ZeroZeroZero – 1×01/02 The Shipment & Tampico Skies 9


ZeroZeroZero – 1×01/02 The Shipment & Tampico SkiesNella gigantesca offerta della TV contemporanea, c’è spazio quasi per qualsiasi prodotto e, anzi, la segmentazione dei pubblici porta necessariamente al creare prodotti diversi per target diversi.
Il problema arriva quando le serie vengono fatte esclusivamente perché c’è un pubblico che le guarda, senza concentrarsi sull’idea di dare almeno a quel pubblico un po’ di sostanza al di là dell’argomento e della confezione: ZeroZeroZero è un tipico caso di serie “fatta con l’algoritmo”, così concentrata sul dare al suo spettatore di riferimento qualcosa di simile a quello che ha già apprezzato in passato da dimenticarsi di mettere valore in quello che sta creando, finendo per creare una confezione vuota, imbottita di stereotipi e luoghi comuni.
Se servivano addirittura Amazon Studios, Sky e Canal+ per produrre questo vuoto coacervo di banalità, addirittura mandata in anteprima al Festival di Venezia, chiaramente esiste un grande fraintendimento su cosa voglia dire fare buona televisione e, senza gridare alla bancarotta creativa, sicuramente si può dire che stiamo assistendo almeno alla crisi di un certo modo di guardare alla serialità.
Il prestige drama, ormai diventato genere codificato più che mera modalità produttiva, finisce così a riprodurre se stesso svuotandosi progressivamente di senso e di cuore, lasciando solo il guscio della produzione ad alto budget e della serietà sussiegosa dei toni: per ZeroZeroZero, il riferimento ovvio è Gomorra col suo racconto a tratti epico e drammatico dell’universo della criminalità organizzata, ma alla serie di Stefano Sollima, Leonardo Fasoli e Mauricio Katz manca totalmente la scintilla dell’urgenza narrativa, quel desiderio di dire qualcosa che non è mai stato detto prima che caratterizzava lo show di Saviano nelle prime stagioni e al posto dell’originalità è rimasta soltanto la voglia di compiacere con la romanticizzazione della malavita e della violenza fini a se stesse.
Se Gomorra è il grandioso affresco di un mondo segreto, forse finito per diventare un po’ ripetitivo e autorefenziale da un paio di stagioni ma comunque sempre presente a se stesso nella voglia di non creare eroi e tenere al proprio centro un sistema disumanizzante in cui è impossibile vincere, ZeroZeroZero al contrario non fa nessuno sforzo per distanziarsi dai propri personaggi, ma al tempo stesso non riesce ad afferrare l’essenza di quello che sta raccontando di loro, limitandosi a caricare drammaticamente, con artificio stilistico su artificio stilistico, figurine stereotipate senz’anima che servono solo le necessità del plot.

ZeroZeroZero – 1×01/02 The Shipment & Tampico SkiesIl plot è presto detto e parla del traffico mondiale di droga in tutte le sue sfaccettature e dinamiche, ricostruendo attraverso singole storyline ogni strato del sistema: partiamo con la criminalità italiana, raccontata già nei primi minuti con i più triti cliché da film di mafia tra processioni religiose, il vecchio boss che vive nel bunker e il nipote ambizioso che vuole fargli le scarpe, nemici dati in pasto ai maiali, mogli premurose e scagnozzi senza scrupoli. Si continua con l’esercito messicano, che combatte il cartello con metodi discutibili (ma mai messi in discussione, anzi celebrati nella loro violenza e appiattiti con dialoghi imbarazzanti, senza nessuna coscienza degli aspetti legati alla lotta di classe, all’identità del paese o alla politica) ed è composto da giovani poveri e nella maggior parte dei casi discendenti nativi.
Il mondo messicano, come quello italiano, è costruito con una sequela di spunti narrativi usurati e prevedibili, dalla fidanzata incinta (presagio di tragedia imminente) che passa il cinquanta per cento dei suoi cinque minuti scarsi di screentime nuda, al sergente senza scrupoli che ascolta un predicatore cattolico nelle cuffie mentre i trafficanti vengono ammazzati, fino addirittura all’ennesimo riciclo del cattivo che se ne va mentre tutto esplode alle sue spalle, ormai diventato un momento ironico e metatestuale anche nell’ultimo dei film d’azione a basso budget e qui invece utilizzato in modo serio e si vorrebbe persino drammatico.

Nei primi due episodi dello show si fatica a mantenere l’attenzione perché tutto è così standard, ogni sviluppo narrativo che si vorrebbe colpo di scena è frutto della riproposizione rimasticata di qualcosa di già visto, tanto da sfiorare spesso il ridicolo involontario come nel caso delle morti dei personaggi, invariabilmente caricate di attesa nonostante ognuno sia talmente privo di profondità che è impossibile provare un’emozione.
Persino la fotografia lussuosa e (spesso inutilmente) ricercata, il montaggio incalzante e le scene d’azione decisamente ben eseguite finiscono per contribuire involontariamente a questo senso di noia, perché vengono utilizzate per collegare sviluppi del plot dalla banalità disarmante. Siamo lontanissimi da quel senso di ineluttabilità crudele di Gomorra, capace di farti affezionare e poi farti odiare i propri personaggi, trasformando le loro morti in un momento di svolta clamorosa per l’universo narrativo e al contempo svuotando di senso ogni legame affettivo che da spettatore si era costruito con loro: in ZeroZeroZero è presente soltanto lo svuotamento che però non è etico, è di senso, perché ogni personaggio si comporta come una marionetta che assolve alla sua funzione narrativa consentendo, certamente, di ritrarre un sistema in cui nessuno ha valore, ma cercando poi di ottenere una potenza drammatica da questo arido e banale quadro, ovviamente senza riuscirci.

ZeroZeroZero – 1×01/02 The Shipment & Tampico SkiesForse il lavoro peggiore, soprattutto in senso etico, è fatto sugli intermediari Lynwood, famiglia ricca che traffica in droga con l’unica motivazione di diventare più ricca e che la serie cerca di umanizzare utilizzando le più trite strategie da melodramma: Chris è malato, come la moglie morta, e il traffico di droga dovrebbe dare un senso (?) alla sua esistenza finché ha ancora le forze per farlo; la sorella Emma (la brava e molto sprecata Andrea Riseborough conciata per somigliare a Tilda Swinton, che è l’unica idea di donna androgina familiare e accettabile allo spettatore medio del prestige drama) segue il cliché ambulante della “donna che è diventata una dura per compensare la malattia del fratello”; e il padre – interpretato da un Gabriel Byrne ai livelli più bassi della sua carriera – è un inetto che ha messo la sua famiglia nel guaio più grosso immaginabile, ma nonostante ciò viene celebrato come un eroe dai figli stessi che hanno ereditato i danni.
La sequela delle banalità potrebbe continuare ancora, e sarebbe inutile perché la debolezza della serie salta agli occhi per chiunque non si lasci accecare dalla confezione lussuosa, dagli artifici di regia (spesso superflui, sempre esageratamente compiaciuti di sé), dalla fotografia costantemente alla ricerca dell’effetto “wow” e dalle musiche dei Mogwai che ormai, col loro anticlimax che non stupisce più nessuno, sono diventati un marchio di fabbrica della “televisione che sembra cinema”.

In una serie totalmente disinteressata a trasmetterci qualcosa oltre le capriole tecniche e una vaga, superficiale patina di cinismo e disincanto, persino le ottime sequenze d’azione del secondo episodio, “Tampico Skies”, finiscono inghiottite dall’assenza di senso e ragione di ciò che stiamo guardando e dall’assoluta superficialità emozionale e narrativa di come viene raccontato.
Quel che resta è il guscio vuoto di un progetto fatto per chi ama sentirsi dire quanto il mondo è cattivo e spietato preferendo non pensare a quel che sta effettivamente guardando, ovvero la celebrazione patinata e priva di senso critico di quel mondo che, in teoria, dovrebbe proprio mettere in discussione.

Voto: 4

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Informazioni su Eugenia Fattori

Bolognese di nascita - ma non chiedete l'età a una signora - è fanatica di scrittura e di cinema fin dalla culla, quindi era destino che scoprisse le serie tv e cercasse di unire le sue due grandi passioni. Inspiegabilmente (dato che tende a non portare mai scarpe e a non ricordarsi neanche le tabelline) è finita a lavorare nella moda e nei social media, ma Seriangolo è dove si sente davvero a casa.


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9 commenti su “ZeroZeroZero – 1×01/02 The Shipment & Tampico Skies

  • Davide

    Concordo in pieno con la tua esaustiva e pregevole rece(sarà un’impresa arrivare alla fine !).Ho visto,essendo Sollima fra i creatori,molte situazioni viste nel suo film del 2018,”Soldado”,sequel bruttarello assai di “Sicario”…

     
  • Claudio

    Mah, io tutto questo disastro non l’ho visto. I primi due episodi sono godibili. Alla fine è intrattenimento senza pretese di chissà quale profondità. Scrittura prevedibile ma sufficiente e confezione sicuramente lussuosa. Secondo me è esattamente la serie che voleva essere, a maggior ragione dal momento che ci hanno messo i soldi investitori quali Amazon Studios, Sky e Canal+.

     
  • mattia

    La famiglia di Broker americani non si affilia alla ‘ndrangheta tanto per passare il tempo e diventare più ricchi, ma in virtù di un rapporto che va avanti da anni. Nei più dei casi i broker americani sono discendenti di famiglie italiane insediatesi in america e affiliate alla mafia da patti di sangue, matrimoni, discendenze ecc. Io credo che invece la serie sia un’opportunità per riflessioni quanto mai attuali, dato quello che sta succedendo in Italia e di cui nell’articolo non vedo traccia. Cliché o verità? Stai facendo informazione o disinformazione? Sono accadute veramente le cose che definisci cliché? Continuano ad accadere?
    Informiamoci.

     
  • Valeria

    Quanto snobbismo in questo sito.
    Ti fa sorridere il cliché dell’uomo dato in pasto ai maiali? Perché pensi che non sia accaduto?

     
  • MaX

    Il parere di chi ha scritto l’articolo è opinabile, specialmente quando non si portano a supporto solide motivazione (banale?). Però… quando si scrive un articolo bisogna cercare di “elevarsi”, non farsi coinvolgere troppo dai propri sentimenti e condizionare dai propri gusti. Cercare di mettere per iscritto cose che siano di aiuto a chi vuole scegliere un prodotto, perché di questo si tratta, un prodotto.

    A mio opinabile parere la serie è buona, trovo qualche difetto* ma questo non pregiudica la riuscita della scrittura. Vuoi un voto? 7 dai.

    * = esempio: le parti del militare che ascolta il predicatore in cuffia non mi piacciono e le avrei eliminare.

    Grazie comunque per la recensione.

     
  • Reina

    Eugenia ti faccio i miei complimenti. Una serie di cui tutti mi avevano parlato benissimo ed invece per me hai colto assolutamente nel segno. Stereotipata, poco empatica e poco interessante, già vista. Per ora non salvo niente o quasi