Black Rabbit – 1×01 The Cyclone


Black Rabbit - 1x01 The CycloneBlack Rabbit è la nuova miniserie di Netflix creata da Zach Baylin e Kate Susman, composta da otto episodi e disponibile da pochi giorni sulla piattaforma di streaming. Il progetto si presenta con due protagonisti di grande richiamo: Jude Law e Jason Bateman, quest’ultimo anche regista del primo episodio.

La presenza di due interpreti così noti rappresenta senza dubbio il principale elemento di interesse per la serie, insieme alla promessa di un racconto che intreccia dinamiche familiari, ambizioni personali e criminalità, il tutto ambientato nella cornice del mondo della ristorazione newyorkese.

Il primo episodio si apre con una scelta narrativa ormai decisamente consolidata, quella del flashforward. Ci troviamo nel locale che dà il titolo alla serie, il Black Rabbit, e assistiamo a una scena concitata: nel giro di pochi istanti infatti una rapina interrompe la normalità apparente della serata. L’azione è ripresa con ritmo sostenuto e coinvolge direttamente il proprietario del locale Jake Friedkin – il protagonista interpretato da Law –, lasciando intendere che molto di ciò che accadrà nei successivi episodi troverà qui il suo punto di arrivo. Subito dopo, la narrazione torna indietro di un mese e comincia a raccontare gli eventi che condurranno a quel momento. Si tratta di un meccanismo che funziona nel catturare immediatamente l’attenzione dello spettatore, perché spinge a chiedersi come si sia arrivati a una situazione così estrema, ma che ormai è stato utilizzato talmente tante volte da risultare privo di originalità. Qui, in particolare, non sembra esserci un’idea visiva o di scrittura capace di dargli nuova linfa: l’efficacia è tutta nell’immediatezza dell’azione, ma manca quel guizzo creativo che avrebbe potuto rendere la sequenza iniziale memorabile.

Black Rabbit - 1x01 The CycloneIl resto dell’episodio si dedica soprattutto a introdurre i personaggi e le loro relazioni. Jake è un ristoratore ambizioso, con un locale avviato e in attesa di una recensione del New York Times che potrebbe consacrarne il successo. A mettere in crisi questo equilibrio arriva Vince, il fratello interpretato da Bateman, che torna a New York con un bagaglio fatto di scelte sbagliate, debiti e rapporti interrotti. Fin dal loro primo incontro emerge un rapporto caratterizzato da affetto e tensione, da vecchie ferite e rancori non del tutto sopiti. I due fratelli sembrano agli antipodi: Jake con una famiglia e un lavoro di successo, Vince con una vita sull’orlo del tracollo. Ma la scrittura lascia già intravedere che le differenze sono meno nette di quanto sembri, e che entrambi condividono una determinazione quasi ostinata, oltre alla capacità di mettersi nei guai pur di inseguire ciò che desiderano.

Il tono dell’episodio alterna momenti più concitati, legati soprattutto alla sfera criminale che circonda Vince e ai rischi che porta con sé, a scene più intime, concentrate sul rapporto familiare e sulle dinamiche interne al locale. A volte i passaggi da un registro all’altro risultano però un po’ bruschi, e la narrazione sembra oscillare tra il voler costruire un thriller e il concentrarsi sul dramma privato dei protagonisti, senza trovare ancora una direzione precisa. Inoltre, l’ambientazione è resa con cura, soprattutto nelle scene notturne e negli interni del ristorante, ma la regia di Bateman non brilla particolarmente per originalità, fallendo nel costruire un linguaggio visivo riconoscibile.

Sul piano interpretativo, Law e Bateman sostengono gran parte dell’episodio con prove solide e misurate. È soprattutto grazie a loro se i due fratelli risultano credibili anche quando la scrittura si limita a porre le basi del conflitto senza ancora approfondirlo. I personaggi secondari, per ora, restano invece in secondo piano: la chef del locale, gli investitori, le presenze legate al passato di Vince sono accennati quanto basta per suggerire futuri sviluppi, ma non hanno ancora un ruolo significativo.

Guardando Black Rabbit è difficile non pensare The Bear, soprattutto per l’ambientazione dietro le quinte di un ristorante alla ricerca del successo e per la centralità del rapporto tra fratelli che reggono gran parte del racconto. Allo stesso tempo, però, la presenza del crimine e del rischio che la vita dei protagonisti venga travolta da eventi più grandi di loro richiama un intero filone di serie di stampo più thriller, incentrate su persone comuni costrette a confrontarsi con minacce via via più pericolose, che si tratti di criminalità organizzata, ricatti o scelte morali sempre più compromettenti – per fare solo un esempio, pensiamo a Ozark, con protagonista proprio Bateman. Black Rabbit sembra collocarsi a metà strada tra queste due atmosfere, senza però trovare ancora un’identità capace di distinguerla davvero.

Black Rabbit - 1x01 The CycloneIl primo episodio costruisce le premesse con chiarezza e promette sviluppi sul rapporto tra i due fratelli e sulle minacce che incombono su di loro. Tuttavia, non offre ancora elementi particolarmente originali né nella struttura narrativa né nello stile. L’espediente del flashforward è efficace ma prevedibile, la scrittura corretta ma senza momenti di particolare ispirazione, l’ambientazione del locale suggestiva ma non abbastanza caratterizzata da imporsi come un elemento narrativo autonomo. A tenere insieme il tutto restano soprattutto le interpretazioni dei due protagonisti, carismatici quanto basta per dare spessore a una storia che, almeno per ora, appare costruita su basi piuttosto convenzionali.

Nel complesso, Black Rabbit potrebbe rivelarsi un intrattenimento gradevole ma, almeno da questo primo episodio, non sembra possedere quella personalità necessaria a distinguersi davvero nel panorama delle serie contemporanee. La speranza è che i capitoli successivi sappiano dare più spazio ai personaggi secondari, approfondire le dinamiche già introdotte e trovare un tono più coerente e incisivo. Per ora, la serie si affida soprattutto al carisma di Law e Bateman, ma dovrà fare molto di più per trasformare queste premesse in qualcosa di memorabile.

Voto: 6

 

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