Ormai lo sanno tutti, la Marvel negli ultimi anni sta mettendo in piedi un progetto mastodontico di adattamento audiovisivo dei propri supereroi, che dal cinema è tracimato anche in televisione. Daredevil si propone come una variazione sul tema, una scommessa che punta a territori sinora inesplorati.
Con questa serie il Marvel Cinematic Universe subisce una distorsione radicale: in principio c’erano i classici e colorati supereroi (quelli di cui erano disponibili i diritti), da Iron Man a Capitan America, poi la loro collaborazione (gli Avengers), poi ancora la rifondazione della storia dello S.H.I.E.L.D., grazie a quell’architrave narrativo rappresentato da Agents of S.H.I.E.L.D., a cui si è affiancato il riuscito spin off Agent Carter, che probabilmente non rimarrà il solo. In campo cinematografico però il successo (e gli apprezzamenti ricevuti) di Guardiani della galassia ha significato l’espansione del MCU verso territori di provincia, meno legati a Nick Fury e colleghi. L’accordo con Netflix apre un’altra porta, a prima vista secondaria, ma che potrebbe dar vita a un varco creativo di enorme fertilità.
La nascita del progetto risale al novembre del 2013, mese in cui è stato stipulato l’accordo tra la Marvel e Netflix con l’obiettivo di realizzare quattro serie TV incentrate sui personaggi di Daredevil, Jessica Jones, Pugno d’acciaio e Luke Cage, e infine dar vita a una miniserie (una sorta di grande crossover) che li ospiti tutti insieme intitolata The Defenders. Si tratta di un progetto estremamente ambizioso su cui però entrambe le parti dell’accordo sembrano puntare molto e, a giudicare da quest’episodio pilota, il passo d’esordio è quello giusto. Le serie saranno tutte di ambientazione metropolitana e verranno girate (e saranno ambientate) a New York City: le prime due ad andare in onda sono Daredevil e A.K.A. Jessica Jones (che arriverà in autunno e vedrà Krysten Ritter e David Tennant tra i protagonisti). Kevin Feige, presidente dei Marvel Studios, ha dichiarato di voler prendere in considerazione la presenza dei Defenders all’interno di Avengers: Infinity War, ultimo film dedicato agli Avangers, tra quelli annunciati, e programmato per il 2018 (Parte 1) e per il 2019 (Parte 2). Daredevil, come le altre quattro successive serie TV, è sviluppato e reso disponibile da Netflix, ragion per cui la fruizione della serie è completamente scollata dalla classica modalità palinsestuale, cosa che potrebbe avere conseguenze (a nostro avviso positive) sulla qualità della narrazione. Il peso degli episodi autoconclusivi, infatti, dovrebbe essere relativizzato in favore di una trama orizzontale volta a scavare più in profondità sui personaggi.
A questo proposito, evitando di ripetere cose fin troppo note per chi ha un minimo di infarinatura sulla storia di Daredevil e al contempo cercando di non fare spoiler (essendo questo il primo episodio della serie), diciamo soltanto che la vita di Matt Murdock è intercettata quando questi sta muovendo i primi passi come avvocato insieme al suo socio e collega Foggy Nelson. Fin dall’inizio è sottolineata la relazione tra la sua figura pubblica, benché alle prime armi, e quella di vigilante notturno, dialettica abbastanza tipica nei racconti di supereroi. La cecità del protagonista, caratteristica principale del personaggio dei fumetti, viene spiegata attraverso un paio di flashback che mostrano i momenti in cui da bambino perse la vista a causa di uno sfortunato incidente. Ai due avvocati in quest’episodio si affianca Karen Paige, donna misteriosa alla quale fin da subito si legano. A tal proposito, è da sottolineare l’ottima scelta del cast che vede in Charlie Cox (Boardwalk Empire) la sua punta di diamante: il suo Matt Murdock in appena una puntata spazza via quello interpretato da Ben Affleck nel film del 2003. Interessante è anche l’alchimia presente tra questi e Elden Henson, tanto da riuscire con poche battute o anche soltanto con uno scambio di sguardi a creare situazioni comiche molto divertenti, amplificate da un contesto tutt’altro che umoristico.
Dal punto di vista creativo è stato fatto un lavoro di grande interesse e il discorso è molto più complesso rispetto alle altre serie TV che fino a ora hanno abitato il MCU. Innanzitutto si tratta di un progetto che non è messo in discussione dagli ascolti: su Netflix non ci sono rating. Inoltre vi è tutta l’intenzione di realizzare una narrazione ampiamente stratificata, volta ad approfondire un discorso forse più simile a quello fatto da Nolan nei suoi Batman che a quello portato avanti dai film della Marvel uscito fino ad oggi, un’indagine cioè sulla paura e sui fantasmi, veicolata attraverso un vigilante che per certi versi può essere accomunato all’uomo pipistrello per la cupezza della sua figura. A sviluppare l’intero progetto è stato il giovane e talentuoso Drew Goddard, autore che ha già all’attivo la scrittura di episodi di serie molto importanti come Buffy, Angel, Alias e Lost; nel 2012 Goddard ha esordito alla regia cinematografica con Cabin in the Woods, una sorta di horror demenziale davvero originale, ma purtroppo passato in sordina. La realizzazione di Daredevil però si carica di ulteriore complessità quando Goddard nel maggio del 2014 lascia il ruolo di showrunner (rimanendo però executive producer e consulente creativo) venendo sostituito da Steven DeKnight, attuale guida della serie. DeKnight mette sul piatto la creatività debordante dimostrata in Spartacus, sia visiva sia narrativa, e la volontà di osare senza paura, dando alla serie qualcosa in più rispetto alle premesse iniziali, almeno a giudicare da questo ottimo episodio pilota.
Abbiamo parlato del cast dimenticando volontariamente una delle figure più importanti: per creare un grande eroe ci vuole un grande cattivo e nessun fumetto insegna questa cosa meglio di Daredevil. La scelta è caduta su Vincent D’Onofrio, conosciuto ai più per aver interpretato il celebre personaggio del soldato Palla di Lardo in Full Metal Jacket. In quest’episodio d’apertura D’Onofrio è una figura fantsmatica, ancora nascosta nell’oscurità e vicariata dal suo braccio destro James Wesely; ciononostante la paura che riesce a incutere è già enorme e non osiamo immaginare cosa potrà essere capace di fare una volta sullo schermo. Tutto ciò è arricchito dal fatto che nel cast sarà presente anche la bellissima (e bravissima) Rosario Dawson, nei panni di un’aiutante segreta di Matt Murdock.
Per concludere, “Into the Ring” è un episodio introduttivo ma già solidissimo, capace di mettere le basi per una storia dal respiro più ampio rispetto alle narrazioni supereroistiche a cui abbiamo assistito fino a questo momento, non solo in TV ma anche al cinema. Si distinguono fin da subito le scene d’azione girate con grande maestria e dinamicità, così come una bellissima fotografia che riporta la cupezza dello show attraverso dei notturni molto suggestivi tagliati da alcune improvvise macchie di colore acido mai concilianti. Da questo momento in poi o le aspettative saranno deluse, oppure assisteremo a una grande serie televisiva.
Voto: 7,5
E non avete recensito la seconda!
Io avrei dato anche di più, onestamente, ma la recensione è ottima come sempre. Inoltre ho saputo che migliora di episodio in episodio quindi ci sarà tempo per voti altissimi
A me non risulta che Rosario Dawson sia “la musa” di Kingpin, forse intentevi Ayelet Zurer nella parte di Vanessa oppure hai confuso il personaggio di Claire con quello di Elektra che viene a stento nominato nella serie.
Io sono al quarto episodio e per ora sono soddisfatta (anzi il quarto episodio è il mio preferito finora tra quelli visti).
Non sono molto contenta invece che la serie verrà inserita nel Marvel Cinematic Universe di cui sinceramente mi frega nulla. Avrei preferito un Daredevil eroe solitario…
A meno che non ci sia un enorme spoiler nascosto (e spero di no) credo Attilio tu abbia preso un abbaglio dicendo che Rosario Dawson interpreta la musa di Kingpin. Interpreta l’infermiera Claire Temple…
Infine Cabin in the Woods (o in italiano Quella casa nel bosco) è stupendo!
Stefano e Firpo, avete ragione sul ruolo di Rosario Dawson. Essendo fermo al primo episodio mi sono basato sulle informazioni in rete e ho confuso i personaggi. Ho corretto ciò che non andava nella recensione.
Grazie per la segnalazione, d’altronde i commenti dei lettori sono preziosi anche per questo.
Sono molto contento del fatto che al quarto episodio la serie continui ad essere soddisfacente.
Perfettamente d’accordo con chi ha commentato prima di me e con chi ha recensito la prima puntata. Sono arrivato alla quarta ed è una continua escalation narrativa, sempre più cupa e intensa. Cox e d’Onofrio fantastici. Per non parlare della fotografia.
Mi sta prendendo tantissimo, anche più di Better Call Saul…ed è tutto dire!
Non me ne vogliano tutte le altre eccellenti serie nuove che quest’anno hanno popolato i palinsesti televisivi (Better Call Saul in primis che ho adorato) ma Daredevil sbaraglia la concorrenza a mani basse per ora. Il pilot di per se è gia una gran cosa,ma chi come me è riuscito a vedere qualche puntata in più (sono alla quinta) credo possa condividere che siamo davanti al fenomeno dell’anno. Daredevil è al momento la migliore serie fumettistico supereroistica in tv. Arrow, the flash, agents of shield, agent carter e soprattutto il deludentissimo gotham impallidiscono di fronte a questa trasposizione televisiva del diavolo custode.
Un personaggio cupissimo quello impersonato da un divino charlie cox. Cating eccellente e note di grande serialità all’interno del classico impianto fumettistico Marvel. Le scene d’azione poi girate in maniera magistrale. Uso dei flashback pazzesco. Al pilot do 8. Alla prima parte di stagione un voto in più. Grazie Netflix.
Ormai possiamo definire Nerflix la nuova HBO. Stanno sfornando grandi serie a velocità impressionante