L’ultima volta che abbiamo visto The Marvelous Mrs. Maisel era il dicembre 2019, quando il mondo era del tutto diverso da quello in cui ci troviamo adesso. Il ritorno della serie per una quarta stagione era molto atteso non solamente per il successo che ha riscontrato negli ultimi anni, ma anche perché ci eravamo lasciati con un finale esplosivo che poteva portare con sé tante promesse ma anche altrettanti pericoli.
La terza stagione è stata quella in cui Mrs. Maisel era attesa al varco, pronta a scalare la montagna del successo e sfondare quel tetto di cristallo che le impediva di fare il grande salto – è ancora così per molte comiche nel 2022, figurarsi poi negli anni in cui la serie è ambientata. Il disastro dell’essere stata scaricata da Shy Baldwin, in quel modo poi così imbarazzante, viene mostrato nei suoi effetti già nella premiere di questa stagione, sottolineando immediatamente quante conseguenze avrebbe potuto portarsi dietro, sia sul profilo personale che su quello economico e lavorativo.
Quell’ottimo finale, però, apriva la porta ad una serie di rischi che, almeno per ora, sembrano essere stati evitati: il timore era che il colpo avrebbe condotto a un nuovo abbandono della carriera, com’era stato all’inizio della seconda stagione; si è scelto, invece, un percorso diverso, per fortuna. Mrs. Maisel non ha alcuna intenzione di abbandonare la propria carriera; anzi, il suo desiderio è ora di riscrivere le regole del gioco, stanca di tutto il percorso fatto finora che non l’aveva portata, a suo dire, da nessuna parte. Questo è in parte vero: ci ritroviamo, infatti, a dover raschiare dal fondo del barile nuove partecipazioni e inviti a spettacoli comici, con tanto di arresto all’uscita da uno di questi. Non è però chiarissimo che cosa si intenda con questo cambio di corso, dal momento che ad ora i suoi spettacoli sono solo più sboccati.
Sotto il profilo della scrittura del personaggio siamo di fronte a un interessante caso di egocentrismo; colpisce, infatti, come Maisel sia – al momento, almeno – completamente all’oscuro di come sia possibile che un giovane ragazzo nero omosessuale negli anni ’60 possa essersela presa per le battute velate (ma non troppo) sulla sua omosessualità. Questo impeto di giustizia, onestà, apertura nei confronti del proprio pubblico che ora attraversa la mente di Midge viene ricondotta all’ingiustizia ricevuta da Shy e dalla sua squadra, mentre lei, nella sua torre d’avorio, riveste i panni della vittima ingiustamente fatta fuori, ora guidata solamente da un rapporto onesto e diretto con il proprio pubblico. È questa una posizione quantomeno bizzarra, dal momento che Midge è stata sì umiliata, ma buona parte della responsabilità è proprio la sua e la prima a rovinare l’amicizia con Baldwin è stata proprio lei, tradendone la fiducia. In più, quella sua tendenza a predicare agli altri, già vista in passato, risalta qui in tutta la sua potenza in scene come quella della prigione, un’aggiunta abbastanza superflua e il cui scopo sembra essere quello di approfittarne per parlare delle difficoltà che lei e le donne come lei si trovano a subire. A tal proposito, è giusto e interessante che la serie mostri la forte misoginia degli anni ’50 e ’60 nei confronti delle donne, soprattutto quelle separate o divorziate; a volte però si ha la sensazione che questo sia fatto in modo un po’ pretestuoso e più per la battuta ad effetto. Ci sarebbero modi più sottili di toccare questi temi senza necessariamente montare il caso sulla linea di credito del lattaio. L’indipendenza economica delle donne, una cosa su cui lei si batte sin dall’inizio della serie, è un tema interessantissimo che potrebbe essere affrontato con un po’ più di acume in scrittura.
Tornando al desiderio di cambiamento – che poi vero cambiamento non sembra –, ci si rende conto che questi due episodi siano spassosissimi come al solito, ma che al contempo non ci abbiano portati da nessuna parte. Si ha un po’ la sensazione di girare a vuoto e che in verità si siano usati questi minuti per riportare la serie al punto di partenza senza però rinunciare del tutto ai meccanismi (a volte perversi) che si erano creati tra i personaggi. Ecco, allora, che Midge compra la sua amatissima casa – per poi rimpiangere la decisione immediatamente; Susie cerca di trovarle spazi in club – fallendo miseramente; Joel ha di nuovo problemi con gli inquilini del piano di sotto, stavolta in direzione opposta rispetto a quanto accaduto nella scorsa stagione, ma le dinamiche poco cambiano e anzi si ritrova ancora a dover ‘salvare’ Mrs. Maisel.
Alla domanda, allora, su dove stiano andando i personaggi e quali siano i filoni principali della trama di quest’anno, ci si stupisce un po’ che una risposta vera non ci sia: la carriera di Midge è di nuovo in dubbio, ma a parte le dichiarazioni d’intenti sull’essere sé stessa quando è sul palco non c’è molto di più di questo, e i suoi pochi pezzi comici visti sinora non è che sembrino proprio brillanti. Sicuramente la questione degli articoli di giornale contro di lei tornerà prepotente ma è certo un po’ pochino.
Per quanto riguarda i personaggi secondari, oltre al ribadire che Abe è esilarante (ovviamente merito soprattutto di Tony Shalhoub) e la sua trama sembra poter dire qualcosa di concretamente interessante, non c’è molto altro da aggiungere: come si diceva, Joel è diviso tra il rendere pubblica la sua relazione con Mei Lin, cosa che creerà sicure conseguenze in entrambe le famiglie, e il proprio locale, ormai sempre più di successo. Susie potrebbe ampliare il proprio parterre di clienti, facendo così quel salto tanto temuto nel business di qualità. Ad ora, la sua sottotrama legata all’uso indebito dei soldi della sua assistita produce poca trama di contorno, ma non è chiaro se porterà a reali conseguenze (quantomeno sul lato umano).
Amazon ha rinnovato The Marvelous Mrs. Maisel per una quinta stagione, che sarà però anche l’ultima della serie. La speranza è che i coniugi Sherman-Palladino abbiano in mente un arco narrativo forte a sufficienza che possa stringere le due ultime stagioni, permettendo a questa bella serie di fare il salto da piacevolissimo divertissement a narrazione solida e pungente. Questi primi due episodi sono divertenti, questo nessuno può metterlo in dubbio: non riescono però a gettare solide basi per il resto della stagione, mancando di concretezza e sembrando piuttosto dubbiosi sul futuro. Non per questo noi perdiamo la fiducia nel gruppo autorale, che ha saputo regalarci finora momenti di grande scrittura e, ma non ne siamo stupiti, puro divertimento.
Voto 4×01: 7
Voto 4×02: 6½