Agatha All Along – Stagione 1 1


Agatha All Along – Stagione 1Negli ultimi anni, complice una evidente stanchezza del genere supereroistico, la Marvel è impegnata in un lavoro di ristrutturazione, alla ricerca di nuovi temi e linguaggi che possano rivitalizzare un marchio che è in evidente difficoltà. Dal punto di vista televisivo, poi, le cose non sono mai davvero decollate.

Agatha All Along è lo spinoff di Wandavision, la prima serie Marvel per Disney+ e forse il progetto più interessante tra le molte serie da loro prodotte per il piccolo schermo (escludendo ovviamente le produzioni Netflix). In effetti, sono molti i prodotti usciti sinora che vanno dal dimenticabile (The Falcon and the Winter Soldier, Moon Knight) al brutto (Secret Invasion), e questo per molte ragioni diverse. Se, infatti, fino ad Avengers: Endgame, i film Marvel erano accomunati da un progetto chiaro e ben oliato, non altrettanto può dirsi per queste nuove fasi creative, troppo deboli e poco avvincenti. Le serie TV hanno poi sofferto di un altro grosso problema, ovvero quello di non riuscire davvero a sostenersi in modo indipendente: la stessa Wandavision fa un ottimo lavoro narrativo fino al finale, quando invece le cose vanno tutte per il verso sbagliato, soccombendo alla necessità di preparare personaggi e narrazioni per una fase successiva. In altre parole, la frenesia di stabilire una narrativa più ampia tra serie TV e film ha reso molti di questi prodotti, anche quelli meglio intenzionati, incapaci di divertire (e divertirsi) senza risultare solo funzionali a un quadro più grande (e ormai tra film e serie, il numero di prodotti da conoscere è diventato enorme e insostenibile per il pubblico).

Agatha All Along – Stagione 1Agatha All Along parte proprio come spinoff di Wandavision, creato grazie al successo ottenuto dal villain Agatha Harkness e all’interpretazione superba di Kathryn Hahn. In verità, non molti avrebbero scommesso sul successo della serie: un po’ perché sembrava l’ennesimo prodotto che cerca di spremere al massimo quelle poche cose di successo (vedasi la serie Echo, spinoff di Hawkeye e passata tutto sommato inosservata), un po’ perché le serie sui villain sono sempre difficili da produrre senza snaturare il personaggio al centro del racconto. Jac Schaeffer, alla scrittura di Wandavision e Agatha All Along, fa l’unica cosa sensata: costruisce la serie intorno a un gruppo di personaggi l’uno più interessante dell’altro, e permette alla sua protagonista di non perdere i propri tratti caratterizzanti pur mostrando una evidente evoluzione e profondità non riscontrata in precedenza.

I primi due episodi avevano gettato le basi del racconto di questa stagione; al netto di qualche semplificazione, gli episodi avevano convinto, ma è proprio a partire dai successivi – e soprattutto dalla rivelazione importante del quarto episodio – che la serie ingrana la marcia e diventa qualcosa di diverso. Prima di tutto, Agatha si conferma una villain a tutto campo, capace di provare sentimenti pur mettendo sempre la propria sopravvivenza al primo posto. Come si scoprirà solo negli ultimi episodi, sta completamente al gioco della creazione di Teen/Billy, nella speranza di rubare il potere delle altre streghe (e possibilmente anche del futuro Wiccan). C’è però in lei molto di più, a partire dal dramma che la contraddistingue, ovvero la morte del figlio nonostante i tentativi di evitargli l’incontro con la morte. Attenzione, però: qui non vi è una banalizzazione (o redenzione) di Agatha, la cui natura da villain viene ricondotta a traumi nel proprio passato; la donna, infatti, rubava poteri e uccideva streghe anche quando il figlio era in vita. Agatha fa quello che deve fare per sopravvivere, incluso usare il proprio figlio per convincere le altre a cadere nella propria trappola. La sua ironia non è altro che furbizia e capacità di manipolazione.

Agatha All Along – Stagione 1Gli ultimi due episodi sono in questo senso emblematici della complessità del suo personaggio, il quale non riesce con Billy ad essere la solita parassita ingannatrice: la fede quasi cieca del giovane nei suoi confronti non fa altro che riportarle alla memoria suo figlio, pur consapevole di non poterlo rivedere – anzi, disperata nel non volerlo confrontare dopo la morte. Questa complessità nel suo atteggiamento manipolatorio attraversa tutta la narrazione, ma trova perfetto risultato nell’ultimo episodio, in gran parte dedicato alla sua storia personale. La morte di Agatha, poi, non può che essere spettacolare, dal momento che darà risultato (dopo un bacio con la Morte!) all’ennesimo inganno, con la strega che si ritrova ad essere un fantasma – e di conseguenza, avendo gabbato la morte ancora una volta. Una fuga emotiva, più che desiderio di potere: ad ora sappiamo solo che Agatha è ancora sulla terra, tutt’altro che pronta a tornare dal figlio della cui morte si sente responsabile.

La serie è però molto di più di Agatha: è il racconto di Billy Maximoff, il quale ha trovato nel defunto William Kaplan l’ospite perfetto per la propria ‘reincarnazione’. È questo il grande mistero (forse un po’ prevedibile) che accompagna la serie per buona parte della sua narrazione, nonché il collegamento più diretto e forte con Wandavision e Doctor Strange in the Multiverse of Madness. Pur consapevoli che questa parte sia più difficile da apprezzare se non si conoscono i due prodotti in cui Billy ci è già apparso, rimane comunque notevole l’abilità degli autori non solo nello scrivere il personaggio con delicatezza ed eleganza, ma anche nel costruire intorno a questo personaggio gran parte delle rivelazioni finali, incluso il suo straordinario potere di ricreare (un po’ come Wanda) un intero mondo fatto di riferimenti pop all’horror e alle streghe. La consapevolezza d’aver creato la Witches’ Road e di conseguenza l’essere la causa della morte di varie streghe del proprio circolo rende più complesso un personaggio di grandi capacità che altrimenti sarebbe troppo facile ascrivere agli eroi senza macchia. È chiaro che Wiccan – questo il nome che Billy assume nei fumetti, ancora non accaduto nella controparte televisiva – avrà un ruolo da giocare nei Giovani Vendicatori in futuro, ma la chiusura sulla ricerca del fratello Tommy sembra far presagire un ritorno sia del suo personaggio che di quello di Agatha in altri prodotti (forse nella serie da tempo annunciata su Visione?). D’altronde, Joe Locke ha dimostrato di riuscire a fare suo il personaggio con un controllo invidiabile per un attore così giovane in un panorama costellato da grandi interpreti.

Agatha All Along – Stagione 1Bisogna infatti ricordare che questa serie è straordinaria nella scelta oculata di così tante attrici di primissimo piano: non solo Debra Jo Rupp, Ali Ahn e Sasheer Zamata fanno un ottimo lavoro con il materiale a propria disposizione, ma soprattutto bisogna cantare le lodi di Aubrey Plaza e Patti LuPone. La prima si rivelerà interpretare nient’altro che Morte, personaggio centrale e interessantissimo nel panorama Marvel (e Plaza è forse la più indicata per questo ruolo così complesso); l’altra è la veterana che riesce a catalizzare tutte le attenzioni nel settimo episodio, senza dubbio il miglior episodio della serie (e di conseguenza uno dei migliori tra tutti quelli Marvel-Disney+). La scrittura di “Death’s Hand in Mine” è infatti superba, capace di gestire i vari livelli temporali con grande attenzione senza mai perdere la bussola emotiva del racconto. Si prova grande empatia per Lilia, e l’intero episodio a lei dedicato è un esempio di come si possa scrivere (e interpretare) un personaggio di cui sappiamo tecnicamente poco in modo così magistrale. È proprio il settimo episodio (confermato poi soprattutto dall’ottavo) che rende evidente l’ispirazione e l’attenzione dietro questa serie.

Interpretazioni perfette, scrittura ispirata, ed evidente voglia di divertirsi possono spiegare il successo di Agatha All Along, una serie nata come spinoff minore e diventata presto il miglior prodotto Marvel da molto tempo a questa parte.

Voto: 9

 

Informazioni su Mario Sassi

Ormai da anni ho capito che il modo migliore per trascorrere le ore in aereo è il binge watching di serie TV. Poche cose battono guardare LOST mentre si è sull'oceano.


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Un commento su “Agatha All Along – Stagione 1

  • Boba+Fett

    …e sì, ben vengano progetti con approcci diversi e di rottura rispetto al recente passato! Non è un caso che le ultimissime cose targate Marvel al cinema e in TV siano stati ottimi successi, come lo splendido Loki e i campioni d’incassi e di sorrisi I Guardiani della Galassia 3 e Deadpool & Wolverine, tutte opere fortemente creative e soprattutto dotate di una forte autoironia. In Agatha All Along si aggiunge anche l’umiltà, se è vero che fra tutte le serie fin qui prodotte è quella costata di meno a dimostrazione che se c’è un’idea forte i grandi budget possono anche non essere necessari. Speriamo si prosegua… Down, down, down the road!