Dopo aver superato brillantemente il giro di boa stagionale, Shameless ha iniziato la seconda metà di questa ottava stagione con due episodi strettamente collegati tra loro e fortemente legati al quadro narrativo formatosi nelle ultime puntate. “Icarus Fell and Rusty Ate Him” e “Occupy Fiona” approfondiscono le problematiche sorte in seno alla famiglia Gallagher e nei rapporti interrelazionali dei personaggi, mantenendo l’equilibrio qualitativo raggiunto e trascinando in avanti la narrazione.
Le due puntate sono focalizzate soprattutto su Lip, Fiona e Ian. Malgrado la presenza usuale degli altri personaggi, valorizzati da scene con toni dissacranti e sempre più spinti, gli assi narrativi dei tre fratelli più grandi sono i più importanti e spiccano sulle restanti figure, che invece sono funzionali alla costruzione di disavventure temporanee, serializzate, slegate e scritte per essere utilizzate solo per la formazione di strappi satirici e irriverenti. I rapimenti di Carl, gli scherzi al parcheggio di Debbie, il licenziamento di Frank e il rinnovato triangolo da guerra fredda di Kev, Veronica e Svetlana sono episodi divertenti, appassionati e appassionanti nella tradizione della vivida e scanzonata narrazione di Shameless. Per Lip, Fiona ed Ian la situazione però è differente, più approfondita e maggiormente costruita attraverso coordinate drammatiche.
Lip
Il viaggio della responsabilizzazione di Lip si sovrappone e si trasforma nella ricerca effettiva di Brad in un tour de force urbano per recuperare lo sponsor che ha perso la sua bussola morale – un ottimo modo per rappresentare il progresso psicologico e caratteriale di Lip. Come già precedentemente avvenuto per Youens – comunque centrale anche in questi episodi – il salvataggio di Brad corrisponde al mantenimento della propria sobrietà: il parallelismo è semplice e non vanta molti livelli di lettura, ma è robusto, accattivante ed è sia una molla narrativa studiata per tenere impegnato il personaggio di Lip, sia una calamita per lo spettatore, che si interessa ad ogni azione del personaggio, ora più che mai vicino ad una scelta caratteriale definitiva. È una sorpresa che questa svolta seria sia così ben sviluppata strategicamente: la disanima psicologica ed emotiva del personaggio viene costruita esclusivamente attraverso il racconto delle sue azioni, dei suoi spostamenti e delle sue scelte, per non appesantire e rallentare la narrazione con spiegazioni e monologhi.
L’investimento emotivo per uno dei personaggi meglio scritti della serie è infatti abilmente mantenuto da queste ultime puntate grazie alla serietà degli eventi narrati. Il peso delle vicende a cui partecipa il personaggio non legittima soluzioni comiche, né una via di fuga satirica o una colorata soluzione buffa con cui disinnescare il dramma: nelle due puntate il drammatico diventa il linguaggio comunicativo principale. I due episodi contrappongono la continua irresponsabilità dei personaggi adulti con il crescente senso di responsabilità di Lip, valorizzando l”imprevisto passaggio di consegne: prima del ribaltamento erano infatti i due uomini a fare da mentori al personaggio più giovane. Dal confronto continuo emerge quindi il costante valore della resilienza, della capacità di incassare e di accettare il fallimento, oltre che di viverlo quotidianamente.
Ian e Fiona
Il percorso di Ian in questa stagione si è concentrato sul recupero della relazione con Trevor e dell’avvicinamento con i ragazzi del rifugio. La lotta con Fiona per l’appropriazione della chiesa ha sradicato il personaggio dalla tranquilla limitazione agli assi narrativi che sembravano dovessero impegnarlo fino alla fine della stagione e ha offerto lo spettacolo inedito di una faida fratricida senza esclusione di colpi, coadiuvata da una parallela attenzione per ciascun personaggio, fomentata prima dall’incomprensione e dai dispetti reciproci e poi frenata dai brutti presentimenti della giovane donna riguardo alla costituzione mentale del fratello. La brusca sterzata con cui l’ultimo episodio ha suggerito una potenziale ricaduta del personaggio negli squilibri passati non sembra niente di più che una falsa pista per allontanare gli spettatori dai tracciati di una stagione a suo modo imprevedibile, ma la flessione seria e ombrosa presa dal personaggio nelle ultime puntate ha comunque ricordato l’entità infelice di una malattia mai veramente estirpata e sempre pronta a riemergere con forza vulcanica.
Decisamente più equilibrata la reazione di Fiona, il cui arco in questi due episodi si concentra sulla capacità gestionale della propria attività. A differenza di Ian, infatti, il focus narrativo non è più sulla realtà relazionale – come è stato per molto tempo per il personaggio della primogenita dei Gallagher –, bensì sulla veste imprenditoriale e sugli episodi ad alto tasso emozionale derivati da una quotidianità impegnata sul fronte lavorativo. L’isolamento del personaggio dagli altri componenti della famiglia, ad eccezione di casi straordinari, e la volontà di non sviluppare altre vicende sentimentali per il personaggio ha portato il racconto a focalizzarsi su vicende che caratterizzano il profilo adulto di Fiona e che si legano a doppio filo con gli eventi surreali della vita di un’amministrazione condominiale.
Rappresentare il condominio come una girandola di stramberie costituite dalla presenza di un tenerissimo cane affamato di carne umana, di una porta dell’ottocento da sostituire e dei continui tentativi di preservare il quartiere in virtù della tranquillità civica (o del guadagno) attraverso strategie pro-hipster o anti-homeless è il modo in cui Shameless riproduce e stilizza la realtà con cui deve confrontarsi Fiona; il risultato è capace sia di grande ilarità sia di momenti di serietà e malinconia, alimentati dai negativi degli eventi sopra citati: la tristezza per la morte della proprietaria del cane, dimenticata e circondata da ricordi e oggetti conservati per un accumulo ossessivo-compulsivo; il progressivo abbattimento di realtà storiche in favore dell’urbanizzazione crescente nel quartiere; il favoreggiamento di categorie benestanti e l’allontanamento dei meno abbienti.
Questi due episodi dimostrano che Shameless è in forma smagliante e che la sua narrazione procede agile e spedita. La focalizzazione su questi tre personaggi, incorniciata dagli episodici avvenimenti dedicati agli altri, ha permesso di arricchire i profili psicologici più importanti della stagione e di mettere a fuoco la nuova ondata di eventi, conseguenze e situazioni che traghetteranno i personaggi lungo i prossimi episodi.
Voto 8×06: 8
Voto 8×07: 7½
