“Are there some things that you really want to like, but you just can’t seem to like it? Like Mad Men…” Andy Bernard
E’ giunta al capolinea anche la settima stagione di The Office, che ha visto la partenza del mitico Steve Carell alias Michael Scott, e che per molti aspetti è stata quella più altalenante con episodi che ci hanno fatto storcere il naso e che sembravano la brutta copia del capolavoro a cui eravamo abituati nelle passate stagioni. Vediamo cos’è successo in questo series finale.
Jim, Toby e Gabe sono stati incaricati da Jo di trovare il sostituto di Michael, dopo le esperienze non troppo felici avute con DeAngelo, Dwight e Creed, che nel cold opening ci regala uno dei momenti migliori (non certo per i dipendenti della Dunder Mifflin/Sabre) della sua stagione.
The Search Committee
In candidati sono molti, e si parte con Will Arnett, che interpreta ovviamente un personaggio sopra le righe che sembra possedere un piano in tre parti in grado di raddoppiare gli introiti della Dunder Mifflin, ma non vuole svelarlo. Arriva poi James Spader, e con il suo charme e frasi ad effetto degne di Donald Draper riesce a far innamorare il search committe, compreso Jim che prova a resistere al suo fascino ma come Gabe e Toby alla fine cede.
Non mancano le candidature degli stessi dipendenti della Dunder Mifflin. E’ così che vediamo Darryl, inizialmente sicuro di sé ma leggermente impacciato verso la fine quando gli viene chiesto di presentare un curriculum, Andy, che si trova di fronte l’ostacolo Gabe, che ce l’ha a morte con lui per la questione Erin, e Kelly…. Beh sappiamo tutti com’è Kelly. Si uniscono anche Ray Romano, Catherine Tate, Warren Buffett (l’uomo da 62 miliardi di dollari), Ricky Gervais nei panni di David Brent via internet, e nel finale il tanto atteso cameo di Jim Carrey, il candidato preferito di Jim (Halpert) nonostante la richiesta di due settimane di vacanze ad inizio incarico. Dwight prova in tutti i modi a ottenere un colloquio e, dopo essersi trasformato nell’ustionato francese Jacques Souvenier, Jo gli concede un’opportunità, ma ovviamente Jim fa di tutto per rendergli l’intervista impossibile.
Angela e il senatore
La più odiata dell’ufficio sembra aver trovato l’amore nel senatore, o meglio senatore statale, Robert Lipton, interpretato da Jack Coleman. Angela di certo non si fa problemi a elogiare la loro love story, e in questa puntata il senatore fa la fatidica domanda. C’è un piccolo problema però, di cui Anglea non sembra essere al corrente: Lipton è gay, e se lo dice Oscar c’è da crederci. Inoltre arriva anche la conferma di Ryan a riguardo (“Come faccio a sapere che Robert è gay? Ha messo mi piace alle mie foto alle tre di mattina”). Oscar e gli altri fanno una riunione per decidere o no se rivelare ad Angela l’orientamento sessuale del senatore. Alla fine convengono che è meglio lasciarla all’oscuro dato che sembra felice.
Erin, Andy e Gabe
Uno dei “colpi di scena” di inizio stagione è stata la neo-coppia Gabe/Erin, scoppiata però qualche puntata fa, quando Erin ha avuto il coraggio di salire sul palco dei Dundies e dire di non essere innamorata di Gabe, come aveva suggerito, più o meno, Pam. Gabe, ormai con il cuore spezzato, se la prende con il povero Andy, il quale, c’è da dirlo, fa davvero poco per riconquistare Erin, e addirittura respinge il suo invito ad uscire, anche se sembra pentirsene di fronte alla telecamera pochi attimi dopo. Erin ovviamente ci rimane male, ma continua ad appoggiare la candidatura di Andy come nuovo regional manager. Gabe viene rispedito in Florida da Jo, ora che quest’ultima ha scoperto della sua relazione con la receptionist e delle sue scenate di gelosia. Scopriamo inoltre che Phyllis non è la madre di Erin. Chissà come l’avrebbe presa Bob Vance.
La puntata si conclude con una breve intervista ai candidati, tutti convinti di ottenere il posto ricoperto fino a poche puntate fa da Michael Scott. Il sostituto non viene rivelato, e dovremo aspettare fino a settembre per scoprirlo, sperando di non incappare in spoiler che molti siti spesso pubblicano insensibilmente in prima pagina senza avvertenze.
Finale di stagione non è eccezionale ma comunque piacevole, con una struttura che ricorda gli epiloghi di Mad Men in cui vengono presentati quelli che saranno gli argomenti del prossimo anno: il nuovo regional manager, Erin e Andy, e il matrimonio di Angela. Le guest star sono state fantastiche, anche se in molti sono rimasti delusi per il poco tempo concesso a Jim Carrey (in questo caso la colpa è della NBC che ha pubblicizzato la sua partecipazione come se dovesse esserci un suo primo piano per quaranta minuti). Il momento più divertente lo regala Kevin, con la versione 1.1 dell’alfabeto. Ho trovato azzeccata l’idea di non rivelare il nuovo regional manager. Mi piacerebbe vedere Andy sul “trono”, ma sarei comunque contento se venisse aggiunto qualcun altro al cast. Spero inoltre che Gabe ritorni, perché in quest’ultima parte era uscita la sua vena comica.
Le risposte arriveranno a settembre, e fino ad allora non resta che farci una maratona delle sette stagioni.
Voto: 7 ½
Commento sulla stagione
La settima stagione, lo ammetto a malincuore, è stata la “peggiore”. L’ho messo tra virgolette perché ci sono molti aspetti da considerare. Primo su tutti si tratta comunque del settimo anno di una serie che fino a metà del sesto capitolo non aveva sbagliato un colpo. Inoltre fin da “Nepotism” gli autori hanno impostato la stagione per dare un meritato addio a Michael, e i più grandi cambiamenti e sviluppi si sono visti dopo “Goodbye Michael”, quello che è stato forse l’episodio migliore della serie. In questo 2011 solo Modern Family si è tenuto su altissimi livelli dall’inizio alla fine e, salvo sorprese tutt’altro che piacevoli come ai Golden Globe, dovrebbe trionfare agli Emmy, mentre How I Met Your Mother, Glee, The Big Bang Theory e anche il geniale Community, sono stati poco costanti.
Oltre a “chi sarà il nuovo regional manager” la domanda più ovvia è: può The Office funzionare senza Steve Carell?. Io penso di sì, e le ultime puntate ne sono una prova. E’ vero, la genialità di Michael Scott era uno dei punti di forza della serie, ma c’è anche da dire che The Office ha quindici protagonisti.
Voto stagione: 7 ½
P.S Vogliamo scommettere in un Emmy a Steve Carell?