Gomorra – 4×07/08 4


Gomorra – 4x07/08È ormai appurato che il tanto discusso finale della terza stagione della serie, pur essendo stato uno spartiacque fondamentale, non ha tagliato le gambe alle ambizioni e al magnetismo visivo di Gomorra. Con la caduta di Ciro e la fine della guerra tra i clan di Napoli si è aperta una nuova fase per lo show, caratterizzata dal tentativo di riorganizzare uno status quo da parte dei suoi protagonisti, sempre meno legati alle tradizioni della malavita e più proiettati verso il futuro.

In fondo Gomorra ha sempre raccontato questo: le capacità individuali contro il potere del lignaggio, la forza di un leader legittimato solo dall’aver dimostrato di poterlo essere – come è stato per Ciro ed è ora per Patrizia – contro il potere aristocratico che viene riconosciuto sul principio dell’onore. Volendo scomodare gli idealtipi di legittimazione del potere teorizzati da Max Weber si direbbe che siamo di fronte al potere tradizionale, quello che nella storia è stato incarnato da istituzioni aristocratiche e secolari obbedite in base al principio dell’eterno ieri, contrapposto al potere carismatico, la cui obbedienza per acclamazione è garantita dall’attribuzione di abilità straordinarie all’uomo forte che assume il comando, un potere quest’ultimo che nella storia dell’umanità è possibile individuare nei grandi dittatori o nei demagoghi più feroci. In Gomorra i Savastano hanno rappresentato, fuori da ogni dubbio, il potere della tradizione nel senso più stretto; con la fine dell’egemonia di Don Pietro, tuttavia, la segmentazione politica nei quartieri della città si è fatta più varia e, nonostante il principio dell’onore rimanga fortissimo in istituzioni ancora solide come i Capaccio o, new entry in questa stagione, i Levante, è possibile vedere emergere nuove forme di potere e di organizzazione malavitosa.

Gomorra – 4x07/08Secondigliano, per esempio, non è più la roccaforte di un’idea di riverenza nei confronti della famiglia nobile che la governava; nell’ottavo episodio, infatti, Gennaro rinuncia definitivamente ad ogni pretesa di controllo, diretto o indiretto, sul quartiere, scegliendo di fidarsi totalmente della scelta fatta sul comando di Patrizia. La donna però, sebbene abbia dimostrato di avere la testa e lo stomaco per assumersi questa leadership, è preoccupata della labilità della sua legittimazione: dall’essere una donna in un mondo di uomini, e per questo osteggiata in partenza e trattata con superiorità da coloro che dovrebbero essere suoi pari, alla mancanza di un nome forte che possa garantirle rispetto incondizionato. La sfida per Patrizia da questo punto di vista è, dunque, doppiamente ardua, poiché deve dimostrare con i fatti di meritarsi il ruolo di boss, senza poter contare su nessuna protezione e, anzi, venendo attaccata violentemente dai suoi detrattori e oppositori. Il matrimonio con Michelangelo che la lega indissolubilmente alla famiglia ultra cattolica e conservatrice dei Levante è, quindi, positivo per la donna perché si assicura – in linea teorica – il riconoscimento e l’appoggio da parte dei suoi membri, anche se sappiamo bene che è proprio all’interno del nucleo familiare che attendono silenziosi i suoi peggiori nemici.

Sono proprio i Levante in questa quarta stagione a muovere i fili che controllano le reti criminali della città, approfittando dei vuoti di potere e delle debolezze dei capi dei clan. Dopo Patrizia, che hanno provato prima a far fallire e poi a uccidere, anche Enzo deve difendersi dagli attacchi esterni e interni alla sua leadership. Il settimo episodio mette una lente di ingrandimento sulle tensioni interne a Forcella dopo l’avvertimento che era stato portato da Nicola: qualcuno vuole far saltare l’Alleanza e bisogna fermarlo. Sangue Blu rimane fermo sull’idea di imparzialità promossa sin dall’inizio della stagione, convinto che siano proprio i tentativi di ingerenza negli affari altrui a portare scontri che non fanno bene agli affari, scontrandosi con le idee di Valerio che invece vuole smascherare il complotto e arrivare alla verità, andando così incontro a un destino funesto. Ad appesantire ulteriormente il fardello del comando di Enzo giunge anche la morte di Sasà durante un tentativo di furto ad un portavalori; il tragico evento acuisce le divergenze interne alla banda e infligge un duro colpo al senso di colpa del boss, la cui posizione nei confronti dei suoi scagnozzi è sempre meno solida. Scelte sbagliate, incontri segreti, meccanismi di fiducia che non funzionano: la situazione di Forcella è un’altra bomba pronta a esplodere che, se ben gestita, potrà dare il via ad una soddisfacente – dal punto di vista meramente narrativo – escalation di violenza negli ultimi episodi alla quale sembrano tendere gli autori di Gomorra.

Gomorra – 4x07/08Se la situazione tra le vie di Napoli ribolle di non detti e doppiogiochisti, l’allargamento della prospettiva criminale raccontata dalla serie attraverso gli occhi di Genny non è da meno. L’ultimo dei Savastano gioca, in questo momento, ad un livello superiore rispetto a tutti gli altri personaggi, trasformando il suo giro di affari in un vero e proprio apparato imprenditoriale, all’interno del quale però continua a tenere vivi tutti gli aspetti malavitosi che caratterizzano lo stile mafioso – intimidazioni, aggiramenti della legge, eliminazione dei soggetti pericolosi. Se nel racconto relativo alla guerra tra quartieri lo show sembra accusare una certa stanchezza – di cui si è parlato anche nella recensione degli episodi precedenti – è grazie a questo segmento narrativo che potrebbe rilanciarsi: Gomorra deve necessariamente concentrarsi sull’ascesa economica e politica di Gennaro e Azzurra al fine proseguire il progetto di rappresentazione delle dinamiche criminali reali che, nel mondo contemporaneo, sono nascoste sotto il velo della burocrazia e degli investimenti di grossi capitali, mascherandosi da transazioni finanziarie ineccepibili dal punto di vista legale. A conferma di questo cambio di rotta piuttosto radicale nella storyline di Genny vi è l’introduzione del personaggio del magistrato Ruggieri, figura positiva della legalità come non se ne vedono quasi mai in Gomorra.

Al netto di questi primi otto episodi, la serie ha ormai disvelato la direzione che intende seguire da qui alla fine della stagione, senza però lasciare intravedere quale sarà l’esito finale dell’articolata rete di relazioni, intrighi e tradimenti che ha messo in campo. Un lavoro da elogiare per come è stata superata l’eliminazione di uno dei suoi protagonisti più amati – che tra l’altro viene ricordato da Genny proprio nell’ottava puntata – che risente, tuttavia, di problemi strutturali all’interno dei singoli episodi, ancorandosi ad una gestione dei tempi narrativi troppo rigida che andrebbe ripensata e ogni tanto diversificata, al fine di evitare un meccanismo di prevedibilità che, se finora regge ancora abbastanza, rischia di trasformarsi presto in ripetizione.

Voto 4×07: 7
Voto 4×08: 7½

 

Informazioni su Davide Tuccella

Tutto quello che c'è da sapere su di lui sta nella frase: "Man of science, Man of Faith". Ed è per risolvere questo dubbio d'identità che divora storie su storie: da libri e fumetti a serie tv e film.


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4 commenti su “Gomorra – 4×07/08

  • Rand

    Insomma un lungo giro di parole per dire che la minestra è sempre la stessa e che l’unico elemento di novità è il nuovo “ruolo” pensato per il personaggio di Genny. Troppo poco. Comunque due episodi prevedibili nello sviluppo ma migliori dei precedenti (il sesto è abbastanza imbarazzante).

     
  • Appost Accussì

    Insomma, genny fa uccidere il padre perchè voleva comandare da solo e alla fine regala Secondigliano a Patrizia…sempre più senza senso la storytelling generale delle 4 stagioni. Stesso ragionamento per quanto riguarda il tiromancino rifilato al suocero Avitabile quando lo fa carcerare e tenta di fregarlo nella terza stagione. Sono solo escamotage per allungare il brodo della serie, ma non hanno nessuna logica. La logica sarebbe stata Don Pietro re di Secondigliano, Genny braccio destro di don avitabile a roma, ciro fatto fuori alla seconda stagione al posto della figlia. Fine della storia.
    Al massimo si sarebbe potuto inventare una terza stagione con una guerra tra secondigliano e napoli centro.
    E poi..sono arrivato alla quarta serie i fratelli capaccio…i meno credibili di tutti i boss di napoli centro. avrei fatto sopravvivere O’ Sciarmand…molto bravo come attore.