Crazy Ex-Girlfriend – The situation is a lot more nuanced than that 3


Crazy Ex-Girlfriend – The situation is a lot more nuanced than thatCW, musical, rom-com? Se vi è già venuta voglia di scappare, beh, possiamo capirvi.
Un’altra cosa che possiamo fare è spiegarvi come mai, invece, non dovreste: Crazy Ex-Girlfriend è una serie imperdibile, e lo è anche perché sa capovolgere le aspettative del pubblico in maniera intelligente e divertentissima.

.“She’s the crazy ex-girlfriend! – What? No I’m not!”

Crazy Ex- Girlfriend è in onda su The CW dal 2015 ma la sua anima network emerge (quasi) unicamente a livello produttivo, dato il formato di trasmissione classico diviso in due midseason (la prima parte della stagione d’esordio è iniziata a fine 2015 e si è conclusa nei primi mesi del 2016 per un totale di 18 episodi, mentre la seconda è iniziata a Novembre di quest’anno e si chiuderà a Febbraio 2017, 13 episodi in tutto). Per tutto il resto si tratta di uno show che di “convenzionale” ha ben poco, a cominciare dalla sua creatrice, produttrice ed interprete principale, Rachel Bloom, conosciuta soprattutto come cantante comica – il suo pezzo più famoso, per intenderci, si intitola Fuck Me, Ray Bradbury. Il personaggio a cui presta il volto (e la voce) è Rebecca Bunch, giovane avvocato newyorkese con una brillante carriera davanti e un buco nero d’infelicità che la consuma dall’interno. Il racconto prende il via nel momento in cui la donna si imbatte per caso nel ragazzo che frequentava durante il campo estivo (quindi ormai dieci anni prima) e decide di mollare tutto trasferendosi d’impulso a West Covina, l’anonima cittadina californiana in cui vive, appunto, il suo ex Josh. Questa, però, non è la storia di due star-crossed lovers che si ritrovano dopo tanti anni: il loro incontro non fa scattare alcuna scintilla e la scelta di partire è in realtà la reazione patologica di una donna illusa e depressa che immagina la sua vita come una specie di musical, in cui i discorsi con se stessa e le situazioni di difficoltà si trasformano in canzoni orecchiabili e motivetti ricorrenti. Crazy Ex-Girlfriend è quindi sì una commedia romantica, ma sperimentale ed auto-ironica perché rivisitata a partire dai suoi stessi topoi.

“She’s the crazy ex-girlfriend! – That’s a sexist term!”

Crazy Ex-Girlfriend – The situation is a lot more nuanced than thatI motivi ricorrenti della rom-com classica non sono semplicemente comodi artifici narrativi, ma anche il riflesso e il veicolo di una determinata visione del mondo e dell’amore romantico, una visione che in genere non corrisponde alla realtà effettiva delle relazioni interpersonali ma che può influenzarle in maniera spesso distruttiva. Rachel Bloom e la sua collaboratrice Aline Brosh McKenna partono da questa considerazione e ci costruiscono intorno uno show consapevole, acuto e femminista fino al midollo. Non si tratta, però, di satira (alle volte un po’ troppo facile) in stile Amy Schumer, ma innanzitutto di un lavoro attento di character development che esplora a fondo il mondo emotivo dei personaggi e riesce a liberarli dai ruoli ad essi tradizionalmente assegnati in maniera non soltanto divertente ma anche molto matura. Rebecca, a dispetto della sua fisicità da “donna comune” e del suo comportamento da “pazza”, ci viene presentata come un love interest credibile sia per il belloccio della storia sia per il suo amico sfigato, senza dare mai l’impressione che si tratti di una scelta politically correct inconsistente e forzata, ma piuttosto una soluzione ben inserita nel contesto di rapporti e motivazioni personali sviluppato approfonditamente dagli autori. Nell’immaginario che costruisce Crazy Ex-Girlfriend l’inclusività, quindi, è il mezzo, non il fine. Da questo punto di vista è significativo anche l’inserimento nella storia, non tanto sul piano della scelta in sé ma del modo in cui è gestita, di un “principe azzurro” di origini asiatiche per una volta non nerdy ( un “tipo” che la cultura pop snobba sistematicamente), o il quadro molto realistico che viene fuori dalla rappresentazione dei rapporti di coppia tra i personaggi secondari – come il matrimonio di Paula, l’amica di mezz’età di Rebecca, che rappresenta un’evoluzione più rispettosa e moderna dei classici stereotipi da sit-com. Crazy Ex- Girlfriend è perciò una serie senza dubbio femminista e illuminante ma anche e soprattutto un’eccellente opera di finzione nella misura in cui sa ragionare su e rielaborare l’immagine della donna (e dell’uomo) quasi senza che lo spettatore se ne accorga.

“She’s the crazy ex-girlfriend! – Can you guys stop singing for just a second?”

Crazy Ex-Girlfriend – The situation is a lot more nuanced than thatDicevamo della naturalezza con cui la serie gestisce i suoi temi portanti, ma la considerazione si può estendere anche alla disinvoltura con cui gli autori inseriscono i vari numeri musicali all’interno della storia. Ovviamente questa rimane comunque la dimensione in cui il registro parodico è maggiormente scoperto ed è sempre qui che inevitabilmente si concentrano i momenti più memorabili delle prime stagioni. Attraverso le canzoni, d’altra parte, Rachel Bloom può mettere a frutto la propria creatività senza alcun freno e giocare con generi e codici in assoluta libertà. Il risultato è geniale: ogni pezzo si rifà non soltanto ad una specifica dinamica relazionale da approfondire o magari prendere in giro ma anche ad un genere della tradizione e/o della parodia musicale, che viene interpretato in maniera quasi sempre superlativa. C’è ad esempio il pezzo in stile Supreme in cui si ironizza sullo stratagemma dei “dream ghost” (ovvero quei personaggi che appaiono in sogno ai protagonisti di un film o una serie per aiutarli a prendere una scelta difficile), la fantastica parodia pop punk che si occupa del mito della cool girl, l’esibizione da standing ovation in cui Rebecca si autocommisera di fronte ad un pubblico adorante, la ballad anni ‘80 dedicata all’orgoglio o ancora l’applicazione dell’abstract symbolism à la Beyoncé alle fantasticherie della mente femminile. Quasi tutte le canzoni sono piccoli capolavori meta che vorrete rivedere e riascoltare all’infinito, spassosi anche presi a sé stante ma straordinari se calati nel contesto dello sviluppo dei personaggi e della trama.

“They say love makes you crazy/ therefore you can’t call her crazy/ ‘cause when you call her crazy/ you’re just calling her in love”

Crazy Ex-Girlfriend – The situation is a lot more nuanced than thatCrazy Ex-Girlfriend, in ultima analisi, è una serie sulla cultura pop e il rapporto che noi, persone comuni, abbiamo con gli ideali che ci propina – dall’amicizia all’amore e all’immagine di noi stessi. Già a partire dalla sigla (che cambia ad ogni stagione, per adattarsi all’evolversi della storia) espone le contraddizioni del sistema ma anche e soprattutto del nostro modo di approcciarlo. Rebecca non è una stupida, ma una donna acculturata ed intelligente che spesso si rende conto della follia delle sue azioni, ma non riesce comunque a trovare il proprio equilibrio indipendentemente da un modello preconfezionato di amore e realizzazione personale. Lo show ci sfida innanzitutto ad entrare in questa mentalità e solo dopo ci aiuta a capire come uscirne: per farlo sfrutta sapientemente i meccanismi tipici delle commedie romantiche portando anche lo spettatore a sperare in soluzioni soltanto all’apparenza alternative, ma in realtà canoniche del genere e quindi non per forza autentiche o desiderabili rispetto al singolo percorso evolutivo dei personaggi.

Siamo tutti Rebecca Bunch, potremmo anche dire, ed è proprio qui che la creatura di Rachel Bloom fa il salto di qualità, distanziandosi da prodotti pur interessanti ma in fondo superficiali (quali ad esempio il nuovo Search Party) e allacciandosi piuttosto a quelle comedy che lavorano sullo stereotipo dall’interno e con il cuore, come la meravigliosa Community. Al pari della serie di Dan Harmon, Crazy Ex-Girlfriend si sporca le mani immergendosi nella materia che vuole trattare, la maneggia con cura, la smonta e poi la rimonta con la sicurezza e l’affetto di chi non solo la conosce ma anche e soprattutto la ama. E non potrebbe essere altrimenti, vista la straordinaria competenza con cui gli autori rielaborano i topoi della rom-com e della narrativa tv in generale, riuscendo anche ad impacchettare il tutto in una godibilissima confezione musicale che vanta segmenti di pura genialità e performance incredibili da parte di tutto il cast.

Crazy Ex-Girlfriend – The situation is a lot more nuanced than thatNon c’è molto da aggiungere: per quanto possa suonare assurdo, in Crazy Ex-Girlfriend – una commedia musicale in onda su un network generalista famoso per produzioni di dubbia qualità – troverete tutto ciò che ha reso interessante la televisione contemporanea (scrittura di alto livello, performance stellari, capacità di (auto)riflessione e rielaborazione del genere) unito ad un punto di vista originale e moderno.

Più che un piacere, insomma, recuperarla è quasi un dovere.

 

Informazioni su Francesca Anelli

Galeotto fu How I Met Your Mother (e il solito ritardo della distribuzione italiana): scoperto il mondo del fansubbing, il passo da fruitrice a traduttrice, e infine a malata seriale è stato fin troppo breve. Adesso guardo una quantità spropositata di serie tv, e nei momenti liberi studio comunicazione all'università. Ancora porto il lutto per la fine di Breaking Bad, ma nel mio cuore c'è sempre spazio per una serie nuova, specie se british. Non a caso sono una fan sfegatata del Dottore e considero i tempi di attesa tra una stagione di Sherlock e l'altra un grave crimine contro l'umanità. Ah, mettiamo subito le cose in chiaro: se non vi piace Community non abbiamo più niente da dirci.


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3 commenti su “Crazy Ex-Girlfriend – The situation is a lot more nuanced than that

  • FILIPPO

    Bravissima Francesca, hai colto in pieno tutto quello che questa meravigliosa serie è capace di trasmettere episodio dopo episodio. Aspettavo un articolo del genere viste le sorprendenti nomination ai Seriangolo Awards, e non potevo chiedere di meglio.

    Crazy Ex-Girlfriend e Jane the Virgin sono due fra le serie (non comedy, non dramedy: serie) migliori che si trovano oggi nel panorama televisivo, non solo della CW, e che si sono dimostrate all’altezza di prodotti complessi e sofisticati tipici della tv via cavo americana, nonostante il titolo e il concept poco attraente.

    Ci sarebbe tanto altro da dire, ma consiglio di vivere l’esperienza, vedendola, e basta. Eccellente.

     
  • Attilio Palmieri

    Complimenti Francesca, ottima recensione per una delle serie più sorprendenti del 2015/2016. A conferma della qualità di molte delle recenti produzioni CW, tra cui la splendida Jane The Virgin, rispetto alla quale mi associo agli elogi di FILIPPO.