
In questo bell’episodio, veniamo a conoscenza di un altro tassello del passato di Carrie Mathison: la sua relazione con il direttore Estes.
Un colpo di scena, considerato che fino allo scorso episodio abbiamo imparato a conoscerli praticamente come “nemici” (il nostro stupore è lo stesso che manifesta il personaggio dell’analista, evidentemente attratto da lei). Ancora una volta si riconosce la bravura degli sceneggiatori nel voler delineare le caratteristiche e i trascorsi dei vari personaggi poco alla volta. Una scelta rischiosa, ma che qui funziona perché ad ogni episodio viene aggiunto un tassello importante. Per cui non capita mai (o almeno, finora non è mai capitato) che un episodio non contenga almeno uno (se non di più) elemento importante per la scoperta delle personalità che popolano questo mondo pieno di insicurezze e bugie.
In questo episodio accadono anche molte altre cose importanti: Carrie è costretta ad abbandonare a malincuore la sua “missione di voyeur ufficiale” della famiglia Brody. Una nuova pista giunge dai sospetti sulla scia di soldi sporchi spostati attraverso i gioielli e che, in teoria, dovrebbero servire a finanziare un nuovo attacco terroristico sul suolo americano. Facciamo quindi la conoscenza di due misteriosi ed ambigui coniugi, apparentemente una perfetta famigliola, ma evidentemente collegati a filo diretto con le attività di Abu Nazir.

Quello che turba di più Jessica (e noi spettatori) è però la tranquillità con cui il marito affronta un’esistenza evidentemente malata: le sue reazioni e le sue mancanze (soprattutto nell’intimità), nonché questa goccia finale dell’uccisione del cervo, tutte azioni per cui una persona normale sentirebbe il bisogno di agire per cambiare qualcosa. Ma Nick, si sa, non è una persona normale: è un sopravvissuto, un veterano con un terribile trauma, nonché un probabile terrorista.

La cosa che, però, più mi ha inquietato, è stato quel sorriso finale d Carrie: cosa avrà voluto significare? La semplice contentezza dell’agente nell’aver finalmente trovato un escamotage per stare addosso a Brody? Oppure per Carrie, che spia ogni movimento di Brody da settimane, che conosce ogni sua mossa (divertente la scena iniziale in cui sembra “indirizzare” il marine verso le azioni della quotidianità), che ha imparato a conoscerlo bene, quest’uomo sta cominciando a significare qualcosa di più? Sappiamo che probabilmente Carrie è (a causa del suo lavoro) un’abile doppiogiochista, ma conosciamo altrettanto bene la sua fragilità…
Una spy story ben architettata, piena di dubbi e misteri, che riesce a farti stare incollato alla poltrona per 50 minuti pur non avendo i classici stereotipi da action movie.
Davvero una bella serie!
Voto: 8

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