The Americans – 5×07 The Committee on Human Rights


The Americans - 5x07 The Committee on Human RightsMatthew Rhys torna a dirigere dopo il bellissimo “The Magic of David Copperfield V: The Statue of Liberty Disappears” e, attraverso un uso generoso del campo e controcampo, ci accompagna lungo tutto l’episodio fino all’addio di Gabriel e, soprattutto, nell’animo dei protagonisti.

Ultimo frutto del raffinato lavoro di ricerca stilistica che ha reso The Americans una delle serie più importanti degli ultimi anni, “The Committee on Human Rights” è innanzitutto un “gioco di sguardi”: regia e prove attoriali, come sempre minuziose e eccellenti, fanno la maggior parte del lavoro e raccontano con gli occhi dei personaggi gli effetti che certe missioni, rivelazioni e sacrifici hanno su di essi. A differenza dello spettatore, però, alcuni di loro non sono sempre in grado di interpretare – o comunque fare i conti con – i segnali che si lanciano, più o meno consapevolmente, l’un l’altro.

I didn’t think he was like that.

Il discorso è valido soprattutto per i coniugi Jennings, che sono sempre più in difficoltà nella gestione delle proprie fonti (a cui va aggiunta, tristemente, anche Paige). Elizabeth, ad esempio, “legge” male il comportamento di Stobert ed è una sconfitta, una ferita nell’orgoglio, che brucia a livello personale quanto e forse di più che sul piano professionale. Anche Philip deve fare i conti con un interlocutore che non sembra rispondere positivamente alle sue tecniche di avvicinamento, anzi è proprio Deirdre a prendere in mano la situazione e studiarne a sua volta mosse ed intenzioni  – riuscendoci anche piuttosto bene.
È quasi come se, negli ultimi tempi, i due fossero diventati sempre più simili al “Centro”: troppo presi da piani e strategie per comprendere davvero le sfumature, lo sforzo e le difficoltà che ci sono dietro la costruzione e la coltivazione di rapporti umani almeno all’apparenza genuini. La relazione con la loro stessa figlia, d’altra parte, è diventata un lavoro da organizzare con lucida rigidità, un continuo esercizio di cautela e distorsione della realtà che perde sempre più senso ogni giorno che passa, come sa bene un Gabriel troppo stanco per portarlo avanti un minuto di più. Le difficoltà nel conoscere davvero e farsi strada nel cuore (e non soltanto nel letto) delle due ignare fonti di Topeka fanno dunque il paio con gli ostacoli che i Jennings si trovano di fronte nel tentativo di comprendere quanto Paige sta passando veramente e intervenire per aiutarla, da genitori e non da spie.

It’s like a million times worse than that, dad. I felt that way before any of this.

The Americans - 5x07 The Committee on Human RightsUna bravissima Holly Taylor ci racconta con delicatezza questo dolore, lo stesso che Elizabeth è troppo miope per vedere e Philip troppo limitato (dalle circostanze) per alleviare. Non si tratta soltanto di un amore adolescenziale a cui è costretta a rinunciare, ma della consapevolezza che queste rinunce – nonostante le parole, per altro non sincere, di Philip – saranno sempre più grosse e più difficili da affrontare. Paige, pur facendone tesoro, ha già capito che i consigli di Pastor Tim, le lodi di Gabriel o la lettura di Marx non l’aiuteranno poi così tanto a sopportare meglio il sacrificio a cui è stata chiamata suo malgrado; un sacrificio che, al contrario, le sembrerà col tempo ancora più inutile, perfino sbagliato, proprio come sta succedendo a suo padre e a quella che è la figura più vicina ad un nonno che potrà mai avere.

I doubt we’ll ever see each other again.

Proprio questo legame, così simile a quello che unisce genitore e figlio, è al centro dell’ultima sequenza della puntata. In fondo, nonostante i loro “ups and downs“, le due spie sono sempre stati personaggi (e persone) affini, forse incapaci di comunicare davvero ma perfettamente in grado di riconoscere nell’altro la stessa insofferenza e la stessa umanità. Non a caso, mentre l’addio per Elizabeth è pieno di tenerezza ma allo stesso tempo molto più costruito, nel confronto con Philip non ci sono sovrastrutture, non c’è alcun briciolo di speranza per il futuro né di compiacimento per il passato. Senza abbandonarsi a manifestazioni d’affetto che risulterebbero del tutto fuori luogo ed out of character, i due uomini si parlano con intimità e rispetto – o almeno quello che potremmo definire, viste le circostanze in cui è nato e cresciuto il loro rapporto, un surrogato relativamente convincente. Gabriel capisce esattamente cosa sta passando la sua controparte ed è forse questa consapevolezza, tra le altre cose, a spingerlo verso il “pensionamento”. Tuttavia sceglie fino alla fine di onorare il proprio ruolo e non svelare il segreto di Mischa – proprio come farebbe, a ben vedere, lo stesso Philip, che nonostante le sue crisi di fede non ha comunque mai ignorato le direttive del Centro. Quello che si concede, invece, è la libertà di dare voce ad un’opinione personale pesantemente sofferta, che suona più come un rimpianto che un consiglio.
Perché se da un ruolo del genere non si può mai scappare davvero, lo stesso vale anche per ciò che ci si porta dentro nonostante, e insieme, ad esso.

If we’re honest she will know she can trust us.

The Americans - 5x07 The Committee on Human RightsQuest’ultimo briciolo di umanità, per quanto corrotto dal peso delle circostanze, è quasi una boccata d’aria fresca in un episodio in cui tutti i personaggi non fanno che allontanarsi dai propri affetti (Oleg, Paige) e in cui ci ritroviamo sospettosi anche nei confronti di un legame all’apparenza innocente e disinteressato (Renee). Nemmeno Stan è estraneo a queste dinamiche, insomma, sebbene lo sia suo malgrado. L’unico protagonista a non aver rinunciato ad un’idea dei rapporti umani non soltanto strumentale, quasi ingenua se vogliamo – come dimostra la sua sincerità, forse eccessiva, nei confronti di Sofia – potrebbe essere l’ennesima cavia del KGB; il suo sguardo di gratitudine per le domande (interessate?) di Renee ci spezza il cuore, anche se non abbiamo gli strumenti per sapere se i nostri timori siano davvero fondati.

“The Committee on Human Rights” è un episodio densissimo, non certo a livello di eventi (è pur sempre The Americans) ma piuttosto sul piano dell’impatto emotivo. La partenza di Gabriel lascia i personaggi della serie ancora più soli, sempre meno umani, schiavi di un concetto di  “sacrificio” di cui Paige è il simbolo più vero e straziante. Osserviamo impotenti l’apatia di Philip – che nasconde goffamente una rabbia impossibile da reprimere –, la facciata di sicurezza di una Elizabeth incapace di cogliere i segni del disastro che li attende e, infine, la quieta disperazione della loro primogenita: è forse inutile ripeterlo, ma il quadro dipinto da quest’ultima stagione è sempre più cupo, più asfissiante e più doloroso, per gli spettatori come per i personaggi.

Voto:8

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Informazioni su Francesca Anelli

Galeotto fu How I Met Your Mother (e il solito ritardo della distribuzione italiana): scoperto il mondo del fansubbing, il passo da fruitrice a traduttrice, e infine a malata seriale è stato fin troppo breve. Adesso guardo una quantità spropositata di serie tv, e nei momenti liberi studio comunicazione all'università. Ancora porto il lutto per la fine di Breaking Bad, ma nel mio cuore c'è sempre spazio per una serie nuova, specie se british. Non a caso sono una fan sfegatata del Dottore e considero i tempi di attesa tra una stagione di Sherlock e l'altra un grave crimine contro l'umanità. Ah, mettiamo subito le cose in chiaro: se non vi piace Community non abbiamo più niente da dirci.

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