Better Call Saul – 3×10 Lantern 20


Better Call Saul – 3x10 LanternCos’è quella luce in fondo al tunnel? L’alba di una nuova rinascita per i protagonisti della serie oppure i fari di un treno in corsa? È intorno a questo concetto che si muove il finale della terza stagione di Better Call Saul, a partire dall’immagine della lanterna che apre, chiude e dà il titolo a questo intenso epilogo.

L’immagine di un tunnel con una luce al fondo costituisce una sintesi perfetta non solo dello scioglimento di questo finale di stagione ma anche dell’intera serie. Better Call Saul nasce infatti come uno show a direzionalità forte, un racconto che sceglie in maniera arbitraria il suo punto d’inizio, conoscendo già quello d’arrivo. Questo tipo di rigidità è però messa in discussione sin dal pilot in cui nel segmento in bianco e nero si fa conoscenza con una temporalità non definita, che potrebbe essere successiva ai fatti di Breaking Bad, spostando quindi la parola fine dell’universo narrativo più in là di quanto sappiamo. La terza stagione di Better Call Saul ha portato avanti con intensità la fusione progressiva con la serie madre, dando sempre più la sensazione di rigettare le distinzioni tra i due prodotti, sia per una sostanziale continuità di autori e maestranze, sia per un mondo ormai totalmente condiviso, che solo a seconda dei personaggi analizzati e delle prospettive da cui è raccontato assume differenti tonalità.

Jimmy this is what you do. You hurt people. Over and over and over.

Better Call Saul – 3x10 LanternÈ sull’asse Jimmy-Chuck che hanno preso forma alcune delle principali maglie narrative di Better Call Saul in queste tre stagioni, è su loro rapporto che con un potente cliffhanger si è chiuso lo scorso season finale ed è sempre su di loro che, quasi inevitabilmente, si conclude la terza annata. Dopo uno sviluppo graduale e cadenzato con precisione millimetrica, il personaggio di Chuck ha dimostrato di poter competere a testa alta con il protagonista, sia per complessità emotiva e caratteriale che per importanza all’interno dell’economia narrativa della serie. Solo a partire da questa affine statura può essere analizzata la rivalità tra i due fratelli, che per tre stagioni abbiamo visto ingannarsi, riconciliarsi (realmente e, più spesso, per finta), proteggersi, tradirsi, ferirsi e vendicarsi vicendevolmente, scoprendo volta dopo volta una faccia in più delle loro magmatiche personalità.
Nonostante il tragico e magnifico finale, è nella parte centrale che si concretizza il climax narrativo stagionale in merito al rapporto tra i due. Il faccia a faccia tra Jimmy e Chuck è devastante e ha conseguenze di enorme entità per entrambi. Sono l’orgoglio, la paura, la fragilità, il rimorso a governare il dialogo, con Jimmy che cerca di riparare ai tanti errori commessi e per una volta di prendersi cura del fratello in difficoltà, mentre Chuck reagisce con smisurata aggressività verbale e al contempo con una spiazzante sincerità che annichilisce completamente Jimmy. Quest’ultimo si trova davanti a uno specchio in cui vede per la prima volta la deformità della propria immagine, riconoscendo nelle parole del fratello la propria ipocrisia, la propria natura irrimediabilmente fallace e il costante autoinganno che ogni volta lo porta verso sterili percorsi di redenzione. Gli effetti di questo confronto sono disastrosi e per Chuck addirittura mortiferi: proprio nel momento in cui stava emergendo dalle spire della malattia viene risucchiato dall’orgoglio, finendo in un vortice di paranoia che lo porta a perdere completamente il controllo, distruggendo l’appartamento in una scena che cita il meraviglioso finale di La conversazione di Francis Ford Coppola.

The answer is always the good stuff.

Better Call Saul – 3x10 LanternImmaginiamo Jimmy McGill come il vertice di un triangolo isoscele i cui estremi della base sono rappresentati da Chuck e Kim. Se per quanto riguarda il primo si è detto tanto ed è ormai chiaro che l’articolato legame che li unisce sia una delle principali direttrici narrative della serie, di Kim non si dice mai abbastanza. Il suo ruolo all’interno dell’economia narrativa di Better Call Saul è cruciale, così come la sua funzione nello sviluppo del protagonista, perché soprattutto inizialmente, in quanto personaggio secondario, il personaggio interpretato in maniera eccellente da Rhea Seehorn, come Chuck, aveva l’obiettivo di lavorare al servizio del principale e già noto Jimmy. Tuttavia con la seconda stagione Kim si afferma come un anello insostituibile della catena della serie, capace di reggere quasi da sola interi episodi e a cui Gould e Gilligan donano un approfondimento ammirevole.
Nonostante ciò che si è detto a proposito del legame tra il finale della stagione e i fratelli McGill, a ben vedere anche la figura di Kim è profondamente influenzata da quell’epilogo. La donna subisce impotente e inconsapevole il gesto prevaricatore (per quanto protettivo) di Jimmy, dopo il quale per entrambi si innesca una sequenza di eventi a cascata difficilmente arginabile. Il lavoro degli autori è meticoloso nel far emergere i valori di Kim, la quale è permeata da un amore per il protagonista che fa rima con affidabilità, rispetto e complicità. I due riescono a riemergere insieme dopo l’arresto di Jimmy e a risollevare allo stesso tempo la loro vita e la loro relazione. Da Gilligan e Gould non vengono nascoste nemmeno le fragilità della donna, tra cui la tendenza a caricarsi di ogni problema, a non riconoscere i propri limiti e il valore del riposo che la portano allo schianto che chiude il nono episodio. Proprio in quel momento, ferita e in difficoltà, Kim trova Jimmy al suo fianco e la stagione si chiude nel segno della loro intesa. Teniamoci stretta questa sensazione a lungo, perché potrebbe non andare sempre così bene.

No, no! Salamanca did! Salamnca money! Salamanca blood!

Better Call Saul – 3x10 LanternBetter Call Saul è una serie che ha tantissimi pregi, tra cui una regia eccezionale, una scrittura sempre attenta a far emergere le parti più intime dei personaggi non rinunciando mai ad essere avvincente e avendo il coraggio di prendersi tutto il tempo necessario,  attori perfetti in ogni ruolo e una serie di temi dalla portata universale. Tuttavia sarebbe ingenuo e forse un po’ miope non riconoscere che la serie tragga parte dei suoi meriti dalla derivazione da Breaking Bad. Ciò non vuol dire, attenzione, metterla in secondo piano rispetto alla serie madre, anzi, significa considerarla come un’evoluzione di quel mondo, sottolineando così la capacità degli autori di inventare tra le pieghe di un universo narrativo che già forniva importanti punti di riferimento.
Il modo con cui Gilligan e Gould hanno deciso di fondere le due serie è sintetizzato sostanzialmente dalla figura di Mike, personaggio dal quale per gemmazione vengono presentate una serie di figure ponte che in questa stagione hanno contribuito alla definitiva integrazione tra le due serie. La solitudine di Chuck trova un parallelo perfetto in quella di Hector Salamanca, il quale come il maggiore dei McGill è stato per anni uno dei dominatori nel suo campo, ma attualmente per orgoglio e vanità non riesce più a leggere i cambiamenti del proprio tempo e finisce per soccombere. In un mondo privo dei valori di una volta ciò che emerge e che affonda Salamanca è il tradimento, in particolare quello con il quale Nacho si fa strada nel mondo della criminalità avvicinandosi a Gus. La fine della terza stagione ci consegna anche il malore di Hector, che molto probabilmente ce lo restituirà sulla sedia a rotelle così come l’abbiamo conosciuto.

– Fight the good fight, change the world?
– Yeah, didn’t you?
– That was more Chuck’s thing.

Better Call Saul – 3x10 LanternA bocce ferme la terza stagione di Better Call Saul dimostra di essere uno dei vertici della serialità televisiva contemporanea, sia dal punto di vista narrativo sia da quello stilistico, raggiungendo una perfezione e una pulizia davvero cristalline. Come già anticipato, uno dei principali punti di forza risiede nella costruzione dei personaggi secondari, tra cui spicca quest’anno quello di Chuck, uno dei ritratti della malattia mentale più acuti, equilibrati e complessi espressi dalla serialità contemporanea, amplificato dal fatto che non si tratta del protagonista (un ruolo che ha spesso usato la malattia come strumento per creare profondità), ma di un carattere teoricamente laterale alla storyline principale.
La componente più innovativa della serie è però costituita dalla sua punta di diamante, Jimmy McGill, che episodio dopo episodio si fa sempre più sfaccettato, multiforme e complesso, arrivando in questa stagione a mostrare un ventaglio di sfumature amplissimo (aiutato dalla varietà interpretativa di Bob Odenkirk) a cui nessun di Breaking Bad si è mai avvicinato . Se lì i personaggi erano epici, degli (anti)eroi con grandi poteri, grandi responsabilità e autori di altrettanto imponenti errori, in Better Call Saul invece si lavora di cesello, analizzando la complessità del quotidiano con eccezionale raffinatezza, mettendo allo scoperto quel crogiolo di sensibilità, di registri e di emozioni che caratterizzano il protagonista della serie. Jimmy McGill è senza dubbio uno dei personaggi più complessi della televisione contemporanea, un protagonista che si smarca con intelligenza dal modello ormai usurato dell’antieroe (di cui Walter White costituisce uno degli esiti più compiuti) per dar vita a una figura maschile moderna e di elevatissimo spessore in tutte le sue contraddizioni, costruita non a caso proprio a partire da un comedian character.

La regia di Peter Gould e la sceneggiatura di Gennifer Hutchison chiudono una stagione di altissimo livello con un season finale che non dimentica nulla, concludendo alla perfezione la traiettoria narrativa di Chuck e sviluppando il discorso sul narcotraffico che l’anno prossimo dovrebbe vedere (il condizionale è d’obbligo perché la serie non è stata ancora rinnovata) una centralità maggiore di Gustavo Fring.

Voto episodio: 9
Voto stagione: 9

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Informazioni su Attilio Palmieri

Di nascita (e fede) partenopea, si diploma nel 2007 con una tesina su Ecce Bombo e l'incomunicabilità, senza però alcun riferimento ad Alvaro Rissa. Alla fine dello stesso anno, sull'onda di una fervida passione per il cinema e una cronica cinefilia, si trasferisce a Torino per studiare al DAMS. La New Hollywood prima e la serialità americana poi caratterizzano la laurea triennale e magistrale. Attualmente dottorando all'Università di Bologna, cerca di far diventare un lavoro la sua dipendenza incurabile dalle serie televisive, soprattutto americane e britanniche. Pensa che, oggetti mediali a parte, il tè, il whisky e il Napoli siano le "cose per cui vale la pena vivere".


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20 commenti su “Better Call Saul – 3×10 Lantern

  • Marcosmico

    Gran bella recensione e gran bella stagione! Scivolata via in un attimo. Speriamo sia un continuo crescendo come lo è stata Breaking Bad!

     
  • Writer

    “La terza stagione di Better Call Saul ha portato avanti con intensità la fusione progressiva con la serie madre, dando sempre più la sensazione di rigettare le distinzioni tra i due prodotti”. Sono insieme d’accordo e in disaccordo con questo passaggio. D’accordo perché, in effetti, “Better Call Saul” si sta un po’ per volta fondendo con “Breaking Bad”, sia come stile, sia come evoluzione narrativa (con una partenza “lenta” che progressivamente accellera). In disaccordo perché “Breaking bad” è stata una delle opere in assoluto più alte della storia della serialità e ha toccato vertici di tensione drammatica che BCS oggettivamente non ha raggiunto, così come una gestione impeccabile dei personaggi e della narrazione a cui BCS tende, ma che non ha ancora fatto proprie. Sicuramente BCS è uno dei migliori spin off mai realizzati, ma vive, in qualche modo, di luce riflessa.

     
    • Attilio Palmieri L'autore dell'articolo

      Ciao Writer! La grande differenza naturalmente è quella dell’originalità della materia trattata: Breaking Bad inventa una storia dal nulla, mentre Better Call Saul, in quanto spin off, si appoggia su un universo preesistente. Questo però secondo me non deve essere lo strumento per un giudizio di valore, perché tale differenza mette in evidenza due specificità molto diverse: se BB viene giudicata anche in quanto racconto nuovo, originale e spiazzante, BCS invece può essere valutata anche per quanto riesce a utilizzare il materiale narrativo già dato (cosa che non può accadere per BB). Sotto quest’ottica ciascuna delle due serie ha un privilegio che l’altra non possiede, che mette in luce le specificità principali delle due serie.
      Fuori da questo discorso, quando parlo di fusione faccio riferimento al completamento di un processo che è in corso dall’inizio di BCS, perché in fondo più andiamo avanti più è chiaro che BCS non è come BB, bensì è BB (e viceversa). Si tratta dello stesso universo narrativo, degli stessi autori e della stessa produzione, di un racconto che assume tonalità differenti a seconda della prospettiva assunta dall’istanza narrante e dei personaggi su cui si concentra.
      Il confronto tra le due serie da un punto di vista testuale è molto interessante e personalmente non ci vedo una differenza qualitativa in favore di BB, anche perché per un confronto onesto vanno paragonate le prime tre stagioni di BB con le prime tre di BCS e, sarà l’esperienza maggiore di Gilligan e Gould, sarà un universo più ampio e sfaccettato, devo dire che la perfezione e la pulizia di questa stagione di BCS è davvero notevole.

       
      • Writer

        Nel risponderti, prova a fare riferimento anche ai romanzi e ai racconti che ho pubblicato e che sono, pur nelle loro differenze, percorsi dallo stesso “sapore”.
        Se io scrivo uno spin off di un’opera (sceneggiatura, libro, opera teatrale) certamente sono avvantaggiato dal disporre di un materiale narrativo a cui fare riferimento, ma non posso sostenere la tesi complementare, vale a dire che l’opera originale non possiede il privilegio di rielaborare una materia già trattata. Per definizione, un’opera originale è una produzione nuova. Ciò costituisce un valore, non un limite e mi pare una fallacia logica sostenere che “ciascuna delle due serie ha un privilegio che l’altra non possiede”. In altri termini, BB è il sole e BCS il pianeta che gli orbita intorno.
        Inoltre, quando si propone uno spin off, si hanno diverse scelte a disposizione. Quella, a mio giudizio, migliore (ma è ovviamente materia opinabile) è discostarsi dalla serie-madre, mantenendo però il “sapore”, l’humus, le scelte stilistiche di fondo. Come fa un pittore quando dipinge tele diverse, ma accomunate dal proprio stile. Volersi fondere con BB, invece, è un’operazione impossibile e velleitaria. Manca l’intensità drammatica, la tensione narrativa, gli interpreti principali, manca soprattutto quel clima di tragedia moderna che impregnava tutta l’opera originale. La scelta migliore, a mio parere (anche se non si tratta di uno spin off) è quella di “Fargo”: stessa ambientazione, stesso retrogusto, stesso humour macabro e dissacrante, ma storie diverse.

         
        • Attilio Palmieri L'autore dell'articolo

          Rispetto il tuo punto di vista ma non lo condivido. Il mio discorso sui privilegi è abbastanza oggettivo e riguarda i margini d’azione creativi dei due prodotti e i pro e i contro che li caratterizzano. BB effettivamente non può dialogare in maniera relazionale con un universo preesistente, così come BCS non può ragionare in termini di assoluta originalità.
          Io non credo che in merito agli spin off ci sia una scelta migliore di altre, credo piuttosto che ci siano diversi metodi. Gilligan e Gould ne hanno scelto uno e mi pare stiano andando nella strada giusta. Sui personaggi e sulla narrazione di BCS la pensiamo in maniera opposta e non mi dilungo più di tanto perché ne ho parlato in questa e in altre recensioni. Se non c’è la tragedia che c’era in BB è perché questo tipo di racconto lavora su altre tonalità. Quello di Fargo è un discorso molto diverso perché, come tu stesso sostieni giustamente, non si tratta di uno spin off.

           
    • magicblack

      Assolutamente in disaccordo con la tua seconda analisi. Better Call Saul viveva di luce riflessa di Breaking Bad forse nella prima stagione. Ma dalla seconda ha iniziato a brillare di luce propria, e che luce! A modo suo, anche Better Call Saul, inoltre, ha avuto i suoi picchi di drama. È solo un drama diverso da Breaking Bad, lì c’era un drama fortemente influenzato da una parte crime. E anche in Better Call Saul non si può dire proprio nulla della gestione dei personaggi, della narrazione, della fotografia.

       
      • Writer

        Punti di vista. A me pare che BCS, pur essendo una buona proposta, non si avvicini neanche all’intensità di BB, né al crescendo drammatico della serie madre. Il conflitto tra i fratelli è ben narrato nelle sue sfaccettature, i personaggi sono ben tratteggiati e ottimamente interpretati, ma manca quell’aura di tragedia moderna che aleggiava su BB e che l’ha reso una delle fiction in assoluto migliori. Le venature “comedy” di BCS sono divertenti, si seguono bene, ma, sotto il profilo dell’efficacia narrativa, BB è inarrivabile. Inoltre, si sente la mancanza di un attore straordinario come Bryan Cranston, Il suo Walter White è entrato di diritto tra i miti della serialità contemporanea. Se dovessi esprimere una valutazione numerica (sempre riduttiva e influenzata dalla sensibilità di chi guarda) darei a BB un rotondo 9, 5 (10 è la perfezione e non è di questo mondo), mentre BCS merita un 7, 5, forse 8 se gli sviluppi manterranno le suggestioni fin qui disseminate.

         
        • magicblack

          Totalmente in disaccordo con quanto dici, ma è stato un piacevole scambio di punti di vista. Concludo dicendo che non vedo come si possano negare le interpretazioni magistrali di Bob Odenkirk, Rhea Seehorn e Michael McKean. Credo che il tuo sia più un ragionamento fatto con il cuore piuttosto che con la testa. O forse sono io che mi sono affezionato troppo a questa serie. Chi lo sa 😛

           
  • Setteditroppo

    E Writer ha toccato il punto: luce riflessa. E si poteva evitare. Mannaggia a Gilligan! E mannaggia anche a noi! Noo, purtroppo l’integrazione non sta riuscendo se non nel numero dei vecchi personaggi coinvolti, anzi, continua ad essere una zavorra che non consente a questa serie di vivere di luce propria come meriterebbe e come ha dimostrato in più di un episodio di saper fare. Ricordo che all’inizio si discuteva su che tipo di serie doveva essere, ricordate? commedia o dramma o metà e metà. Io credo che i nostri amatissimi autori abbiano ceduto al sentimento, alla nostalgia, a noi appassionati; e invece di tendere un filo ideale con la serie madre solo attraverso l’estetica, l’ambientazione, la parabola umana, e qualche cameo… abbiano voluto un legame più stretto finendo con lo strutturare una serie nella serie, una storia parallela, di genere crime, ma inevitabilmente con caratteri privi della benché minima evoluzione o variazione (ad eccezione di un personaggio secondario in BB, Nacho, che qui ruba la scena anche a Mike battendo di misura la mia lampada da scrivania per intensità espressiva del volto, spesso ripreso generosamente in primo piano), e decisamente inferiore per originalità di scrittura al racconto principale e senza la quale oggi parleremo di una seconda serie capolavoro di Gilligan, questa volta nel genere della commedia drammatica!
    P.S. Ma perché uno spazio maggiore dato a Fring dovrebbe dare un valore aggiunto a questa serie, se gli autori hanno dato il meglio proprio quando si sono allontanati da quel mondo lì?

     
    • Attilio Palmieri L'autore dell'articolo

      Ciao Setteditroppo! Secondo me vediamo Better Call Saul da due punti di vista molto diversi e credo che tu stia chiedendo alla serie qualcosa che non può darti, rischiando però di non apprezzare abbastanza ciò che invece ti sta dando. BCS si muove con estrema consapevolezza in un universo parzialmente conosciuto dagli autori e dagli spettatori e su questo lavora di cesello adottando i meccanismi della suspense e giocando sulla differenza tra ciò che sanno gli spettatori e ciò che sanno i personaggi. La presenza di Fring nell’universo narrativo è una delle più pesanti di tutte e in vista dell’anno prossimo immagino che la sua importanza crescerà sempre di più, anche perché le temporalità di BB e BCS iniziano ad avvicinarsi e quindi le linee narrative dei personaggi che (in parte) conosciamo vanno verso la collisione.

       
      • Setteditroppo

        Mi sa che hai ragione, mi aspettavo qualcosa di diverso, che il racconto evolvesse verso una maggiore unitarietà e invece è accaduto il contrario e in questa terza stagione non me ne sono visto bbbene, cmq ripagato dai tanti picchi di scrittura che la serie continua ad offrire. Eh ma resto dell’idea che senza la parte crime la serie diventerebbe ancora più godibile????

         
    • magicblack

      Sicuro di aver visto davvero Better Call Saul in questi anni e non una sua lontana parente? Che poi parli di evoluzione e variazione dei personaggi, ma perché, Walter e Jesse hanno avuto una grande evoluzione/variazioni in 5 stagioni? O hanno bisticciato come due fidanzatini dall’inizio alla fine e sono rimasti fermi sulle loro posizioni più o meno sempre? Che poi non riconoscere le evoluzioni di Chuck e Kim è pure miopia!

       
      • Setteditroppo

        Non mi sono spiegato bene, mi riferivo ai personaggi della sottoserie crime non certo a quelli che ricordi tu, stupendamente disegnati, che ci mostrano invece l’enorme qualità dei nostri autori; e almeno su questo punto siamo certi di aver visto la stessa serie no?

         
  • mario

    Per me il percorso è inverso. Non conoscevo BB, ho visto e apprezzato tantissimo le prime tre stagioni di BCS. Ho iniziato a vedere BB dopo aver visto BCS. Attualmente sono alla 2×07 che è quella dove appare per la prima volta Saul.
    Se devo dare un giudizio, due capolavori, ma a me piace di più BCS perchè il coinvolgimento umano e la simpatia che mi ispirano i suoi personaggi, anche quelli negativi, non li ho ritrovati in BB, dove i personaggi mi sembrano (Saul per primo) più monodimensionali.
    Guardo con preoccupazione il proseguo di BCS proprio perchè Jimmy McGill diventerà il Saul Goodman della 2×07 e non capisco come possa essere possibile

     
    • Attilio Palmieri L'autore dell'articolo

      Ciao Mario! Grazie per aver condiviso il tuo punto di vista, che trovo molto interessante e carico di spunti di riflessione. Specie perché inverte la sequenza con cui le due serie vengono solitamente viste e si limita a giudicare le prime stagioni di BB e non tutta la serie.

       
  • terst

    Degno finale di una bellissima stagione, che riesce nel complicato compito di poter essere il finale definitivo di BCS, qualora non lo rinnovino (la morte di Chuck e l’infarto di Hector sono le scintille che faranno diventare Jimmy e Gus quelli che poi saranno in BB), e lascia lo spazio aperto per una nuova stagione. Rimarrebbero incompiuti solo i Flash Forward forse, che tra l’altro mi è sembrato strano si interrompessero così presto.
    Non voglio inoltrarmi nel dibattito “Meglio BB o BCS”, è un po’ come chiedere “vuoi più bene a mamma o papà?”, mentre mi è sembrato di notare un parallelo tra Chuck e Kim: mentre il primo si rende conto che non può vivere senza il suo lavoro, la seconda finalmente si rende conto che c’è una vita oltre il lavoro, e sembra decidere di non volerne essere più schiava, come sembra dimostrare la gita da BlockBuster con Francesca. Restando in argomento, molto belli i momenti di tenerezza tra Kim e Jimmy, dopo che per tutta la serie almeno io non avevo per niente chiaro se i due fossero ancora in una relazione o meno… Ma quel tocco di Kim alla mano di Jimmy, e quel bacio (il primo della serie forse?) tolgono ogni dubbio.
    Vorrei finire col menzionare il personaggio di Howard, uno dei personaggi che, nel mare dei grandissimi personaggi, passa più sottovalutato, ma che mi è piaciuto sempre di più col passare delle stagioni.

     
    • Marcosmico

      Concordo su Howard. Ha avuto una crescita importante in questa stagione ed è diventato un personaggio molto interessante. Spero che con (?) la dipartita di Chuck non gli tolgano dello spazio.

       
      • mario

        temo che nel “nuovo mondo” di Saul Goodman per Howard ci sia veramente poco spazio. faccio fatica a comprendere anche le traiettorie future di Kim. Spero proprio che facciano la quarta stagione (su spoiler.tv 3 giorni fa hanno detto che l’inizio delle riprese è previsto a novembre, quindi sembra che la serie abbia avuto un tacito rinnovo) anche perchè il congiungere due mondi come quello di BCS e BB mi sembra difficile e vedere come i geni che hanno concepito queste due serie ci proveranno mi interessa moltissimo.