The Umbrella Academy – Stagione 3


The Umbrella Academy - Stagione 3Avevamo lasciato una delle famiglie più pazze e disfunzionali del mondo in un’altra linea temporale, dove loro non erano mai esistiti ed erano stati rimpiazzati dai loro alter-ego della Sparrow Academy.
Poteva mai essere questa nuova famiglia di supereroi più vicina a un gruppo di persone equilibrate e ragionevoli? Ovviamente no.

Lo scontro tra le due famiglie di supereroi è il soggetto principale della prima parte di questa nuova stagione, ed è forse quella che funziona meglio dal punto di vista della curiosità che crea nello spettatore. I viaggi nel tempo sono da sempre affascinanti, ma ancora di più sono interessanti le linee temporali che si uniscono, creando scompiglio nei protagonisti ma soprattutto dando vita a paradossi spesso devastanti – e infatti, se siete fan dei viaggi nel tempo o anche solo di Ritorno al Futuro, sarete arrivati molto prima di Kugelblitz a questo pensiero. Quindi tutta la parte di faida è assolutamente divertente e nel pieno stile di The Umbrella Academy: è affascinante vedere come Reginald Hargreeves abbia sostituito il prodotto “marcio” che aveva trovato nei primi sette fratelli con dei riflessi degli stessi, con l’aggiunta di Ben, che in questa linea temporale è vivo e vegeto ma molto più antipatico e arrivista di quello “originale”.
I dialoghi sono sempre al limite del surrealismo, i combattimenti, le incomprensioni e le battute sono del tenore delle prime due stagioni, anche se i membri della Sparrow Academy soffrono per forza di cose il paragone con i “nostri” personaggi, che vengono da due anni di approfondimenti psicologici e di cui conosciamo l’intera storia, al contrario degli Sparrow. È sicuramente carina e attira subito l’attenzione la scelta di rendere uno dei membri della nuova famiglia di supereroi un cubo cangiante, ma se lo si pesa all’interno dell’annata il suo ruolo sbiadisce e ci si chiede come mai non si sia sfruttata la possibilità di inserire un personaggio in carne ed ossa, che potesse magari rendere meglio in termini di presenza scenica.

The Umbrella Academy - Stagione 3

Ma il vero cuore del racconto di questa terza stagione è senza ombra di dubbio il Kugelblitz, creato appunto dall’ormai celeberrimo “Paradosso del Nonno” – una delle rappresentazioni migliori e una delle scene più divertenti della stagione – che si crea per colpa dell’Umbrella Academy, la quale ovviamente in quella linea temporale non esiste più, essendo le loro madri tutte morte prima di darli al mondo.
Qui c’è forse la prima crepa della stagione: se è vero che l’inserimento di Harlan Cooper avviene in modo magistrale, sia come costruzione che poi come vera e propria esplosione all’hotel, c’è da dire che il fatto che sia stato lui a uccidere tutte le madri degli Umbrella contemporaneamente non sembra reggere in maniera appropriata. Non si capisce fino in fondo come abbia fatto e perché siano state uccise proprio quelle donne: questo è uno dei sintomi che hanno reso questa terza stagione forse la meno riuscita delle tre, ovvero la “scusa” che trattandosi di sci-fi molto spinto possa effettivamente succedere di tutto. Questo dà sicuramente una mano agli sceneggiatori per far correre la creatività a briglia sciolta, ma ha anche l’altro risvolto della medaglia, ovvero che alcune scelte sanno di un vero e proprio “salto dello squalo”. Questa è una di quelle? Probabile. Così come è assolutamente anticlimatica la sua scomparsa (non ci sentiamo di considerarlo ancora morto perché, come sapete benissimo anche voi, se sullo schermo non si vede, un omicidio potrebbe non essere mai avvenuto davvero), fatto fuori nel giro di due scene senza un vero e proprio finale. Questa è forse la scelta peggiore di questa annata: anche se parliamo di un personaggio secondario – ma neanche così tanto, visto il legame con Viktor – è una chiusura dell’arco narrativo veramente troppo debole.

The Umbrella Academy - Stagione 3Tornando al Kugelblitz, al netto della spettacolarità di alcune scene a cui eravamo già abituati, tutto il dipanarsi della vicenda sa di già visto, e possiamo definirla ormai una classica fine del mondo alla Umbrella Academy.
Rispetto alla novità della prima stagione e dell’interessante risvolto storico della seconda, questa stagione rimane un po’ ferma al palo, dandoci l’impressione che la vicenda del Kugelblitz che fa sparire mano a mano la realtà si possa risolvere come al solito, ovvero con una sorta di reset che rimetta a posto (o quasi) tutte le cose. E difatti succede proprio questo. Sono troppo deboli per dare una sterzata al tutto le storie verticali sui personaggi, come quelle di Diego e Lila – e il grandissimo Stanley, vero jolly della stagione – oppure come il rapporto che si crea tra Reginald e Klaus, che conferma quello che ci aspettavamo, ovvero un ritorno sul finale alla pura malvagità da parte del padre alieno. Un po’ debole anche la nuova coppia Luther-Sloane, che guardando alla stagione nella sua interezza non aggiunge molto di interessante alla narrazione principale, ma sembra solo un piccolo appiglio per fare della morte di Luther (che poi si risolve come sempre) un momento altamente drammatico. Unica nota interessante è il passaggio da Vanya a Viktor, che tutti ovviamente si aspettavano vista la storia personale di Elliot Page: il tema viene affrontato in modo diretto ma con tatto, parlandone così come dovrebbe essere sempre, in modo assolutamente naturale.

Di conseguenza, anche il finale è un po’ ripetitivo, sullo schema delle passate stagioni, dove i fratelli Hargreeves riescono a mettere una pezza alla fine del mondo ma si ritrovano poi in una situazione nuova e destabilizzante, che darà il via alla quarta stagione (forse l’ultima?).
Ora sembrano ritrovarsi tutti senza poteri, e in men che non si dica ognuno va per la sua strada, con quel fare egoistico che li ha sempre caratterizzati.
In definitiva, The Umbrella Academy rimane come sempre un prodotto estivo godibilissimo, ma c’è anche da dire che con la seconda stagione gli autori sembravano aver alzato l’asticella, e invece si sono ritrovati con una storia sì nuova ma che ci ha dato meno di quello che ci aspettavamo.

Voto: 6½

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Informazioni su Ste Porta

Guardo tutto quello che c'è di guardabile e spesso anche quello che non lo è. Sogno di trovare un orso polare su un'isola tropicale.

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