The Haunting of Hill House – 1×01 Steven Sees a Ghost 2


The Haunting of Hill House - 1x01 Steven Sees a GhostUna villa ottocentesca, stanze che non si riescono ad aprire, una famiglia numerosa, bambini speciali, rumori sempre più sinistri durante la notte… Sono tutti ingredienti di un classico horror da “mani sugli occhi”, nonché tutti gli ingredienti di questo show. Per nostra fortuna, scopriamo che The Haunting of Hill House proprio un “classico” di genere non è.

Silence lay steadly against the wood and stone of Hill House. And whatever walked there… walked alone.

La famiglia Crain, composta dai genitori e da ben cinque figli di diverse età – ma tutti ancora pre-adoloscenti, che è un dettaglio fondamentale –, decide di trasferirsi a Hill House, villone antico e dalle decine di stanze, dove “fa sempre freddo”, come non mancano di far notare spesso diversi protagonisti. Già così, per gli amanti dell’horror e non solo, si delinea il percorso principale dello show: la casa infestata e i suoi abitanti rincorsi da incubi tutti diversi ma allo stesso tempo spaventosi.
Ed è qui che forse sta la maggiore sorpresa dello show, dove i topoi di genere rimangono sì invariati ma letti in un modo più fresco e contemporaneo, rendendo l’horror più drama di quanto le sinossi della serie lasciavano intendere. La casa e i suoi problemi sono sì importanti, e la prima puntata tende a sottolinearlo benissimo, ma il vero fulcro della narrazione e cuore pulsante del racconto è la famiglia Crain, i suoi esponenti e soprattutto le loro storie personali e come queste si colleghino a tutti gli altri membri della famiglia, nessuno escluso. Soprattutto, è la scelta di usare diversi piani temporali per raccontare come si sono evoluti i personaggi che rende molto più interessante e profonda la storia dei Crain. Steven, Theodora, Luke, Shirley e Nell sono i protagonisti a tutto campo, sia nei primi anni ’90 da piccoli che ora da adulti, coloro i quali hanno vissuto gli incubi di quella casa in prima persona e soprattutto in un’età che non ha permesso loro di dimenticare, marchiati a fuoco da un’esperienza unica al mondo nella sua completa cupezza ed inspiegabilità.
Lo show è tratto dal libro di Shirley Jackson, romanzo che è considerato da molti esperti come una delle più importanti storie di fantasmi del ‘900: la Jackson ha avuto molti problemi da ragazzina con la madre, che l’ha sempre trattata come una cosa non voluta, disprezzata, e nel suo racconto la metafora di una fanciullezza rovinata, da incubo, triste e solitaria è potentissima, proprio come si evince già da questo pilot.

The Haunting of Hill House - 1x01 Steven Sees a GhostLa struttura con cui si è deciso di raccontare le vicende allontana lo show dall’appiattimento che molte storie horror stanno avendo negli ultimi anni. Come dicevamo, mettendo al centro la famiglia Crain e i loro problemi personali si riesce a raccontare l’incubo della casa – e di quelli che si portano dietro ancora oggi, dopo più di vent’anni – in modo perfetto, con i tempi giusti e con la giusta dose di inquietudine e di “mani sugli occhi”, come si confà alle storie di fantasmi.
Il focus di questo primo episodio è su Steve, diventato scrittore horror di successo proprio grazie al romanzo dedicato alla sua infanzia e a Hill House, un richiamo alla narrativa di Stephen King (che spesso usa scrittori con vite tormentate come protagonisti delle sue storie) che di certo può fare comodo per attirare anche gli appassionati del Re. Ma anche se la maggior parte del minutaggio è dedicato a questo personaggio, si intuisce già da questa prima ora di show che siamo di fronte a una storia corale, dove tutti i personaggi coinvolti sono da considerarsi principali perché ognuno di loro ha vissuto quei mesi da incubo da piccoli e ancora oggi ne portano sulla pelle (e soprattutto nella loro mente) i segni indelebili.

The Haunting of Hill House - 1x01 Steven Sees a GhostMike Flanagan, scrittore e regista della serie, da sempre appassionato di horror e specialmente di King (è suo il nuovo Il gioco di Gerald e sta adattando per il grande schermo Doctor Sleep), riesce a non essere mai banale nelle scelte che prende, trasmettendo inquietudine anche alle sequenze dove sembra non debba accadere niente di particolare.
La fotografia è forse l’unico elemento che lascia un po’ spiazzati: tonalità di blu e giallo rendono sì molto chiara la differenza tra il giorno e la notte – o tra momenti di calma e inquietudine –, ma alcune volte risultano davvero troppo marcati, quasi fastidiosi. Il cast sembra essere di buon livello, specialmente il casting dei bambini sembra essere stato fatto in maniera perfetta, tanto che alcuni di loro sembrano davvero gli attori adulti da piccoli. Anche la struttura tra quello che accade oggi e i flashback di varia natura (che vanno dalla villa di vent’anni fa a cose accadute solo pochi mesi o giorni prima al piano di narrazione principale) danno l’impressione di raccontare perfettamente l’imprinting che i personaggi hanno avuto da bambini e quello che succede loro adesso, dando una continuità intelligente che rende il racconto molto più fluido e godibile.

In sostanza, questa prima puntata di The Haunting of Hill House lancia perfettamente la serie, riuscendo a coinvolgere sia gli amanti dell’horror puro – non mancano momenti veramente inquietanti – sia chi ama i drama cupi e malinconici, specie dove i traumi infantili e le difficoltà dell’età adulta la fanno da padroni.
Si spera che il livello di questo pilot resti invariato per tutte le altre nove puntate: se gli autori ci fossero riusciti, potrebbe essere una delle serie horror meglio riuscite degli ultimi anni.

Voto: 7½

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Guardo tutto quello che c'è di guardabile e spesso anche quello che non lo è. Sogno di trovare un orso polare su un'isola tropicale.


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2 commenti su “The Haunting of Hill House – 1×01 Steven Sees a Ghost

  • Michele

    Mah, io sono un pò meno positivo sul giudizio. Non so se considerare l’opera un mainstream da intrattenimento (più guilty pleasure che altro). È vero che ci sono diversi personaggi con le loro storie abbastanza caratterizzate e che c’è la casa come fonte atavica di terrore, ma mi sembra che manchi l’amalgama per avere una storia che rimanga impressa.

    Per darti un paragone, è stato molto più duro e in un certo senso “orroroso” guardare “sulla mia pelle” che questo pilot. Il primo ti colpisce come un cazzotto in gola che ti lascia senza fiato. Il pilot ha qualche momento un pò spaventoso anche grazie all’uso forsennato della colonna sonora. Insomma, molto di già visto e sentito e non mi sembra che sia necessariamente meglio di American Horror Story, per esempio.

     
    • Ste Porta L'autore dell'articolo

      Ciao Michele, grazie per il commento!
      Stavolta mi trovo in disaccordo con te. Partiamo da “Sulla mia pelle”, che è un ottimo esempio di docu-fiction ma non credo si possa paragonare a questo show, sono proprio due campi diversi, è come se mettessi a confronto Federer e Ronaldo: due grandi campioni ma fanno sport differenti. Lì si parla di realtà con fatti reali, qui si tenta di fare una grande metafora che secondo noi funziona molto bene, contando anche che l’horror ultimamente è uno dei generi che risente un crollo della fantasia degli autori.
      Su American Horror Story sono un po’ di parte al contrario, nel senso che ho visto quasi tutte le stagioni e non mi ha mai convinto in pieno (due stagioni le ho abbandonate, non mi è mai capitato con nient’altro): sono due tipi di horror diversi, anche qui. AHS usa in modo ossessivo le dinamiche sociali del periodo, quasi fosse “live” (alcune volte riuscendoci bene, altre molto meno), qui si vuole parlare dei rapporti famigliari e di come quello che ci succede da piccoli, nel bene e nel male, può indirizzare irrimediabilmente la nostra vita, che in alcuni casi ha tutti i tratti dell’horror.
      Ti consiglio di dargli una chance e arrivare almeno alla quinta puntata, poi mi dirai. 🙂