This Close – L’amore e l’amicizia secondo due autori sordomuti 1


This Close – L'amore e l'amicizia secondo due autori sordomutiCos’è la Peak TV se non uno spazio di infinite occasioni per idee e progetti che un tempo non avevano cittadinanza? This Close è un caso paradigmatico di questo fenomeno, un simbolo di diversificazione, di apertura verso altre narrazioni e prospettive, senza l’obbligo di porsi il problema della concorrenza economica o l’imperativo di piacere al grande pubblico.

This Close è una serie creata da Josh Feldman e Shoshannah Stern, attori e autori sordomuti che grazie a Sundance TV hanno l’opportunità di raccontare e realizzare il proprio show con la massima libertà. Al centro del racconto c’è soprattutto la storia di un’amicizia: quella tra i due protagonisti Michael e Kate, un uomo e una donna sordomuti uniti da un affetto incredibile oltre che da una condizione che li costringe a guardare e vivere il mondo da una prospettiva diversa da quella della maggioranza degli altri individui.
Si tratta di una serie emotivamente coinvolgente, che tratta questioni non banali in modo approfondito ma che non sacrifica ad essi il puro intrattenimento, costruendo momenti comici e drammatici di grande qualità. Come altri show prodotti negli ultimi anni, This Close non è indicizzabile nelle categorie televisive tradizionali bensì si pone in quel solco che va da Transparent a Love passando per Catastrophe, concentrandosi sulla messa in scena delle relazioni umane (soprattutto quelle amorose e amicali) e mettendone in evidenza sia i momenti di entusiasmo che quelli di malinconia, frustrazione e delusione.
This Close è uno show per molti versi rivoluzionario, soprattutto considerato come tratta la disabilità e come interviene sul dibattito pubblico ad essa legato. Innanzitutto la domanda che ci si deve porre è: che cosa significa fare una serie su due protagonisti sordomuti? Sappiamo che la presenza di personaggi affetti da disabilità non è una novità nel panorama televisivo, ma impostare un intero racconto su un uomo e una donna impossibilitati o quasi a pronunciare parole e ad ascoltare le voci e i rumori del mondo che li circonda rappresenta una sfida inedita per la televisione. Si tratta di un’occasione peculiare e stimolante per raccontare situazioni insolite, per mostrare la vita da altre prospettive, per spingere gli spettatori fuori dalla propria comfort zone, invogliandoli a scoprire un mondo che altrimenti (quasi sempre) escluderebbero dal proprio orizzonte di esplorazione.

This Close – L'amore e l'amicizia secondo due autori sordomutiÈ impossibile analizzare in profondità il modo in cui This Close analizza la disabilità senza affrontare il fatto che la serie adotta un punto di vista completamente interno, in quanto è realizzata da due autori effettivamente sordomuti. Feldman e Stern hanno quindi la possibilità di raccontare il mondo dalla propria prospettiva, di scrivere personaggi che si emancipano dai soliti stereotipi sull’argomento, in grado di essere conosciuti a tutto tondo e non etichettati in maniera aprioristica o trattati con condiscendenza, come purtroppo spesso accade.
This Close si muove all’interno di una tendenza cruciale della serialità contemporanea, ovvero di quella spinta verso l’autenticità che conduce se non proprio all’autobiografismo quantomeno alla volontà di raccontare un modo conosciuto dall’interno in maniera capillare. Transparent non sarebbe così potente se Jill Soloway non fosse immersa totalmente nelle questioni che racconta (a cominciare dalla vicenda familiare a cui il concept di partenza dello show si ispira); Insecure e Atlanta non sarebbero due finestre sul mondo black così vitali se Issa Rae e Donald Glover non fossero in prima persona impegnati nelle problematiche politiche, sociali e culturali che raccontano attraverso i loro show. Come le serie appena citate, This Close emana autenticità da ogni fotogramma, incontrando la curiosità dello spettatore proprio grazie a un racconto che oltre a essere divertente ed emozionante appare prima di tutto necessario, principalmente per gli autori che hanno deciso di narrarlo ma in secondo luogo anche per chi lo fruisce.

A proposito di fruizione e dell’importanza sociale della serie, va detto che un ulteriore livello di lettura di This Close riguarda proprio l’integrazione sociale delle persone sorde nella società e l’influenza della disabilità sulle relazioni umane. La relazione tra i protagonisti e altri individui non disabili a cui più o meno intimamente sono legati rappresenta infatti un nodo cruciale del discorso della serie, esplicitato soprattutto nella messa in scena di modalità comunicative non tradizionali, nella rappresentazione dell’isolamento dato dal non poter sentire il resto del mondo e nel ritratto del disagio (visto dall’esterno) che spesso prova chi sta al fianco di persone disabili. Sotto questo punto di vista la serie è chirurgica nel posizionare lo spettatore dal punto di vista dei protagonisti e permettergli di vedere con i loro occhi l’imbarazzo degli altri, affrontando in questo modo sia le ragioni per cui spesso le persone disabili vengono evitate, sia la pochezza e la superficialità di comportamenti alimentati prevalentemente da pregiudizi e dalla scarsa disponibilità a uscire dai propri confini abituali.

This Close – L'amore e l'amicizia secondo due autori sordomutiNel raccontare i propri protagonisti This Close offre due ritratti commoventi, divertenti, profondi e stratificati, riuscendo ad andare ben oltre la loro sordità e definendoli prima di tutto come esseri umani.
Attraverso la figura di Michael lo show parla in modo intelligente del rapporto tra creatività e disabilità, mostrando come la tendenza all’autobiografismo si debba spesso scontrare con le esigenze del mercato e con un gusto del pubblico eccessivamente standardizzato: il protagonista è un autore che nello scrivere la sua graphic novel rinuncia a inserire protagonisti sordi perché “sarebbero stati difficili da vendere”, e, essendo Michael anche l’alter ego dell’autore, questa scelta ci comunica anche la distanza che lo stesso This Close vuole prendere da tale atteggiamento, posizionandosi invece come uno show che sfida il gusto del pubblico in favore della necessità di raccontare una storia autentica, da una prospettiva non convenzionale.
L’amicizia tra Michael e Kate è perfettamente raccontata anche grazie alla puntuale caratterizzazione dei due personaggi; se il primo è una persona timida, sincera, trasparente, fragile e sensibile, la seconda è più in difficoltà nel riconoscere i propri sentimenti e si nasconde dietro una maggiore quantità di maschere, esaltate dal talento comico di Shoshannah Stern (che offre un’interpretazione che da sola giustifica la visione della serie). La storia d’amore tra Kate e Danny è una perfetta cartina di tornasole non solo dei mascheramenti della protagonista, ma anche della tortuosità intrinseca in una relazione sentimentale con un non sordomuto e delle difficoltà nel superare steccati che possono essere alti o altissimi.

This Close, prima ancora di essere una serie divertente e commovente, è una serie importante, è un tassello fondamentale nel percorso di inclusione sociale e culturale della televisione, non solo per quanto riguarda ciò che viene rappresentato, ma anche e soprattutto per lo sguardo che modella ciò che viene messo in scena. In sei episodi i due autori offrono realmente qualcosa di nuovo agli spettatori, grazie alla sincerità della narrazione e alle loro irresistibili interpretazioni.

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Informazioni su Attilio Palmieri

Di nascita (e fede) partenopea, si diploma nel 2007 con una tesina su Ecce Bombo e l'incomunicabilità, senza però alcun riferimento ad Alvaro Rissa. Alla fine dello stesso anno, sull'onda di una fervida passione per il cinema e una cronica cinefilia, si trasferisce a Torino per studiare al DAMS. La New Hollywood prima e la serialità americana poi caratterizzano la laurea triennale e magistrale. Attualmente dottorando all'Università di Bologna, cerca di far diventare un lavoro la sua dipendenza incurabile dalle serie televisive, soprattutto americane e britanniche. Pensa che, oggetti mediali a parte, il tè, il whisky e il Napoli siano le "cose per cui vale la pena vivere".


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