The Mandalorian – 2×02/03 The Passenger & The Heiress


The Mandalorian - 2x02/03 The Passenger & The HeiressLe avventure nell’universo molto lontano del Mandaloriano Din Djarin e del Bambino sono da subito diventate un evento attesissimo della stagione televisiva; è sicuramente merito degli autori, in primis Jon Favreau e Dave Filoni, che sono stati capaci fin da subito di individuare stili e atmosfere che potessero essere il più possibile riconoscibili dai fan di vecchia data dell’universo di Star Wars.

The Mandalorian, come è stato già più volte fatto notare, riprende codici e meccanismi narrativi tipici del western, mischiandoli intelligentemente con elementi più moderni e accattivanti anche per gli spettatori più giovani. Questo risulta ben chiaro sin dal primo episodio di questa seconda stagione, ambientato sul noto pianeta Tatooine, la cui superficie desertica e scarsamente popolata non può che ricordare le ambientazioni del vecchio west degli Stati Uniti idealizzato dai film del genere. I due episodi successivi, il secondo e il terzo, cambiano rotta e propongono scenari molto diversi: “The Passenger” porta la Razor Crest ad atterrare d’emergenza su un pianeta ghiacciato – che dovrebbe essere Maldo Kreis, lo stesso visto nel pilot della serie, come ha scoperto un fan su Reddit – mentre “The Heiress” porta i protagonisti su Trask, in particolare nel porto popolato principalmente da due specie, i Mon Calamari e i Quarren, già noti ai fan della saga – da Il Ritorno dello Jedi alla serie animata The Clone Wars.

The Mandalorian - 2x02/03 The Passenger & The HeiressSe dal punto di vista visivo non c’è davvero nulla da imputare allo show, le critiche sono sempre state perlopiù dirette alla struttura narrativa dei singoli episodi; a parte quelli che muovono dichiaratamente la trama orizzontale, infatti, molti dei filler riproducono una dinamica sempre uguale a se stessa, una meccanica narrativa che in tanti fanno notare come simile a quella dei giochi di ruolo: il Mandaloriano ha bisogno di informazioni o di un oggetto, il personaggio con cui entra in contatto gli propone una quest da affrontare, con qualche difficoltà il protagonista la porta a termine e ottiene la ricompensa. Sebbene questa modalità permetta a Favreau di esplorare in lungo e in largo l’affascinante galassia creata da George Lucas, a livello narrativo può risultare frustrante per gli spettatori meno avvezzi ad individuare tutti i collegamenti e gli easter egg. Questa ripetitività si riproduce anche negli episodi presi qui in esame, anche se “The Passenger” propone una trama meglio articolata rispetto a “The Heiress”, che invece risalta più per la sua importanza nella mitologia interna dell’universo di Star Wars che per la narrazione che propone.

Il secondo episodio è diretto da Peyton Reed (Yes Man, Ant-man) e affianca la storia di un insolito passeggero della Razor Crest a quella del Mandaloriano: la sottotrama legata alle uova che la Frog Lady deve portare al più presto a far fecondare dal marito aggiunge quel che basta per evitare che l’episodio cada nella trappola della ripetitività di cui si faceva cenno. Come si diceva, inoltre, la variazione di ambientazioni e il collegamento con l’episodio “The Prisoner” della prima stagione contribuiscono a rendere interessante un segmento narrativo che sarebbe potuto risultare quasi superfluo. Non c’è dubbio che lo show conti molto sulla potenzialità narrativa ed immaginifica dell’universo in cui è ambientata, e questo è certamente un punto di forza: la galassia di Star Wars è ben rappresentata come un luogo vivo e pulsante, niente avviene senza conseguenze ed ogni personaggio ha la propria importanza nell’ecosistema dell’universo.

The Mandalorian - 2x02/03 The Passenger & The HeiressAnche questo episodio è ricco di riferimenti e curiosità che i fan più attenti avranno scovato: per esempio il povero cercatore di rottami che fa un giro con il jetpack di Mando all’inizio dell’episodio è Scrapjaw Motito, lo stesso che entrerà in contatto con Rey ne Il Risveglio della Forza; e ancora troviamo la famosa Cantina di Mos Eisley e uno dei giochi di carte più noti della saga, il Sabacc. Nell’hangar di Peli, inoltre, si può vedere un droide modello WED-15 Treadwell, già visto sia in Una Nuova Speranza che in L’Impero Colpisce Ancora. Riguardo la (dis)avventura dei protagonisti su Maldo Kreis, non si possono non citare le terrificanti creature simili a ragni che emergono dalle grotte ghiacciate – della cui specie il Bambino se ne mangia uno in una scena che, insieme a quella delle uova, ha suscitato alcune polemiche: questi alieni si chiamano Krykna e sono già apparsi nell’universo canonico in un episodio della serie animata Star Wars Rebels; tra l’altro è curioso che il design ai quali sono ispirati appartiene a Ralph McQuarrie, uno dei concept artist della saga originale. Ultimo ma non meno importante, è da citare il cameo di Dave Filoni – creatore di Clone Wars e autore anche di molti episodi di The Mandalorian – nel ruolo di Trapper Wolf, uno dei due piloti di X-Wing.

Il terzo episodio è probabilmente il più importante di questo inizio di stagione: le vicende dei protagonisti, infatti, si inseriscono nella storia che era stata raccontata nelle serie animate – le già citate Clone Wars e Rebels – con dei riferimenti diretti e, per la prima volta, assistiamo alla trasposizione in live action di un personaggio apparso solo e unicamente nelle serie di Dave Filoni. Si tratta di Bo Katan, interpretata da Katee Sackhoff (Battlestar Galactica, Longmire) che già doppiava il personaggio in Clone Wars, l’erede del titolo: la sua storia e i suoi scopi sono brevemente spiegati nell’episodio, certificando il legame con la Darksaber e creando un collegamento con il discusso finale della prima stagione che era rimasto finora in sospeso. L’arrivo dei tre mandaloriani è ben gestito e tutte le scene d’azione che li riguardano sono ben orchestrate da Bryce Dallas Howard (attrice nella saga Jurassic World), regista di “The Heiress” e già vista dietro la macchina da presa nello show nell’episodio “Sanctuary” della prima stagione.

The Mandalorian - 2x02/03 The Passenger & The HeiressSebbene l’azione e il collocamento di “The Heiress” lo rendano un episodio del tutto godibile e costruito per esaltare lo zoccolo duro dei fan dell’universo di Lucas, a livello narrativo siamo di nuovo di fronte ad una stagnazione: ancora una volta la trama è ridotta all’osso e si riduce in una schermaglia fine a se stessa mirata ad ottenere la ricompensa di fine puntata, utile solo a collegarsi al nuovo segmento narrativo. La stessa ricerca di altri mandaloriani, tra l’altro, è un pretesto per muovere i personaggi nello spazio, un pretesto interessante e utile ma pur sempre un pretesto; la speranza è che l’introduzione del personaggio di Ahsoka Tano citato al termine dell’episodio – altro personaggio visto solo nelle serie animate – possa portare Jon Favreau ad arricchire e rendere più interessante la costruzione narrativa, senza che questa si riduca ancora una volta a schemi troppo rigidi. Ci si aspetta anche un maggior approfondimento dell’interiorità di Din ora che è venuto a conoscenza dell’origine del suo Credo.

La seconda stagione di The Mandalorian promette dunque tanta carne al fuoco per i prossimi episodi, ma ancora non riesce a scollarsi di dosso la sensazione di ripetitività che guida le avventure del Mandaloriano e del Bambino. Anche il rapporto tra i due protagonisti non sembra fare passi avanti significativi in questi due episodi: si configura sempre di più come una relazione di genitorialità, con il piccolo che combina dei guai in contraddizione con gli ammonimenti del padre, ma non c’è un vero focus su questo aspetto. Se c’è una cosa che emerge però chiaramente da “The Passenger” e “The Heiress” è il fatto che lo show in questa stagione punterà tantissimo sulla mitologia interna della saga, un po’ per inserire coerentemente la storia nel canon di Star Wars e fare così felici i fan e, in secondo luogo, per nobilitare il progetto di Disney+ e creare ogni settimana un evento imperdibile per tutti gli appassionati – e non solo.

Voto 2×02: 7
Voto 2×03: 6 ½  

Condividi l'articolo
 

Informazioni su Davide Tuccella

Tutto quello che c'è da sapere su di lui sta nella frase: "Man of science, Man of Faith". Ed è per risolvere questo dubbio d'identità che divora storie su storie: da libri e fumetti a serie tv e film.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.