Close Enough – 1×01 Quilty Pleasures & The Perfect House


Close Enough – 1x01 Quilty Pleasures & The Perfect HouseClose Enough è la nuova commedia animata creata da J. G. Quintel (già autore di Regular Show) e distribuita dalla nuova piattaforma di streaming HBO Max. 

La premessa dello show è molto semplice: Close Enough racconta infatti la storia di una coppia di millennial di Los Angeles, lo sviluppatore di videogame Josh Singleton (doppiato dallo stesso Quintel, a cui il personaggio si ispira) e Emily Ramirez (Gabrielle Walsh), assistente in una società alimentare e aspirante cantautrice – espediente che permette l’inserimento di numeri musicali all’interno della serie animata, un po’ come abbiamo visto recentemente in Central Park. I due hanno una figlia di cinque anni, Candice (Jessica DiCicco), e per poterla iscrivere a una rinomata scuola hanno deciso di condividere la casa con Alex (Jason Mantzoukas) e Bridgette (Kimiko Glenn), i loro rispettivi migliori amici, nonché ex marito e moglie.
Merita una menzione anche la struttura della serie: ogni puntata, della durata di circa 20 minuti, si compone infatti di due “segmenti”, ovvero di due mini episodi che raccontano ciascuno una storia autonoma e autoconclusiva. In quest’ottica il pilot si pone come una sorta di doppio biglietto da visita dello show, mostrandone bene pregi, difetti e potenzialità.

Nella prima parte, intitolata “Quilty Pleasures”, i due protagonisti sono alle prese con la realizzazione di un progetto di classe per Candice, che li conduce nel “fashion district” della città. Qui la coppia dovrà affrontare una serie di eventi imprevedibili, utili a mostrarci i loro caratteri e a settare il tono dello show. Il risultato non è però particolarmente soddisfacente: Josh e Emily stentano infatti ad assumere tratti originali, ponendosi come la classica coppia con il marito svampito e incapace ma di buon cuore e la moglie perfezionista, competitiva e un po’ esaurita. Anche sul versante prettamente comico e dell’animazione non mancano le perplessità: lo show sfrutta – come è naturale che sia – il medium animato per alternare sequenze realistiche ad altre totalmente surreali, ma fatica nell’immediato a trovare uno stile visivo e narrativo convincente e personale. In questo senso di certo non ha aiutato la scelta di proporre quella che forse negli intenti voleva essere una satira del sistema di produzione dell’abbigliamento e degli sweatshop, ma che nella pratica non riesce né a strappare una risata né a essere incisiva.

Close Enough – 1x01 Quilty Pleasures & The Perfect House“The Perfect House” rappresenta in questo senso un deciso miglioramento. Lo stress di Emily derivante dalla gestione della vita domestica viene infatti problematizzato in maniera efficace mostrando la trasformazione della sua passione per le visite alle case in vendita in un viaggio nel suo subconscio, che la vede intrappolata all’interno di una sitcom. Questo secondo segmento riesce a bilanciare in maniera più efficace la rappresentazione delle peculiarità della vita losangelina con l’approfondimento dei personaggi e il carattere surreale e sperimentale della serie; tutto ciò grazie al ricorso ai topos, sia narrativi che figurativi, del suo genere di riferimento – a ben vedere in maniera abbastanza simile a quanto fatto da BoJack Horseman con Horsin’ Around.

Nel complesso il prodotto di Quintel può facilmente essere inquadrato come il tentativo di HBO Max di seguire la scia del successo degli ultimi anni delle cosiddette serie animate per adulti proposte da Netflix – pensiamo a BoJack Horseman e a Big Mouth –, continuando a puntare al target dei millennial, a cui pure si rivolge Love Life, la prima serie live action originale prodotta dalla piattaforma. Nonostante l’esperienza di Quintel, al momento la serie non riesce però a reggere il paragone con i capolavori appena citati, oltre che a lasciare un’impronta personale, come invece è riuscito a fare il musical animato Central Park distribuito da Apple Tv+.
Se avete apprezzato la precedente creazione di Quintel, Regular Show, andata in onda per ben sette stagioni (dal 2010 al 2017) e trasmessa da Cartoon Network sia negli Stati Uniti che in Italia, quasi certamente anche Close Enough sarà di vostro gradimento, data la continuità stilistica e narrativa tra le due serie. Per tutti gli altri amanti del genere, nonostante l’esordio sotto tono, forse vale comunque la pena di dare una chance allo show di HBO Max: infatti, al di là dei personaggi ancora poco definiti e di qualche gag poco riuscita, è possibile scorgere del potenziale, che risiede nella capacità di Quintel di raccontare le ansie e le difficoltà di una coppia di trentenni sfruttando a pieno la libertà creativa che deriva dall’animazione.

Voto: 6+

 

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