo so sono un pazzo ma questo la dice lunga su quanto mi abbia preso questa premierè. Mi aspettavo mooolto di più a livello puramente narrativo. Impeccabile la regia, impeccabile l’atmosfera, impeccabili le citazioni e i rimandi storici ma a 7 puntate dal termine non abbiamo avuto scossoni, direzioni precise e sentori di una fine che sta arrivando. Da questo punto di vista mi ha molto deluso questa premiere e fa il paio con quella dei sons da cui mi aspettavo moolto di più (anche se restiamo nell’olimpo delle serie).
Ritmo fin troppo lento stavolta e sensazione di grande confusine nello spettatore secondo me. Considerando che ci sarà sicuramente una puntata Caponecentrica temo si stia temporeggiando un po troppo per scatenare l’inferno che tutti gustamente attendiamo
bella recensione.
un paio di idee però mi sembrano trascurate:
1)solo io ho avuto una forte sensazione di spaccatura? l’episodio cerca fin da subito di riallacciarsi con la scorsa stagione, ma solo a me dà l’idea di non riuscirci?
2)l’attentato a nucky: neanche un episodio e sappiamo già che nucky è in pericolo, chi sarà questo nemico? perchè non ci credo che sia stato un caso legato ai tumulti l’aggressione
infine: lucky è finalmente lucky, nell’arco di 7 anni è diventato un uomo d’onore che a breve formerà il meccanismo delle 5 famiglie, tutto ciò che gli accadrà nel corso della serie si andrà ad incastrare con la vicenda di Nucky. se in positivo o in negativo non si sa, certo sarebbe interessante vedere Nucky soccombere alle nuove generazione, in un epoca che non fa più per lui (viaggione mio).
p.s.
trattandosi della stagione finale sono inconsciamente certo di come finirà la serie.
Nucky ormai, solo, senza più potere e nessuno affetto come Micheal Corleone.
Questo perchè Eli, suo fratello per due volte lo ha tradito, Margaret lo odia, non ha figli, ma solo grandi perdite dentro il cuore. William, il nipote, si renderà conto di che persona è lo zio sulla sua pelle o sulla pelle di qualcuno che ama. Sally, che fino ad ora è la compagna più duratura, è troppo identitica a lui, entrambi hanno l’istinto ad “essere più furbi degli altri” e visto il loro campo lavorativo la tranquillità non è all’ordine del giorno. Ecco perchè prevedo che l’ultima goccia verso l’infelicità sarà la fine di Sally, ultimo tentativo di Nucky di cercare la stabilità familiare.
Enoch L. Johnson a cui si ispira il personaggio di Nucky finì in galera nel ’41 per la solita evasione fiscale e ne uscì nel ’45.
Il primo agosto del ’41 aveva sposato la trentatreenne Florence Osbeck, una ex showgirl ( lui, di anni ne aveva 58).
Visse con lei e il fratello fino al 1968 e morì in ospedale, non male per un gangster.
Non so come intendano liquidare Nucky ma il “vero” Enoch non finì affatto male.
Quanto a Rothstein fu ucciso in un agguato all’ ingresso dell’ hotel Park Central di New York per mano del giocatore d’azzardo George «Hump» McManus, pare per debiti di gioco.
Wiki non dice se per ordine di qualcuno o no.
avevo letto da qualche parte che masseria fosse sopettato poichè gli era d’ostacolo nel gioco d’azzardo e l’ebreo era cmq al canto del cigno.
Johnson e Thompson semplicemente non sono lo stesso personaggio, quindi possono benissimo finire la loro “vita” in maniera completamente opposta.
belle considerazioni.
Io credo che sia Meyers l’artefice dell’attentato. Infatti quella che lui saccia per sua moglie è in realtà una prostituta che non parla neppure inglese. La spaccatura tra le 2 stagioni è evidente. Non sono riusciti a trovare il collante e i flashback non hanno dato molto al personaggio di Nucky o almeno niente di funzionale al racconto. I flashback secondo me hanno avuto il compito di produrre un personaggio più romantico e meno duro di quel che abbiamo visto nelle prime 4 stagioni. nel tentativo di empatizzare con un personaggio che molto probabilmente farà una fine tragica.
Lucky luciano bene ma non benissimo, troppo citazionistico il suo passaggio e secondo me ancora troppo poco sanguinoso per diventare il boss. Ce ne saranno delle belle.
[Edit della redazione per evitare appaia lo spoiler in homepage]
Rothstein è morto?
Oh, mamma, non lo sapevo.
Quando lo dicono?
Mi è sfuggito.
Lo veniamo a sapere adesso o lo sapevamo già dall’anno scorso e io me lo sono scordato?
Mi spiace moltissimo, mi piaceva.
Quanto a Narcisse lo odio di cuore!
Perché Chulky è ai lavori forzati?
Anche questo me lo sono preso o l’ho rimosso.
Io ero rimasta che Richard gli ammazza la figlia per sbaglio.
Quanto alla puntata l’ho amata molto come amo molto tutto Boardwalk Empire soprattutto quando Nucky evita di perdere le bave, e la testa, dietro a una ballerina del cavolo (altro personaggio di cui ho applaudito la morte).
In generale non sopporto la stupidità degli uomini (vedi Chulky la stagione scorsa con l’altra, ennesima ballerina, che palle!).
Lo so, il mio è un commento di pancia, poco meditato, ma a me BE fa questo effetto, ci vivo dentro e partecipo e faccio il tifo.
Per Nucky, che volete, è un delinquente ma mi garba.
E anche per suo fratello che, dopo la galera, mi è diventato simpatico (prima lo trovavo odioso).
Che razza di commento!
Dovrei vergognarmi.
Farò meglio la prossima volta.
[Edit della redazione per evitare appaia lo spoiler in homepage]
rothstein muore nel 1928 ucciso per ordine di masseria o maranzano sinceramente non ricordo ma propendo per il primo.
Chalky non so perchè sia in galera, l’abbiamo lasciato la scorsa stagione che viveva nella casa del suo vecchio mentore con alcuni scagnozzi, avrà probabilmente continuato a gestire i soliti affari: alcool e scommesse e sarà stato arrestato.
giusto intervenire redazione!
c’è da dire che l’argomento in questione è un fatto storico, perciò fino a che punto si può definire spoiler? basta che uno va su wikipedia e lo scopre.
la mia è una questione più morale che un vero e proprio giudizio, non arrabbiatevi 🙂
Fatto storico o no BE non è un documentario dunque è preferibile che dicano sempre come e quando succedono le cose. La morte di AR è un fatto rilevante ed effettivamente viene dedicato un secondo alla sua morte. Chalky misteriosamente in catene. A me piace il mistero e piace il non detto però questi punti bui nella premiere sono davvero tanti ma son sicuro che alla fine avranno un senso.
Io ho trovato questa puntata meravigliosa, semplicemente meravigliosa. Mi trovo sostanzialmente d’accordo con la recensione di Sara (Sara, sei stata bravissima a capire ciò che durante la visione mi era sfuggito, ossia come la regia abbia evidenziato la contrapposizione tra Chalky e Nucky) tranne quando dice che questa puntata dà “un senso di forte continuità con la scorsa annata” (qui invece concordo con quanto dice Tuco nei commenti). Sapevamo, prima della visione, che ci sarebbe stato un salto temporale di ben sette anni; questo ha fatto sì che si percepisse un senso di rottura rispetto alle scorse stagioni (non di continuità), ci troviamo in una situazione dove le carte, per tutti i personaggi, sono state rimescolate (fateci caso, nessuno dei characters, ad esclusione forse di Margaret, si trova nella stessa condizione rispetto al finale dello scorso anno). Per il resto tutto funziona, come sempre, a meraviglia e la coppia Van Patten-Korder è stata grandiosa, soprattutto nel giocare sapientemente con la tecnica dei flashback.
Concordo. Ero molto scettico sull’utilità di questi flashback quando lessi un’intervista di Winter in cui diceva che in quest’ultima stagione avremmo visto anche le origini di Nucky, ma devo dire che è stato fatto un lavoro egregio (perfino a livello di casting hanno trovato un ragazzino che ho potuto immediatamente riconoscere come Nucky fin dal primo fotogramma in cui appare sullo schermo, nonostante la faccia di Steve Buscemi sia tutto tranne che anonima); inoltre, è sempre bello rivedere il boardwalk.
Per quanto riguarda la trama, non direi che non è successo nulla: il Proibizionismo è agli sgoccioli, Nucky sta cercando di comprarsi dei senatori e di ottenere un accordo in esclusiva con i cubani per rientrare immediatamente nel giro degli alcolici in maniera legale, Lansky (insieme a Luciano?) vuole farlo fuori ad occhio e croce per soffiargli l’affare, Chalky è fuori di galera e ora sicuramente andrà da Nucky per rintracciare Narcisse, Joe Masseria è morto e Luciano è ufficialmente diventato uno dei mafiosi più potenti di New York dopo l’accordo con Maranzano, Margareth cerca di coprire gli affari sporchi a cui si è data con Rothstein prima che questi venisse ucciso. Insomma, cos’altro avrebbero potuto metterci senza sprecare materiale per i restanti sette episodi, considerato che il triumvirato Capone-Van Alden-Eli, Gillian Darmody e Narcisse non si sono visti? Questa è stata probabilmente la premiere di BE più ricca di eventi di sempre, altroché. Non è stata lentamente introduttiva come nella norma, ma ci ha anzi dato parecchie linee guida sulla stagione (non dico di più perché ho visto pure il trailer, oltre a conoscere qualche fatto storico, quindi di più di quello che già si sa o che si intuisce sul futuro guardando questo episodio non ho intenzione di dire per evitare spoiler per chi non è interessato a leggerli).
Ci sono poi i due casi spinosi dovuti alla scelta di effettuare un salto temporale così pronunciato, ma in realtà quello che è stato fatto era una scelta obbligata date le condizioni di (ri)partenza. In particolare, sulla morte di AR c’è ben poco da fare: sono passati tre anni dall’evento e non è che normalmente uno si mette a discutere di un tizio che è schiattato tre anni prima citando con dovizia i particolari dell’accaduto. Dire di più di quello che si sono detti Nucky e Lansky avrebbe dato davvero di spiegone posticcio. Sappiamo che è morto, accogliamo tutti la notizia con dispiacere perché era un gran personaggio, malediciamo per trenta secondi l’HBO per aver ordinato la chiusura in maniera un po’ improvvisa e con un ordine ridotto di episodi – alzi la mano chi, conclusasi la quarta stagione, non avrebbe dato almeno altri due anni di vita alla serie – e amen (al massimo seguendo la vicenda di Margareth potremmo scoprire qualcosa in più, ma non è più essenziale ai fini del racconto). Per quanto riguarda Chalky, vale più o meno lo stesso ragionamento: che senso ha spiegare per filo e per segno come è finito in galera quando noi lo vediamo già in procinto di evadere? Sono passati sette anni dall’ultima stagione, mica tre mesi, e “shit happens”, citando Rick Grimes di The Walking Dead in uno dei rari casi in cui aveva ragione.
Io mi ritengo ampiamente soddisfatto e prevedo un bagno di sangue per il finale (Al Capone, Luciano e Lansky salvi per ragioni di fedeltà storica, ma gli altri, Nucky incluso, sono tutti in bilico). Meno sette puntate e diremo addio ad una delle serie migliori degli anni 2000. Solitamente sono contento quando finisce una serie perché quelle migliori non si trascinano per anni e anni dopo aver esaurito il materiale narrativo principale (in media cinque o sei stagioni bastano e avanzano), ma questo caso è diverso: Boardwalk Empire aveva ancora parecchio da dire, così come i suoi magnifici personaggi, mai noiosi e mai banali. Nonostante quest’amara considerazione (o constatazione?), sono sicuro che abbiano fatto un ottimo lavoro. Io, nel frattempo, mi siedo e mi godo lo spettacolo.
Ovviamente intendevi Franklin D. non Theodore quando parlavi del presidente (spero).
Comunque non condivido assolutamente il voto, puntata abbastanza disorientante annacquata da un flashback di cui non se ne sentiva affatto il bisogno. Inoltre le circostanze hanno portato a questo timeskip eliminando un sacco di roba da raccontare (i 7 anni trascorsi) e abbiamo a disposizione soltanto 8 puntate trovo criminoso perdere una puntata per mostrarci Chicago (che in questi anni è un tantino, eufemismo, cambiata).