Telefilm Festival Milano – Intervista: Daniel Dae Kim 2


Telefilm Festival Milano - Intervista: Daniel Dae KimOggi 29 giugno, in occasione del Telefilm Festival di Milano, abbiamo avuto l’occasione di incontrare in conferenza stampa Daniel Dae Kim, conosciuto come Jin Kwon di Lost e ora come co-protagonista della serie Hawaii-Five-O, ambientata ancora una volta su quelle stesse isole che hanno visto nascere una delle serie più importanti di sempre.

Noi di Seriangolo eravamo lì e abbiamo avuto la possibilità di sentire l’intera conferenza stampa e di fare una domanda direttamente a Daniel, persona davvero molto disponibile e anche di grande simpatia.

L’occasione è stata la presentazione delle novità dei canali AXN e AXN sci-fi, canali 120 e 133 di Sky, che prevedono, tra le tante serie, la presenza proprio di Hawaii-Five-O: dunque, dopo una breve presentazione dei due canali, inizia l’intervista a Daniel.

Le prime domande arrivano dal moderatore della conferenza, ma dopo pochissimo la parola viene lasciata a tutti noi.

Ecco quindi di cosa abbiamo parlato con Daniel (la domanda sottolineata è la nostra).

Telefilm Festival Milano - Intervista: Daniel Dae Kim – Ciao Daniel e benvenuto a Milano e al Telefilm Festival. Innanzitutto vorrei chiederti  come sei riuscito ad avere la fortuna di continuare a vivere e a lavorare alle Hawaii per  ben due serie consecutive.

Daniel: Buongiorno a tutti! Sono contento di essere qui… sto facendo pratica con due lingue ascoltate una da un orecchio e una dall’altra! (dice riferendosi al moderatore alla sua destra e alla traduttrice a sinistra, ndr). Sono stato sicuramente molto fortunato, è difficile fare due serie una dopo l’altra sempre alle Hawaii perché non ce ne sono molte ambientate lì; è bellissimo, anche perché c’è stata la prima di grandissimo successo e un’altra subito dopo… Mi sono ritenuto davvero molto fortunato già con la prima opportunità.

  • In Hawaii-Five-O interpreti un uomo d’azione. Ti piace interpretare questo ruolo? Pensi che l’azione sia una parte importante della serie?

Telefilm Festival Milano - Intervista: Daniel Dae KimDaniel: Mi piace recitare in Hawaii-Five-O e mi è sempre piaciuta l’azione, durante tutta la mia carriera. Crescendo ho praticato molti sport, anche arti marziali; quindi il lato fisico mi aiuta molto anche nella recitazione, perché sento che attiva tutto il mio corpo quando devo recitare.
Piace molto anche agli altri miei colleghi del cast, anche se Scott (Scott Caan, attore che interpreta il personaggio di Danny “Danno” Williams, ndr) durante una ripresa si è fatto molto male ad un ginocchio, si è lacerato un tendine. Anche in Lost capitava di farsi male, soprattutto girando le scene nella giungla. Mi sono ferito più volte, una volta ad un braccio.
In una serie la storia è la cosa più importante: se c’è l’azione, ma non c’è la storia, tutto diventa vuoto. Prima viene la storia, poi i personaggi ed infine l’azione e l’ambientazione. Ma sono comunque tutti importanti, come per fare una buona zuppa: ci vogliono tanti ingredienti buoni (qui cita una zuppa credo coreana che non conosce nessuno, nemmeno la traduttrice 🙂 , ndr.)

  • I grandi risultati della prima stagione di Hawaii-Five-O hanno avuto un’influenza sulla serie stessa? Come vi state preparando per quella nuova?

Telefilm Festival Milano - Intervista: Daniel Dae KimDaniel: Il bello di vivere alle Hawaii sta nel fatto che qualunque cosa accada sulla terraferma, lo percepiamo con un po’ di ritardo. E’ bello svolgere il proprio lavoro senza preoccuparsi di cosa pensa la gente. E’ stato così anche per Lost, non sapevamo quanto successo stesse raccogliendo. Quando l’abbiamo capito, con le riprese eravamo già a metà della prima stagione.
Il fatto che la prima stagione di Hawaii-Five-O abbia avuto successo ci fa tirare il fiato per la seconda, siamo più tranquilli e maggiormente a nostro agio.

  • – Nella prossima stagione arriverà a lavorare con te Terry O’Quinn (John Locke in Lost, ndr), sei contento di lavorare ancora con lui?

Daniel: Sono molto contento di lavorare di nuovo con Terry, è un grande attore e un grandissimo collega, entusiasmante. Molti fan di Lost saranno felicissimi di vederlo sulle scene.

Telefilm Festival Milano - Intervista: Daniel Dae Kim

  • Sia in Lost che in Hawaii-Five-O interpreti dei personaggi molto profondi e con una storia intensa alle loro spalle; l’umanità che traspare da questi deriva solo da scelte di copione o ci metti qualcosa di tuo?

Daniel: Ogni volta è un insieme, un mix di fattori: da una parte c’è il copione, dall’altra c’è l’attore e tutto quello che può apportare nella costruzione del personaggio. Sicuramente accadrà la stessa cosa anche in Italia (…, ndr), gli autori cominciano a scrivere il personaggio, ma con il tempo arrivano a scrivere direttamente per l’attore, vedendolo in scena. Per Hawaii-Five-O gli autori si sono consultati con ognuno di noi per decidere come caratterizzare i personaggi e di questo sono molto contento.
Mi capita spesso di lavorare per serie sci-fi, vengono richiesti moltissimi asiatici… sembra che gli asiatici esistano solo nel futuro (ride).

  • Quali caratteristiche ti piacciono di più del tuo personaggio? Potendo scegliere, dove ti piacerebbe lavorare?

Daniel: Bella domanda! Inizialmente il mio personaggio, Chin, è una persona tagliata fuori dal resto del mondo, poi con il passare del tempo scopre che gli piace la collaborazione e sentirsi parte di un tutto. All’opposto, invece, di ciò che è accaduto in Lost, dove Jin era sin dall’inizio legatissimo e protettivo nei confronti della moglie.
Sicuramente nella seconda stagione scopriremo di più del suo background e di quello di tutti gli altri personaggi e a questo proposito si inserisce il nuovo personaggio che sarà interpretato da Terry O’Quinn.
Difficile dire dove vorrei lavorare; mi piacciono i film che pongono una forte enfasi sui personaggi. Sicuramente vorrei fare qualcosa che non ho ancora fatto.

  • Prima di iniziare Hawaii-Five-O hai mai pensato che avresti fatto fatica a staccarti dal personaggio di Jin? Hai avuto l’impressione che questo legame fosse troppo stretto, dato il rapporto quasi simbiotico con il tuo personaggio?

Telefilm Festival Milano - Intervista: Daniel Dae KimDaniel: Grazie, bella domanda. Quando ho girato il primo episodio di Hawaii-Five-O, negli stessi giorni stavo girando la morte di Jin in Lost. Un giorno piangevo in un sottomarino, il giorno dopo ridevo su un altro set! Ma anche questo è il lavoro dell’attore, è un’occasione rara e mi sento molto fortunato. Ovviamente vivere per 6 anni un personaggio come è stato nel caso di Jin… beh, è difficile staccarsene, non succede dalla sera alla mattina. C’è stato un periodo di transizione, non è stato semplice. Il bello di passare ad un’altra serie è stato poter finalmente parlare in inglese!
– Eri già bravo alla fine di Lost! (con riferimento ai costanti miglioramenti di Jin in inglese, ndr)

Daniel: Grazie… imparo in fretta!

  • Sei ancora in contatto con gli altri attori del cast di Lost? Avresti cambiato qualcosa del finale?

Daniel: Alcuni di loro li sento regolarmente e sono veramente orgoglioso di poter dire che sono miei amici. Come potete immaginare, lavorando per 6 anni con le stesse persone, sarebbe un peccato andarsene da questa esperienza senza rimanere amici con alcuni di questi, quindi sono davvero felice di poterli chiamare amici.
Qual era l’altra domanda? (si consulta con la traduttrice, ndr)
Ah, il finale. So che è un argomento molto delicato tra i fan. Per me…io ho sempre pensato che la parte più importante fosse legata ai personaggi e non necessariamente a tutte le singole questioni che necessitavano di una risposta. Quindi, per me, sapere che i personaggi sono arrivati alla fine in un luogo di pace e che si sono incontrati in futuro, è stata la cosa più importante.

Tu cosa ne pensi? (chiede al ragazzo che gli ha posto la domanda, ndr)
Telefilm Festival Milano - Intervista: Daniel Dae Kim

  • A me è piaciuto e penso che sia il giusto finale, dare tutte le risposte non sarebbe stato forse giusto per come è andata avanti la serie; poi in questo modo è il finale perfetto perché ancora oggi fa discutere, quindi siete entrati nella storia della televisione.

Daniel: Sono d’accordo con te! (c’erano dubbi? Ndr)

  • Come ti sei preparato per il tuo personaggio in Hawaii-Five-O?

Daniel: Ho familiarizzato molto con la polizia delle Hawaii, li ho osservati sia al lavoro, seguendoli in qualche loro caso, che al distretto, per vedere come interagivano (nessuno, ovviamente, ha fatto riferimento al suo arresto per guida in stato di ebbrezza nel 2007, ndr).

  • Tornando al finale di Lost. C’è come l’impressione che non ci siano state date delle risposte, che gli autori non abbiano tirato le fila.

Daniel: Cosa intendi per “non aver tirato le fila”? (Grandissimo Jinzushi! Ndr)

  • Intendo come se a causa delle troppe domande non fossero riusciti a rispondere a tutto, e quindi come se la situazione fosse esplosa a causa di tutte queste mancate risposte.

Daniel: Giusta osservazione, in molti lo pensano. In una serie con così tante domande, però, io non penso che ci possa essere una sola risposta che piaccia a tutti. Trovare quella appropriata, soprattutto per una serie lunga 6 anni, è difficile. E’ chiaro che si debbano dare alcune spiegazioni, ma non esiste quella finale che possa accontentare tutti; guarda i Soprano e pensa a come l’hanno conclusa: alcuni hanno amato il finale, altri no.
Io stesso posso chiedermi quali dei finali delle serie che vedo mi siano piaciuti e quali no. Ogni serie è complessa. Gli autori di Lost hanno concluso mantenendosi sulla linea di ciò che avevano cominciato perché avevano un’idea completa.

Telefilm Festival Milano - Intervista: Daniel Dae KimE con questa ultima risposta si chiude la mezz’ora di domande a Daniel Dae Kim il quale, dopo essersi concesso agli scatti fotografici di tutti, ha firmato autografi rimanendo sempre disponibilissimo e di una gentilezza davvero rara.

Ovviamente non ci siamo fatti mancare un piccolo pensiero per il nostro blog… Che ne dite?

Aloha!

Telefilm Festival Milano - Intervista: Daniel Dae Kim

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Informazioni su Federica Barbera

La sua passione per le serie tv inizia quando, non ancora compiuti i 7 anni, guarda Twin Peaks e comincia a porsi le prime domande esistenziali: riuscirò mai a non avere paura di Bob, a non sentire più i brividi quando vedo il nanetto, a disinnamorarmi di Dale Cooper? A distanza di vent’anni, le risposte sono ancora No, No e No. Inizia a scrivere di serie tv quando si ritrova a commentare puntate di Lost tra un capitolo e l’altro della tesi e capisce che ormai è troppo tardi per rinsavire quando il duo Lindelof-Cuse vince a mani basse contro la squadra capitanata da Giuseppe Verdi e Luchino Visconti. Ama le serie complicate, i lunghi silenzi e tutto ciò che è capace di tirarle un metaforico pugno in pancia, ma prova un’insana attrazione per le serie trash, senza le quali non riesce più a vivere. La chiamano “recensora seriale” perché sì, è un nome fighissimo e l’ha inventato lei, ma anche “la giustificatrice pazza”, perché gli articoli devono presentarsi sempre bene e guai a voi se allineate tutto su un lato - come questo form costringe a fare. Si dice che non abbia più una vita sociale, ma il suo migliore amico Dexter Morgan, il suo amante Don Draper e i suoi colleghi di lavoro Walter White e Jesse Pinkman smentiscono categoricamente queste affermazioni.


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