American Horror Story – 2×06 The Origins of Monstrosity 2


American Horror Story - 2x06 The Origins of MonstrosityOgni storia horror, oggi, non può esimersi dall’avere anche un prequel che sveli la nascita dei suoi mostri (L’esorcista: La Genesi, Hannibal: Le Origini del Male, Non aprite quella porta: L’inizio, solo per citarne alcuni). American Horror Story non è da meno e ci propone, questa settimana, un episodio all’insegna del “Come tutto ebbe inizio…“.

In attesa che arrivino i fantomatici alieni a mettere le cose a posto a Briarcliff, American Horror Story si prende una piccola pausa, dedicandosi a realizzare un più che esaustivo quadro sul triangolo di mostruosità protagonista di questa stagione: un psico-serial killer, un fanatico chirurgo affetto da deliri di onnipotenza e una suora posseduta dal demonio in persona.

American Horror Story - 2x06 The Origins of MonstrosityThe Origins of Monstrosity è soprattutto un episodio di esposizione, in cui forse la parola troppo spesso travalica l’immagine, ma che ha il pregio di farci addentrare in maniera convincente nella psiche di questa american horror way of life, dove istituzioni e feticci del ventesimo secolo diventano gli embrioni della pura malvagità: il corpo, la famiglia, la religione. Le Forze del Male hanno sì sempre un elemento soprannaturale/fantascientifico connaturato, ma, come nella perfetta tradizione dei migliori horror, scopriamo che in realtà esse sono più vicine a noi, “comuni normali”, di quanto ci appaiano a prima vista.

American Horror Story - 2x06 The Origins of MonstrosityI flashback dell’episodio ci mettono davanti a tre persone sostanzialmente comuni, ovviamente con i loro traumi, certo, ma in fondo in fondo chi non ce li ha? All’origine del loro Male, c’è piuttosto l’essere stati emarginati e isolati da una Società che nega e rifiuta coloro che non aderiscono al suo status quo: inaccettabile che si superino i limiti dell’etica e della morale imposti, inaccettabile che non si abbia una famiglia come socialmente intesa, inaccettabile che non si abbia un corpo perfetto e che non lo si sappia esibire come richiesto.

Invece di curare e accudire queste persone, la Società utilizza le sue strutture (orfanotrofi, istituti psichiatrici, la Chiesa) per nasconderli, abbandonarli, quasi criminalizzarli.

American Horror Story - 2x06 The Origins of MonstrosityLa frustrazione alla base della loro follia è dovuta ad una mancanza, un desiderio non soddisfatto mosso però non da qualcosa che essi vogliono realmente, ma da ciò che la massa vorrebbe da loro: il Dr. Thredson vuole una mamma perché tutti gli altri ce l’hanno (la stessa Lana Banana viene punita proprio perché la sua omosessualità nega il ruolo materno femminile cui la donna è relegata); Mary Eunice vuole una corretta sessualità che gli altri accettino, il Dr. Arden vuole qualcuno che esalti il suo talento e la sua visionarietà. Tuttavia, vivendo ai margini e senza nessuno che li freni, la loro psiche malata non conosce più limiti, ed ecco allora l’ossessione per la pelle, la sessualità debordante, l’eccedere limiti che sconfinano nel fanatismo.

Eppure, oltre al fallimento delle strutture che ci circondano, Murphy & co. sembrano volerci dire anche altro sul concetto di malvagità. Se è vero che è la stessa Società a generare i mostri che la minacciano, è anche vero che è l’unica Istituzione con cui si cerca di placarli, poiché il Male non è altro che quel puro istinto connaturato dentro di noi. Un esempio perfetto in tal senso è Jenny.

American Horror Story - 2x06 The Origins of MonstrosityNel rovesciamento dell’archetipo del bambino come ideale di purezza e candore non contaminato, Jenny ci viene presentata come il nucleo del peccato originale: nel brillante dialogo con Sister Eunice, la Società è incolpata di ammaestrare quell’istinto che invece dovrebbe essere lasciato in grado di “esprimersi”, di reprimerlo attraverso il senso di colpa, quando invece chiunque dovrebbe sentirsi libero di poter massacrare amici e famiglia. In soldoni, quindi, la nostra organizzazione sociale serve a sottomettere il male, ma ti emargina se ti rifiuti di farlo secondo le sue regole. E a quel punto, diventi un mostro.

American Horror Story - 2x06 The Origins of MonstrosityIl giro di boa di American Horror Story non è sicuramente tra gli episodi più adrenalinici che la serie abbia prodotto, ma con estrema cura fa il punto della situazione su quanto visto in questa prima parte di stagione. In più, la trama avanza quanto basta per seminare le basi per la fase conclusiva, con una Sister Jude sbattuta fuori dall’istituto, l’alleanza tra Devil-Eunice e il Dr. Arden, il complotto del Monsignore e le vicende di Bloody Face che si estendono dal passato all’oggi (sempre con la stessa voce di Zachary Quinto, sebbene la fisicità del killer del presente lasci pensare forse ad una sua versione femminile).

American Horror Story - 2x06 The Origins of MonstrosityCerto, più si va avanti più si perde progressivamente il fascino ambiguo di Sister Jude, ormai evidentemente passata dal ruolo di carnefice a quello di vittima protagonista. Per di più, c’è da dire che la dislocazione spaziale dei personaggi (Kit in prigione, Lana e Thredson nel laboratorio, Jude fuori da Briarcliff) fa un po’ perdere il protagonismo della location e quel senso di claustrofobia che invece era stato il punto di forza della Murder House. Finché, però, la struttura (tecnica, narrativa, estetica) regge così bene, finché ci saranno attori del genere a deliziarci le nottate (Sarah Poulson e Zachary Quinto superbi) e, soprattutto, finché ci sarà una Emily Rabe (sempre più “Laura Dern versione Lynch“) a cantare Don’t tell me what to do ad un crocifisso, scagliando rosari a destra e a manca, beh, no… non c’è ancora nulla da temere.

Voto: 7+

Condividi l'articolo
 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

2 commenti su “American Horror Story – 2×06 The Origins of Monstrosity

  • xfaith84

    mi è piaciuta molto l’idea di prendersi questa specie di pausa (che poi pausa non è, le vicende vanno avanti eccome, soprattutto per sister Jude) per raccontare quello che poi è l’intento originario di questa stagione: associare alla mostruosità il concetto di “diversità”, che non vuol dire assolutamente giustificare, ma dare una parvenza di spiegazione alle distorsioni che vediamo sullo schermo.
    Comprendere non vuol dire accettare, ed è per questo che si può capire la causa scatenante della follia del Dr. Thredson senza ovviamente dover spalleggiarne le conseguenze.

    Devo dire che tra tutte le storie, la questione della pelle come sinonimo di contatto e di affetto mancato è stata quella più creepy e al contempo più poetica dell’intera puntata, mentre ho trovato un po’ raffazzonata e poco giustificabile quella di Sister Eunice – non fosse altro perché è posseduta dal demonio, quindi non si può considerare una causa diretta e la spiccata sensualità da lei acquisita fa solo parte di uno di quei topoi classici legati al concetto del Male – la sensualità vista come lussuria è chiaramente l’opposto degli insegnamenti religiosi, quindi legati per forza al diavolo.

    La bambina è stata poco utile ai fini della puntata – a meno che non la si riveda in futuro – ma perfetta per fare da collante a tutta la puntata: chi meglio di un baby-demonio può raccontare le origini della mostruosità?

    ottima recensione!