
La sua carriera è in rampa di lancio: in questi ultimi anni ha ottenuto un ruolo importante nella seconda stagione di Russian Doll ed è stata ospite in un episodio di Murderville, l’ibrido tra serie TV e reality di Netflix. Oltre a questi progetti, lo show che più di tutti sta mostrando le sue incredibili doti attoriali è Kevin Can F**k Himself, show della AMC creato da Valerie Armstrong (Lodge 49). La serie si presenta come una dark comedy che vuole tentare di fare una riflessione sui generi televisivi del passato – in particolare la sit-com – usando come filo conduttore la vita della sua protagonista Allison, interpretata proprio da Annie Murphy. Nella serie la donna vive un matrimonio infelice nel quale si trova in una posizione di subordinazione al marito Kevin (Eric Petersen) che, non sempre in modo consapevole, la tratta con sufficienza e superiorità. La particolarità della serie è lo stile utilizzato per raccontare questo rapporto asimmetrico: la quotidianità della vita di coppia è presentata come una sit-com multicamera con una fotografia brillante e le classiche risate registrate quando Kevin è in scena, ma si trasforma immediatamente nella più cupa delle serie drama non appena Allison si “libera” della presenza tossica del marito.

In Kevin Can F**k Himself c’è, dunque, una grande rivisitazione in chiave femminista del genere sit-com, volta a far ripensare al modo in cui questi prodotti, che hanno avuto un grandissimo successo nella televisione americana – e non solo – dagli anni ’50 del XX secolo in avanti, hanno contribuito a plasmare una certa visione del mondo. La famiglia era praticamente sempre quella tradizionale e socialmente accettata: l’uomo era il protagonista e il pilastro sul quale era fondato il delicato equilibrio familiare; intorno a lui la moglie, i figli, gli amici, non erano altro che personaggi secondari. Non per niente gli attori di primo livello venivano scelti per interpretare il protagonista maschile, che era anche quello più divertente e scritto per essere amato dal pubblico, moralista e sempre dalla parte giusta. La serie di Valerie Armstrong gioca moltissimo sul ribaltare questa percezione presentando il personaggio di Kevin come subdolo, manipolatore ed estremamente fastidioso per gli spettatori contemporanei – in questo è anche molto bravo Eric Petersen a giocare la sua interpretazione su un equilibrio molto delicato –, sebbene non troppo dissimile e distante da quelle figure che abbiamo visto per anni in televisione.

A completare uno show già molto ricco con il racconto così originale del dramma della sua protagonista si aggiunge una serie di comprimari molto ben caratterizzati e integrati nella trama orizzontale della serie; a spiccare su tutti è la sorella del miglior amico di Kevin, Patty (Mary Hollis Inboden), il cui arco narrativo segue coerentemente quello di Allison e si sviluppa in modo organico con la narrazione della serie, lasciando esplodere tutto il suo potenziale nelle parti più drammatiche della vicenda.
Kevin Can F**k Himself è una delle serie più interessanti degli ultimi anni, capace di rimescolare gli elementi della dramedy proponendo una riflessione su uno dei generi più problematici della storia della televisione: se siete appassionati di dark comedy o vi piacciono le serie sperimentali non può mancare dalla vostra lista. La prima stagione dello show è uscita lo scorso anno su AMC+, mentre la seconda e ultima sta uscendo in questa seconda metà del 2022 negli USA; in Italia i diritti per la distribuzione della serie sono stati acquistati da Amazon Prime Video.
