“A war is coming”… è una frase che, con più o meno enfasi, si finisce per incontrare spesso nelle serie tv, soprattutto per annunciare l’imminente catastrofismo degli eventi a venire. Tocca finalmente anche a Justified, che dopo essersi preparato comodamente il terreno, vede ogni schieramento iniziare, seppur lentamente, ad esporsi e ad uscire allo scoperto.
3×09 – Loose Ends
Arrivata al nono episodio, la seconda stagione di Justified era già entrata nel vivo dell’azione e il conflitto tra i Givens e i Bennett stava già portando a tragiche conseguenze (indimenticabile il drammatico inseguimento di Loretta in Brother’s Keeper). Questa terza stagione, complice anche un’involuzione del protagonista, per molti episodi quasi incapace di reagire agli eventi nefasti, dopo un inizio arrembante ha invece rallentato la propria marcia, prendendosi tutta la calma per tessere la fitta trama nell’universo mai così corale di Harlan. Ciò nonostante, Il vedere in questo episodio Raylan Givens passare da disteso sul letto, stanco e pensieroso, alla camminata scattante in ufficio, pronto di nuovo a farsi valere, è segno che qualcosa sta cambiando di nuovo nella trama, che la fase centrale è terminata e che ci stiamo addentrando sul sentiero che porterà all’epilogo di questa storia. Raylan torna a indagare, torna a minacciare, torna persino a baciare Ava, come una sorta di gesto di riappropriazione di quella personalità che Winona gli stava togliendo, come per dimostrare a se stesso di avere bene in pugno le redini della sua vita. Per un Raylan che inizia la sua risalita, c’è però parallelamente un Quarles sempre più in caduta libera, costretto a subire lo scagionamento di Boyd e il fallimento della campagna elettorale del suo candidato sceriffo. Se già Gary ne avevo fatto le spese, ora la lenta discesa verso l’abisso del nostro villain potrebbe finalmente portarlo a passare dalle parole/intrighi ai fatti nudi e crudi.
L’episodio non è sicuramente tra i migliori, soprattutto a causa della storia parallela a quella principale (il ritorno di Ellen May e di Delroy), poco funzionale a questo punto della storia e utile solo ad aprire un arco narrativo dai possibili risvolti nella futura stagione, ovvero quello di Ava al comando (era ora, poco importa se lo è solo del gruppo di prostitute di cui Boyd vuole servirsi per i suoi affari). Molto più efficace, anche perché legata poi allo sviluppo dei rapporti tra i principali protagonisti, è la vicenda di Trenner (e madre al seguito), dotata di quel giusto mix di ironia, tensione e dramma che hanno fatto di Justified la grande serie che è. Con i falliti tentativi di estromettere dalla lotta Raylan e Boyd, sia Quarles che Limehouse iniziano ad andare più sul pesante, sempre più stufi di vedere i loro piani fallire ogni volta. Ed ecco dunque Raylan e Ellstin dirsele di santa ragione, con tra l’altro nuovi richiami al passato che lasciano intendere come, dopo i Crowder e i Bennett, anche i Limehouse siano strettamente legati a ciò che fu della famiglia Givens. L’episodio, pur muovendo gli eventi e regalandoci i soliti dialoghi favolosi, risulta troppo statico rispetto alle aspettative create in precedenza e non passa ancora ai “fatti” come invece forse avrebbe a questo punto dovuto fare. L’emblema è il discorso di Boyd alla massa: l’ulteriore assolo di Walton Goggins su come le leadership ruotino tutte intorno al potere e come i potenti non facciano altro che prendersi gioco dei cittadini, è un momento di altissima tv che però impallidisce se paragonato alla valenza emotiva che aveva a questo punto della trama il simile monologo di Mags Bennett. Quest’anno Justified è così: una serie tv su una strada più che giusta da percorrere, ma che ancora deve darci quello sprint finale, che ormai tutti aspettiamo con impazienza.
Voto: 7
3×10 – Guy Walks Into a Bar
La grande capacità di Justified e suo inattacabile punto di forza è il riuscire a costruire una puntata epica senza che a livello di trama succeda praticamente nulla. Se infatti è vero che a questo Guy Walks Into a Bar si potrebbe imputare l’ulteriore rinvio all’undicesimo episodio di un primo vero regolamento di conti tra i protagonisti, non si può comunque negare che la puntata sfiori il capolavoro per la quantità di scene scritte in maniera encomiabile dagli autori e impreziosite tra l’altro da performance attorali qui al loro meglio stagionale. La dichiarazione di Raylan in tribunale, la confessione di Quarles sul suo passato da adolescente escort (e il relativo monologo finale), oltre al suo confronto con Boyd, la sequenza del bar e il “milkshake” della nonna, rendono questo episodio uno dei migliori dell’intera serie da un punto di vista della scrittura, il che basta a darci il giusto sostentamento per sopportare il tempo che ci separa ancora dai risvolti più cruenti della guerra tra i pretendenti di Harlan.
L’episodio serve infatti agli autori per sistemare probabilmente l’ultimo tassello del puzzle da loro costruito. Terminate le storyline di Gary, Devil, Trenner, Dewie, mancava infatti all’appello giusto Dickie Bennett, estromesso per qualche puntata, ma ora doverosamente tornato per giocare il suo ruolo nella partita fra le varie fazioni. Non manca naturalmente l’ennesimo strategemma geniale con cui gli autori richiamano in causa i loro personaggi: Dickie non può essere rispedito in prigione non solo perché fu costretto con la forza a evadere, ma anche perché tutti coloro che avrebbero potuto testimoniare contro di lui sono stati, per altre vicende, via via uccisi negli episodi precedenti. Inutile dire che Dickie e Winona sono ormai tra le presenze storiche del cast che secondo supposizioni dei fans rischierebbero la vita nella battaglia finale tra Raylan, Boyd, Limehouse e Quarles. Con l’ultimo dei Bennett ancora in giro e la questione dei soldi di Mags ancora lontana dall’essere chiusa, gli autori hanno infatti aggiunto così l’ultima miccia esplosiva che avvicinerà in maniera irreparabile tutti i protagonisti.
Raylan nel frattempo non smette di continuare a crescere, confermando il percorso di progressiva risalita dal baratro: nonostante l’assassino di sua zia ancora a piede libero, Ava che fa coppia con la sua nemesi e Winona partita per chissà dove, è ancor più combattivo che mai nel fronteggiare Quarles (e da questo stato d’animo arriva la scena da antologia del bar) e ha in più il tempo di spassarsela anche con la cameriera, segno ulteriore del tentativo di dare una decisiva svolta alla sua privata e sentimentale. A tre episodi dal finale, a Justified manca ora giusto la scoppiettante conclusione per mettere la ciliegina sulla torta ad una stagione magistrale, il cui paragone con la seconda si giocherà tutto sullo scioglimento dell’intreccio e sul tipo di epilogo (a dire il vero ancora indecifrabile riguardo la direzione che prenderanno gli autori) che renderà più o meno grandioso tutto ciò che finora è stato costruito.
Voto: 8+
