How I met your mother 6×16 “Desperation Day”


How I met your mother 6x16 “Desperation Day”E’ difficile per una serie televisiva riuscire a mantenere un ottimo livello qualitativo dopo 6 stagioni, ancora più difficile se la serie in questione è una Sit-Com, il genere che più di tutti rimane uguale a se stesso nel corso del tempo. “How i met your mother” sta dimostrando di appartenere a questo gruppo, non invecchiando ma, anzi, trovando puntata dopo puntata una seconda giovinezza. Quest’ultimo episodio non fa che confermare quanto di buono fatto finora in questa fantastica Season Six.

“Desperation Day”, infatti, non solo prosegue nell’ottima costruzione delle storyline sui vari personaggi, ma riesce regalarci spunti interessanti per il futuro che potrebbero avere anche degli sviluppi inattesi. Ma andiamo con ordine.
Siamo a New York nel Febbraio 2011 e come ogni anno si avvicina una delle ricorrenze più famose, il giorno nel quale le fiamme della passione ardono con più vigore in tutto l’anno: sto parlando naturalmente del “Desperation Day” (o italianizzata la festa di “San Disperetino”)! “A magical night when a ten has the self-esteem of a four and the depraved enthusiasm of a two.”
Come non la conoscete? E’ una cosa “quasi ufficiale” che si tiene il 13 febbraio! Una festività che, così come San Valentino, vede le sue origini addirittura nell’antica Roma, dove San Disperetino amava rimorchiare le belle donzelle “da X” disperate perché ancora nubili…“True Story” (adoro gli excursus storici di Barney, sempre spassosissimi).

L’episodio vede coinvolti tutti i personaggi, con Robin che occupa un ruolo minore. Le storyline principali sono due:

Marshall-Lily e Ted-Zoey. Marshall si trova ancora in Minnesota per fare compagnia alla madre. Lily, con l’avvicinarsi di San Valentino, cerca in ogni modo possibile di compensare la sua assenza, arrivando ad ideare un doppio del marito con un tenero cuscino: “I call him ‘Marshpillow’. And he calls me… nothing because he’s a pillow”. Ma questo soffice alter-ego non è bastevole, così la rossa decide di raggiungere il suo amato “Marshmallow”, trovandolo, con sua somma sorpresa, regredito ad uno stato adolescenziale, videogames e mamma dipendente. A loro, presto, si unisce Ted. La sua relazione con Zoey, dopo una partenza prudente, prende un’improvvisa accelerata (guarda caso il 13 febbraio) spaventando così il nostro architetto che decide di raggiungere i suoi due amici finendo anch’egli istantaneamente nel vortice regressivo-adolescenziale in cui è coinvolto l’amico.
Solo dopo la partenza della triste Lily, Marshall si rende conto, aprendosi con Ted, che non può nascondersi lì per sempre. Se vuole superare il buio in cui si trova, deve guidare attraverso quell’oscurità, così come il padre in auto nelle notti d’estate della sua infanzia, affrontando finalmente la realtà. Così i due partono alla volta di New York, di nuovo “cresciuti” con i loro sandwich (questa volta quelli veri) “non senza crosta” a dimostrarlo, salvando così i loro “San Valentino”.
L’episodio chiude apparentemente questo ciclo legato alla morte del padre di Marshall, cosa che permette a quest’ultimo di esplorare più a fondo il rapporto con la sua figura paterna, ruolo che in un futuro non troppo lontano dovrà interpretare lui stesso. Marshall sicuramente è il personaggio che più si sta distinguendo in questa sesta stagione, merito anche di un abile Jason Segel.

Barney. Se c’è un personaggio in How i met your mother che ha subito un evoluzione minore rispetto agli altri è sicuramente Barney. Ricordate l’episodio 4×04 “Intervention” (peraltro citato appena nella scorsa 6×15)? Uno dei miei preferiti della serie. In quell’episodio, mentre tutti i personaggi compivano delle scelte che avrebbero cambiato, in apparenza, definitivamente la loro vita (Ted trasferirsi nel New Jersey, Marshall e Lily nel nuovo appartamento, Robin in Giappone), Barney, letteralmente vestito da vecchio, rivendicava con orgoglio il suo continuare a rimanere sempre lo stesso (“you mean awesome”) nonostante gli anni. La metafora del Barney vecchio aveva molteplici significati. “Old Barney”, a mio avviso, incarnava in quel frangente la sit-com classica nelle sue caratteristiche: molto divertente ma vecchia e sempre uguale a se stessa, impegnata a fare sempre le stesse cose senza mai cambiare; gli altri personaggi, invece, incarnavano “Himym” stessa che, al contrario, aveva una certa ambizione più dinamica ed incline al cambiamento (se ci riesca o meno giudicatelo voi). Ma, lasciando da parte quest’argomento, quella scena voleva soprattutto evidenziare come il personaggio di Barney, a quel tempo, non avesse bisogno, in quanto “awesome”, né di cambiamenti né di evoluzioni. Ora, nonostante questa tesi, nel corso della serie gli autori hanno avuto modo di provare il contrario in situazioni per lui inedite, specie durante la relazione con Robin; ma forse allora i tempi non erano ancora maturi. Il rischio di snaturare il personaggio era sempre dietro l’angolo (basta vedere l’episodio 5×06 “Bagpipes”). Il risultato, infatti, non fu giudicato positivamente e presto gli autori riportarono le cose com’erano (5×08 “The Playbook”).
In questa sorprendente sesta stagione, sembrano che ci vogliano riprovare. Nonostante stiano già facendo un ottimo lavoro con la storyline del padre da ritrovare, in questa puntata gli sceneggiatori aggiungono altra carne al fuoco introducendo il personaggio di Nora.
Devo dire che la ragazza mi ha fatto una buon’impressione e i due al loro appuntamento di San Valentino, nel “47th semi-annual lasertag in Poughkeepsie” (6×13 “Bad News”), sono davvero carini.
Ora già immagino le orde di fans della coppia Barney-Robin protestare su Facebook e sui forum, pretendendo la testa della new entry dal sexy accento british e reclamando il ritorno della “awesome couple”. Personalmente trovo la loro esperienza come coppia, se non fallimentare, quantomeno deludente. I due come amici funzionano alla grande e così dovrebbero rimanere.

Note

– Dopo il riferimento a “Mr. Crocodile Dundee III”, fatto nell’episodio 6×14 “Last Words”, veniamo a conoscenza di un altro film importante nella storia della vita di Marshall: “Predator”. La citazione con lo sguardo infrarosso di “Barney” che se ne va in giro facendo i versi del celebre alieno sicuramente è la scena più divertente dell’episodio.
– Il film “Predator” è stato già nominato da Barney, nell’episodio 5×01 “Definitions”, come criterio per scegliere una cravatta (Barney non-sense).

Best quote of Episode“High V!”

Voto 8

 

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Informazioni su Joy Black

Conosciuto anche in altre sfere del reale come Antonio Gardini Gallotti, secondo del suo nome, giudice losco del Fanta-GOT. Lost-dipendente in fase di riabilitazione, è poi finito per diventare Whovians irrecuperabile. Proprio seguendo le vicende dei sopravvissuti del volo Oceanic 815, è nata in lui la passione per le serie TV. Altri interessi: wrestling, cinema e fumetti.

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