The Umbrella Academy – Stagione 4


The Umbrella Academy – Stagione 4Non si può certo dire che The Umbrella Academy, fortunata serie Netflix tratta dalla serie a fumetti del 2007 di Gerard Way e Gabrel Bá, sia un prodotto che ha cambiato le regole del genere supereroistico e, alla luce di quest’ultima stagione, non possiamo che confermarlo: si tratta, infatti, di uno show molto derivativo che propone un mix di elementi in voga in questi anni – il pulp, il concetto di multiverso, la famiglia non di sangue e così via – e che ha saputo colpire un vasto pubblico proprio per la sua facile accessibilità e i suoi personaggi, oltre che per alcune vicende extra-diegetiche che hanno riguardato scelte personali dell’attore Elliot Page che hanno fatto parlare molto di sé la serie.

Le tre stagioni precedenti hanno avuto degli alti e bassi, dalla prima ben realizzata e bilanciata tra il suo essere allo stesso tempo introduttiva ma anche avvincente ad una seconda ed una terza che non hanno saputo mantenere lo stesso livello qualitativo, scadendo a tratti nella ripetitività e nella mancanza di idee. Dalla quarta e ultima annata – seppur più breve, con i suoi soli sei episodi – ci si aspettava un gran finale che portasse a compimento la storia degli Hargreeves e che riunisse tutte le sottotrame lasciate aperte nel corso del tempo: purtroppo non è andata così. Il risultato è molto deludente e non rende onore ad uno show che, nel bene e nel male, ci aveva fatto molto divertire negli anni.

The Umbrella Academy – Stagione 4Il primo problema che si nota da questa quarta annata di The Umbrella Academy riguarda i personaggi ed è un difetto che la serie si porta – purtroppo – dietro fin dall’inizio: non c’è mai stata molta cura nel loro sviluppo e nella loro evoluzione lungo la storia, sono sempre rimasti piuttosto statici. È inaccettabile, quindi, che anche in questa quarta stagione gli autori non si siano sforzati di costruire degli archi narrativi coerenti e finalizzati ad un evoluzione caratteriale che li portasse a crescere o cambiare in vista del finale. Nel corso di questa annata, infatti, i fratelli e sorelle Hargreeves sono praticamente tutti spinti dalle esigenze della trama per muoversi da un punto A ad un punto B senza un motivo apparente o quantomeno giustificato e, anche quando ci sono i (pochi) scontri tra di loro, il tutto si risolve in un nulla di fatto, lasciando che tutto torni allo status quo.
È così che, per esempio, Five non ottiene una vera e propria conclusione della sua storia d’amore con Lila, Klaus non si libera delle sue tendenze autodistruttive, il rapporto tra Alison e Victor è tanto noioso da risultare quasi inutile e Luther è semplicemente di troppo in questa stagione. Sono questi solo degli esempi di come gli sceneggiatori non sono stati capaci di dare un senso al viaggio dei personaggi e a scriverne in modo adeguato: in questo modo lo spettatore si sente tirato fuori dalla storia poiché viene meno la credibilità e l’affezione verso di loro.

Un chiaro esempio di quanto siano stati strumentali e poco ispirati i personaggi in questa stagione lo si evince dalla funzione narrativa data a Ben e, ancora più in particolare, a Jennifer. La coppia e il loro rapporto “proibito” è il MacGuffin che dovrebbe muovere la trama della stagione, poiché insieme i due hanno l’inconsapevole potere di far finire il mondo, cosa che gli Hargreeves si pongono come obiettivo di evitare. La relazione che nasce dal loro incontro fortuito si sviluppa così rapidamente e in modo così banale che non si può non pensare che fosse solo un pretesto mal congegnato per far sì che la reazione avvenisse; inoltre se perlomeno per il personaggio di Ben esiste un background che si è costruito nel corso di una stagione, per quanto riguarda Jennifer il suo unico ruolo è quello di essere la ragazza che si deve invaghire di lui per portare avanti la storia.

The Umbrella Academy – Stagione 4Persino Reginald Hargreeves, qui in scena in una versione alternativa rispetto al padre originale dei protagonisti, non fa grandi passi avanti nella sua caratterizzazione. In questa stagione ci viene mostrata una versione leggermente meno dura e disinteressata alla vita dei suoi figli dello scienziato, eppure anche in questo caso si assiste ad una riproposizione di conflitti e dialoghi già visti e rivisti nelle scorse stagioni: Reg sarebbe disposto a sacrificare la vita di chiunque per perseguire i suoi scopi ma si scontra con l’umanità dei propri figli e fa i conti con il suo essere stato un padre spregevole. L’unico elemento di novità di questa quarta annata di The Umbrella Academy è l’introduzione del personaggio di Abigail, che si dimostra alla fine essere il vero deus ex machina della situazione e l’unica in grado di farla persino allo spietato miliardario e consorte.

Se, come si è detto, The Umbrella Academy non ha mai brillato particolarmente per la scrittura dei suoi personaggi o per quella dei dialoghi che li coinvolgono, è sulla narrazione non convenzionale e volutamente complicata che ha fatto le sue fortune in passato. Tra universi alternativi, linee temporali difformi e time skip, le idee migliori dello show sono sempre state quelle che riguardavano la creatività degli sceneggiatori nel sorprendere e minare le certezze degli spettatori, il tutto con una costruzione stagionale che, in fin dei conti, ha sempre retto e nella quale il filo rosso era sempre ben percepibile e solido dalla premiere al season finale. Anche da questo punto di vista l’ultima annata della serie ha mostrato il fianco, dimostrandosi meno creativa del solito e molto povera di idee, sebbene qualche intuizione interessante c’è stata.
Una di queste è certamente l’idea che le linee temporali si intersechino tra di loro in un enorme e indecifrabile rete metropolitana,  con tante strade sotterranee che collegano le varie realtà e nelle quali Lila e Five si perdono vivendo avventure incredibili senza riuscire a trovare la via di casa per sette anni. Il montaggio all’inizio di “Six Years, Five Months, and Two Days” è di gran lunga il segmento migliore della stagione e quello che più di tutti rappresenta l’elemento più divertente e innovativo della serie.

The Umbrella Academy – Stagione 4A parte, quindi, qualche buona idea qua e là, questa quarta e ultima stagione di The Umbrella Academy è stata un mezzo disastro sotto quasi tutti i punti di vista: i personaggi girano in tondo e non hanno dei veri scopi, i momenti comedy scadono spesso nel cringe – come il viaggio nel van in cui tutti ad un certo punto vomitano – e persino le parti di combattimento sembrano meno creative di quanto lo sono state in passato se non addirittura mal realizzate dal punto di vista tecnico. La trama principale della stagione è piuttosto piatta e fa quasi ridere che, alla fine, nonostante tutti gli sforzi inutili dei personaggi, la risoluzione di tutto si scopre essere quella di “non fare nulla”, ovvero aspettare insieme l’inevitabile perché “è così che deve andare”. Una soluzione pigra, della quale si capisce poco il senso e che porta ad un finale che preso a sé stante può anche avere senso – l’unico mondo ideale è quello in cui la disfunzionale famiglia Hargreeves non è mai esistita – ma che arrivato così, senza una costruzione narrativa adeguata, sembra che sia stata una scelta dell’ultimo minuto messa lì dagli autori che non sapevano come concludere la storia.

Insomma, The Umbrella Academy non sarà certamente un prodotto di cui ci ricorderemo a lungo, se non per alcuni ottimi spunti narrativi e per un paio di stagioni che tutto sommato sono state capaci di intrattenere e di offrire un ulteriore variazione sul tema inflazionato e ormai abusato, ma sempre popolare, dei supereroi.

Voto Stagione: 4 ½
Voto Serie: 6 ½

 

Informazioni su Davide Tuccella

Tutto quello che c'è da sapere su di lui sta nella frase: "Man of science, Man of Faith". Ed è per risolvere questo dubbio d'identità che divora storie su storie: da libri e fumetti a serie tv e film.

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