Game Of Thrones – 8×03 The Long Night 19


Game Of Thrones - 8x03 The Long NightCon alle spalle un primo episodio necessariamente introduttivo e un secondo capitolo forgiato intorno al concetto tragico dell’attesa, il terzo appuntamento della stagione finale di Game Of Thrones ci catapulta finalmente sul campo di battaglia, proponendo su schermo l’apoteosi visiva del suo lato high fantasy. L’episodio, infatti, giunge con aspettative colossali poiché anticipato da uno sforzo produttivo che non ha precedenti nella storia della televisione, infrangendo molti record ancora prima di andare in onda.

Quindici milioni di dollari di budget, undici settimane di riprese notturne, temperatura quasi sotto lo zero, una troupe di più di settecentocinquanta persone, il tutto per un’ora e ventidue – l’episodio più lungo della serie – di adrenalinici ed epici scontri tra le forze dei vivi e quelle dei morti. Sono solo alcuni degli elementi che possono dare l’idea del lavoro mastodontico dietro “The Long Night”, il cui valore tecnico è indiscutibile e, proprio per questo, non può essere tenuto in disparte quando si va ad analizzare nel dettaglio la riuscita effettiva dell’episodio. Per quanto riguarda, invece, la sua importanza nell’economia del racconto è presto detto: la Battaglia di Winterfell rappresenta il primo turning point importante di questa stagione che conclude – probabilmente in modo definitivo – un vero e proprio capitolo dell’epopea martiniana, quello legato alla mitologia fantasy nel senso più stretto del termine, lasciando pienamente spazio, negli ultimi tre episodi, allo sviluppo della seconda anima della narrazione, quella legata alla politica e alla legittima successione al Trono di Spade. Si giustifica così, dunque, la scelta di chiudere un segmento narrativo tanto importante già a questo punto, eliminando dall’equazione lo scomodo Night King e tutto il suo seguito.

The dead are already here.

Game Of Thrones - 8x03 The Long NightLa possibilità di concentrarsi pienamente su coordinate spazio-temporali esclusive è uno dei pregi di questa battaglia e non può non ricordare “Blackwater” e “The Watchers On The Wall”, rispettivamente nella seconda e quarta stagione. Anche in quei casi la narrazione è stata totalmente dedicata allo scontro e il running time dell’episodio non prevedeva distrazioni dai personaggi coinvolti; lo stesso accade con “The Long Night” che in più sceglie di costituirsi con una struttura in tre atti e un livello di pathos e coinvolgimento crescente dall’inizio alla fine dell’episodio. La durata della battaglia è aderente a quella di un’intera notte – infatti la sua risoluzione avviene alle prime luci dell’alba – e la fotografia esageratamente buia non fa che sottolinearlo; il direttore della fotografia Fabian Wagner ha dichiarato come l’intento fosse quello di esaltarne il realismo – una guerra combattuta nel buio della notte in effetti non doveva essere poi tanto diversa, draghi e zombie a parte – e in parte distaccarsi dall’interpretazione della notte “a tinte blu” di Andrew Lesnie nella battaglia del Fosso di Helm ne Il Signore degli Anelli: Le due Torri, eppure l’impressione è che il risultato sarebbe potuto essere molto più di impatto se una luce migliore avesse aiutato a distinguere le fasi della battaglia, soprattutto nella fase iniziale. Sembra, infatti, più scenografica che funzionale la scelta dell’arrivo di Melisandre che avvolge con le fiamme le spade dei dothraki, stratagemma che tra l’altro ha esiti tutt’altro che determinanti sulla battaglia. Sacrificare la godibilità di uno scontro tanto atteso in virtù di una rappresentazione che, nelle intenzioni, vorrebbe esaltare alcuni momenti chiave, è una delle scelte che fanno discutere di questo episodio, tanto denso quanto divisivo sulle decisioni prese dagli autori, soprattutto in merito alla scrittura.

Si diceva della suddivisione in tre parti distinte, tre atti veri e propri con caratteristiche specifiche: nel primo si combatte all’esterno delle mura, la battaglia inizia e progressivamente le unità sono costrette a ripiegare all’interno delle mura dando via libera al primo tentativo di contenere le armate dei morti – il fossato di fuoco – e al primo scontro tra i draghi di Dany e Jon e quello del Night King; il secondo atto trasporta l’azione all’interno del castello, con Arya – mattatrice dell’episodio – protagonista del segmento più riuscito della puntata, una sequenza action-horror giocata sui silenzi e sul superamento di una situazione difficile che omaggia tutta la cinematografia sugli zombie e non solo; l’ultimo atto è la battaglia nelle zone più interne di Grande Inverno, con il villain che arriva ad un passo dal raggiungere il suo grande obiettivo e con la condizione dei protagonisti al limite della disperazione, fino al colpo di scena finale che ribalta l’esito dello scontro. La linearità temporale della battaglia è accostata ad una spiralità spaziale: come dichiarato dagli autori l’intento era quello di creare una costruzione di cerchi concentrici, per la quale lo scontro comincia sviluppandosi in ampiezza – battaglia campale, fuori dalle mura – fino a stringersi progressivamente intorno ad un punto – il Parco degli Dei dove aspetta Bran. Man mano che ci si stringe intorno a questo centro, il coinvolgimento emotivo dello spettatore compie un percorso ascendente, raggiungendo il massimo climax con la morte di Theon e la perdita di ogni speranza, aspettando che il Night King cali la spada su Bran.

Game Of Thrones - 8x03 The Long NightIl colpo di scena conclusivo è ben costruito e arriva al momento giusto: come avviene nelle grandi battaglie dei franchise milionari la risoluzione della battaglia finale deve essere il punto più alto di investimento emotivo da parte dello spettatore, quello nel quale sembra non esserci più via di scampo per le forze del Bene. Si può anche qui discutere sulla scelta antecedente di seguire un percorso così “classico” di costruzione dell’intreccio, poiché se c’era una serie che ci aveva abituato a sovvertire le regole canoniche della narrazione e a temere per l’incolumità dei personaggi principali era proprio Game Of Thrones. Nessuno dei protagonisti più rilevanti, infatti, è stato davvero in pericolo in questo episodio, rendendo molte scene di guerra inverosimili e al limite del ridicolo, e lo scontro si è risolto, alla fine, nel modo più prevedibile, con la sconfitta del grande villain – che equivale alla sconfitta di tutto il suo esercito. Certo, molte rivelazioni sono state sconvolgenti e hanno funzionato perfettamente, ma solo per quanto riguarda le dinamiche narrative della serie, non di certo per lo sviluppo della battaglia.

– What do we say to the God of Death?
– Not today.

Si fa riferimento principalmente alla profezia di Melisandre e a come Arya scopre di essere la prescelta dal Dio Rosso, colei chiamata a salvare il mondo della Luce da quello della Notte senza fine portata dagli Estranei. Una risoluzione di impatto che, oltre al merito di portare giustamente sugli altari il personaggio interpretato da Maisie Williams, ha il peso di escludere violentemente i più accreditati a questo ruolo. Jon e Daenerys, infatti, sono i grandi sconfitti di “The Long Night”: oltre a non essere riusciti ad ideare una strategia bellica efficace per contrastare l’armata dei non-morti, vengono continuamente umiliati dal Night King, prima nello scontro aereo e poi nel combattimento a terra. Emblematica la scena in cui Jon viene bloccato prima dalla resurrezione dei morti e poi da Viserion senza riuscire ad incidere minimamente sulle sorti dello scontro; allo stesso modo Daenerys viene sbalzata da Drogon e diventa il personaggio più vulnerabile, salvata solo dallo scudo umano Jorah Mormont, che perderà la vita per difenderla in una scena ampiamente prevista ma dal grande impatto emozionale.

Game Of Thrones - 8x03 The Long NightLa guerra totale che si combatte a Grande Inverno non esclude nessuno, nemmeno chi prova a nascondersi da essa. Le donne e i bambini – più Tyrion e Varys – che cercano rifugio nelle cripte del castello hanno fatto male i loro conti e, con la resurrezione dei morti, si risvegliano anche i cadaveri che riposano nelle tombe, scatenando il panico e portando morte e sangue. La scena in sé non fa altro che accumulare tensione e paura per le sorti dei personaggi, in aggiunta a quanto avviene nel resto del castello, ma ha il particolare pregio di riavvicinare Sansa e Tyrion che rivelano una chimica tra loro tutta particolare: un’anticipazione di un possibile sviluppo di trama o solo un flirt occasionale?

Il bilancio dello scontro è quindi costellato di molti meno decessi importanti di quanto si sarebbe potuto pronosticare in partenza. Theon è protagonista della morte certamente più sofferta, anche perché anticipata dalle parole al miele di Bran che certificano il percorso di redenzione intrapreso dal personaggio, finalmente giunto a “casa” e libero dalle sue colpe e finalmente pronto a morire per gli Stark, la sua vera famiglia. La morte di Edd è quella che scivola via più facilmente, così come quella di Lyanna Mormont che ha però il pregio di essere inserita in una scena artificialmente costruita per trasudare epicità e pathos. Anche Beric trova la morte nel quadro della profezia di Melisandre, adempiendo infine allo scopo per il quale era stato riportato in vita così tante volte da Thoros di Myr – difendere Arya affinchè potesse arrivare al Night King. La stessa Sacerdotessa Rossa si spegne sul manto nevoso di Grande Inverno dopo la battaglia, come annuncia all’inizio dell’episodio, mentre Jorah, di cui si era già parlato, muore salvando la sua amata Dany.

Game Of Thrones - 8x03 The Long NightQual è quindi l’eredità di “The Long Night”, verrebbe da chiedersi. “La più grande battaglia della storia della televisione” – come è stata annunciata prima di andare in onda – non è certamente la migliore tra quelle che Game Of Thrones ci ha proposto in questi nove anni. A parte le già citate “Blackwater” e “The Watchers On The Wall” non bisogna dimenticarsi dei superbi scontri di “Hardhome” e della “Battle Of The Bastards”, due mostri sacri con i quali il confronto con questo episodio – non a livello puramente tecnico ma soprattutto narrativo e di gestione complessiva del racconto – è impari. Eppure non si può non affermare che lo sforzo produttivo, il lavoro enorme degli addetti e il capitale economico investito su “The Long Night” non abbia avuto gli effetti sperati: questo terzo episodio non sarà sicuramente dimenticato, sia perché ha infranto numerosi record di visione, sia per l’attesa spasmodica che ha generato, che per le discussioni infinite che provocherà nell’immediato futuro.
Tuttavia si sono messi in evidenza i punti critici della scrittura di Benioff e Weiss e della regia di Sapochnik, che non sono riusciti a tenere insieme nel modo migliore un progetto televisivo di queste dimensioni, cadendo in alcune semplificazioni visive e narrative che ne hanno inficiato il risultato. Il grande rimpianto è, dunque, su quello che “The Long Night” avrebbe potuto essere e che invece, pur essendo uno spettacolo grandioso a vedersi e con qualche buona intuizione in fase di sceneggiatura, non è stato.

Voto: 7

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Informazioni su Davide Tuccella

Tutto quello che c'è da sapere su di lui sta nella frase: "Man of science, Man of Faith". Ed è per risolvere questo dubbio d'identità che divora storie su storie: da libri e fumetti a serie tv e film.


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19 commenti su “Game Of Thrones – 8×03 The Long Night

  • Travolta

    Il tutto IMO

    Penso che chiunque abbia capito da subito come sarebbe andata a finire “ovvero chi avrebbe ammazzato chi “.Quindi pathos davvero meno di zero in quel senso
    -Un intero esercito di valorosi dothraki mandati al macello e spariti in mezzo minuto come nemmeno il peggior giocatore di wargames avrebbe mai fatto.Puff
    -Svolgendosi di notte ci si capiva una mazza  
    -Jon e Dany a svolazzare con i draghi …boh.
    -Raeghal che fine ha fatto? Mi e’ sfuggito.
    Insomma non e’ stata una ciofeca ma se me la presenti come la piu’ grande battaglia mai vista sugli schermi la delusione e’ grande.

     
  • Boba Fett

    Concordo sul paragone soprattutto con la battaglia alla Barriera e sul mancato superamento dei capolavori assoluti Hardhome e The Battle of the Bastards dirette dallo stesso Sapochnik che ritroveremo anche nell’episodio 5, probabilmente la resa dei conti a King’s Landing. Me la sono anche presa ingiustamente con il mio schermo TV alle 3 del mattino per il buio troppo buio per poi scoprire che tecnicamente il problema era soprattutto di chi trasmetteva (Hbo, Sky Atlantic e Chili sono finite sotto accusa) e che dovremo aspettare il Blu-Ray per vedere esattamente quello che volevano farci vedere. E proprio le visioni successive mi hanno convinto, anche a suon di particolari sfuggiti; personalmente, la cosa che ho apprezzato di più di questa epica battaglia è la vittoria delle splendide donne di questa saga, ovviamente Arya su tutte che spero diventi regina nonostante quella profezia famosa che vedrebbe Cersei scalzata da una regina più bella.

     
  • Michele

    Sei stato anche troppo buono. La tecnica della puntata è stata ottima e questo salva la puntata.

    Il problema però è che è arrivata male a alla sua conclusione. La musica e molti degli espedienti narrativi non fanno onore a come GOT ha gestito lo svilupparsi degli eventi. Per questo direi più 5 che 7.

     
    • Boba Fett

      Sulla soundtrack e più precisamente con il tema del Night King, effettivamente c’è un problema: sembra Westworld!

       
      • magicblack

        Qual è il problema? Qualche richiamo alla soundtrack di Westworld? Il compositore delle colonne sonore di Game of Thrones è lo stesso di quelle di Westworld ed è Ramin Djawadi. È normalissimo che sue composizioni siano simili in certi momenti. Ti faccio un altro esempio prendendo in considerazione un altro grande compositore che è Max Richter: prova a sentire “Elena & Lila” (realizzata per la serie My Brilliant Friend) e confrontala con le composizioni che ha realizzato per The Leftovers. Ti renderai conto che la somiglianza è fortissima.

         
        • Boba Fett

          Pur giocando abilmente la stessa carta di The Winds of Winter, ossia utilizzare un tema totalmente differente dallo stile scelto per la soundtrack che richiama le tradizioni celtiche per creare un interessante effetto straniante e dopo la bellissima Jenny’s Song del precedente episodio, mi sarei aspettato qualcosa di più. Complice anche il rallenty, ho subito pensato all’attacco dei “non vivi” al laboratorio di Westworld…

           
        • Riccardo

          Mah gli archi fanno pena sinceramente, la melodia era molto buona ma se pensi a “the winds of winter” è due spanne sotto.

           
        • Erika

          Tutti i compositori hanno il loro stile. Amo ascoltare le colonne sonore, forse per questo ormai riesco a capire anche da poche note chi è il compositore di un certo brano. Provate ad ascoltare le colonne sonore di Thomas Newman, John Williams, John Berry, Danny Elfman, Alan Silvestri (potrei citarne molti altri)…. basta ascoltare pochi secondi di musica e subito capisce chi ha composto quella colonna sonora….certi tempi si ripetono sempre. Quindi concordo…nulla di strano se il tema musicale delle ultime scene ricorda il main them di Westworld…..dato che il compositore è sempre Ramin Djawadi.

           
      • piwi

        ho avuto la stessa sensazione… ed ero estasiato per la musica, forse la nota più bella della puntata. per la narrazione della battaglia, davvero ho proferito Hardhome e la barriera

         
  • Writer

    Bisogna ringraziare di cuore Melisandre e i draghi per aver proiettato un po’ di luce su una scena molto oscura, con le figure quasi indistinguibili le une dalle altre… in ogni caso, condivido gli appunti critici sulla narrazione: incomprensibile la scelta iniziale di mandare allo sbaraglio la cavalleria dothraki, poco credibile (anche all’interno di un impianto fantasy) l’esito finale della battaglia. Tuttavia, l’episodio è molto emozionante ed è segnato da un crescendo di tensione che raggiunge un’intensità molto alta, complice lo scenario notturno e l’incertezza sulla sorte dei protagonisti. Alla fine muoiono pochi personaggi di rilievo, ma durante la battaglia tutto è possibile e la vita di ciascuno è apparsa legata a un filo. Episodio molto buono sotto il profilo dell’intensità drammatica, meno su quello della sceneggiatura e della coerenza interna.

     
  • Elena

    Sono d’accordo con l’ottima recensione. In particolare trovo giusta la nota sulla “umiliazione” di Jon Snow, che purtroppo in tanti commenti di questi giorni è stata vista come un fatto negativo e deludente, come se avesse fatto perdere il senso alla sua storia. Io credo che invece sia una delle idee migliori dell’episodio. Il compito di Jon Snow per me non è mai stato necessariamente quello di uccidere in Night King o Cercei o di ottenere il trono, ma di essere il leader che doveva unire tutti. Se non fosse stato per lui la battaglia di Winterfell non si sarebbe mai svolta e casate e personaggi tanto diversi non si sarebbero mai trovati insieme per affrontare un nemico che proprio lui ha messo sotto i loro occhi dopo averlo scoperto oltre la Barriera. In questo senso a me sembra invece molto elegante il fatto che venga annullato nella battaglia decisiva, che quasi combatta inutilmente. Sarebbe stato molto più banale che fosse lui il protagonista dell’uccisione del grande nemico. A me questo personaggio è sempre piaciuto per questo, non è mai riuscito a essere l’eroe che vince con l’azione memorabile gli scontri decisivi; nella battaglia dei bastardi si è trovato nella massa di corpi dei soldati, è stato quasi sconfitto. Il senso di questo personaggio è la determinazione morale che al di là di qualsiasi apparenza lo spinge sempre a tenere insieme tutti, forti e deboli, e a combattere per la causa più improbabile e disperata. Penso sia stato resuscitato per questo, perché non c’era nessun altro personaggio in tutta la saga con le sue caratteristiche.

     
    • luta44

      Fra l’altro lui ci prova, poverino, a combattere col Night King, è il Night King che si sottrae resuscitandogli vigliaccamente tutti i morti in battaglia (morti della sua parte, di John, fra l’altro). Ad Aspra Dimora sembrava volesse lanciargli una sfida e invece, no, voleva Bran.
      Bene, benissimo, Aria, quindi.
      Chi troppo vuole…
      Aria, fra l’altro, lo pugnala al petto dove era stato pugnalato dai Figli della Foresta quando in tempi antichissimi lo avevano trasformato, ecco perché esplode e con lui tutti i suoi “generali”.
      Semplicemente viene annullata la magia che lo aveva creato.

       
  • Giovanni Andres Mazzeo Rubio

    Non capisco francamente la scelta di spazzare via la più grande minaccia per l’umanita – night king + estranei – e lasciare tutta la seconda metà della serie alla trita e ritrita Cersei.
    È come fare sopravvivere Darthmaul all’imperatore Palpatine.
    Tutta l’ossatura della storia, sia nei libri che nella serie tv, si basa sul pericolo che viene da nord, ben più pericoloso delle scaramuccie per il trono.

    Benissimo Arya ad uccidere il night king ma non alla terza puntata, nell’ultima semmai.
    Se proprio volevano portare fino in fondo la gierra politica per il trono potevano farlo mantenendo i due filoni intatti fino all’ultimo, Night king e Cersei fino al sesto episodio.

    Alla fine l’armata dei morti è di contorno e poca cosa rispetto ai Lannister.

    Illogico dopo tanto pompare gli estranei, incoerente con tutti gli sforzi fatti per rendere i morti e il night king la cosa più paurosa dell’intera saga.

    Sono deluso e non credo che i fuochi d’artifico che realizzeranno contro Cersei cancellino questo sfondone nella storia..

     
    • Erika

      Anche io avrei messo questa battaglie come episodio finale…mi sembrava che la salvezza dell’umanità dalla minaccia incombente della morte fosse cosa ben più importante e serie che stabilire chi si deve sedere su quella seggiola di ferro. Poi dopo uno scontro con il Night King, quanto potrebbe mai fare paura una battaglia contro la Mad Queen? Sarà pure sadica, malvagia, pazza….ma Cersei è pur sempre un essere umano come tutti gli altri e di certo non è in grado di resuscitare i morti!
      Secondo me è stato un clamoroso errore!

       
      • Luigi

        Pero’ Cersei nelle prossime puntate potra’ uccidere in modo orribile qualche personaggio principale per poi farci godere tutti quando finalmente schiattera’.Il night king nei romanzi non c’ e’ nemmeno.Quindi e’ giusto sia lei il villailn principale!Le nozze rosse e la morte di Ned Stark le hanno organizzate i Lannister mica gli estranei!

         
      • Giovanni Andrès Mazzeo Rubio

        sono perfettamente d’accordo con te, hanno invertito l’ordine logico degli avvenimenti per come hanno costruito 8 stagioni.
        e no, la giustificazione “del colpo di scena che rende tutto figo” non regge.
        come dire che la terra è tonda e poi dire che stavamo scherzando.
        non è credibile, specialmente se sei stato cosi bravo a costruire la paura degli estranei (che ripeto manco si sono visti)

        Vorrei anche aggiungere la contraddizione di aver fatto schiantare i dothraki in un minuto.
        i 7 che sono andati a prendere il non morto sono durati di più e non erano superiori a 2000 dothraki