Disenchantment – 2×10 Tiabeanie Falls


Disenchantment - 2x10 Tiabeanie FallsIl 20 Settembre, Disenchantment è tornato. Agli esordi, l’epopea fantasy di Matt Groening è stata accolta tiepidamente, ma molti dei suoi meriti furono riconosciuti: personaggi interessanti, un’ambientazione divertente e humour nero quanto basta. Non ultima, ha giocato un ruolo fondamentale la curiosità sul come il creatore de I Simpsons avrebbe affrontato il filone fantastico, dopo il suo successo nel genere fantascientifico. Purtroppo, benché non privo di frecce nel suo arco, Disenchantment doveva ancora trovare la sua identità e la sua strada: presentava una storia più coesa che in Futurama, ma non possedeva la medesima personalità.

Alla fine della seconda stagione della scanzonata serie fantasy di casa Netflix, si possono tirare le somme di quello che è un passo in avanti nel concepimento di una storia e di un’ambientazione organiche, ma due passi indietro riguardo il presentarla al pubblico. La suddetta personalità ancora stenta ad emergere. In verità, “Tiabeanie Falls” è uno degli episodi migliori della stagione dal punto di vista della narrazione, sebbene sia al contempo uno dei meno divertenti. Bean viene giudicata una strega, dopo aver accidentalmente sparato al padre in “The Electric Princess”; l’intera puntata ruota attorno alla sua prigionia e al successivo processo, che coinvolgono soddisfacentemente tutte le sottotrame dello show. Si rinsaldano o affondano i rapporti fra Derek, Beanie e il loro padre morente, sono approfondite le macchinazioni di Odval e della druidessa. Infine, rimane sullo sfondo lo strano caso della misteriosa Steamland, la cui tecnologia influisce pesantemente sull’episodio. Non sono pochi i parallelismi con l’ultimo episodio della passata stagione,Dreamland falls”: una presunta strega, il popolo di Dreamland sobillato e Dagmar che salva nuovamente la figlia con l’aiuto di creature stregate. È incerto se vi sia un significato simbolico in tutto ciò. Il rischio di cadere nella prevedibilità è sempre dietro l’angolo, ma si intravede un passaggio di testimone da madre a figlia che lascia ben sperare in possibili sviluppi futuri.

Disenchantment - 2x10 Tiabeanie Falls“Tiabeanie Falls” riflette altrettanto “Dreamland falls” in una mancanza: nuove domande, nuovi intrecci che si accumulano nell’economia del racconto, ma senza bandoli della matassa a intravedersi all’orizzonte. I misteri si susseguono, ma, più che un season finale, l’episodio si sviluppa come un mid-season. È in grado di catturare l’attenzione, ma non dà quasi nulla di sostanzioso al suo spettatore, procrastinando di nuovo un possibile momento cruciale per la trama e i suoi personaggi.
Quindi, lasciamo il regno di Dreamland in preda al disordine, invischiato fra progetti di forze nascoste e con molte domande irrisolte, che promettono molti interessanti spunti per il futuro, ma che tali rimangono. Disenchantment persiste in un difetto evidente: la lentezza nello svelarsi della sua narrazione. Terminato quest’ultimo episodio, rimane la sensazione di aver assistito a momenti importanti per Bean, Elfo e Luci, lasciandoci con la speranza che da qui si possa solo andare in alto (o almeno altrove), ma rimane il legittimo timore che lo show possa stagnare ancora.

Quest’ultimo è un problema che i personaggi della serie riflettono; alcuni compiono infatti piccoli e timidi passi in archi narrativi che fanno davvero fatica a decollare, nel loro lento incedere. Primo fra questi, è l’arco di Bean. La “caduta” a cui fa riferimento il titolo dell’ultimo episodio può essere intesa in molti modi: la caduta dalle grazie del popolo, dal suo status di principessa o la caduta fisica al salvataggio dalla madre. Nonostante queste sfaccettature, è difficile sentire i cambiamenti che pure avvengono, modificando le relazioni con il suo regno, i genitori e il fratellastro, soprattutto grazie alla scoperta che la regina Dagmar era viva e non morta come aveva sempre creduto. La principessa ribelle possiede un carisma che a tratti emerge netto, in altri momenti è troppo sottotono per coinvolgere. Un’indecisione che può costare caro alla protagonista del genere. Una delle qualità più particolari emerse dalla stagione, però, è la sua fascinazione per la tecnologia (o la ‘stience’), un possibile punto di conflitto con la madre, che invece è dedita alla magia.
Elfo, in quest’ultimo episodio, ritorna il verde compagnone ingenuo di sempre, ma qui sorge il problema della coerenza: la natura episodica delle creature di Groening non può giustificare la confusione nel personaggio, che passa dallo sterminare orchi al ritornare l’ingenuo che ben conosciamo. In “Tiabeanie Falls”, il buon Elfo sembra non essere toccato dalle sue disavventure e agisce come se nulla fosse, soprattutto nella scena del processo. Così strano è il suo comportamento, che i fan di Disenchantment hanno proposto qualche teoria riguardo alla sua possibile natura di mezz’elfo e mezz’orco, come sembra suggerire la sua furia battagliera nell’episodio “Our bodies, our elves”.

Disenchantment - 2x10 Tiabeanie FallsPiù interessante è invece la rivelazione di Luci: l’abbandono dell’immortalità per i suoi amici è il culmine di un personaggio che è rimasto in secondo piano a lungo, ma rivelandosi l’elemento più divertente della stagione, si ribella ai suoi superiori infernali, passando per la sua avventura come oste di una taverna o l’assumere il ruolo di demone della scrittura per Bean. Nell’ultimo episodio, in qualità di avvocato della protagonista, Luci riesce a divertire nello svelare di più sul suo personaggio e sul rapporto che lo lega ad Elfo e Bean, senza abbandonare la sua lingua tagliente.
Un altro dei protagonisti che ha ricevuto tanto da questa annata è Re Zog. La narrazione si accentra spesso su di lui, anche quando si ritrova agonizzante su di un letto. Ha affrontato una buona dose di peripezie per trovare una nuova dolce metà, i tentativi di cancellare Dagmar, impegnandosi per essere un regnante migliore. Questi avvenimenti lo hanno reso un personaggio sfaccettato, e riempiono i suoi scambi con Derek e Bean. La tensione per la sorte di Zog è vivida, perché si parla del destino di un personaggio che ha saputo divertire e amareggiare in egual misura. Forse, il Re di Dreamland è la cosa migliore di questa seconda annata, che alle volte sembra aver perso la bussola.

La nuova stagione di Disenchantment non realizza molto e ci riporta fino a un secondo punto di partenza, con ben poco di progredito rispetto alla precedente. Se sia o meno una scelta voluta, si spera che non ci sarà una terza volta. Non sono mancati i momenti memorabili, per la storia e per i personaggi, ma sono per la maggior parte concentrati fra i primi e gli ultimi episodi, lasciando che metà stagione zoppichi in filler, incapaci di brillare nel tentativo di barcamenarsi fra la natura episodica tipica dei prodotti di Groening e una storia uniforme. In molti di questi si sarebbe potuto approfondire il worldbuilding dello show, soprattutto a fronte del grande scossone nell’episodio “The Electric Princess”. Scoprire l’esistenza di una realtà molto più avanzata nella società, tecnologia e oltre, ridimensiona parecchio anche il nostro modo di vedere gli abitanti del regno di Zog ed è una rivelazione non da poco, che meritava ben più tempo per essere esposta dallo show e digerita dallo spettatore.
Dopotutto, la misura di quanto un evento narrato impatterà sulla storia e connetterà con lo spettatore è direttamente proporzionale all’attenzione impiegata nella sua rappresentazione. Non è una pessima stagione, questo è certo: le risate e l’azione non latitano troppo e ci sono puntate davvero ben fatte (“In Her Own Write” su tutte), ma sarà necessario, per la terza, superare i limiti che Disenchantment si è imposta.

Voto episodio: 7-
Voto stagione: 6 ½

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