
Il dubbio, sollevato qualche mese fa da Gracepoint, rimane: che senso ha riproporre una storia praticamente identica all’originale, cambiando solo la location? La domanda quindi la pone anche The Returned e la risposta (forse) ce l’abbiamo già dopo i primi due episodi.
Are you afraid of me?

La serie originale francese – e di conseguenza questo remake – puntava i riflettori sulle dinamiche sociali e sull’impatto devastante che può avere su di esse il ritorno di qualcuno che da tali dinamiche era uscito per sempre, ovvero la pesante presenza dei morti. La paura, lo shock, il sollievo o il terrore di rivedere qualcuno (figlia, fidanzato, fratello, assassino che sia) sono il cardine del racconto di questa serie: questi primi due episodi ci introducono nella vita di un paese di montagna – lo era anche quello francese, praticamente identico – dove la vita di chi è rimasto viene sconvolta dal ritorno di persone decedute anni prima.

Il problema è che, come spesso accade ultimamente, remake significa solo una cosa: copia-incolla di quanto già fatto in precedenza. È come se gli americani sentissero il bisogno di trasporre il già raccontato nella loro realtà, senza avere il coraggio (o la voglia?) di metterci del proprio. È quasi inquietante, per chi ha visto la versione francese, la somiglianza degli attori americani con quelli d’oltralpe, praticamente identici e speculari; ma soprattutto la perfetta sovrapponibilità di quasi tutte le scene – specie del pilot – quasi come se stessimo vedendo la stessa identica cosa.
I’m afraid of myself.

Trattare i ritornati come esseri umani e non come mostri della natura porta in primo piano una delle domande che ci pone questa serie: noi come ci comporteremmo se una delle persone che abbiamo perso bussasse alla nostra porta come se nulla fosse?

Come già si sapeva, il plot raccontato da The Returned è altamente intrigante: il problema rimane quello dei recenti remake, ovvero una copia carbone sostanzialmente identica all’originale e senza spunti nuovi, cosa che ne fiacca un po’ la riuscita, sommato anche a un casting che ha molto da invidiare all’originale francese. Se siete ancora all’oscuro di tutto e non avete visto Les Revenants, i consigli che possiamo darvi sono due: recuperare la serie francese oppure godervi The Returned, anche se qualcosa dal punto di vista stilistico viene perso di sicuro.
Rimaniamo quindi ancora una volta dubbiosi sulla scelta di riproporre una serie praticamente identica all’originale, con scene e inquadrature prodotte in modo pressoché identico. La domanda sorge quindi spontanea: ma ne vale davvero la pena?
Voto 1×01: 5½
Voto 1×02: 6
Nota:
– C’è anche un’altra serie che parla di una tematica identica: si tratta di Resurrection, tratta dal libro di Jason Mott “The Returned”.

ma hanno mantenuto la stessa colonna sonora? era una parte fondamentale della serie originale,un valore aggiunto per essere riduttivi
Ciao Antonio, purtroppo no, niente Mogwai: l’unica cosa che davvero valeva la pena riproporre identica.
Ovviamente no!!
Ho visto giusto l’ inizio, poi stop. Un remake indegno.
Davvero il casting – e la recitazione aggiungerei – hanno molto da invidiare agli originali francesi! Tutta l’atmosfera surreale è stata banalizzata, Lucy ad esempio da personaggio quasi angelico viene vista come ragazzetta volgare che “arrotonda”. Proprio un remake senza senso, avrebbero fatto meglio a doppiare la serie francese.
Ma il papà di Camille non è Jacob?? Perché per me sarà sempre Jacob, sorry dude!
Infatti ad un certo punto pensavo cominciasse a dire “They are coming” perdendo del sangue dalla bocca 😀
Però scusate: l’originale francese è un prodotto valido… se questo remake è identico all’originale (al netto delle splendide musiche dei Mogwai) e tecnicamente ben realizzato, allora non è anch’esso un prodotto valido per chi non ha mai visto l’originale?… (specie per il pubblico americano che non ha alcuna intenzione di sorbirsi una serie francese con sottotitoli)
Ciao Claudio, tecnicamente sì: infatti il nostro primo consiglio è quello di guardarsi la serie francese che è nettamente meglio.
Se poi uno non riesce proprio ad ascoltare il francese allora può provare con questo, sapendo però che perde molto… in primis la splendida colonna sonora. 😉