Crazy Ex-Girlfriend – Stagione 3 Episodi 4-6


Crazy Ex-Girlfriend - Stagione 3 Episodi 4-6Nella recensione dello scorso season finale di Crazy Ex-Girlfriend ci eravamo chiesti se rendere Rebecca un “caso clinico” non fosse in qualche modo un tradimento del concept originale della serie o comunque un suo depotenziamento.

Legare le “pazzie” della donna non soltanto alle aspettative distorte che la cultura pop ci induce a sviluppare ma ad una vera patologia (adesso con tanto di diagnosi) rischiava di rappresentare un frettoloso “affrancamento” dalla dimensione di critica meta-narrativa in favore di un character study che sarebbe stato sì interessante ma anche più convenzionale, forse meno potente rispetto, ancora una volta, alla genialità del concept di base. In realtà è facile accorgersi di come questa dicotomia non abbia alcun senso, perché Crazy Ex-Girlfriend è sempre stato un prodotto more nuanced than that: la grandezza del lavoro di Rachel Bloom e Aline Brosh McKenna non sta tanto (o non solo) nella capacità di filtrare le esperienze dei personaggi attraverso una scrittura meta-ironica, ma di rendere giustizia a quelle stesse esperienze costruendoci intorno percorsi di caratterizzazione accurati ed onesti. Come canta Josh Groban nella canzone forse più bella dell’intera serie, people are complicated e così sono le loro motivazioni e condizioni fisico-mentali; il vero “tradimento” sarebbe stato ridurre la complessità di questi stimoli ad un inside joke per esperti di rom-com. Senza contare che è proprio lo status di Rebecca, in ultima analisi, a rendere ancora più evidente l’effettiva inconciliabilità tra vissuto personal-emotivo e modelli comportamentali indotti: certe “regole” fissate da prodotti culturali figli di esigenze narrative specifiche e visioni del mondo spesso limitate possono avere senso soltanto se la propria percezione della realtà è alterata, come nel caso della protagonista, da un disturbo relazionale e di personalità.

La rivelazione finale di “Can Josh Take a Leap of Faith?” si è dimostrata quindi un’evoluzione non soltanto intelligente ma anche praticamente inevitabile. La conferma ce la danno in maniera chiarissima questi ultimi tre episodi, in cui tutto il potenziale narrativo di questa scelta viene finalmente sfruttato a dovere, sviluppando soluzioni forse controverse e non prive di criticità ma senza dubbio coraggiose e innovative.

Life is a gradual series of revelations/that occur over a period of time/it’s not some carefully crafted story/it’s a mess and we’re all gonna die

Crazy Ex-Girlfriend - Stagione 3 Episodi 4-6Perfino in un panorama televisivo molto più sensibile all’argomento come quello degli ultimi anni, una rappresentazione davvero riuscita della malattia mentale è ancora merce relativamente rara. La stessa CXG, proprio con il finale della scorsa stagione, aveva fatto sorgere qualche dubbio sull’effettiva capacità delle autrici di passare efficacemente al livello successivo e la scelta di mostrare il tentato suicidio di Rebecca in maniera così “grafica” ha preoccupato alcuni critici e spettatori, confermando in parte questi timori. Senza soffermarci sull’opportunità o meno di rappresentare in questo modo un frangente tanto delicato (sono discorsi che, seppur non completamente, esulano dallo scopo di una recensione), possiamo dire che nonostante tutto la serie ha trovato il modo di sfruttare saggiamente un materiale così controverso e scivoloso.

“Josh’s Ex-Girlfriend is Crazy”, ad esempio, dimostra come la creatura di Rachel Bloom riesca ancora ad ottenere risultati straordinari ogni volta che piega il registro parodico all’approfondimento psicologico dei personaggi: attraverso il pretesto del revenge-movie, le autrici mettono in scena in maniera dolorosamente incisiva il senso di disorientamento e disperazione di Rebecca, le cui “follie” iniziano a diventare significativamente sempre più inquietanti. Se prima ridevamo dei “film mentali” della nostra eroina, adesso che è proprio lei a presentarceli come tali e a far cadere quindi il velo delle sue stesse illusioni, il vuoto di aspettative ci colpisce dritto allo stomaco. La bellissima canzone conclusiva, opportunamente messy anche a livello di metrica, è contemporaneamente un conforto e un colpo al cuore: siamo liberi dagli schemi preconfezionati che le regole della narrativa ci impongono, ma senza questi ultimi chi siamo davvero?

Crazy Ex-Girlfriend - Stagione 3 Episodi 4-6L’impatto con la realtà è devastante, tanto per Rebecca quanto per lo spettatore. Gli ultimi minuti di “I Never Want to See Josh Again”, nonostante una fastidiosa concessione al didascalismo (helphope) che poteva essere tranquillamente evitata, sono davvero potenti, ma è la preparazione a quel momento come dicevamo più su, molto controverso  l’aspetto più rilevante di questo percorso. L’intero episodio si basa sulla contrapposizione di toni e ritmi diversi all’interno del racconto: da un lato i tempi dilatati e il tono ovattato della storyline di Rebecca, dall’altro la frenesia della vita a West Covina e i ritmi comici a cui siamo abituati. Uno squilibrio che risulta piuttosto straniante ma che dà perfettamente la misura dello scollamento tra le due realtà rappresentate. Mentre la protagonista medita di togliersi la vita, i suoi amici si rendono conto di quanto in effetti la sua presenza li arricchisca: sviluppandosi, se vogliamo, a due velocità, questa puntata fa quindi un lavoro molto sofisticato e mette in scena da un lato la coesistenza di tali dimensioni (collocando il tentato suicidio della protagonista nel quadro generale delle cose) e dall’altro la difficoltà del loro allinearsi (evitando di minimizzare il dolore di Rebecca).  Le prove di Rachel Bloom e Tovah Feldshush chiudono il cerchio, infondendo ancora più intensità e calore ad una scrittura già di per sé vivida ed efficace  –  pur con qualche sbavatura (il dialogo con Audra, ad esempio).

Crazy Ex-Girlfriend - Stagione 3 Episodi 4-6“Josh is Irrelevant”, nel suo essere un episodio quasi “didattico”, fa qualcosa di ancora più straordinario: passa davvero al livello successivo, mettendo al centro della narrazione qualcosa che quando va bene ne sta ai margini e quando va male non viene nemmeno presa in considerazione. La diagnosi di una malattia mentale in tv è una specie di unicorno, sia perché è davvero difficile trasformarla in materiale accattivante dal punto di vista narrativo sia perché è più comodo pescare qua e là tra una varietà indefinita di sintomi e costruirci intorno un personaggio a seconda delle esigenze del momento. Crazy Ex-Girlfriend, invece, sceglie di trattare la sua protagonista con rispetto e si assume la responsabilità di esplorare insieme a lei le conseguenze di tale decisione. Diagnosticare a Rebecca il disturbo borderline di personalità è una soluzione perfetta per la serie, sia perché si incastra con naturalezza nel percorso fatto dal personaggio sia perché permette di affrontare nuove sfide creative e di farlo in maniera responsabile. Ciò significa anche continuare a modularsi – in termini di tono e linguaggio – in base ai ritmi di recupero della protagonista, imparando insieme a lei a gestire questo nuovo corso.

È uno show diverso quello che ci hanno consegnato questi tre episodi, ed è anche uno show migliore. Così come Rebecca, Crazy Ex-Girlfriend sta sperimentando su e con se stessa: forse avrà perso un po’ della sua vivacità e forza espressiva, ma è un momento di transizione che la porterà a raggiungere una nuova maturità. Scegliere di introdurre e poi di affrontare fino in fondo (a differenza di altri prodotti, come ad esempio You’re The Worst) la malattia mentale si è rivelata la scelta migliore che le autrici potessero fare.
A questo punto, dobbiamo loro soltanto un po’ di fiducia.

Voto 3×04: 8½
Voto 3×05: 7½
Voto 3×06: 8

 

Informazioni su Francesca Anelli

Galeotto fu How I Met Your Mother (e il solito ritardo della distribuzione italiana): scoperto il mondo del fansubbing, il passo da fruitrice a traduttrice, e infine a malata seriale è stato fin troppo breve. Adesso guardo una quantità spropositata di serie tv, e nei momenti liberi studio comunicazione all'università. Ancora porto il lutto per la fine di Breaking Bad, ma nel mio cuore c'è sempre spazio per una serie nuova, specie se british. Non a caso sono una fan sfegatata del Dottore e considero i tempi di attesa tra una stagione di Sherlock e l'altra un grave crimine contro l'umanità. Ah, mettiamo subito le cose in chiaro: se non vi piace Community non abbiamo più niente da dirci.

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