Westworld – 2×07 Les Écorchés 6


Westworld - 2x07 Les ÉcorchésDopo due episodi più che meritevoli come “The Riddle of the Sphinx” e “Akane No Mai” dove Westworld aveva dimostrato anche al suo pubblico più scettico di essere perfettamente in grado di dar vita a narrazioni non solo complesse ma anche raffinate e drammaticamente coinvolgenti, con questo settimo capitolo si torna di nuovo ad una delle strutture più classiche della serie che ne ripropone tutti i tratti caratteristici e che inevitabilmente possono risultare intriganti per alcuni nella stessa misura in cui sono esasperanti per altri.

L’“écorché” del titolo, una rappresentazione che mostra la trama muscolare non ricoperta dalla pelle usata soprattutto come figura di studio per l’approfondimento dell’anatomia umana propedeutica al disegno realistico, potrebbe non essere altro che l’ennesima metafora del modo intenzionalmente complesso, macchinoso e artificioso che spesso Westworld ha di raccontarci la sua storia. Anche in questo caso, infatti, assistiamo ad una narrazione stratificata, lunga, distaccata e ripetuta in cui i personaggi incarnano e si interrogano sui temi più cari alla serie (e, c’è da dire, spesso presentati in uno schema binario e antitetico), ossia libero arbitrio e controllo, vita e memoria, falso e autentico, umano e non umano, mortalità e immortalità e via dicendo (pur, bisogna ammetterlo, con qualche eccezione non banale come la definizione, molto decisa in questa e nelle ultime puntate, della vita come narrazione per cui l’host può sentirsi vivo se in grado di intraprendere, in molti casi scegliere, un percorso che abbia un inizio, uno svolgimento, una fine e, spesso, un fine.)

L’episodio riprende, con l’andamento spezzettato del “dov’eravamo rimasti”, quasi tutte le sue linee narrative e lo fa attraverso una scelta registica piuttosto complicata: aprendosi e chiudendosi con l’interrogatorio di Charlotte a Bernard, è strutturato, à la Inception, come un grande contenitore di flashback giustificati dal modo (ormai noto) in cui funziona la memoria degli host (in questo caso Bernard) per cui si fatica a distinguere ontologicamente tra l’esperienza del momento presente e l’esperienza del ricordare.

Westworld - 2x07 Les ÉcorchésUno degli aspetti più discussi della serie (e sicuramente quello più divisivo) è, infatti, il modo in cui questa sceglie di raccontarci le cose e, di conseguenza, il modo in cui si rapporta al suo pubblico, cosa gli richiede, come lo tratta. Gli autori sembrano divertirsi ad enfatizzare l’aspetto più ludico del genere thriller-fantascientifico e presentano lo show stesso come una sfida, come un indovinello allo spettatore che deve stare attento a collezionare ogni indizio, ad aggrapparsi ad ogni (semi)risposta per arrivare alla soluzione finale, alla risoluzione del racconto. Questi sono, come Ford, a tutti gli effetti demiurghi che costruiscono da cima a fondo l’universo di Westworld e ti invitano, passo dopo passo, a scoprirne i segreti. Cosa si trova nella “valley beyond”? Qual è il vero scopo del parco? Che ne sarà della “chiave” dell’immortalità contenuta nei data di Peter Abernathy ora che è in mano a Dolores? Alle domande vengono date risposte parziali che vengono poi ricontestualizzate o fatte evolvere in altre domande nel corso degli episodi. Non a caso è proprio il personaggio interpretato da Anthony Hopkins (che ancora una volta dà prova di una presenza scenica sbalorditiva) ad intervenire nelle scene più interessanti dell’episodio per dirci cose che sapevamo già e darci alcune risposte senza però (di proposito) darcele tutte: il parco è stato fatto non per divertire gli umani ma per ricrearli, non per far loro conoscere se stessi ma per migliorarli, per spogliarli della loro natura meno nobile. La scelta di far controllare la mente di Bernard da Ford fa, inoltre, imboccare alla storyline che li vede protagonisti uno dei sentieri che sembrano poter portare più velocemente ad una rivelazione finale.

Si tratta di un aspetto, questo modo di narrare, senza dubbio affascinante ed intrigante ma che rischia, specie in episodi come questo, di apparire distaccato e non del tutto interessato alle storie e ai personaggi che porta sulla scena. Lo spettatore che riesce a passare oltre la fascinazione iniziale per l’architettura narrativa complessa della serie potrà facilmente notare come questo rischio si concretizzi soprattuto nelle evidenti difficoltà che la scrittura di Westworld dimostra nella gestione della tensione narrativa. Vi sono, infatti, diversi momenti di “Les Écorchés” che vorrebbero risultare estremamente drammatici ma che non lo sono minimamente. In alcuni casi questo succede perché si accumulano troppi momenti nel corso di un solo episodio in cui sembra che un personaggio (anche non troppo secondario) stia per morire e viene invece salvato dal deus ex machina di turno (spesso e volentieri da un semplice, ennesimo, colpo di pistola e/o da un personaggio esterno al momento drammatico, che entra appositamente e solo per rovesciare la situazione). Le scene in questione, anziché risultare tese, perdono così di credibilità e, in fin dei conti, non facendo avanzare quasi per nulla la trama, sembra che facciano anche perdere molto tempo.
Westworld - 2x07 Les ÉcorchésParliamo, ad esempio, della sparatoria che coinvolge Old William, Maeve e Lawrence, in cui ognuno dei tre i personaggi rischia di morire almeno una volta. In altri casi, come in quello della pistola puntata alla testa di Bernard nel momento in cui Charlotte scopre che è un host o quello in cui Dolores cerca senza nessuna convinzione di aprire in due la testa di Charlotte, si ha l’impressione che la scrittura nemmeno si sforzi troppo a provare a far credere allo spettatore che ci sia veramente un’intenzione omicida dietro al gesto. Sarebbe, insomma, forse più incisivo ed efficace procedere per riduzione e costruire uno o due momenti autenticamente drammatici invece delle (almeno) sei sequenze vane che si contano nel corso dell’episodio. In altri casi ancora non si creano le condizioni drammatiche necessarie a far sì che la scoperta di un’importante informazione, che lo spettatore e uno o più personaggi conoscono già, da parte di un personaggio terzo sia veramente sorprendente: la rivelazione sulla vera natura di host di Bernard, ad esempio, ha rappresentato un vero colpo di scena forse solo la prima o la seconda volta che è stata mostrata (nella prima stagione) mentre risulta, purtroppo, piuttosto debole tutte le volte successive in cui ci è stata riproposta, specie in questo episodio.  Se ci sono stati, infatti, episodi in passato dove la serie ha saputo ovviare a questo tipo di strafalcioni riuscendo a concentrarsi più felicemente su una costruzione drammatica di tutto rispetto, non si può purtroppo dire altrettanto di questo episodio.

“Les Écorchés” è, insomma, quel che si può definire un “tipico” episodio di Westworld che ne presenta tutte le peculiarità: se da un lato si può apprezzare un certo grado di macchinosità e di complessità registica, dall’altro non si può, alla lunga, passare sopra al fatto che l’episodio sia anche troppo lungo, ripetitivo, a tratti strascicato. Il fatto è che sembra che lo show di Jonathan Nolan e Lisa Joy sia intenzionato a continuare per questa sua strada con un atteggiamento così sfacciatamente consapevole e così poco dispiaciuto che non si può che, intrigati o esasperati, semplicemente prendere quello che ci dà.

Voto: 5

Condividi l'articolo
 

Informazioni su Irene De Togni

Nata a Verona, ha studiato Filosofia a Padova e Teoria letteraria a Parigi. Non simpatizza per le persone che si prendono troppo sul serio ma le piacerebbe che le serie TV venissero prese un po’ più sul serio (e ora che ha usato due volte l’espressione “prendersi sul serio” non è più sicura di quello che significhi).


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

6 commenti su “Westworld – 2×07 Les Écorchés

  • OrsoRulez

    Voi siete matti a fare queste critiche a una serie del genere.
    – Non c è tensione nelle scene movimentate? Il momento Maeve William Lawrence è stato un momento altissimo della puntata
    – La storia è complicata? E certo questa è la base della serie. La versione funzionale di Post
    – Lo spettatore è spaesato? Deve essere spaesato per comprendere empaticamente quello che sta accadendo agli host
    – Le tematiche sono ripetitive? Magari all’inizio ma arrivati a questo punto sono sviscerate in un modo totalmente personale e innovativo rispetto alle vecchie produzioni su questo argomento.

    Rimango allibito per come state trattando questa stagione. Sarò io limitato a essere rimasto alla facinazione iniziale…

     
    • Alessandro

      Io sono d’accordo con quanto scritto nella recensione. Non dirmi che tu hai creduto anche per un solo istante che Maeve o William potessero sparire dalla scena in quel momento della sparatoria, con tutta la costruzione che hanno fatto su entrambi i personaggi. E se era evidente che nessuno dei due sarebbe morto, perché farla? Le scene d’azione riempitive e inutili io le accetto in The Walking Dead, non in Westworld, che ci ha dimostrato di saper fare ben altro.

       
      • OrsoRulez

        Beh però sono ridotti entrambi abbastanza male e a qualcosa servirà. William s è preso 8 pallottole in corpo, ci deve essere una motivazione valida per il fatto che sia ancora in vita. Maeve moribonda probabilmente verrà salvata da Lee ma sicuramente questa cosa comporterà un ulteriore sviluppo emotivo in lei, aspettando gli sviluppi della prossima puntata incentrata sulla ghost nation. Inoltre a livello filosofico trovo degno di nota il nuovo incontro tra le due protagoniste in cui quella che credeva in una libertà vera rispetto all’ autoritarismo di Dolores sia su un lettino in punto di morte. Poi d ore che sono fini a se stesse le scene d azione qui è veramente riduttivo contando che nel totale della puntata abbiamo 3 morti all’ incirca definitive di personaggi non principali ma importanti per il pubblico.

         
        • magicblack

          William prende costantemente (o quasi) pallottole in corpo e nessuna di queste sembra mai procurargli non più di un fastidio paragonabile a quello che si deve sopportare dopo un pizzicotto. Secondo me tornerà in formissima per il finale di stagione, gli concedo al massimo una puntata in cui barcolla e soffre (e mi sento di esagerare ahah).

           
  • Michele

    Lungo, ripetitivo, strascicato. Con strizzatine d’occhio al grandguignolesco… A quando la prossima ammucchiata? Unico dato positivo Anthony Hopkins. Talmente bravo da mostrare ancora più la scarsezza di molti altri protagonisti. A proposito. Chi NON si aspettava ricomparisse?

     
  • Daniele

    Non sono d’accordo con la recensione, almeno non del tutto. Se da una parte è vero che a volte la serie ricorre ad escamotage piuttosto scarsi o già visti per risolvere alcune questioni (tipo l’esplosione della culla), dall’altra a livello di tematiche e regia Westworld continua ancora ad essere ancora unica nel panorama narrativo attuale. Sì, forse questo non è il migliore degli episodi, ma non si può dire che questa seconda stagione non ci stia regalando comunque momenti di altissima televisione. E sottolineare quanto Anthony Hopkins sia più bravo degli altri non è nulla di sorprendente, non toglie valore agli altri interpreti. Stiamo parlando di uno dei migliori attori degli ultimi 50 anni di cinema, non c’è gara. Per me Westworld resta comunque una serie di altissimo livello, con tutti i suoi difetti. PS: non mi riferisco alla tua recensione in particolare, ma mi è sembrato che quest’anno ci sia un approccio estremamente critico da parte vostra nei confronti della serie. Quasi un’antipatia di fondo. Ma ci sta, alla fine i gusti personali non possono non influire nel giudizio. In ogni caso fate sempre un ottimo lavoro.