Le 30 Migliori Serie del 2022: posizioni 20-11 1


Le 30 Migliori Serie del 2022: posizioni 20-11Torniamo alle classifiche di Seriangolo del 2022! Ieri è toccato alle posizioni dalla 30 alla 21 e oggi è il turno di quelle dalla 20 alla 11: quelle serie TV che per pochissimo – ricordiamo che il distacco tra una posizione e l’altra spesso è solo questione di decimi di punti percentuali – non sono entrate nella decina successiva, quella Top10 che leggerete il 2 gennaio 2023 (vogliamo lasciarvi un po’ di suspense)!
Vi ricordiamo inoltre che le serie prese in considerazione sono quelle andate in onda tra il 17 dicembre 2021 e l’11 dicembre 2022.

Pronti alle posizioni dalla 20 alla 11? Partiamo!

20. This Is Going To Hurt (AMC+)

Le 30 Migliori Serie del 2022: posizioni 20-11

This Is Going To Hurt nasce come un romanzo autobiografico di enorme successo nel Regno Unito: Adam Kay, autore del libro ma anche sceneggiatore della serie, racconta la sua esperienza personale di dottore in un reparto di ginecologia e ostetricia di quella che possiamo paragonare alla sanità pubblica, un ospedale che può contare su un decimo dei fondi a disposizione dalle cliniche private ma che ha a che fare con il triplo dei pazienti e con casi molto più gravi. La serie di BBC e AMC tratta dal romanzo è una dramedy che ricorda molto Fleabag per il suo stile tragicomico: il punto di contatto più evidente è il dialogo che il protagonista Adam, uno specializzando in crisi, intrattiene spesso con lo spettatore sfondando la quarta parete. In This Is Going To Hurt non viene risparmiato davvero nulla di quello che può accadere in un ospedale, dal modo tragico in cui può finire un’operazione, allo stress accumulato dai medici dopo turni massacranti di lavoro e le conseguenze a cui ciò può portare; lo show vuole essere, oltre ad una storia emozionante, un racconto di denuncia verso un sistema che troppo spesso chiude gli occhi di fronte a quello che accade sotto il suo naso.

Davide Tuccella

19. The White Lotus (HBO)

Le 30 Migliori Serie del 2022: posizioni 20-11Che The White Lotus non fosse una serie convenzionale lo si era capito già con la sua prima acclamata stagione; quello che nessuno si sarebbe aspettato è il successo di pubblico, oltre che di critica, che ha ottenuto lo show di Mike White. Mentre le vicende degli ospiti dell’hotel di lusso hawaiano erano una vetrina per mostrarci l’ipocrisia e la meschinità dei ricchi bianchi americani, la location della seconda stagione, la splendida Taormina in Sicilia, è il luogo perfetto per parlare di tematiche quali la mercificazione del sesso e come il corpo può diventare uno strumento di potere. Questi temi sono approfonditi attraverso l’amicizia competitiva tra Ethan e Cameron, le storie delle arrampicatrici sociali Lucia e Mia, la disparità intergenerazionale della famiglia Di Grasso, la solitudine della manager Valentina e con il ritorno dalla prima stagione di Tanya e della sua assistente Portia, che si ritrovano invischiate in un affare losco. Ancora una volta White riesce a costruire un intreccio divertente e tragico con il quale può parlare di sesso e di potere in modo stratificato e con uno stile unico: ancora non è confermata quale sarà la location della terza annata della serie, ma l’attesa è già spasmodica.

Davide Tuccella

18.  Atlanta (FX)

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Forte di due stagioni finali che chiudono un percorso narrativo praticamente esente da difetti, Atlanta riesce nel duplice scopo di riconquistare il suo pubblico, e al contempo di chiudere la serie in modo soddisfacente. Nonostante la terza stagione abbia sofferto della mancanza dei quattro protagonisti per molti episodi, è con il quarto ciclo – uscito nel corso dello stesso anno – che tutto il lavoro fatto sui personaggi trova una risoluzione che non presenta sbavature. Gli episodi più spiccatamente antologici della terza stagione, che un po’ di scontento avevano creato nei fan della serie, acquisiscono ancor più importanza se si considerano i due cicli come un unicum narrativo anche in vista del capitolo finale: Atlanta saluta, infatti, i suoi spettatori con un episodio che racchiude in sé la cifra stilistica di sperimentazione che l’ha sempre contraddistinta. Le avventure del quartetto giungono ad una degna conclusione con un episodio che sembra percorrere ancor più consapevolmente quel confine sottile tra realtà e surrealismo: una scelta più che riuscita che testimonia il valore del binomio Donald Glover – Hiro Murai, una coppia che ha regalato alla tv uno show che difficilmente dimenticheremo.

17.  The Staircase (HBO Max)

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Omicidio o incidente? Fatalità o brutalità? Nonostante siano trascorsi ventun anni dalla notte del 9 dicembre 2001, quando Michael Peterson ritrovò il corpo esamine della moglie ai piedi delle scale della loro casa, non è facile trovare risposte né tantomeno certezze.
Versione drama dell’omonima docuserie francese, diretta dal regista premio Oscar Jean-Xavier de Lestrade, The Staircase porta il true crime verso un interessante livello evolutivo: l’occhio con cui si osserva il crimine, pur non discostandosi da uno sguardo oggettivo, diventa spesso un medium per scandagliare l’umano, al di là del reato in sé. Nella serie di Antonio Campos il gioco è reso più agevole da un cast stellare (Colin Firth, Toni Collette, Juliette Binoche) e da una sapiente costruzione drammaturgica, in cui l’agile incastro dei differenti piani temporali si fa portavoce di un approfondimento che indaga e confonde allo stesso tempo. Il magnetismo mostrato da Peterson nella docuserie si fa palpabile nell’interpretazione di Colin Firth, rappresentando una forza che si scontra con dolore e superbia, con abnegazione e narcisismo. Per quanto Michael sia il perno del racconto, l’intero comparto dei personaggi è dipinto con un puntuale approfondimento, in un quadro globale che proprio grazie alla perizia dei dettagli mostrati svela la propria labilità.

Francesca Gennuso

16. Esterno Notte (Rai)

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Del rapimento e della morte di Aldo Moro ormai se ne è parlato in tutte le salse, da film a prodotti per la tv che se ne sono occupati sono pieni gli ultimi decenni. Ma Marco Bellocchio, con Esterno Notte, miniserie di sei episodi (usciti prima al cinema, sotto forma di due film da tre ore), fa qualcosa di completamente diverso: partendo da un incipit totalmente spiazzante, la storia si dipana sì come la conosciamo, ma filtrata magistralmente da tutti i personaggi principali, che ci fanno vivere l’evento dal proprio punto di vista e con le loro ragioni, giuste o sbagliate che siano.
Da Fabrizio Gifuni nei panni di Aldo Moro a scendere, un cast praticamente perfetto sublima una scrittura che ci tiene incollati allo schermo, facendoci conoscere soprattutto l’umanità di chi visse quei giorni dalle parti opposte della barricata. Perché se è vero che tutti ricordiamo i politici, i brigatisti, la Renault 4 e tutto quello che è successo in ordine cronologico, spesso ci si dimentica di come siano le persone, le loro solitudini, i loro mostri e i loro credo a mettere in moto gli ingranaggi della Storia. E Bellocchio ce lo ricorda dalla prima sequenza di questa miniserie, che non poteva che entrare nella nostra classifica.

Ste Porta

15. Hacks (HBO Max)

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In quindicesima posizione troviamo la seconda stagione di Hacks, la dramedy ideata da Lucia Aniello, Paul W. Downs e Jen Statsky – già autori di Broad City – per HBO Max. Ambientata quasi interamente on the road, questa seconda annata riesce a mantenere l’alto livello qualitativo dell’esordio, approfondendo e sviluppando il complicato rapporto di odio e amore tra le due protagoniste, la storica comica di Las Vegas Debora Vance (Jean Smart) e la giovane sceneggiatrice televisiva Ava Daniels (Hannah Einbinder). Tra una tappa e l’altra del tour – memorabile l’episodio ambientato sulla nave da crociera – la relazione lavorativa e personale tra Debora e Ava diventa nuovamente l’occasione per riflettere su cosa significa fare commedia oggi ma, soprattutto, per tratteggiare una delle amicizie tra donne più belle tra quelle viste in tv negli ultimi anni. Nonostante un finale agrodolce che avrebbe potuto concludere lo show alla perfezione, Hacks è stata rinnovata per una terza annata, e, date le premesse, non potremmo esserne più contenti.

Simona Maniello

14. Abbott Elementary (ABC)

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Si trova nella seconda metà della nostra classifica generale la nuova serie ABC Abbott Elementary, una delle commedie rivelazione di quest’ultima annata televisiva. Ambientata in una scuola elementare di Philadelphia, negli USA, la serie è un esilarante mockumentary che fotografa la difficile situazione sociale ed economica di molte scuole pubbliche americane. Tra insegnanti vecchi e nuovi alle prese con i pochi fondi a disposizione, una gestione amministrativa piuttosto fantasiosa, e i bizzarri incontri con studenti e genitori, Abbott Elementary fa quello che non molte serie comedy riescono a fare, cioè far ridere tirando fuori le assurdità della quotidianità di molte realtà contemporanee descrivendo i personaggi con grande umanità. La scrittura (e l’interpretazione) di Quinta Brunson le sono giustamente valse un Emmy, così come la splendida interpretazione di Sheryl Lee Ralph (e il suo acceptance speech è poi un gioiellino). Raggiunge quindi il quattordicesimo posto questa serie broadcast, già alle prese con una seconda stagione proprio in questi giorni; se la serie continuerà a dimostrarsi così in forma, siamo certi che la rivedremo anche nelle classifiche del prossimo anno.

13. Frozen Planet II (BBC)

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Sono ormai anni che la BBC regna quasi incontrastata nella produzione di documentari sulla natura; Da Planet Earth II, passando per Blue Planet II e arrivando a Seven Worlds, One Planet, il broadcaster inglese ha portato gli spettatori di tutto il mondo in luoghi meravigliosi e, fino a poco tempo fa, impossibili da raggiungere, sempre accompagnati dall’ormai iconica voce narrante del naturalista David Attenborough. Frozen Planet II, arrivata su BBC in questo 2022 in cui si è festeggiato il centesimo compleanno delle rete televisiva e che si focalizza sulle aree del mondo dove il ghiaccio e le temperature sotto zero la fanno da padrona, è un altro esempio perfetto dell’enorme qualità di queste serie che non smettono di ricordarci di quanta bellezza ci circondi e di quanto fragile sia il pianeta che abitiamo, ponendo sempre più attenzione sul surriscaldamento globale.
È anche e soprattutto per questo che, in un mondo in cui gli effetti del cambiamento climatico sono sempre più evidenti, una serie come Frozen Planet II, che documenta l’incredibile – e rapidissimo – impatto che le nostre azioni e la nostra incapacità di agire per fermare questo fenomeno stanno avendo sui luoghi più ostili della terra e su chi li abita, assume un valore ancora più grande, rendendola una delle produzioni di maggiore importanza di questa stagione televisiva.

Ivan Pavlović

12. The Crown (Netflix)

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Né il principe Filippo né la regina Elisabetta (morti rispettivamente nel 2021 e nel 2022) hanno avuto l’opportunità di vedere la quinta e attesissima stagione di The Crown. Entrambi sapevano che questo capitolo avrebbe raccontato gli anni più bui della famiglia reale, gli anni in cui – con cadenza brutalmente ordinaria – gli scandali del palazzo finivano in tutti i tabloid britannici: dal divorzio dei figli minori a quello di Carlo, primo erede al trono in linea di successione. In questa stagione assistiamo a un primo vero sgretolamento del sistema monarchico inglese, fino a quel momento ancorato ai retaggi di un passato florido e splendente. La regina, di stampo fieramente vittoriano, stenta ad accettare il nuovo millennio ormai alle porte e tenta invano di fermare il tempo; anche i suoi luoghi più cari, come lo Yatch reale o la residenza di Windsor, subiscono gravi ferite che li cambieranno per sempre. Questo è quello che avviene a Elisabetta e a tutta la famiglia reale, a cui si contrappone una nuova e più smaliziata Lady Diana, che proprio in questi anni assumerà il titolo di Principessa del popolo. Tra resoconto storico e reinterpretazione, Peter Morgan ci regala ancora una volta uno degli show migliori del panorama seriale contemporaneo.

Dalila Speciale

11. Station Eleven (HBO Max)

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A un passo dalla nostra Top10 troviamo Station Eleven, la miniserie creata da Patrick Somerville e basata sull’omonimo romanzo scritto da Emily St. John Mandel. Lo show, distribuito da HBO Max a cavallo tra la fine del 2021 e l’inizio di quest’anno, si articola su due linee temporali, mostrando l’arrivo di una pandemia di influenza mortale e le conseguenze che questa ha avuto sulla civiltà come la conosciamo, a distanza di vent’anni. Sostenuto da un comparto produttivo di altissimo livello – basti citare il lavoro fatto sui costumi della compagnia shakespeariana protagonista della storia – e dalle ottime performance del cast – tra tutti, Mackenzie Davis e Himesh Patel – Somerville tratteggia un racconto distopico sui generis, molto emotivo ed intimista, al cui centro troviamo l’importanza dei rapporti umani e dell’arte, anche quando tutto sembra perduto. Complice una premessa fin troppo familiare, Station Eleven ha colpito dritto al cuore pubblico e critica, regalandoci un piccolo barlume di speranza sul futuro della nostra specie e conquistandosi così di diritto un posto nella nostra classifica.

Simona Maniello

A dopodomani con la nostra Top10!

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Un commento su “Le 30 Migliori Serie del 2022: posizioni 20-11

  • Eraserhead

    Con la presenza in classifica di Frozen Planet ed Esterno notte mi avete sicuramente invogliato, le metterò in lista (poi vorrei vedere anche Hacks, se qualcuno la portasse in Italia!)…
    La presenza di the Crown invece fatico a comprenderla: questa stagione mi ha causato più di uno sbadiglio e anche alzate di sopracciglio per come è stato tratteggiato Carlo… Continuo a ritenerla decisamente sopravvalutata…