Ratched – 1×01 Pilot 7


Ratched - 1x01 PilotDopo The Politician e Hollywood, l’accordo tra Ryan Murphy e Netflix ha prodotto un terzo show, Ratched, uscito venerdì 18 settembre 2020, composto da otto puntate tra i 45 e i 60 minuti e dedicato a un personaggio cinematografico piuttosto imprevedibile ma a pensarci bene nelle corde di un autore come Murphy. Mildred Ratched, infermiera di un ospedale psichiatrico nel libro “One Flew Over The Cuckoo’s Nest” (1962) di Ken Kesey e portata alla notorietà dal film omonimo (in italiano “Qualcuno volò sul nido del cuculo”) del 1975 diretto da Miloš Forman, è quindi la protagonista di questo nuovo progetto: se nella versione cinematografica l’interprete era Louise Fletcher, che per il ruolo ottenne un Oscar, qui troviamo una delle attrici-feticcio di Murphy, ossia Sarah Paulson.

La serie si pone come un prequel rispetto al film, un’indagine sul personaggio dell’infermiera Ratched che inizia nel 1947, cioè 16 anni prima rispetto alla storia diretta da Miloš Forman (1963). Come spesso accade in questi casi, una conoscenza del film – o del libro – non è obbligatoria per godersi una serie come Ratched, e di certo questo non può che considerarsi il giusto approccio: permettere a chiunque di vedere la serie e giudicarla come prodotto a se stante allarga il pubblico di riferimento, nonostante rimanga consigliabile non perdersi la visione di un classico del cinema come One Flew Over The Cuckoo’s Nest – non solo per le interpretazioni di tutto il cast, tra cui spicca come protagonista un formidabile Jack Nicholson, ma soprattutto per i temi messi in risalto e per la denuncia del trattamento dei pazienti psichiatrici e in generale della malattia mentale, nonché per l’aspra critica nei confronti di “trattamenti” quali elettroshock e lobotomia.

Ratched - 1x01 PilotPerché un personaggio come Mildred Ratched fosse nelle corde di Ryan Murphy è presto detto: non ci sfugge come la malattia mentale e il modo in cui questa viene trattata dalla società sia un caposaldo della scrittura murphiana, soprattutto se pensiamo che un’intera stagione di American Horror Story è stata dedicata proprio a questo argomento – e forse non è un caso che AHS: Asylum sia una delle migliori annate della serie, se non la migliore di tutte. Di certo il personaggio portato alla fama dall’interpretazione algida e distaccata di Louise Fletcher aveva un suo magnetismo, che funzionava in particolare nel contesto in cui si trovava: all’interno dell’ospedale psichiatrico del film, infatti, Ratched incarnava tutta quella serie di rigidissime regole che potevano avere conseguenze favorevoli e persino piacevoli per alcuni pazienti, ma che al contempo potevano determinarne il destino nel senso più stretto del termine. Il potere nel film viene rappresentato formalmente da medici e psichiatri, ma nella pratica viene incarnato proprio da chi quel potere lo amministra quotidianamente: la capoinfermiera Ratched si poneva come anello di congiunzione tra medici e pazienti, mantenendo tuttavia una sua indipendenza decisionale non certo irrilevante. Ecco che quindi lo scontro tra Ratched e McMurphy (il paziente interpretato da Jack Nicholson) risulta essere la chiave di volta del film, proprio perché rappresentativo dello scontro tra le rigide e ferree regole di una società che, non capendo la malattia mentale, la ingabbia per tenerla sotto controllo, e chi quelle regole le rompe attraverso la ribellione, la necessità di libertà e un reale senso di umanità verso i propri simili.

Che Ryan Murphy, davanti a Mildred Ratched, potesse chiedersi cosa l’avesse condotta ad essere esattamente così, dunque, non ci stupisce affatto. Quello che forse, dopo la sola visione del pilot, lascia un po’ più perplessi, è se l’ispirazione non potesse condurre ad un prodotto autonomo, indipendente, certamente interessante, ma distaccato dal film stesso, data la natura molto diversa dei due prodotti non solo in termini di scrittura e di estetica – cosa di certo comprensibile – ma anche di costruzione della stessa protagonista.
Per capire da cosa dipenda questa discrepanza, è meglio andare con ordine e raccontare (senza spoiler) la trama di questa prima puntata.
Ratched - 1x01 PilotL’episodio inizia con un efferato omicidio compiuto da un uomo, Edmund Tolleson (Finn Wittrock, già presente sia in American Horror Story che in American Crime Story), che uccide alcuni preti per un movente strettamente personale che lo ricollega ad uno di questi. Parallelamente troviamo una giovane Mildred Ratched che cerca a tutti i costi di farsi assumere come infermiera al Lucia State Psychiatric Hospital, ospedale psichiatrico gestito dal dottor Hanover (Jon Jon Briones), che appare fin da subito come una struttura all’avanguardia per essere alla fine degli anni ’40. Come sempre con Ryan Murphy non è tutto oro quello che luccica, e difatti sarà proprio l’arrivo di Ratched nel lussuosissimo ospedale a far emergere come, pur davanti ad un’estetica impeccabile che va dalle architetture al design d’interni, fino all’abbigliamento di chi lavora al suo interno, si celi qualcosa di marcio, di malfunzionante, di oziosamente lascivo. Una scappatoia, insomma, un modo con cui la perfettissima Mildred Ratched può farsi strada là dove all’inizio non è voluta e dove invece lei desidera disperatamente arrivare.
Già, ma perché? La motivazione è spoiler, e peraltro non viene neanche esplicitamente spiegata nel primo episodio, ma si percepisce sin dall’inizio come rappresenti l’unica bussola morale di Mildred: non esiste altro se non quell’obiettivo, davanti al quale la donna è disposta a compiere azioni che vanno dalla manipolazione a veri e propri reati che non sembrano minimamente scalfire la sua persona. C’è ampio spazio dato all’ambiguità in questa prima costruzione di Mildred, che pare nascondere alle sue spalle un passato traumatico al punto da condurla a un autentico cambio d’identità esteriore pur di raggiungere i suoi scopi.

A tal fine, il lavoro di Murphy – che è anche regista dell’episodio – è come sempre impeccabile: Sarah Paulson è visivamente l’incarnazione di una donna di quell’epoca, determinata a usare anche il suo stesso corpo (inteso come presenza, eleganza, coscienza di sé) pur di raggiungere ciò che desidera, all’interno di un mondo la cui estetica è chiaramente tra le preferite di Murphy (non a caso si trovano echi sia da Feud che da Hollywood).
Ratched - 1x01 PilotLa scelta di lavorare anche sulle luci, che in un paio di occasioni virano verso un surreale verde, per esprimere su più livelli l’emotività di Mildred Ratched è sicuramente degna di nota, anche se conoscendo Murphy c’è pur sempre il pericolo dell’abuso dello strumento – ricordiamo tutti le riprese oblique di AHS che dopo un po’, a causa della ripetitività, si sono trovate svuotate del loro significato. È innegabile che il sodalizio Murphy-Paulson stia dando vita a un nuovo prodotto degno di nota: quello che ci si trova, inevitabilmente, a domandarsi dopo la conclusione del pilot è cosa di preciso vada ad aggiungere in valore assoluto a quanto già espresso sia dalla stessa coppia, sia da unioni diverse (Murphy-Lange-Sarandon in Feud, ad esempio), davanti a cui Ratched sembra una versione forse anche più sofisticata, ma senza aggiungere molto di più.

In termini generali di trama, risalta il reiterato interesse di Murphy per la politica, che in questo caso si esplicita nel rapporto tra il Dr. Hanover e il governatore (Vincent D’Onofrio) mediato dalla campaign manager di quest’ultimo, Gwendolyn Briggs (Cynthia Nixon), che intuisce il potenziale dell’ospedale psichiatrico soprattutto in termini politici legati alla rielezione del marito. Difficile prevedere il futuro, ma visti i nomi coinvolti in questa storyline è facile pensare che la vicenda non si chiuderà solo con questo pilot.

Tornando però a Mildred, e ricollegandoci al dubbio espresso poco più su, quello che non può non colpire di questo pilot – per chi conosce il personaggio di partenza – è una differenza sostanziale tra le due donne rappresentate. La Ratched del film era una donna rigida, in certe circostanze anche crudele, mancante di empatia – benché si atteggiasse come se ne fosse dotata –, eppure totalmente priva di tratti inquietanti, morbosi o disturbanti; la Mildred di Louise Fletcher appariva quindi come perfetto strumento della società di allora, esempio di ordine e di regole, ma senza che questo cedesse mai il fianco al torbido. Ora, sappiamo come a Murphy questo lato dell’umano interessi molto, e infatti questo non è un problema: la sua Mildred Ratched potrà di certo finire con l’essere un personaggio ben scritto, interessante proprio perché turbato all’interno e manipolatore all’esterno; ma non sembra, almeno dal pilot, avere alcunché da spartire con la Ratched originale.
Ratched - 1x01 PilotLa domanda quindi è una sola: se nessuno impedisce a un autore di avere un’illuminazione su un progetto leggendo o vedendone un altro – e ci mancherebbe! –, era davvero necessario che questo fosse, sin dal titolo, legato a doppio filo a quel film nonostante queste sostanziali differenze? È difficile rispondere solo dopo il pilot, del resto abbiamo altre sette puntate per scoprire eventuali altre connessioni; ma visto che siamo qui a speculare, senza spoiler, dopo la visione di una sola puntata, è legittimo chiedersi se collegare un progetto del genere – che può avere una sua dignità tanto quanto una sua autonomia – a un film così famoso non sia stato anche per ragioni opportunistiche. Era parsa sin da subito quantomeno bizzarra l’idea di approfondire un personaggio come Mildred Ratched, ma, proprio perché strano sulla carta, il progetto suonava sin da subito come affascinante; scoprire, dopo il pilot, che ci troviamo di fronte ad uno dei tipici personaggi murphiani – e che di collegamenti essenziali con l’originale non sembra averne poi molti – fa legittimamente dubitare della necessità di questa connessione.

Si tratta di sicuro di dubbi che verranno sciolti con i restanti episodi, per cui quello che rimane – al netto dei dubbi sopra esposti – è sicuramente un buon pilot, scritto e girato con intelligenza sia nella sua capacità di fondere thriller, noir e indagine psicologica, sia nella volontà di inserire un personaggio ben preciso all’interno di un universo perfettamente coerente con l’estetica che Ryan Murphy va via via sempre più affinando nella sua evidente predilezione per quegli anni (ma senza dimenticare le sue radici camp, senza le quali non sarebbe il Ryan Murphy che conosciamo).
È quindi impossibile non dare un buon voto a un episodio che è scritto e girato bene; rimane il dubbio sulla natura di base del progetto, nonché la speranza che questa nuova avventura di Murphy sappia fargli compiere un passo in più all’interno della sua poetica, senza ridursi ad un’altra variazione, pur perfettamente studiata, dei suoi temi prediletti.

Voto: 7½

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Informazioni su Federica Barbera

La sua passione per le serie tv inizia quando, non ancora compiuti i 7 anni, guarda Twin Peaks e comincia a porsi le prime domande esistenziali: riuscirò mai a non avere paura di Bob, a non sentire più i brividi quando vedo il nanetto, a disinnamorarmi di Dale Cooper? A distanza di vent’anni, le risposte sono ancora No, No e No. Inizia a scrivere di serie tv quando si ritrova a commentare puntate di Lost tra un capitolo e l’altro della tesi e capisce che ormai è troppo tardi per rinsavire quando il duo Lindelof-Cuse vince a mani basse contro la squadra capitanata da Giuseppe Verdi e Luchino Visconti. Ama le serie complicate, i lunghi silenzi e tutto ciò che è capace di tirarle un metaforico pugno in pancia, ma prova un’insana attrazione per le serie trash, senza le quali non riesce più a vivere. La chiamano “recensora seriale” perché sì, è un nome fighissimo e l’ha inventato lei, ma anche “la giustificatrice pazza”, perché gli articoli devono presentarsi sempre bene e guai a voi se allineate tutto su un lato - come questo form costringe a fare. Si dice che non abbia più una vita sociale, ma il suo migliore amico Dexter Morgan, il suo amante Don Draper e i suoi colleghi di lavoro Walter White e Jesse Pinkman smentiscono categoricamente queste affermazioni.


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7 commenti su “Ratched – 1×01 Pilot

  • Boba Fett

    Hai ragione, poteva effettivamente chiamarsi in altri mille modi, senza necessariamente legarsi ad una delle varie interpretazioni del ruolo dell'”angelo” che il cinema ci ha regalato e il risultato non sarebbe cambiato. Mi soffermo per ora solo sull’aspetto estetico visto che parliamo del pilot, che omaggia palesemente e piacevolmente il cinema di un tempo in Technicolor con un’operazione fra Alfred Hitchcock e soprattutto Tim Burton che quasi sempre esalta un’epoca in una chiave manieristica e pop. Personalmente mi aspettavo un po’ più gore, ma nel suo insieme il prodotto sembra funzionare molto meglio del recente Hollywood.

     
      • Federica Barbera L'autore dell'articolo

        Ciao Federica, sì diciamo che le simmetrie sono fortemente presenti e richiamano Anderson, anche se poi i due stili a mio avviso divergono per intento, ecco!

         
    • Federica Barbera L'autore dell'articolo

      Ciao! Sì in particolare il riferimento a Hitchcock è evidente, diciamo che quello che mi è parso più azzeccato è stato il mood tra thriller, noir e Ryan Murphy (che ormai è uno stile tutto suo!), però ripeto (e senza fare spoiler sulle puntate successive), i dubbi su quanto effettivamente Ratched aggiungerà al discorso di Ryan Murphy non riesco a togliermeli. Ciò non vuol dire che poi la serie non possa anche piacere, ma alla lunga se non si fa un passo in più verso un’altra direzione, o una più articolata, o semplicemente un “next step”, si può arrivare ad una stasi pericolosa. Vedremo!

       
      • Boba Fett

        Alla fin fine Murphy non manca mai l’occasione di parlare dell’universo LBGTQ dedicandosi di volta in volta ad una delle lettere dell’acronimo…

         
        • Federica Barbera L'autore dell'articolo

          Ma per me non è questo il punto, anzi, ben venga che ci sia qualcuno che sistematicamente si occupa di tutte quelle minoranze che vengono ignorate, o rese delle macchiette, da altre serie! Per me il discorso è più stilistico, questa Ratched non posso dire che sia brutta, per carità, ma cosa mi sta dando in più rispetto ai suoi lavori precedenti? Mi sembra un po’ un mix di tutto, con una spruzzata di “chiamiamolo Ratched così abbiamo il link al film super noto” e via. Non parlo della stagione in generale, senza spoilerare però dico che sono alla terza puntata e l’impressione non è cambiata molto 🙄

           
  • Boba Fett

    Federica confermo quanto avverti e dici! L’ho vista tutta, ma non mi esprimo in attesa della vostra opinione sulla serie intera…