Big Mouth – 3×11 Super Mouth


Big Mouth - 3x11 Super MouthIl finale della terza stagione di Big Mouth è tensione e rottura, eccitazione e incrinatura, caos e quiete: la chiusura perfetta di un percorso narrativo destinato a continuare ma giunto a una tappa fondamentale con cui fare i conti. “Super Mouth” rappresenta il punto di massima estensione di un arco caricatosi per tre anni e allo stesso tempo la partenza, il repentino staccarsi, di una freccia lanciata – magari da un Cupido satirico – a massima velocità verso un nuovo panorama.

Questa soluzione liberatoria è la conseguenza logica innescata dai meccanismi espressivi che dall’inizio hanno mosso lo show. Da sempre costruita con catene di parossismi e intensificazioni pensate per caricare la tensione narrativa a un punto preciso – quello corrispondente allo stato di tensione emotiva dei personaggi – la serie di Nick Croll e Andre Goldberg (assieme a Mark Levin e Jennifer Flackett) non poteva continuare a incanalare la sua narrazione su un corridoio ascensionale; ogni forma di parossismo tiene in sé il suo limite, è un movimento che si espande pur conoscendo che questo stato di espansione si risolverà nel suo rovescio, nel segno opposto, cioè in una contrazione esplosiva.

“Super Mouth” è quindi proprio la detonazione di quanto collezionato a lungo sottotraccia, la risoluzione dell’acne-acme (l’etimologia del primo termine deriva dalla confusione con il secondo nelle trascrizioni e da qui la somiglianza allitterante). Prima di analizzare però questa esplosione controllata, si può centrare lo sguardo sulle modalità con cui l’episodio ha interpretato la necessità strutturale di mandare in cortocircuito il proprio corso esponenziale a livello contenutistico, formale e genericamente narrativo con la consueta agilità espressiva dimostrata anche in passato: cioè il modo in cui ha per un’ultima volta esasperato e stressato la sua narrazione.

Big Mouth - 3x11 Super MouthUna tempesta si abbatte sul quartiere dei protagonisti e dona super poteri a tutti gli studenti delle medie. Come in una legge del contrappasso, mediata però dall’umorismo demenziale degli autori, ogni potere corrisponde al carattere della persona che lo riceve: Andrew, ossessionato dalla popolarità e allo stesso tempo legato alla visibilità delle sue figuracce, diventa invisibile (un’invisibilità guadagnata solo mediante flatulenza – intuizione comica grandiosa); Nick, fin dalle prime puntate preoccupato dell’assenza di sviluppo del suo corpo e della sua altezza, guadagna la possibilità di cambiare la propria dimensione corporea; Missy, nel mezzo della tempesta ormonale, diventa proprio una generatrice di fulmini. E così anche gli altri, in un continuo gioco di traduzione/riflesso delle proprie debolezze peraltro perfetto per un immaginario audiovisivo controllato dal racconto supereroico.

La soluzione è una forma di acutizzazione narrativa apparentemente slegata con il corso della stagione – lo stesso Matthew chiede di giustificarla oltre la quarta parete – che invece amplifica l’esponente delle questioni in gioco sia nella forma che nei contenuti. I maggiori eventi della stagione – come la litigata tra Andrew, Nick, Missy e Lars o anche la solitudine di Jay e Jessi, e le conseguenze del maschilismo a scuola – sono proprio gestiti al loro nodo risolutivo tramite il filtro di questo evento e assumono connotati amplificati. È come se forma e contenuto avessero ricevuto super poteri e per questo fossero in grado di colpire più forte di prima gli spettatori e i poveri protagonisti avviluppati da cambiamenti più grandi di loro.

Big Mouth - 3x11 Super MouthConcentrandosi per un momento sulla litigata che occupa la maggior parte dell’episodio, e che quindi può essere campionata per dedurre modalità generali, si analizzi per prima cosa la capacità con cui sono mosse e comprese le ragioni individuali all’interno di una litigata a campo lungo contenente più personaggi.  Nick e Andrew e Lars litigano per quanto successo con Missy e in scena avviene un combattimento in cui i punti di vista, che noi conosciamo perfettamente grazie allo scavo delle puntate precedenti, collidono con la forza dei super poteri.

Lo scontro è caratterizzato da ragioni spettacolarizzate da un approccio formale inventivo – capace di vivificare l’azione plastificando gag a nastro – e approfondite da contenuti potenziati – la carica formale è responsabile di un fiorire continuo di interpretazioni sulla base di suggestioni visive. Il risultato è la sottolineatura di quanto già sappiamo (le motivazioni personali) e la formazione di nuove conclusioni inattese (ma evidenti, proprio per la loro dimensione spettacolare) come le conseguenze provocate dal maschilismo tossico dei maschi e dalla loro volontà di sopraffarsi l’un l’altro per “possedere” il personaggio femminile.

Anche altri momenti vivono di nuova luce e solida conferma grazie a questo sistema. La partita a palla prigioniera, che contestualizza l’infantilismo e assieme l’antagonismo sperticato, l’assurdo rituale di iniziazione al culto della propria famiglia di cui Jay è contento, l’importanza della verità in un momento decisivo per Jessi, l’incontro al minigolf che rinnova la litigata di cui si parlava sopra. Sono tutti eventi che rincarano la dose e sforzano la sopportazione dei personaggi fino a un ultimo collettivo scontro, quello responsabile della rottura della tensione e della liberazione della verità e dell’implosione dei meccanismi super potenziati.

Big Mouth - 3x11 Super MouthProprio a pochi minuti dal finale tutte le linee narrative micro convergono nella macro-dimensione e l’intersezione di malumori accalcati lungo l’episodio e durante tutta la stagione spezza la natura demenziale o anche solo ironica dello show. La puntata compie per questo uno scarto, uno spostamento meta testuale: nessuno ha assunto i super poteri davvero, è solo la visione spostata e allo stesso tempo puntuale degli eventi di Caleb. La visione che credevamo oggettiva si rivela una soggettiva straniata. In questo raffinato controllo delle direzioni dello sguardo la serie fa percepire tutta la differenza tra una percezione comica degli eventi, responsabile di un alleggerimento della situazione, e una percezione seria del dramma, imperniata sul realismo stretto della sofferenza emotiva.

È questo il cortocircuito che spezza lo strato di fantasia dello show, il filtro satirico sempre applicato alle vicende raccontate. I personaggi litigano, lo fanno per davvero e per cose importanti, si feriscono e riconoscono le ferite che si provocano a vicenda. Cala sulla conclusione uno stato di malinconia mai sentita dall’ipertrofia narrativa delle puntate precedenti: l’effetto della frattura del linguaggio comico-satirico – identificabile con il periodo della spensieratezza e dell’incomprensione – è quel sentimento (che si pensa essere anche autobiografico) di tristezza – assimilabile invece ai costrutti memoriali più nostalgici – causato dall’inevitabilità del cambiamento e dalla certezza di non poter tornare indietro a modificare le parole dette e le azioni compiute.

Big Mouth - 3x11 Super MouthIl finale si contraddistingue così come manifesto esemplificativo delle capacità espressive della serie e come compendio di quanto sviluppato durante le puntate precedenti: la riflessione sui pericoli di una didattica misogina e di una inadeguata educazione alla sessualità si vivifica e concretizza grazie all’analisi delle conseguenze dei comportamenti oppositivi di maschi e femmine; l’idea di transizione verso il mondo adulto del compromesso (il principio di realtà freudiano) è rappresentata anche come scoperta della solitudine e della menzogna; la critica al sistema scolastico americano trova una quadra nella rappresentazione del completo disinteresse delle figure istituzionali; l’abbandono della spensieratezza e l’alienazione provocata dall’uso degli strumenti elettronici convergono in una nevrosi totalizzante.

“Super Mouth” è quindi Big Mouth al suo meglio, conclusione di una stagione già impeccabile – di cui si ricorderanno anche episodi grandiosi come quello su Duke Ellington, sulle liste e sulla scoperta dell’orgasmo femminile – e formazione di un nuovo status quo con cui confrontarsi. Ora più che mai i personaggi dello show “stanno attraversando il cambiamento”: vederli crescere davvero non sembrava un’opzione, adesso sarà necessario tenersi pronti a lottare con loro.

Voto Episodio: 9

Voto Stagione: 9

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Informazioni su Leonardo Strano

Convinto che credere che le serie tv siano i nuovi romanzi feuilleton sia una scusa abbastanza valida per guardarne a destra e a manca, pochi momenti fa della sua vita ha deciso di provare a scriverci sopra. Nelle pause legge, guarda film; poi forse, a volte, se ha voglia, studia anche.

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