
Baby Reindeer è una dramedy in formato di miniserie da sette episodi creata e scritta dal comico scozzese Richard Gadd; si tratta dell’adattamento in forma seriale di uno spettacolo autobiografico dello stesso Gadd nel quale racconta le sue tragiche esperienze di abusi e di stalking. Gli episodi hanno una durata variabile e si adattano alle esigenze della storia: tendenzialmente mantengono la durata classica per le dramedy, ovvero circa trenta minuti, ma l’episodio centrale, per esempio, si allunga ben oltre i quaranta.
Il protagonista della storia è Donny Dunn – alter ego e interpretato dallo stesso Richard Gadd – un aspirante comico che lavora come bartender in un locale di Camden a Londra mentre cerca di sfondare attraverso serate da cabarettista. La vita di Donny cambia inaspettatamente quando offre da bere a una donna che entra nel suo locale; da quel momento Martha – questo il nome della donna interpretata da Jessica Gunning – diventa la sua stalker e, attraverso un’escalation crescente, comincia a interferire in modo sempre più invadente nella vita di Donny fino al punto di arrivare a fare del male a lui e alle persone che lo circondano.

Dal punto di vista di Donny, che è ovviamente quello privilegiato dallo show e che beneficia del suo costante racconto attraverso il voice-over, scopriamo in realtà moltissime sfumature di questo rapporto insano che si viene a creare tra i due personaggi. Sebbene sia chiaro che una delle due parti sia decisamente in torto rispetto all’altra – e anche rispetto alla legge – Gadd non è meno indulgente con il suo personaggio che accusa di aver avuto una parte decisiva nell’assecondare Martha e lasciare che entrasse nella sua vita; in particolare è interessante come Baby Reindeer esplori in modo dettagliato la psicologia di Donny/Richard ed approfondisca tutti i suoi bisogni di attenzione e la sua inconsapevole attrazione per la donna che lo stalkera. Questo rapporto è mutevole e si trasforma nel corso degli episodi, ma non risulta totalmente chiaro allo spettatore almeno fino al quarto episodio, quello centrale.
Il quarto episodio, infatti, è un lungo flashback ambientato diversi anni prima che racconta una parte della storia fondamentale per capire il comportamento di Donny nel presente, le sue angosce, i suoi timori, la sua difficoltà nel fidarsi delle persone, il suo rapporto con i genitori e così via. Senza raccontare nulla nei dettagli si sappia che questo episodio racconta e mostra parzialmente alcune scene di sexual abuse subite dal protagonista – gli episodi di Baby Reindeer sono pieni di trigger warning proprio per la pesantezza delle immagini e dei temi trattati – che si collegano agli abusi che Donny subisce nel presente e nel rapporto con Martha. La scrittura della serie è molto centrata su questo argomento e potrebbe essere accostata ad I May Destroy You, la serie rivelazione di Michaela Coel per HBO di qualche anno fa, per quanto riguarda i temi e l’ottima rappresentazione di un protagonista-vittima che mette a nudo la distruzione che questo tipo di esperienze ha nella vita di un individuo.

A dimostrazione di quanto sia tossica la cultura in cui siamo immersi è necessario evidenziare quello che è accaduto dopo il grande successo della serie: si è scatenata da subito una “caccia all’uomo” su internet per andare a scoprire chi siano le persone reali dietro i personaggi di Baby Reindeer, da Martha a Teri fino all’abuser interpretato da Tom Goodman-Hill nello show. Richard Gadd ovviamente è intervenuto subito facendo un appello e dichiarando che non è mai stato quello l’obiettivo dello show, intimando a tutti di evitare questo tipo di comportamenti.
A conti fatti, Baby Reindeer è una delle più belle sorprese di questa prima parte del 2024: è una serie difficile da guardare sotto molti aspetti – dire che mette a disagio è un eufemismo – ma importante per quanto riguarda i temi trattati e con una scrittura eccellente. I sette episodi che la compongono sono una piccola tesi di psicologia e un viaggio nella mente del suo autore/attore, che racconta uno dei periodi più traumatici della sua vita e mette a disposizione la sua testimonianza a favore di tutte le persone che hanno affrontato/stanno affrontando momenti simili.
