Nelle annate precedenti, Better Things (FX, Hulu, Disney+) si è imposto come uno dei gioielli più preziosi dell’attuale scenario televisivo per innumerevoli ragioni. Questa quinta e ultima stagione non fa eccezione e conclude un percorso che non solo è sempre stato positivo, ma che ha anche saputo migliorarsi nel corso degli anni, ampliando la complessità degli argomenti trattati senza mai perdere quell’autenticità e quell’irresistibile vena comica che contraddistinguono il lavoro meraviglioso compiuto da Pamela Adlon.
Se la scorsa stagione si è concentrata, fra le altre cose, sulla crisi di mezza età di Sam e sulla rappresentazione squisitamente veritiera – e, per questo, rara – dei cambiamenti fisici e psicologici che le donne incontrano in questa fase della vita, quest’annata amplia il proprio raggio d’azione regalandoci un’ultima stagione in cui Better Things indaga temi ancora più complessi. Ma, anche stavolta, non c’è alcuna traccia di pretenziosità né di artificiosità: Pamela Adlon ha dimostrato di avere ancora l’incredibile capacità di costruire un mosaico significativo e profondo mettendo insieme quelle piccole e disordinate tessere che non sono altro che i banali momenti di vita quotidiana di una famiglia caotica non poi così tanto diversa da molte altre.
So, remember when you’re feeling very small and insecure, how amazingly unlikely is your birth.
Nella scorsa stagione, abbiamo dunque visto Sam riuscire a riconquistare parte del suo spazio (interiore e non) a seguito della presa di coscienza dei cambiamenti prima descritti, ma adesso non è solo Sam a cambiare: è il mondo che la circonda che inizia a prendere strade diverse, specialmente con la crescita di Max, Frankie e Duke e con il loro inevitabile distacco dalla madre. Nelle prime puntate della stagione, infatti, ci sono diversi momenti in cui Sam viene esclusa da alcune vicende e scelte riguardanti la famiglia e in cui la donna perde quel ruolo centrale e d’appoggio che ha sempre avuto nei suoi confronti.
La consapevolezza di questo inevitabile ma doloroso cambiamento la colpisce in maniera particolare: quel ruolo di costante caregiver che ha amato e odiato nel corso degli anni sta iniziando a perdere parte della sua intensità e necessità, aprendo un temporaneo vuoto che porterà Sam (e l’intero show) a delle splendide riflessioni riguardanti la transitorietà stessa dell’esistenza e il cambiamento che, lento ma inesorabile, invade non solo la sua vita ma anche quella di tutti gli altri personaggi e, infine, di tutti noi.
Questo svuotamento porta la protagonista a riflettere non solo sul suo futuro, che dovrà adesso imparare a dipingere nella propria mente senza la costante pressione di dover prendersi cura in tutto e per tutto di Max, Frankie e Duke, ma anche sul passato: è per questo motivo che Sam cerca di salvare i cimeli del passato di cui la madre Phil vuole disfarsi, ma anche di indagare sulle origini genealogiche della propria famiglia insieme al fratello Marion (“That makes me feel like we’re a part of a greater chain of history and humanity”) e di trovare, in questo inevitabile fluire della vita, quei punti fermi che la aiuteranno a navigare in questo mare indefinito e un po’ spaventoso che è l’esistenza stessa.
Memento mori.
In una stagione che sottolinea così a fondo la contingenza della vita, l’unica certezza resta la morte. Eppure, i numerosissimi rimandi alla morte presenti in queste ultime puntate sono liberi dalla cupezza che in genere accompagna questo tema. La scrittura e la regia di Pamela Adlon brillano in questa stagione per la delicatezza e per la semplicità con le quali vengono affrontati temi tanto complessi: nell’universo di Better Things, la morte non è altro che un altro degli innumerevoli cambiamenti che invadono la vita di Sam e di tutta l’umanità.
Quando lo show si concentra sulla morte, infatti, non lo fa mai distinguendola totalmente da quelle che sono le piccole “morti” quotidiane affrontate dai personaggi. Queste non sono altro, in fondo, che quei cambiamenti sottili ma significativi che portano inesorabilmente le loro vite in direzioni nuove e diverse dal passato e che, per questo, assumono quell’indistinguibile sapore dolceamaro che fa sì che ad un nuovo inizio si accompagni sempre quella malinconia portata da ciò che c’era prima e che adesso dovrà farsi da parte per lasciare spazio al nuovo che avanza. Alla luce di questa consapevolezza, allora, il distacco di Max, Frankie e Duke dalla loro madre non assume più la forma di quel vuoto che Sam pensava di provare all’inizio della stagione, quando era ancora fin troppo colpita dalla paura del cambiamento. Dopotutto, Sam non si è mai totalmente identificata con la sua maternità, anche se quest’ultima è stata una parte importantissima della sua esistenza. Il liberarsi graduale di quel ruolo che ha avuto per anni permette a Sam di possedere a pieno se stessa e di indirizzarsi verso la sua unica e personale direzione. Questo la aiuterà anche a rendersi conto che il prendersi cura degli altri non è un aspetto relativo esclusivamente al suo essere madre, ma è parte della sua stessa personalità ed è una qualità che adesso anche le sue figlie – che negli anni sono state dipinte spesso come poco riconoscenti nei riguardi della madre –, ora che sono più mature, iniziano a notare e ad apprezzare (“I like the way you live your life”).
Le ultime puntate della stagione ci mostrano, infine, come Sam abbia imparato a lasciarsi trasportare dall’andamento inarrestabile della vita, senza opporre resistenza, ma provando a plasmare se stessa in questa contingenza senza fine. L’accettazione attiva del cambiamento diventa allora la chiave per Sam e non solo (si pensi anche a Max e a Phil) per andare avanti con le proprie vite, senza fossilizzarsi in forme che non le appartengono più, ma imparando a danzare in questo continuo fluire.
Life’s funny. Even when it’s sad.
Better Things è stato sempre capace di inserire in quelle che sono scene spassose e quotidiane di una caotica famiglia delle riflessioni che abbracciano l’esistenza stessa. È quasi incredibile notare come Pamela Adlon sia stata capace di costruire le puntate (specialmente in questa stagione) dandoci quasi l’impressione che non ci sia una vera e propria scrittura ordinata dietro lo show: alla visione degli episodi sembra davvero di essere catapultati in momenti casuali di una famiglia un po’ caotica e disfunzionale.
Eppure, è altrettanto incredibile notare come ogni piccolo dettaglio sia infine parte di uno schema ben chiaro che Adlon ha in mente e che riesce ogni volta a mettere in scena con maestria, attingendo dalla casualità della vita dei suoi personaggi temi profondi che trascendono le vicende messe in scena e che acquistano carattere universale: è proprio questa incredibile capacità a rendere Better Things tanto poetico ed emozionante. Si può dire, senza fin troppa paura di sbagliare, che la serie di Pamela Adlon sia la più autentica in circolazione, nel senso che nessun altro prodotto è in grado di raccontare la vita vera con questa semplicità e delicatezza. È anche molto raro trovare show che sappiano raccontare e celebrare con tale sincerità cosa vuol dire essere donne, essere madri ed essere figlie. Ma, ancor prima di tutto questo, Better Things è, nella sua semplice bellezza, una serie che racconta la vita in se stessa, con i suoi alti e bassi; una serie capace di rappresentare con incredibile semplicità quei momenti che presentano allo stesso tempo felicità e tristezza, entusiasmo e malinconia, donandoci un quadro che, fra una risata e l’altra, è in grado di colpire nel segno e anche di lasciarci, forse, inaspettatamente con gli occhi lucidi.
Better Things è questo e tanto altro ancora. Quest’ultima stagione chiude felicemente il cerchio di una serie che è sempre stata capace di distinguersi dal resto e che si è imposta come uno dei gioielli più preziosi dell’attuale scenario televisivo. Anche sforzandosi di seguire l’ultimo consiglio lasciatoci da Sam e dai Monty Python (“Always look on the bright side of life”), salutare questa serie è un po’ triste: senza alcun dubbio, la famiglia Fox ci mancherà moltissimo.
Voto stagione: 9
Voto serie: 9
Non riesco a trovarla da nessuna parte. Aiuto!!!
Paolo
Ciao! Trovi tutte e 5 le stagioni su Disney+! 🙂
Grazie! Peccato non poterle scaricare, ma almeno mi vedo la quinta.