I Know This Much Is True – 1×01 Episode 1 4


I Know This Much Is True - 1x01 Episode 1Con un debutto relativamente in sordina, all’offerta HBO di questo 2020 si aggiunge I Know This Much Is True, miniserie in 6 episodi che porta i nomi di Derek Cianfrance (Blue Valentine, The Place Beyond the Pines) alla regia e sceneggiatura, e di Mark Ruffalo (The Avengers, Shutter Island, Zodiac e tanti altri) nei panni di due gemelli.

Tra i due personaggi interpretati da Ruffalo troviamo il protagonista Dominick, costretto da sempre a gestire una situazione familiare complicata (il padre è scomparso senza tracce, lasciando il posto ad un patrigno violento e una madre inerte) e in particolare il rapporto col gemello schizofrenico Thomas. Da questa premessa si sviluppa un primo episodio dai toni cupi e riflessivi, alimentati sia dalla regia di Cianfrance che dal Connecticut livido in cui sono immerse le vicende. In sostanza, I Know This Much Is True si presenta e viene confezionato come un prodotto serio, opprimente, in cui le disfunzioni e le disgrazie che affliggono i protagonisti vengono costantemente sottolineati. Il risultato è una serie per niente snella o vivace nel modo di gestire il racconto; all’inizio della visione di questo primo episodio, la speranza era che la pesantezza che gli autori hanno scelto di accentuare sarebbe stata giustificata da riflessioni ben pensate e sviluppate. Finiti i sessanta minuti che lo compongono, l’impressione è che la sostanza narrativa di cui si parlava non sia ancora stata trovata.

I Know This Much Is True - 1x01 Episode 1Il racconto si sviluppa seguendo i legami familiari del protagonista, il quale in questo pilot approfondisce il rapporto con la madre, scopre un manoscritto lasciato dal nonno mai conosciuto e si trova a gestire la crisi del fratello, che lo porta a tagliarsi una mano in una libreria pubblica. La parte più ricca di spunti è quest’ultima, che permette a Ruffalo di spaziare nell’interpretazione di due personaggi molto diversi tra loro, ma segnati allo stesso modo dalla situazione familiare traumatica che li ha accompagnati fin dalla nascita. Le psicosi di Thomas a cui assistiamo sono indecifrabili e scure, nonché punti centrali dell’evoluzione del suo rapporto col protagonista. Le scelte più complesse per Dominick si manifestano quando la responsabilità della salute del fratello cade su di lui: in una delle prime sequenze del pilot, il protagonista si trova costretto a scegliere tra la salute di suo fratello (permettendo ai medici di provare a riattaccargli la mano) e la sua libertà di scelta di rimanere senza un arto, influenzata dalla paranoia causata dal suo disturbo. La serie scopre le sue potenzialità in una scena come questa, in cui il rapporto familiare viene mostrato nelle sue sfaccettature più interessanti; purtroppo, il resto dell’episodio si concentra su aspetti decisamente meno azzeccati e peggio gestiti. Ad esempio, negli unici casi in cui si cerca di andare a fondo sui deliri del fratello si scopre un sottostrato complottista e religioso per ora piuttosto superficiale, che appiattisce il concetto di “paranoia” e attenua (al posto che rinforzare) l’impatto della storyline più convincente vista finora.

I Know This Much Is True - 1x01 Episode 1Per quanto riguarda le altre storie a cui assistiamo in questo primo episodio, la narrazione si sviluppa a fatica, senza che questa lentezza sia giustificata dalla necessità di sviscerare temi particolarmente originali o complessi. Dal lato del rapporto del protagonista con la madre, la serie mostra una serie di flashback per sottolineare la pesantezza della situazione familiare in cui i due fratelli sono cresciuti: se già questo salto nel tempo non dà l’impressione di aggiungere nulla di sostanzioso alla serie, il modo in cui viene gestito è ancora più approssimativo e piatto. Mentre conosciamo la madre di Thomas, il racconto ci mette al corrente del passato misterioso del suo vero padre e ci presenta il patrigno, autoritario ed aggressivo nei confronti di tutta la famiglia. Il quadro presentato non potrebbe sapere più di già visto, ma ciò che stupisce è l’ostinazione di impregnare i dialoghi di battute didascaliche e fastidiose, pregne di luoghi comuni che hanno il compito di ripetere lo stesso concetto (ad esempio, quanto il patrigno sia detestato dai figli) senza preoccuparsi di aggiungere sfumature al passato che si è scelto di mettere in scena. Il problema è che questo tipo di dinamiche è centrale all’intera miniserie. Anche il personaggio della traduttrice, con cui Thomas viene in contatto mentre prova a tradurre il manoscritto del nonno (trovato in italiano), è finora caratterizzato in maniera superficiale, troppo aderente ad un modello preciso e superato – il personaggio femminile melodrammatico ed egoista – per risultare tridimensionale.

Questo primo episodio di I Know This Much Is True lascia la sensazione di una confezione ben pensata, senza che ci sia davvero qualcosa da dire. La costante seriosità e pesantezza del racconto rivelano il bisogno di essere etichettata “serie di qualità”, che non si può permettere di spaziare e divertirsi a costo di perdere il proprio status di prestigio; non sarebbe di per sé un problema, se non fosse che tutto questo viene affiancato da una scrittura fiacca e poco ispirata, che solo saltuariamente riesce a trasformare gli spunti interessanti della premessa in sviluppi che giustifichino il tono scelto da Cianfrance. La speranza è che, superata la fase di presentazione della serie, il racconto riesca a guadagnare una profondità che per ora si è vista troppo poco.

Voto: 5

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4 commenti su “I Know This Much Is True – 1×01 Episode 1

  • Eraserhead

    Non sono d’accordo con la recensione, anch’io ho storto il naso di fronte a un paio di momenti del pilot, più che altro per la pesantezza degli eventi e dei tempi, che in certi punti si fa sentire. Ma lo stile registico e le interpretazioni di Ruffalo sono magnifiche, e la storia già dal secondo episodio comincia a delinearsi e a divenire più chiara e organica, secondo me…

     
    • Hugo Drodemberg

      Mi accodo a Eraserhead, che già dal nome mi sta simpatico. E’ stata bistrattata da molti, ‘sta serie, mentre per me è una delle migliori dell’anno… e ho visto decine su decine di pilots, l’anno scorso… ma se non la vedi fino alla fine, non la capisci. E arrivare alla fine non è così difficile: Ruffalo è chiaramente nel ruolo della vita, ed è bravissimo, poche ciance. Regia e scrittura sono molto sobrie e incisive, che problema avete? Non si può raccontare più del fatto che, a volte, la vita è nammerda?

       
      • La Redazione

        Ciao Hugo Drodemberg,

        ti invitiamo, nell’interazione con redattori e utenti del sito, a non dimenticare il rispetto che viene richiesto nel momento in cui ci si trova in un luogo di scambio di opinioni. “Che problema avete?” non rientra nel modo di rapportarsi con gli autori di una recensione, a maggior ragione con un commento totalmente fuori luogo, dato che il tuo giudizio è dettato dall’aver visto questa serie fino in fondo (“ma se non la vedi fino alla fine non la capisci”) e questa fino a prova contraria è la recensione di un pilot, scritta da un redattore che non ha doti di preveggenza.
        Quindi, se si vuole specificare che la serie andando avanti ha comunque una sua validità siamo tutti contenti di leggerlo (o magari lo sappiamo già, semplicemente non c’è stato modo di procedere con la recensione); se si deve usare come modo per mancare di rispetto, allora è un’altra storia.

        Il motivo per cui alcune serie sono recensite solo per il pilot e non per l’intera stagione/serie è perché facciamo una inevitabile selezione di quello che recensiamo, in un’ottica per cui è meglio scrivere bene di meno serie piuttosto che scrivere male di tutto. E, dato che le nostre recensioni sono articoli che richiedono molto tempo, ricerca, analisi, e non sono certo scritte nei pochi minuti che ne richiede la lettura, riteniamo dopo dieci anni di lavoro che quella di selezionare il materiale da recensire sia la strada migliore per mantenere un sito di qualità.

        Qui non esistono assoluti: ognuno è libero di avere la sua opinione, sia all’interno della redazione che all’esterno. Supposte “verità assolute” non trovano spazio e vengono rispettate le idee di tutti, senza bisogno di fantomatici patentini dati da numeri di serie viste, che, come vediamo, senti il bisogno di ribadire ad ogni commento lasciato su questo sito, ma davvero, non ce n’è bisogno. Non lo facciamo noi, con 10 anni di esperienza alle spalle, e di sicuro non lo chiediamo ai nostri utenti: rispettiamo le idee di tutti, ma il rispetto deve essere reciproco e valere anche tra gli utenti.
        Ci auguriamo di non doverlo più ribadire.
        La Redazione

         
        • Hugo Drodemberg

          Intanto mi scuso subito perché tutto volevo essere tranne che offensivo. A volte tengo un tono un po’ troppo colloquiale che, letto invece che ascoltato, può risultare fastidioso. E’ un mio difetto su internet, posso migliorare, ma davvero il mio “che problemi avete” voleva essere scherzoso, non denigratorio: il vostro sito mi piace e di certo (almeno nella mia testa) vi rispetto, se no non starei manco a leggervi.
          L’altro grande errore che ho fatto è stato venire a leggere l’articolo DOPO aver letto le classifiche e in pratica sbagliare la sede del commento. Anche qui, mea culpa.
          Sul “patentino” invece, boh, non vedo che male ci sia a specificare che chi scrive guarda tantissime serie piuttosto che una o due, e se mi sono ripetuto è perché non m’aspetto che ci si ricordi dei miei commenti passati, tra i quali ci sono anche tanti complimenti per i vostri articoli… mica sono un troll! 😀 Però capisco di aver generato astio con la mia scrittura molto “alla buona”, quindi, vabbè, spero di aver rimediato con queste righe.
          Un saluto e, come vi ho scritto spesso, continuate così.